LA RIVINCITA DELLA PROF: FA CAUSA AL MINISTERO PER NOVE ANNI E VIENE RISARCITA
IL SINDACATO ANIEF: “LO STATO HA RISPARMIATO 2,5 MILIARDI SULLA PELLE DEGLI INSEGNANTI”
Dopo nove anni di precariato, un’insegnante torinese cinquantenne si è presa la rivincita: ha fatto causa al ministero e ha ottenuto più di 20 mila euro di risarcimento.
Il tribunale di Torino le ha infatti riconosciuto il diritto a “ricostruire” la sua carriera in modo completo e non solo in parte, come invece prevedrebbero le regole.
E la sentenza potrebbe (è il caso di dirlo) fare scuola e spalancare la porta dei rimborsi a migliaia di altri ex precari.
La docente è stata assistita dall’Anief, rampante sindacato che negli ultimi anni ha ottenuto un successo crescente grazie alla sua capacità di ricorrere alla giustizia su pressochè qualsiasi tema scolastico.
L’insegnante era stata assunta nell’anno 2007-2008 dopo ben nove anni di precariato.
In quel momento la carriera le era stata “ricostruita”, cioè lo Stato le aveva riconosciuto l’anzianità di servizio e in questo modo le aveva permesso di ottenere gli scatti di stipendio previsti dal contratto nazionale.
Solo che una normativa interna prevede pure il “raffreddamento” della carriera: “Il riconoscimento per intero avviene solo nei primi quattro anni, per il resto vengono considerati validi solo i due terzi del periodo di servizio pre-ruolo”, spiega il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico.
Per il sindacato questa norma contrasta con una direttiva europea (la 70 del 1999), che prevede invece un principio di non discriminazione.
Insomma, l’anzianità di servizio va riconosciuta tutta e non solo in parte.
Di qui, il motivo del ricorso, che il giudice ha ritenuto fondato.
La sentenza ha infatti riconosciuto all’insegnante 20 mila euro di arretrati: 13.458 per il periodo in cui avrebbe dovuto maturare il primo scatto e 7.622 euro per il secondo scatto. In più, spiega Pacifico, “da questo momento in più passa al gradino superiore, dunque guadagnerà 200 euro in più al mese”.
Quello torinese è uno dei primi ricorsi presentati dall’Anief su questo tema ed è anche il primo che è arrivato a sentenza.
Il sindacato è convinto che la decisione del giudice diventerà un grimaldello per consentire a una marea di insegnanti di recuperare il denaro negato in passato: i possibili ricorrenti sarebbero infatti 400 mila, tra i 300 mila percari assunti dal 1999 in poi e i futuri 100 mila che verranno stabilizzati grazie alla riforma della Buona scuola.
Il danno per il ministero sarebbe enorme: “Con questo sistema – accusa Pacifico – lo Stato ha risparmiato più di 2,5 miliardi sulla pelle dei lavoratori”
Stefano Parola
(da “il Fatto Quotidiano“)
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