LA SVOLTA, GIOVANARDI: “SIAMO OLTRE 40 PER UN NUOVO GRUPPO, VOTEREMO SI’ ALLA FIDUCIA”
L’APPELLO DI ALFANO: “TUTTO IL GRUPPO VOTI LA FIDUCIA”… SCONFESSATO BERLUSCONI, IL PDL NON ESISTE PIU’
Da una parte la giostra di incontri tra il Quirinale, Palazzo Chigi e Palazzo Grazioli. Dall’altra una possibile scissione del Pdl in Parlamento che certo metterebbe il partito davanti al bivio su cosa fare del proprio futuro (con o senza Berlusconi) e soprattutto darebbe linfa per far proseguire il percorso del governo delle larghe intese.
Per sostenere questa tesi basterebbe, al momento, credere alle parole di Carlo Giovanardi: “Abbiamo i numeri, siamo anche più di 40 — dice — e siamo fermi nel voler mantenere l’equilibrio di governo. Per questo voteremo la fiducia. Il problema dei numeri, al massimo, è degli altri“.
Ci sarebbe addirittura il nome del nuovo soggetto politico, che dovrebbe chiamarsi “Nuova Italia”. Giovanardi è chiaro: non si tratta di una semplice ‘fronda’: “Scissionisti – puntualizza l’esponente cattolico – sono quelli che si pongono fuori dalla linea del partito, escono dai gruppi e vogliono fondare Forza Italia, non – rivendica – chi rimane fermo sulle nostre posizioni fondatrici”.
E’ stata una giornata fitta di incontri incrociati. Angelino Alfano, Gaetano Quagliariello, Nunzia De Girolamo e Beatrice Lorenzin hanno incontrato il presidente del Consiglio Enrico Letta a Palazzo Chigi nel pomeriggio.
Una riunione avvenuta alla vigilia del dibattito in Parlamento sulla possibile fine dell’esecutivo sostenuto da una grande coalizione e soprattutto subito dopo un incontro che lo stesso Alfano ha avuto con Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli.
Il primo vertice era stato quello tra il capo del governo e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
A Palazzo Grazioli, al faccia a faccia tra Berlusconi e Alfano (durato circa 3 ore), hanno partecipato anche Gianni Letta e l’avvocato del Cavaliere, Niccolò Ghedini.
A seguire si sono visti a Palazzo Chigi Gianni Letta, Matteo Renzi, l’ex capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto (uno dei cosiddetti “governisti”).
Intanto spuntano altri senatori che potrebbero essere messi nel conto per il voto di fiducia al senato.
Sono i fuoriusciti del gruppo del Movimento Cinque Stelle.
A nome di tutti parla Adele Gambaro (espulsa dal M5S): “Dopo una riunione che abbiamo svolto, abbiamo deciso che ascolteremo Letta e dovremmo dare la fiducia — ha detto a SkyTg24 – Ci interessava che nel programma ci fosse qualche nostro punto programmatico come la riforma della legge elettorale e quindi dovremmo dare la fiducia”.
Gli altri senatori del gruppo misto che sarebbero intenzionati a votare la fiducia sono Marino Mastrangeli, Fabiola Anitori e Paola De Pin.
Mastrangeli (altro espulso per la nota vicenda della partecipazione ai talk show) conferma: “Coerentemente con quello che ho sempre detto e pensato politicamente, mi aspetto che domani Letta metta nella sua agenda di governo almeno una parte del programma dei 5 Stelle. A quel punto, sarà un dovere votargli la fiducia. Io continuo ad essere un 5 Stelle nessuno potrà mai sottrarmi la mia appartenenza al Movimento e l’unico vincolo di mandato che ho è la realizzazione del programma M5S”.
Dunque, “giusto dare a Letta la fiducia, salvo revocargliela se non manterrà la parola data”.
E se i 5 Stelle, come deciso nell’assemblea di ieri, votassero compatti il no alla fiducia “il loro sarebbe un tradimento della volontà degli elettori, sempre che Letta, come sono certo farà , dovesse accogliere parte dei nostri punti di programma. Se ad esempio dovesse dirsi disponibile al reddito di cittadinanza, son certo che il 90% degli elettori M5S sarebbe favorevole a un prosieguo del suo mandato”
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