LE ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA DI BERLUSCONI: QUANDO SAREBBE BASTATO CHIEDERE IL RITO ABBREVIATO
SE IL CAVALIERE VENISSE CONDANNATO PER IL CASO RUBY (7 ANNI IN PRIMO GRADO) O PER QUELLO DE GREGORIO I TRE ANNI DI INDULTO PER IL CASO MEDIASET SAREBBERO REVOCATI E GLI ANNI AI DOMICILIARI DIVENTEREBBERO ALMENO 11
La vicenda delle esternazioni del presidente di Cassazione Esposito, vere o presunte che siano, hanno una mera rilevanza formale, non certo giuridica.
Come sottolineato da fonti della Cassazione le parole che avrebbe pronunciato Esposito possono essere al massimo inopportune per la riservatezza che dovrebbe seguire un magistrato, ma nulla di più.
Che poi il Pdl abbia lanciato le solite armi di distrazione di massa per mettere in dubbio la legittimità della sentenza di condanna del suo leader per frode fiscale, certificata da tre tribunali e tre corti diverse, fa parte della tecnica di chi recita la parte del “perseguitato”.
Il giorno prima la stampa berlusconiana aveva definito Esposito un ubriacone quando è noto che è soggetto astemio, poi ecco arrivare la presunta intervista dove in ogni caso Esposito, salvo l’errore di parlare con un giornalista, non dice nulla di nuovo, al massimo spiega i motivi della condanna, peraltro gli stessi già indicati nelle motivazioni dei precedenti due gradi di giudizio.
E la corte di cassazione era composta da sei membri, non certo da Esposito in beata solitudine, quindi la polemica è fondata sul nulla.
Quello che molti non sanno è che i problemi per Berlusconi non vengono tanto dall’anno di condanna (tre coperti da indulto) da scontare ai domiciliari o ai servizi sociali, ma da altri due elementi.
Il primo: con un’altra condanna l’indulto sarebbe cancellato.
Berlusconi a giugno è stato condannato in primo grado a 7 anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per concussione e prostituzione minorile, reati commessi nel 2010, ovvero 4 anni dopo l’indulto.
Quindi, se la pena per il caso Ruby dovesse diventare definitiva, l’indulto sarebbe revocato e la pena complessiva Mediaset-Ruby sarebbe di 11 anni, da scontare ai domiciliari e non in carcere, perchè anziano.
Se poi arrivasse anche una condanna per la compravendita dei senatori (e la confessione di De Gregorio certo non lo aiuta) si dovrebbero sommare agli 11 altri 3-4 anni.
Il secondo: in base alla legge anti-corruzione entro qualche mese Berlusconi dovrebbe decadere da senatore. A quel punto una procura potrebbe richiederne in teoria anche l’arresto: non per il caso Mediaset, ormai concluso, ma poniamo per quello De Gregorio.
Ma anche se così non fosse, in caso di altra condanna, verrebbe meno lo sconto dei tre anni di indulto.
Si è trattato anche di scelte legali discutibili.
Se Silvio Berlusconi avesse chiesto di essere processato con il rito abbreviato, l’intera pena (principale) sarebbe stata condonata.
L’abbreviato, infatti, prevede lo sconto di un terzo in caso di condanna.
Quindi per Mediaset da 4 anni la pena sarebbe scesa a 2 anni e 8 mesi.
Essendo sotto i 3 anni, pertanto, sarebbe stata interamente cancellata dall’indulto. Inoltre, con il rito abbreviato, la sentenza sarebbe stata pronunciata anni prima e quindi l’eventuale interdizione sarebbe già stata scontata nella legislatura precedente.
In conclusione, a fronte di una situazione giudiziaria compromessa, sarebbe meglio che Berlusconi facesse un passo indietro e il Pdl si dedicasse a eleggere un nuovo presidente piuttosto che a polemizzare sul nulla.
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