LETTERA APERTA A RENZI DI UNA PRECARIA ESASPERATA
“IN ITALIA MERITO E’ SOLO UN’EPITAFFIO SULLA LAPIDE DI UN PAESE INCANCRENITO”
Buongiorno Matteo,
mi permetto di darti del tu perchè finora il tuo modo di porti con gli italiani è stato molto “friendly”, e perchè, come me, sei una persona giovane, che verosimilmente rifugge dalle formalità .
Tu hai sempre detto di voler lavorare “per” e “con” gli italiani. Hai posto sempre l’accento sul voler ricominciare partendo dalla rottamazione di ciò che non va.
Hai sempre parlato di Buona Scuola, affermando che il sistema scolastico sia in qualche modo il fulcro del sistema Italia. Vi è venuto in mente di scardinare il vecchio sistema delle graduatorie per premiare, attraverso concorsi pubblici, il merito.
Sicuramente l’avrete fatto anche sulla base dell’articolo 97 della Costituzione, che recita “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.”.
Più che giusto, secondo la Costituzione la norma generale per accedere al tanto agognato posto pubblico è il concorso. Gli altri metodi di reclutamento devono essere eccezioni.
La norma (peraltro primaria nella gerarchia delle fonti) parla chiaro e voi a questa vi sarete sicuramente appellati, senza pensare alle orde di precari che dopo anni di sacrificio oggi si troveranno ad affrontare un concorso per la stabilizzazione.
Alla collocazione in graduatoria si sostituirà il merito. Ben venga il merito. Ci speriamo tutti, nel merito.
Io ti dico però, Matteo, che la parola “Merito” in Italia è solo un’epitaffio sulla lapide di un Paese ormai incancrenito.
Ad esempio, ne sai qualcosa, Matteo, del fatto che i laureati in Scienze Politiche Nuovo Ordinamento (Ordinamento creato da politici come te, non da sfigati come me), non hanno potuto partecipare agli ultimi concorsi banditi dal Ministero per l’insegnamento?
Non mi dilungo su questo, sebbene io rientri nella categoria dei tagliati fuori con un illustre curriculum da 110 e lode a 25 anni (ormai di anni ne ho 33 come Cristo).
Ma, come ti ho detto, non mi dilungo perchè non è per parlarti solo ed esclusivamente dei miei problemi che scrivo.
Ne sai qualcosa, Matteo, del fatto che ai concorsi pubblici il fatto di poter favorire un candidato è diventato ormai più la regola che l’eccezione?
Sai che a detta di molti tante volte i posti sono attribuiti in base all’appartenenza ad un partito, e direi anche al grado di servilismo e sottomissione al sistema?
Parli tanto di Europa e del fatto che l’Italia in qualche modo debba riuscire ad adeguarsi agli standard europei, ma tanto per farti un altro esempio, non so se tu abbia mai sostenuto un esame di inglese per prendere un certificato.
Anche per ottenere un semplice Pet.
Sai che per conseguire un Pet si seguono molti più criteri di sicurezza e imparzialità che per sostenere un normale concorso pubblico in un qualunque paese d’Italia?
A me è capitato di sostenere concorsi pubblici in comuni in cui tutte le domande all’orale erano uguali per cui mentre il primo candidato sosteneva l’esame, gli altri stavano in un’altra stanzetta perchè non potessero sentire le domande.
Roba che un candidato qualunque si deve studiare tomi e tomi di leggi che manco gli impiegati conoscono, mentre se uno per caso sa le domande, studia quelle risposte ed è a cavallo.
Difatti una volta quello che poi divenne il vincitore non ha neanche aspettato di conoscere il risultato finale perchè aveva fame, mentre gli altri attendevano morti di fame con il fiato in gola, perchè il posto era per la vita.
Lo sai, Matteo, che quando vogliono i Commissari dicono solo sì sì sì e non fanno altre domande, e quando non vogliono spulciano?
Erano molto più imparziali i concorsi che si svolgevano in Cina per diventare mandarini secoli fa.
Non riuscite proprio a trovarlo un criterio di selezione più oggettivo, magari mettendovi seriamente d’impegno?
Che poi ora concorsi pubblici non ce ne sono quasi più, ma quando non garbano alle amministrazioni, li annullano e li rifanno.
A parte i concorsi, sai che da quando i Comuni devono ricoprire al 100% il costo di alcuni servizi, nelle famiglie italiane, in base al numero di componenti familiari e ai metri quadri della propria abitazione, stanno arrivando botte di 500 euro e più a famiglia solo per il servizio di raccolta dei rifiuti?
Non è che se si è in più componenti si è più ricchi! Nella maggior parte dei casi sono bocche in più da sfamare perchè disoccupate, ma del reddito non tenete conto ovviamente. E non andate a caccia di evasori, soprattutto quando denunciano zero euro di reddito.
E ancora, per caso sai che i commercianti non ce la fanno più a sopravvivere? Sono oberati di tasse e soffocano lentamente. Al tg dicono che ci stiamo riprendendo, ma le vendite parlano chiare. Forse siamo scemi noi, che non riusciamo a trovare il punto di contatto fra i numeri delle statistiche e il Paese reale.
Ancora, sai che per avere una cavolo di disoccupazione per pochi mesi di lavoro ho dovuto combattere per mezzo anno con l’Inps?
Mi spettava di diritto, ma la domanda era finita in non so quale meandro dell’Istituto, e ancora non ho visto soldi.
Capisco che ci sia tanto da fare. E’ un momento nel quale gli impiegati si trovano davanti gente arrabbiata (giustamente, aggiungerei) come non mai prima nella storia, ma non è che per sopperire a questo il call center Inps funzioni meglio degli sportelli. Se non sei fortunato trovi gente che non sapendoti rispondere ti sbatte anche il telefono in faccia.
E non è che la gente abbia voglia di fare il diavolo a quattro per un sussidio, ma in altri Paesi (Europei, non dell’Isola che Non C’è) funzionano gli uffici di collocamento.
Qui, negli uffici di collocamento, per sostenere i quali presumo l’Italia spenda una barca di quattrini in stipendi vari, ti dicono pure “Gli annunci cercali su Internet perchè sono più aggiornati di quelli che abbiamo appeso al muro noi”.
A un certo punto non è che noi siamo troppo esigenti, non ci sappiamo accontentare o balle varie. E’ proprio che in Italia non funziona niente.
Visti gli esempi che ti ho prodotto, ritieni ancora che la Buona Scuola sia il fulcro di tutto? Lasciatelo dire da una persona che sulla propria formazione ci ha investito tempo e denaro (diciamo non tanto io quanto la mia famiglia per pagarmi gli studi).
In questa Italia qua io ho tratto la più dolorosa conclusione potessi mai trarre.
Il problema non è la scuola. Il mio livello di istruzione, per questa Italia, è sin troppo alto.
Non fa che acuire il dolore e la consapevolezza che, qui, non c’è posto per me!
Buona giornata Matteo, e buona riflessione.
Manuela Podda
(da “Jack’s Blog”)
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