LICENZIAMENTI, COME FUNZIONANO IN GERMANIA
RUOLO DECISIVO DI SINDACATI E GIUDICI… PREVISTO IL REINTEGRO, MA SOLO NEL 5% DEI CASI SI ARRIVA ALLA CAUSA
Qui lo chiamano Sozialstaat, e il Welfare tedesco – modello al centro del dibattito in Italia, in
particolare con la richiesta del Pd e dei sindacati di adottarlo nella riforma del governo – è il più generoso tra le maggiori economie mondiali.
E tale resta anche dopo i tagli decisi dal cancelliere socialdemocratico Gerhard Schroeder per raffrontare la crisi del Paese.
Il diritto del lavoro pone ai licenziamenti il paletto del negoziato con i sindacati. Il Welfare è di gran lunga la prima voce del bilancio federale.
Nella finanziaria 2011 ammontava al 37,17% del totale, e cioè per l`esattezza a 131 miliardi e 293 milioni.
I licenziamenti: la cogestione riduce i litigi, pochi i ricorsi alla magistratura
La legge tedesca prevede tre, tipi di cause di licenziamento possibile: motivi personali, motivi disciplinari o esigenze aziendali. La legge si applica a lavoratori con almeno 6 mesi di anzianità e ad aziende con più di 10 dipendenti.
E’ obbligatorio consultare il Betriebsrat, cioè il consiglio di fabbrica, dove esiste, cioè nella maggioranza del- le aziende e soprattutto nelle grandi o comunque in quelle dei comparti-chiave e di eccellenza.
La Mitbestimmung, cioè cogestione, prevede inoltre la presenza di rappresentanti del sindacato nel consiglio di sorveglianza delle imprese, e questa è forse la più importante differenza qualitativa del sistema tedesco.
In caso di licenziamento uri lavoratore può sempre rivolgersi al tribunale del lavoro entro due settimane dal recapito della lettera.
Spetta al giudice competente scegliere tra l`indennizzo o il reintegro.
Comunque statisticamente solo il 5% dei lavoratori sceglie di fare causa per ottenere il reintegro.
Nell` 84% dei casi si opta, con intervento del giudice o trattativa con l`azienda, per il risarcimento.
Ammonta a una mensilità lorda per ogni anno di anzianità , ma aumenta per gli over 50 con almeno 20 anni di anzianità .
I contratti: più numerosi quelli di categoria, nessun intervento della politica
I contratti di lavoro in Germania sono di solito negoziati per ogni categoria, tra i rappresentanti degli imprenditori del comparto industriale e quelli dei lavoratori.
Il principio base è quello della Tarifautonomie, cioè l`autonomia assoluta delle parti sociali da ogni intervento del potere politico.
Soltanto in casi estremi di vertenze che appaiono non componibili si ricorre alla Schlichtung, cioè alla mediazione indipendente, affidata a un autorevole personaggio (di solito un senior dellapolitica) ritenuto imparziale.
I contratti di categoria tuttavia non sono vigenti in tutta l`economia tedesca.
In Germania ovest, sono i156% del totale le aziende dove è in vigore un contratto di categoria, mentre all`est la percentuale scende al 38.
Contratti negoziati a livello aziendale sono in vigore nel 9% delle aziende dell`ovest e nel 13% all`est.
Senza contratto rigido lavora il 36% all`ovest e il 49% all`est, ma anche in questi casi ci si orienta verso il contratto di categoria nazionale.
I contratti aziendali nelle grandi aziende (vedi la Volkswagen) sono spesso piùvantaggiosi diquelli di categoria.
L`uscita dall`associazione imprenditoriale non esentai datori di lavoro dal risnetto del contratto finchè esso è valido a livello nazionale.
I precari: boom dei minijob da 400 euro è polemica sui lavori a termine
In Germania non esiste un precariato all`italiana, ma il numero di contratti a termine è decisamente aumentato negli ultimi dieci anni, a seguito indirettamente delle riforme varate da Schroeder.
E sono aumentati anche i lavori part-time e i cosiddetti minijob, cioè lavori anche per soli 400 euro mensili.
Da11991 a oggi, la percentuale di nuovi contratti di lavoro firmati che riguardano lavori a termine, è salita dal 32 al 45% del totale dei nuovi contratti.
Rispetto al totale dei contratti invigore, la percentuale dei contratti a termine è salita al 7,6%, un record storico.
Coinvolge circa 2,7 milioni di lavoratori, e in percentuale sono più donne che uomini. La percentuale di contratti a termine è molto alta (67%) nelle amministrazioni, meno in industrie come l`informatica (15%).
Le altre due situazioni svantaggiate che si sono diffuse negli ultimi anni sono i minijob e il cosiddetto Leiharbeit. I minijob, a bassa paga, con orari lunghi o scomodi, sono diffusi in settori a bassa qualifica come il commercio o i lavori pesanti.
Il Leiharbeit si applica invece al lavoratore che viene “affittato” da agenzie di collocamento per un periodo di tempo limitato. I sindacati chiedono con forza un limite a questa pratica.
Gli amortizzatori: previsto un doppio livello di tutele, un occhio di riguardo per gli over 55
I principali ammortizzatori sociali in Germania sono lo Arbeitslosengeld, che però viene pagato per un tempo limitato, e le varie voci dei sussidi e assegni di povertà .
La riforma introdotta da Schroeder (tra il 1998 e il 2005) ha infatti ridotto il tempo massimo in cui il sussidio di disoccupazione primario – quello finanziato dai contributi- viene pagato a 12 mesi.
Il periodo massimo però sale a 18 mesi per i lavoratori al di sopra dei 55 anni.
Il sussidio di disoccupazione ammonta per un padre di famiglia sposato o convivente con almeno un figlio a carico, al 67% circa della precedente retribuzione, per gli altri a circa il 60%.
Dopo, se non trovi lavoro, interviene un sussidio minore, pagato dall`erario, solitamente chiamato Hartz IV`, dal nome di Peter Hartz, ex amministratore Volkswagen che progettò la riforma.
La quale fonde in un unico pagamento i calcoli dei sussidi di disoccupazione e degli assegni-povertà e previdenza.
Il lavoratore è obbligato ad accettare i lavori offerti dall`Agenzia federale del lavoro, pena il decurtamento degli ammortizzatori sociali.
Andrea Tarquini
(da “La Repubblica“)
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