M5S, OMBRA RICORSI SULLE PRIMARIE, BORRE’: “BUONE PROBABILITA’ DI INVALIDARLE”
L’AVVOCATO BESTIA NERA DEI GRILLINI: “LE REGOLE CONFLIGGONO CON IL “NON STATUTO””
Luigi Di Maio è stato appena nominato candidato premier con quasi 31mila voti di attivisti sul web. Un’elezione funestata da problemi tecnici e tentativi di intrusione di hacker, caratterizzata da una scarsa affluenza (solo 37mila click complessivi su 140mila iscritti al blog di Beppe Grillo) che ora rischia anche di essere invalidata.
Ad adombrare questa possibilità è l’avvocato Lorenzo Borrè, bestia nera dei 5 Stelle, legale della maggior parte dei dissidenti e dei fuoriusciti che hanno fatto causa al M5S nel corso degli ultimi mesi.
È stato lui, ex attivista deluso, a incassare la vittoria nel ricorso sulle Regionarie siciliane che sta mettendo in difficoltà il candidato governatore Giancarlo Cancelleri. Ed è stato sempre lui a seguire il caso di Marika Cassimatis a Genova e a ottenere la riammissione al Movimento di 23 iscritti che erano stati espulsi a Roma e a Napoli.
Intervistato a Un giorno da pecora, su Radio 1, ha spiegato che le primarie che hanno incoronato sabato a Rimini Di Maio candidato premier e “capo politico” del M5S potrebbero essere invalidate: “In primo luogo perchè ogni volta vengono promulgate nuove regole che confliggono con quello che dice lo statuto, il quale prevede che per partecipare alle primarie sia necessario non avere condanne penali e credere nel movimento. L’ultima volta è stata introdotto, implicitamente, il concetto di casta”.
Ma l’altro elemento riguarda i casi di esclusione alla corsa per la premiership: “Due espulsi si sarebbero voluti candidare ma al momento non vogliono pubblicità e quindi non faccio i nomi”.
Secondo Borrè “ci sono le stesse possibilità di invalidare le primarie che c’erano per invalidare le Regionarie in Sicilia. Ci sono buone probabilità , sono sicuro”, afferma Borrè.
Un elemento di preoccupazione che si aggiunge alle tensioni interne che hanno caratterizzato le ultime settimane. E che non sembra si siano placate.
Fonti vicine a Davide Casaleggio hanno spiegato all’Ansa che non è previsto “alcun mini-direttorio” che affianchi Di Maio. Non ci sarà , dunque, una sorta di riedizione del gruppo (sciolto un anno fa dopo i pasticci della giunta romana) che ‘reggeva’ il Movimento. “Programma, programma, programma, dobbiamo seguire quello, non ci serve il mini-direttorio”, spiega in Transatlantico Danilo Toninelli.
Un messaggio all’ala cosiddetta ‘ortodossa’ contraria (seppur silente) alla formula che assegna al candidato premier anche il ruolo di capo politico del M5S. “Dev’essere un esecutore del programma”, insiste il deputato Luigi Gallo, vicino alle posizioni di Roberto Fico, il punto di riferimento degli ‘ortodossi’.
(da agenzie)
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