“MACRON FA IL SUO MESTIERE, E’ DI MAIO CHE NON SI E’ ACCORTO DI NULLA”
SANDRO GOZI, REFERENTE DI EN MARCHE, SPIEGA LE VERE RAGIONI SULLA MANCATA FUSIONE FCA-RENAULT … E SMETTIAMOLA DI FARLA PASSARE COME UN ATTO “SOVRANISTA” DI MACRON CONTRO I BENEFATTORI DI FCA (SOCIETA’ APOLIDE CON SEDE IN OLANDA), MACRON VOLEVA GIUSTAMENTE GARANZIE SULL’OCCUPAZIONE DEGLI OPERAI FRANCESI
Sandro Gozi, che idea si è fatto del fallimento delle trattative tra Fca e Renault?
Premessa: non dispongo di informazioni particolari sull’operazione, che è stata preparata in vari mesi di lavoro serio. Dal mio punto di vista, generale, andava senza dubbio nella direzione giusta: creare un grande campione dell’auto europeo e globale, per puntare sopratutto su forti sinergie e maggiori efficienze tra grandi gruppi, scommettendo sulle nuove tecnologie verdi e elettriche e apertura di nuovi mercati. E poi avrebbe avuto un valore simbolico forte di rilancio della cooperazione Franco-italiana, a prescindere dalle vicende strettamente politiche. Cooperazione in cui credo fortemente e per cui vedo grandi spazi in Europa e senza la quale è difficile pensare ad un vero rilancio europeo.
Chi ha sbagliato? Macron europeista convinto ma in economia è nazionalista: vede contraddizioni in questo?
È una lettura superficiale, anche se capisco che possa funzionare molto bene in Italia. Perfetta per Twitter e talk show… Il governo francese, azionista col 15% di Renault, aveva indicato quattro priorità tipiche di qualsiasi stato azionista. Renault ha già un’alleanza con Nissan, e questo era il quadro in cui l’alleanza andava fatta. Andavano tutelati i posti di lavoro e i siti industriali già presenti in Francia. Cioè il governo francese fa il suo mestiere, a differenza di quello italiano che su questi temi mi sembra un poco distratto, per usare un eufemismo. È stata poi richiesta una Governance equilibrata tra FCA e Renault. E su questo, dobbiamo capire se gli equilibri richiesti corrispondessero veramente alla due realtà industriali. Poi veniva richiesta la partecipazione del nuovo colosso dell’auto che sarebbe emerso all’iniziativa sulle batterie elettriche lanciata da Francia e Germania: cioè al più importante progetto industriale europeo degli ultimi anni, necessario per recuperare il grave ritardo che abbiamo accumulato rispetto a cinesi e coreani. Sembra che l’accordo fosse stato trovato. Ma rimaneva da convincere Nissan e per questo era necessario altro tempo. D’altra parte, immagino che FCA abbia tenuto conto dei suoi interessi industriali e dei suoi stakeholder. Per un’operazione di questa portata è necessaria piena fiducia reciproca e garanzie di una gestione aziendale molto fluida. Forse queste condizioni sono venute a mancare dal punto di vista di FCA.
Fca si è ritirata: sono i limiti di un’azienda alla fine apolide?
Non credo. Anche perchè con l’attuale governo italiano, talmente screditato sulla scena europea e internazionale, meglio agire da soli anche per imprese italiane al 100%…
Lo Stato italiano poteva toccare palla?
Ripeto: certamente non questo governo. E tanto meno l’attuale Ministro dello Sviluppo economico, che peraltro non mi sembra neppure che si sia accorto di questa operazione, se non a cose fatte… Poi mi sembra che l’attività “diplomatica” del Presidente Elkann sia stata veramente impeccabile, da manuale.
Se non ora, in passato quando Fiat era ancora italiana?
In passato il rapporto tra Stato e Fiat è stato fortissimo. Ma ora siamo ormai in un’altra epoca. Peraltro, anche in questi giorni, la borsa sta premiando FCA e non Renault…Io spero comunque che in futuro questa collaborazione possa ripartire.
(da “Huffingtonpost”)
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