MENTANA: “COSÃŒ LA RAI TORNA INDIETRO DI 40 ANNI”
IL GIORNALISTA CRITICA LA RIFORMA RENZIANA: “ORA IL CDA E’ IL PARLAMENTO E L’AD E’ PALAZZO CHIGI”
Un passo indietro di 40 anni. Così Enrico Mentana commenta, in un’intervista al Fatto Quotidiano, la riforma della Rai licenziata ieri dal Parlamento e diventata legge dello Stato.
Il direttore del Tg La7 solleva un problema di poteri interni all’azienda, di legami fra politica e azienda, ma anche di concorrenza all’interno del sistema televisivo.
“Con questa riforma torniamo a prima del 1975, a una Rai che dipende dall’esecutivo. La fonte di legittimazione del Cda è la commissione di Vigilanza, ma soprattutto l’amministratore delegato con pieni poteri è Palazzo Chigi” […] Il nodo non è tanto Matteo Renzi, perchè lui è un premier pro tempore. Il tema vero è che questa riforma schiaccia ancora di più l’emittente pubblica sotto il peso del potere politico, legandola al Governo. E la dipendenza è rafforzata anche dal Canone, che verrà rastrellato inserendolo in bolletta. una misura che crea una chiara distorsione del mercato.
Non c’è quindi solo l’effetto positivo di recuperare l’evasione del canone, ma anche quello negativo, secondo Mentana, di distorsione della concorrenza, a cui si sarebbe potuto porre rimedio fissando un tetto per la Rai.
“Che effetti ci saranno sulla concorrenza con le aziende private? Per di più, in una fase in cui c’è un incredibile calo degli introiti pubblicitari, per tutti” […] “Di certo la Rai avrà una forza enorme”.
Mentana non crede all’idea che la Rai, o altre televisioni, condizionino l’esito delle elezioni.
“In questi anni lo schieramento politico che controllava la Rai ha regolarmente perso le elezioni. E anche la Dc, che governava Viale Mazzini, perse il referendum sul divorzio” […] “La questione principale è che non si può permettere che la tv pubblica sia l’ultimo brandello della comunicazione governata dalla politica”.
Per il direttore, tutti i partiti hanno accettato la lottizzazione della Rai, ancora una volta, come si è visto in occasione della nomina dell’ultimo Cda.
“Spiace dirlo, ma sì. Tutti quanti. Anche i 5 Stelle. E fu l’antipasto di quello che è accaduto ora. Se tutti insieme hanno varato il Parlamento della Rai, è logico che l’esecutivo decida per una Rai legata all’esecutivo”
E se l’avesse fatto Berlusconi?
“Sarebbe pure peggio, perchè Berlusconi possiede già tre televisioni. Ma guardi, qui il problema è di sistema”
(da “Huffingtonpost”)
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