MESSAGGIO DI FIDUCIA DI NAPOLITANO: “L’ITALIA PUO’ FARCELA: SERVE STABILITA’, I SACRIFICI DARANNO FRUTTI”
NEL SESTO E PIU’ DIFFICILE DISCORSO DEL SUO MANDATO, NAPOLITANO RIVOLGE ALLA NAZIONE UN APPELLO ALLA COESIONE NAZIONALE E ALL’IMPEGNO COMUNE: “LA RISPOSTA ALLA SPECULAZIONE DEVE ESSERE EUROPEA”
È il discorso più complesso dei suoi 6 anni di presidenza.
Pronunciato in un momento delicatissimo per la vita del Paese.
E Giorgio Napolitano ha scelto di partire con un ringraziamento all’Italia: “Grazie per il calore con cui mi avete accolto ovunque mi sia recato per celebrare la nascita dell’Italia unità e i suoi 150 anni di vita”, ha detto.
Ma il ringraziamento è soprattutto – dice il presidente – “per avermi trasmesso nuovi e più forti motivi di fiducia nel futuro dell’Italia”. L
a crisi economica e il futuro dei giovani, ma anche le riforme, la posizione dell’Italia in Europa e la ‘rigenerazione della politica’ sono stati i temi che il capo dello Stato ha voluto affrontare parlando alla nazione nell’ultimo giorno del 2011.
Ma l’intero messaggio – durato 21 minuti – è stato dominato da un concetto chiave: “L’Italia può e deve farcela”.
Emergenza resta grave, ma sforzi non inutili.
Napolitano non nega la drammaticità della situazione, sceglie di fare un discorso di verità al Paese.
Ma insiste sulle chanche dell’Italia. “L’emergenza resta grave – dice – e la fiducia rischia di essere oscurata da interrogativi angosciosi che possono tradursi in scoraggiamento e indurre al pessimismo”.
“E’ faticoso riguadagnare credibilità , dopo aver perduto pesantemente terreno; i nostri Buoni del Tesoro – nonostante i segnali incoraggianti degli ultimi giorni – restano sotto attacco; il debito pubblico che abbiamo accomulato nei decenni pesa come un macigno e ci costa tassi di interesse pericolosamente alti”, ha aggiunto.
“Lo sforzo di risanamento del bilancio culminato nell’ultimo, impegnativo decreto, deve perciò essere portato avanti con rigore. Ma siamo convinti che i frutti non mancheranno. I sacrifici non risulteranno inutili. Specie se l’economia riprenderà a crescere: il che dipende da adeguate scelte politiche e imprenditoriali, come da comportamenti diffusi, improntati a laboriosità e dinamismo, capaci di produrre coesione sociale e nazionale”.
Insomma, tutto il Paese è coinvolto.
Sacrifici per assicurare un futuro ai giovani.
L’Italia “può e deve farcela” ad affrontare le “grandi prove” che ha davanti. Non solo: secondo Napolitano, dalla crisi “la nostra società deve uscirne più severa e più giusta, più dinamica, moralmente e civilmente più viva, più aperta, più coesa”.
Gli sforzi del Paese, per il capo dello Stato, hanno un primo obiettivo: assicurare un futuro ai giovani.
E’ a loro – e al dramma della disoccupazione – che è dedicata una parte fondamentale del discorso.
“Si è diffusa ormai la convinzione – dice Napolitano – che dei sacrifici siano inevitabili per tutti: ma la preoccupazione maggiore che emerge tra i cittadini è quella di assicurare un futuro ai figli, ai giovani.
È questo l’impegno cui non possiamo sottrarci”.
Il presidente sottolinea, poi, che ”occorre definire nuove forme di sicurezza sociale che sono state finora trascurate a favore di una copertura pensionistica più alta che in altri paesi o anche di provvidenze generatrici di sprechi”.
Insomma – è il messaggio alle forze sociali – il mondo è cambiato, e perciò bisogna “ripensare e rinnovare le politiche sociali”, certamente senza rinunciare al modello europeo e senza intaccare dignità e diritti del lavoro, ma accettando di rivedere il modo di concepire e distribuire il benessere. Il presidente ricorda la sua estrazione politica e sociale.
“Sento molto le difficoltà di chi lavora e di chi rischia di perdere il lavoro”, dice, ma credo che i lavoratori e le loro organizzazioni debbano esprimere “slancio costruttivo nel confronto”, fare sacrifici e avere “visione e ruolo nazionale” come seppero fare nel Dopoguerra e nel tragico 1977 dell’inflazione al 20% e del terrorismo.
Al tempo stesso, al governo Monti Napolitano chiede di sviluppare il “dialogo con le parti sociali e un rapporto aperto con il Parlamento”.
Lotta all’evasione.
La ricetta per la ripresa passa, secondo Napolitano, anche attraverso la lotta a due piaghe nazionali: corruzione ed evasione. E il presidente ne parla senza far sconti.
“A partire dagli anni Ottanta – dice – la spesa pubblica è cresciuta in modo sempre più incontrollato, e ormai insostenibile.
E c’è anche chi ne ha tratto e continua a trarne indebito profitto: a ciò si legano strettamente fenomeni di dilagante corruzione e parassitismo, di diffusa illegalità e anche di inquinamento criminale.
Nè, quando si parla di conti pubblici da raddrizzare, si può fare a meno di mettere nel mirino l’altra grande patologia italiana: una massiccia, distorsiva e ingiustificabile evasione fiscale.
Che ci si debba impegnare a fondo per colpire corruzione ed evasione fiscale, è fuori discussione”.
Napolitano non si fa illusioni sulla difficoltà di questa sfida. “E’ un’opera – dice – di lunga lena, che richiede accurata preparazione di strumenti efficaci e continuità “.
Azzardo voto anticipato.
A poche ore dall’articolo del Wall Street Journal, il presidente torna sulla questione della caduta del governo Berlusconi e sulla nascita dell’esecutivo guidato da Monti.
Negli scorsi mesi “si è largamente convenuto che il far seguire precipitosamente, all’apertura della crisi di governo, uno scioglimento anticipato delle Camere, e il conseguente scontro elettorale, avrebbe rappresentato un azzardo pesante dal punto di vista dell’interesse generale del Paese”, ha detto Giorgio Napolitano.
“Di qui è venuto quel largo sostegno in Parlamento al momento della fiducia al governo, con una scelta di cui va dato merito a forze già di maggioranza e già di opposizione”, prosegue.
“La nascita del governo Monti – spiega il capo dello Stato – ha costituito il punto di arrivo di una travagliata crisi politica di cui il presidente del Consiglio, onorevole Berlusconi, poco più di un mese fa, ha preso responsabilmente atto”.
Insomma, spiega Napolitano, una soluzione naturale e ampiamente condivisa.
Europa e Italia.
Il presidente richiama poi l’Europa, chiedendo che tutti i paesi dell’Unione riconoscano gli sforzi sostenuti dal nostro Paese.
Un cammino ormai “intrapreso” che servirà anche a far pesare di più la voce dell’Italia sul futuro assetto dell’Unione europea, è stato il monito del presidente ai partner della Ue: “È tempo che da parte di tutti in Europa si prendano sul serio e si apprezzino le dimostrazioni che il nostro Paese ha dato e si appresta a dare, pagando prezzi non lievi, della sua adesione a principi di stabilità finanziaria e di disciplina di bilancio, nonchè del suo impegno per riforme strutturali. Abbiamo solo da procedere nel cammino intrapreso, anche per far meglio sentire, in seno alle istituzioni europee, in condizioni di parità , il nostro contributo”.
E all’Europa il presidente rivolge anche una strigliata, per i suoi ritardi e le sue sottovalutazioni rispetto alla crisi.
“Occorrono senza ulteriori indugi – dice – scelte adeguate e solidali per bloccare le pressioni speculative contro i titoli del debito di singoli paesi come l’Italia, perchè il bersaglio è l’Europa, ed europea dev’essere la risposta”. “Risposta in termini di stabilità finanziaria e insieme di rilancio dello sviluppo. E non ci siamo. Particolarmente sottovalutata è la prospettiva della recessione con tutte le sue conseguenze”.
Cittadini e politica.
Napolitano riconosce il “merito” degli schieramenti che hanno permesso la nascita dell’esecutivo Monti e si augura che quest’azione possa proseguire. “E’ importante che l’Italia – dice – possa contare su una fase di stabilità e di serenità politica”, che potrebbe portare i partiti alla “ricerca di intese fra loro sul terreno di riforme istituzionali da tempo mature per creare condizioni migliori in vista di un più costruttivo ed efficace svolgimento della democrazia dell’alternanza”.
Passaggio che può essere letto come un invito a rivedere la legge elettorale. Ai cittadini, in tempi di antipolitica, rivolge un altro invito: a guardare “senza pregiudizi alla prova che le forze politiche daranno in questo periodo della loro capacità di rinnovarsi, perchè non c’è futuro per l’Italia senza rigenerazione della politica e della fiducia nella politica”.
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