NAUFRAGIO DI CUTRO, IL PROCESSO SI APRE TRA LE POLEMICHE PER LA DECISIONE DELLA REGIONE CALABRIA DI COSTITUIRSI PARTE CIVILE
CRITICI I SINDACATI DEI MILITARI IMPUTATI: SONO SEI TRA GUARDIA COSTIERA E GUARDIA DI FINANZA… MA DOVE STAREBBE “LA MINACCIA ALLA GARANZIA DI UN GIUSTO PROCESSO” LO SANNO SOLO LORO
Il processo per i mancati soccorsi al caicco naufragato a Cutro il 26 febbraio del 2023 si apre tra le polemiche. Ai sindacati dei militari che vedono sei dei loro uomini e donne tra guardia costiera e guardia di finanza sul banco degli imputati non è andata giù la decisione della Regione Calabria che questa mattina, come annunciato nei giorni scorsi, si è costituita parte civile in apertura di udienza preliminare su proposta del presidente Roberto Occhiuto.
L’Usim, l’unione sindacale italiana della Marina, ha espresso tutto il suo disappunto per la costituzione di parte civile definendo il gesto di Occhiuto una “minaccia alla garanzia di un giusto processo nei confronti di sei servitori dello stato imputati per fatti avvenuti in servizio”. Ritenendo “prioritario che l’accertamento delle responsabilità avvenga in modo imparziale, soprattutto per un evento così drammatico – scrivono i sindacati dei militari – ci auguriamo che non ci siano ingerenze di natura esterna allo svolgimento del processo penale”.
Sono 113 le costituzioni di parte civile presentata alla gup Elena Marchetto che deciderà nella prossima udienza del 26 maggio.
Ci sono i familiari delle oltre 100 vittime e i superstiti della strage, Arci, Codacons, Emergency, SOS Humanity, Sea Watch, Luis Michel, SOS Mediterranee Italia, Mediterranea e l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI). Presenti in aula per la prima volta gli imputati a carico dei quali sono ipotizzate pesanti responsabilità a carico degli ufficiali e sottoufficiali che quella notte, pur avendo ricevuto da Frontex la segnalazione di un caicco in navigazione verso la Calabria sulla rotta battuta dai migranti che provengono dalla Turchia, non ritennero di intervenire nonostante le condizioni meteo proibitive che portarono sei ore dopo il caicco a schiantarsi sulla secca di Cutro.
La decisione ufficialE sul rinvio a giudizio è attesa per il 9 giugno.
(da agenzie)
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