NELLA GENOVA DELLE COOP, LA REGIONE BOCCIA IL PROGETTO ESSELUNGA
IL GRUPPO DI CAPRIOTTI COSTRETTO AD ABBANDONARE IL PROGETTO DI APERTURA DI UN PUNTO VENDITA A GENOVA….LA GIUNTA DI SINISTRA NON CONCEDE LA VARIANTE, LA ESSELUNGA COMMENTA: “UNA GESTIONE CHE LASCIA PERPLESSI”….A SPEZIA IL SUO ARRIVO AVEVA DETERMINATO UN CALO DEI PREZZI DEL 17%
A Genova, terra di quasi monopolio delle Coop, il marchio Esselunga dà evidentemente fastidio.
Molti anni fa, la società guidata da Ernesto Capriotti, aveva provato a insediarsi nella delegazione di Rivarolo, ma il suo progetto fu respinto.
Ora aveva avanzato richiesta per aprire un punto vendita in zona centrale, in via Piave, ma anche questa volta la sua iniziativa si è scontrata con la pianificazione commerciale, con le istituzioni e con la politica.
In una città che ha visto sorgere centri commerciali Coop come funghi, Esselunga non riesce ad aprirne uno.
Secondo la Regione, la politica non c’entra: per concedere quell’area a Esselunga servirebbe una variante del piano regionale del commercio, variante che la Regione non intende concedere.
E a chi accusa la giunta di sinistra di aver fatto una scelta politica, la Regione replica sostenendo che “non è affatto chiusa alla grande distribuzione, anzi si prevedeno nuove aperture, Esselunga ha chiesto un’area che non può essere concessa”.
Scommettiamo che le nuove aperture saranno delle Coop e dei suoi satelliti? Ad ogni buon conto Esselunga replica: “non ci siamo fissati su quell’area, semplicemente la ritevamo adeguata perchè non richiede interventi, è già dotata di parcheggi e di una viabilità adeguata: è un’area infrastrutturata per questo tipo di punto vendite”.
Avrebbe trovato sede al posto di una concessionaria di auto, senza creare alcun stravolgimento della zona, insomma.
Il responsabile di Esselunga sottolinea: “La nostra istanza cade sotto elezioni e non può essere presa in considerazione adesso, aspettiamo e vedremo, è una gestione che lascia perplessi”.
In realtà a dare speranza alla società era stato l’ex assessore comunale al Commercio, secondo cui “non era necessaria una variante urbanistica, sarebbe bastata un’interpretazione estensiva della norma”, ma evidentemente i suoi colleghi regionali la pensano diversamente.
Si dà il caso che l’arrivo a Spezia del marchio Esselunga, con il primo punto vendita in Liguria, abbia provocato un calo dei prezzi del 17%.
La rivista “Altroconsumo” ha messo in luce, in una inchiesta pubblicata a settembre, che Esselunga è l’insegna più conveniente e a Spezia aveva prezzi inferiori del 24% rispetto alla concorrenza, costretta ad abbassarli a sua volta, Coop comprese.
Che sia questa una possibile chiave di lettura perchè il marchio Esselunga a Genova è meglio che non entri?
A danno certamente del consumatore, ma a tutto vantaggio di chi agisce quasi in regime di monopolio.
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