PEDAGGIO A NOVE EURO, NODO ESPROPRI E RICORSI: TUTTE LE GRANE DEL PONTE SULLO STRETTO
LE INCOGNITE NEL DOSSIER: 1,6 MILIARDI SOLO DI MANUTENZIONE. LE PENALI DA 400 MILIONI
Basteranno nove euro per attraversare il Ponte sullo Stretto in macchina. Andata e ritorno, al netto dell’inflazione che potrebbe aumentare i costi. Ecco la grande promessa che nei piani del governo si materializzerà a partire dal 2033: uno sconto di circa l’80% rispetto alle tariffe attuali. Ma se il confronto è con i collegamenti europei, il quadro si fa meno virtuoso. Per andare su e giù dalla Calabria alla Sicilia bisognerà pagare 2,6 euro a chilometro, oltre un euro in più rispetto agli 1,4 che servono per passare dentro l’Eurotunnel che collega la Francia al Regno Unito.
I costi per i cittadini comunque caleranno rispetto a quelli attuali. Cresceranno, invece, i volumi di traffico. Almeno così dicono le stime. Dovranno aumentare sensibilmente per permettere al Ponte di ripagarsi. Per farlo ci vorranno 30 anni: i ricavi colmeranno il costo dell’opera solo nel 2062. Tanto più che la manutenzione straordinaria avrà un costo molto alto: 1,6 miliardi tra il 2034 e il 2060.
La scommessa del Ponte si muove tra certezze e nodi ancora da sciogliere. Emergono tutti in un documento del Dipartimento per la programmazione economica di Palazzo Chigi che Repubblica ha potuto visionare. Diciassette pagine che hanno fatto da guida alla delibera del Cipess approvata ieri
Il bollino della Corte dei conti
La registrazione della delibera da parte dei magistrati contabili è il timbro all’operato del governo. Senza sarà impossibile andare avanti. Il provvedimento sarà esaminato da due sezioni di controllo: in caso di disaccordo, il fascicolo passerà alle Sezioni riunite. È un passaggio determinante per il Ponte perché la Corte dei conti potrebbe validare la delibera, che poi diventerebbe operativa con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Ma potrebbe anche fare rilievi o, nella peggiore delle ipotesi per l’esecutivo, bloccare il provvedimento.
Le questioni ambientali
Al Ponte manca ancora il progetto esecutivo. Sarà pronto e approvato entro 470 giorni dall’entrata in vigore della delibera del Cipess. Dovrà anche dare risposte ai 62 rilievi della commissione del ministero dell’Ambiente per la verifica dell’impatto ambientale. Lo scorso novembre, infatti, il parere della commissione è stato vincolato a una lunga lista di prescrizioni. La maggior parte degli adempimenti è ancora da realizzare. Riguardano il clima e la qualità dell’aria, ma anche rumore e vibrazioni, oltre alla tutela dell’ambiente marino. […]
Gli espropri
In attesa del progetto esecutivo, la delibera del Cipess fa scattare subito il cosiddetto programma anticipato delle opere. Potranno, quindi, partire gli espropri e l’acquisizione di aree e fabbricati, oltre alle indagini archeologiche e alle opere di compensazione ambientale. L’incognita è legata ai ricorsi sugli espropri.
Le penali
La delibera del Cipess riattiva il contratto tra la società Stretto di Messina e il consorzio Eurolink, di cui Webuild è capofila. L’aggiornamento dell’accordo introduce una novità importante: la decadenza dei contenziosi. In caso di blocco dei lavori scatteranno le penali a carico dello Stato. Negli scorsi giorni era circolata una stima: 1,5 miliardi. Ma la società Stretto di Messina spiega che l’entità è «dimezzata» e che il calcolo deve partire dal
valore del contratto (10 miliardi) e non da quello dell’opera (13,5 miliardi). Il valore della penale dovrebbe ammontare a circa 400 milioni.
(da “la Repubblica”)
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