PERICOLO NEONAZISTI IN GERMANIA: IL VOTO IN ASSIA E BAVIERA UN TEST
OGGI ALLE URNE QUASI UN TEDESCO SU QUATTRO
Venti milioni circa di tedeschi oggi andranno al voto in Assia e Baviera, un quarto della popolazione dell’intera federazione. Una routine che si ripete ad intervalli quinquennali nei diciannove Laender tedeschi.
Ma quest’anno è diverso. Mai prima d’ora un test regionale ha assunto un significato così importante a livello federale, riflettendo gli umori della Bundesrepublik nei confronti del governo in carica e nella proiezione di eventuali maggioranze alternative.
Consumata in fretta la luna di miele con gli elettori, la coalizione di Berlino entro i primi cento giorni di governo si è trovata a confrontarsi con l’invasione russa dell’Ucraina, il timore per la sicurezza del Paese, il rischio di passare l’inverno al freddo con le riserve di gas a zero e poi a seguire la crisi energetica e il rialzo delle bollette, l’inflazione, i dati economici in picchiata, l’aumento dei tassi di interesse della Bce, e nel frattempo la transizione energetica. È su tutto questo che gli elettori saranno chiamati a votare, non tanto sui temi regionali.
Secondo gli ultimi sondaggi i tre partiti di governo sono scesi rispetto al 2018 sia in Assia che in Baviera. I verdi – sotto di circa due punti rispetto a cinque anni fa – scontano l’essere percepiti come una forza che minaccia l’economia e aggredisce le tasche dei cittadini.
Molto contestata nei media la legge sul riscaldamento che spinge verso la transizione dalle caldaie a gas a quelle a pompa di calore, ora modificata. Anche i liberali perdono due punti, l’essere forza conservatrice in un governo a maggioranza progressista li fa rischiare di restare fuori dal Parlamento in Baviera per mancanza del quorum.
Mentre l’Spd perde due punti e mezzo nei sondaggi in Assia e rimane stazionario in Baviera.
In rialzo netto di 5 punti la Cdu in Assia e costante l’alleata bavarese Csu al 37%, come 5 anni fa. Il gruppo Cdu/Csu può giocare la carta dell’opposizione e puntare il dito contro il governo: «Negli altri Paesi l’economia cresce e da noi si contrae per colpa della coalizione semaforo», ha detto il leader bavarese Markus Soeder in un comizio nel chiostro di Andechs, a fine settembre. In crescita anche il partito di estrema destra Alternative für Deutschland, nei sondaggi al 16%, con due punti e mezzo in più rispetto al 2018 in Assia, e in Baviera al 14%, quattro punti in più.
La Baviera, come sempre, è un caso a sé. Nel Land che ha convinto il mondo intero che l’Oktoberfest sia la rappresentazione più fedele della Germania, dove è più forte la concorrenza tra città e campagna, oltre un 67% della popolazione sostiene addirittura tre partiti conservatori. I cristianosociali della Csu (alleata alla Cdu) fanno la parte del leone con oltre il 35% dell’elettorato, i Freie Wähler (i Liberi elettori) al 15%, una forza comunale conservatrice in grande ascesa grazie al carisma populista del suo leader Hubert Aiwanger – al centro di uno scandalo per aver sostenuto in giovane età posizioni antisemite e revisioniste sui campi di concentramento – e l’ultradestra di Alternative für Deutschland al 14%. Entrambe le ultime due formazioni di destra hanno una contiguità ideologica e culturale per cui pescano nello stesso bacino elettorale. Ma la particolarità del caso Baviera è nel fatto che la Csu è forza di governo nel Land e forza di opposizione a Berlino, rispetto all’esecutivo federale. Questo le ha permesso in campagna elettorale di giocare la carta «di lotta e di governo», rivendicando per sé il benessere della Baviera – «tutti ci invidiano» ha detto Soeder nel comizio di Andechs – ma puntando il dito contro Berlino per la riduzione del Pil: «Dobbiamo mantenere la nostra agiatezza e non è scontato».
(da la Stampa)
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