PIU’ PRENOTAZIONI CHE DOSI DISPONIBILI: IL CAOS ALL’OSPEDALE SAN GERARDO DI MONZA
UN FILMATO TESTIMONIA LA TENSIONE NELLA SALA DI ACCETTAZIONE QUANDO MOLTI PAZIENTI CONVOCATI SONO STATI RIMANDATI A CASA
Un filmato girato nel tardo pomeriggio di lunedì 29 marzo all’interno dell’Ospedale San Gerardo di Monza mostra l’ennesima situazione di caos nella gestione della campagna vaccinale in Lombardia. Il video mostra attimi di tensione nella sala di accettazione dell’area del nosocomio riservata alle immunizzazioni anti-Covid.
Molte persone, troppe.
Senza le dovute distanze di sicurezza che si trovano a discutere (dopo ore di attesa) con il personale sanitario. Alla fine molti di loro (prenotati) sono stati rimandati a casa: le dosi disponibili per quella giornata erano inferiori rispetto al numero di pazienti convocati.
Mentre Matteo Salvini continua ad esaltare il modello lombardo, senza riuscire a vedere la realtà , il video girato all’interno dell’Ospedale San Gerardo di Monza mostra cosa accade in Lombardia (e non si tratta di un unicum, come la storia recente ha mostrato in altre occasioni).
Il filmato è stato inviato alla redazione del quotidiano Il Cittadino e condiviso sui social dal consigliere comunale Paolo Piffer. E proprio al giornale di Monza e Brianza, l’autore del video ha raccontato:
Non è di polemica ma per sensibilizzare una situazione che non sta funzionando Anziani ammassati senza distanze, nessun cartello, pochi a gestire la situazione. Verso le 19 dopo quasi 2 ore di agonia una dottoressa esce e avvisa che le dosi erano finite e di tornare l’indomani mattina. Ed era tutta gente che era stata chiamata con appuntamento: ma come è possibile? Non è colpa dei medici ma di un sistema che non funziona. C’è bisogno di aiuto.
La replica dell’ospedale
“È stata una giornata particolare legata all’apertura delle linee vaccinali con vaccini differenti, Astrazeneca, Pfizer e Moderna. I tre vaccini hanno indicazioni diverse e la procedura di accettazione, a seconda del vaccino che viene inoculato, è risultata più complicata”. L’ospedale ha spiegato che gli appuntamenti non sono più spalmati sulle 12 ore, ma concentrati dalle 14 alle 18. Un sovraffollamento orario che provoca, inevitabilmente (anche se dovrebbe essere evitato) un maggior afflusso di pazienti in un lasso di tempo ristretto.
(da agenzie)
Leave a Reply