PREZZI FOLLI E LIDI SEMIVUOTI, RIVOLTA DEI BAGNANTI CONTRO IL MARE SALATO
IL DOSSIER IN 10 REGIONI… ASSOBALNEARI CONFERMA RINCARI E CROLLO DELLE PRENOTAZIONI: “COLPA DELLA CRISI ECONOMICA”… CONSUMATORI: “MACCHE’, ABBASSATE I LISTINI”
Se anche i vip s’arrabbiano, allora la cosa si fa seria. Nel 2008 era Walter Veltroni a portare a spasso l’ombrellone, pronto a piantarlo sulla spiaggia libera di Sabaudia. Oggi dai social spunta Alessandro Gassmann che in un tweet fa gentilmente a pezzi i gestori degli stabilimenti balneari: «Cari amici, leggo che la stagione non sta andando bene, forse avete un po’ esagerato con i prezzi? Abbassateli e, forse, le cose andranno meglio», s’azzarda a dire, «gli italiani scelgono la spiaggia libera e il pranzo al sacco». Menù preferito per uno su tre, dice Coldiretti: schiscetta con insalata di riso. E poi c’è Mirko Casadei; il papà Raoul cantava Ciao mare, lui va liscio all’attacco: «Quando per due gamberi fritti spendi 25 euro, qualche domanda te la fai».
Se la sono fatta in tanti se sulle spiagge, confessa l’Assobalneari, c’è il 20-30 per cento in meno di villeggianti, tranne la domenica, che è sacra. Una «crisi» che la ministra del Turismo Santanché nega: «Allarmistica e fuorviante». Come il Berlusconi del 2011, quello dei «ristoranti tutti pieni». E, ancora, di quasi un terzo si sono contratti pure gli ordini di vongole e panzanelle. Colpa del caro-vita, secondo l’associazione delle imprese balneari, giammai del caro-lidi. Il Codacons racconta però un’altra storia ed è quella del ritocco dei listini, rivisti di anno in anno, prima per il Covid, poi per le bollette.
«Ci sono spiagge per tutte le tasche, con tariffe e servizi proporzionali a ogni tipo di pubblico», si difendono i gestori
riuniti sotto Confindustria. Vero. Sotto la “tenda imperiale” del Twiga, «idea rivoluzionaria» nata per «riformare» quella «cosa misera» che erano gli stabilimenti balneari (copyright del creatore Flavio Briatore), per 1500 euro al giorno si prende l’ombra. All’estremo opposto, non solo geografico, c’è Roccella Jonica dove si può svoltare la giornata avendo nel portafoglio appena 13 euro. Tra un polo e l’altro, Altroconsumo spiega che adesso, sotto il sole giaguaro, per un ombrellone e due lettini in uno stabilimento da famiglia, c’è una maggiorazione del 5 per cento rispetto allo scorso anno. Di più, urla Federconsumatori: l’8 per cento i lettini, il 7 per le sdraio, il 10 addirittura per canoe e pedalò. C’entreranno pure i nuovi trend estivi in alta quota, ma per ora i lidi si riempiono a metà. Summer on a solitary beach.
Lazio
A Santa Marinella, in provincia di Roma, nel fine settimana un ombrellone e due lettini costano 60 euro al giorno. Una cifra monstre che gli habitué del posto giustificano: «Qui non è per tutti, è da sempre un luogo caro, si sa che è così». Il lido è “La perla del Tirreno”, che rispetto alla maggioranza degli stabilimenti intorno vanta una lunga lingua di sabbia al posto degli scogli. Per la responsabile Leila Fares è però impossibile proporre un listino più basso. «I nostri ombrelloni sono più distanziati rispetto alla norma e ogni giorno puliamo materassini e teli: il nostro è un servizio attento, diamo lavoro a 20 persone e non facciamo pagare l’ingresso dei bambini». Ma qualche critica, ammette, è arrivata: «Mi hanno chiesto se fossimo in Costa Smeralda», racconta Fares. A pochi metri ci sono un bar che chiede 5 euro per una crema di caffè e un chiosco che si fa
pagare 14 euro un cheeseburger di tonno con cipolla, rucola e maionese.
Veneto
In Veneto non va meglio rispetto al resto d’Italia. Tra Jesolo e Caorle, cuore del mare organizzato e dei servizi per famiglie, ormai si adottano trucchi per evitare i vuoti tra gli ombrelloni. Prendi tre e paghi due. Se prenoti uno o due giorni feriali insieme a una domenica il gestore del lido ti fa lo sconto del 15 per cento, del 30 se arrivi a prenotare l’intera settimana. Qui parliamo di spiagge con migliaia di ombrelloni e lettini da riempire e dove neanche il ferragosto, spiegano gli addetti ai lavori, è più attraente come prima. Tutto troppo caro, rinunceremo al lettino e alla cabina, è il ragionamento. Le presenze, dicono i dati, non sono diminuite: si attestano sui numeri del 2024 ma quello che è cambiato è il costume, la possibilità di spendere. Meglio allora la vecchia cara spiaggia libera, portarsi l’ombrellone e il panino da casa, quel panino vietato in alcuni lidi che ti obbligano ad acquistarlo al bar.
(da agenzie)
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