RENZI PROMETTE MENO TASSE, INTANTO NE ALZA UNA: VOLEVA VENDERSI GLI 80 EURO PER LE ELEZIONI EUROPEE
SE CARTA CANTA, DI CERTO NON C’E’ NULLA, SOLO L’AUMENTO DELLA TASSA SULLE RENDITE FINANZIARE…RESTANO FUORI PENSIONATI AL MINIMO E DISOCCUPATI… PIANO CASA E RISTRUTTURAZIONE SCUOLE ERANO GIA’ FINANZIATE DAL GOVERNO LETTA… E I TAGLI SONO SULLA PELLE DEI LAVORATORI
Dopo il Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi ci stordisce con le parole.
Nella conferenza stampa che ha seguito i lavori, il premier inizia premettendo quello di cui non si è discusso. Lo fa con tanto di slide.
Nella prima scheda, ecco i “provvedimenti di cui non parliamo oggi”.
E Renzi spiega: “Il prossimo semestre l’Italia guiderà l’Europa e pensiamo che sia assolutamente fondamentale non solo lavorare per cambiare l’Europa ma partire dal cambiare noi stessi. Confermo per l’ennesima volta – aggiunge – che nei prossimi 100 giorni faremo una lotta molto dura per cambiare ad aprile la Pubblica amministrazione, a maggio il fisco e a giugno la giustizia, provvedimenti che non fanno parte, non fanno parte – ribadisce – del pacchetto di oggi”.
Tante chiacchiere…
Niente tagli al cuneo fiscale subito, dunque, come invece Matteo avrebbe voluto.
Solo fumo, solo chiacchiere: le copertura non ci sono, i tagli alla pressione fiscale, giura, arriveranno. Sì, ma come? Renzi assicura che dal primo maggio con gli interventi decisi in Cdm “arriveranno più o meno 1.000 euro all’anno in più ai redditi fino a 1.500 euro. Non è solo il ceto meno abbiente, ma anche il ceto medio”.
Renzi assicura che “dal primo maggio ci sarà anche un’operazione sull’Irap, che si aumenta con una tassazione su altre realtà ” (per esempio le rendite sui titoli di Stato)”. Renzi, insomma, si prende un mese in più, ma non spiega come farà a coprire un intervento che, spiega, “vale 10 miliardi di euro”.
Auto-celebrazione
Nella conferenza stampa resa un po’ grottesca da quello scorrere delle slide con tanto di “slogan-pop” – tipo “E io pago (finalmente)” riferendosi al futuro sblocco del pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione -, Renzi rivendica il presunto successo ottenuto con il varo in mattinata della legge truffa, e ribadisce: “Mai più larghe intese. E’ una rivoluzione impressionante per l’Italia”
Le misure
Il premier delle mille promesse, così, annuncia la “vendita all’asta di 100 autoblu” e la futuribile “riforma costituzionale del titolo V. Il consigliere regionale – annuncia – non guadagnerà più del sindaco del capoluogo”.
Quindi “3,5 miliardi di interventi di ristrutturazione per gli edifici scolastici, da spendere subito” (peccato si dimentichi di dire che e aveva già stanziate Letta)
Da annotare anche la retromarcia sul pagamento dei debiti alle imprese: come era stato preannunciato nel pomeriggio, non ci sarà un decreto legge ma un disegno di legge, i cui tempi si dilatano.
Renzi, però, esulta ugualmente: “Entro luglio sblocchiamo tutto” (anche qui aveva già fissato i pagamenti entro giugno il governo Letta)
Infine la tassazione sulle rendite finanziarie, che schizzerà dal 20 al 26 per cento.
Giusta o sbagliata che sia, va ricordato che Renzi, nel corso della stessa conferenza stampa, ha avuto l’ardore di affermare che “il taglio al cuneo si farà , senza nuove tasse”.
Quindi Renzi annuncia che “da qui al 2018 vogliamo creare 100mila posti di lavoro per i ricercatori” e che “ci saranno 600 milioni di credito d’imposta per i ricercatori”. Inoltre, “dal primo maggio il costo dell’energia per le Pmi sarà ridotto del 10% attraverso una rimodulazione del paniere della bolletta energetica” (leggi pagherà di più qualcun altro).
I dimenticati
E i pensionati a 500 euro al mese, il 42% di giovani disoccupati, il 12% di senza lavoro? Per Renzi non esistono, cazzi loro.
I 10 miliardi già c’erano
Postilla: i 10 miliardi li avrebbe trovati anche la casalinga di Voghera. Per un semplice motivo: 2,5 erano gia stati messi da parte da Letta, 3,5 sono quelli risparmiati per gli interessi sul debito pubblico grazie a Monti e Letta che hanno fatto calare lo spread sotto quota 200, 2 miliardi è il ritorno dell’Iva sul pagamentto dei debiti della pubblica Amministrazione. E siamo a 8 miliardi certi.
Come già finanziati da Letta erano gli interventi su scuola e pagamenti P.A.
La strana amnesia di Renzi
Tutti palliativi se non si mette mano al provvedimento fondamentale per il nostro Paese, al quale il bulletto di Pontassieve non ha dedicato un rigo: il recupero dei 120-150 miliardi di evasione fiscale e dei 50 miliardi del costo della corruzione.
Basterebbe recuperare il 30% di questa cifra e lo Stato avrebbe almeno 50 miliardi disponibili in più ogni anno.
Ma su questo non una parola: mai toccare gli amici degli amici….
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