RIPARTE LA GLOBAL SUMUD FLOTILLA, ALTRE BARCHE IN VIAGGIO VERSO GAZA DA CATAMIA E OTRANTO
“MISSIONE NON NEGOZIABILE”
La Global Sumud Flotilla si prepara a ripartire da Creta e proseguire verso Gaza, senza lo “scudo” Frontex chiesto da un gruppo di parlamentari europei. Al momento gli italiani a bordo sono 40 e altre 10 barche si preparano ad attraversare il Mediterraneo con l’obiettivo di rompere il blocco navale e raggiungere la Striscia di Gaza.
«La delegazione italiana è composta da circa 50 persone – spiegano gli attivisti – di cui circa 40 sono rimaste a bordo e le rimanenti hanno legittimamente deciso di tornare in Italia per proseguire l’attività insieme all’equipaggio di terra».
A organizzare le dieci barche Freedom Flotilla Coalition, storica organizzazione che da anni tenta di rompere l’assedio via mare, e la Thousand Madleens to Gaza (TMTG), nata dopo la violenta intercettazione che ha messo fine alla missione della Madleen, la barca che a giugno ha tentato di raggiungere Gaza via mare ed è stata abbordata in acque internazionali dalla Marina israeliana, che ha poi incarcerato tutti gli attivisti.
Gli attivisti affermano che «ridurre la Global Sumud Flotilla al solo scopo (seppur importantissimo) della consegna degli aiuti umanitari è strumentale al boicottaggio della missione, e quindi all’ennesimo sostegno alle illegalità di Israele». «Fin dall’inizio l’attenzione massima della Global Sumud Flotilla è stata rivolta al blocco navale illegale dal 2007 di Israele a largo di Gaza, sull’assedio alla popolazione palestinese, sull’occupazione coloniale, sul genocidio che ogni giorno, anche mentre
scriviamo, genera sofferenza, fame, distruzione e morte per due milioni di persone. La delegazione italiana – concludono – continua la navigazione insieme al resto della flotta internazionale verso est. All eyes on Gaza».
«Io mi trovo sulla barca Alma, la Family stanno venendo a trainarla via, il nostro piano è di partire anche oggi per Gaza, siamo pronti» dice all’Adnkronos Tony La Piccirella, l’attivista barese della Global Sumud Flotilla. La portavoce della delegazione Maria Elena Delia, «è tornata in Italia per spiegare perché le proposte non sono state accettate, visto che molti non capiscono che noi non siamo un partito o un’associazione. Siamo un movimento che, tra l’altro, è anche più grande della Global Sumud Flotilla e anche senza il direttivo probabilmente la missione continuerebbe».
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