SE LE SPIAGGE “PRIVATE” SONO CARE, QUELLE LIBERE SONO RARE: IN LIGURIA IL 70% DELLA COSTA È OCCUPATO DA STABILIMENTI BALNEARI. IN EMILIA ROMAGNA SI RAGGIUNGE QUOTA 69,5%; IN CAMPANIA IL 68%, NELLE MARCHE IL 62%, IN TOSCANA IL 53% E IN PUGLIA LA PERCENTUALE SUPERA IL 48%
UNA VERA E PROPRIA OCCUPAZIONE A FRONTE DI PREZZI SEMPRE PIÙ ALTI E FAMIGLIE CHE, CON STIPENDI AL PALO, NON RIESCONO AD ANDARE IN VACANZA: QUEST’ANNO IL 58% DEGLI ITALIANI RESTA IN ITALIA, MA NON SI PUÒ PERMETTERE NEANCHE IL MARE… 6,2 MILIONI DI PERSONE, IL 35,7% DEL TOTALE DELLA FORZA LAVORO, GUADAGNANO CIRCA MILLE EURO NETTI AL MESE
Rubano anche il mare in Italia. Le spiagge libere sono sempre più rare. E quelle “non libere” sempre più care. L’effetto è quindi duplice. Uno: la crisi economica sta rubando le vacanze al 25% degli italiani, perché un cittadino su 4 non può permettersi di partire e gioco forza sceglie la staycation: resta a casa anche in
ferie. Due: la privatizzazione delle coste, tra concessioni scadute e il Governo che prende tempo, restringe il diritto di godimento del mare gratis.
Il 58% della popolazione – secondo il “Behavior Change Report” di YouGov – questa estate resta in Italia per le vacanze estive. Ma a quanti di questi è stato rubato anche il mare? Partiamo dal portafoglio degli italiani.
Perché i desideri si realizzano se in famiglia ci sono i soldi. E purtroppo ce ne sono sempre meno. Sono 6,2 milioni gli italiani che guadagnano 15mila euro lordi l’anno, circa mille netti al mese: rappresentano il 35,7% del totale della forza lavoro. Lavoro povero, così è (statisticamente) definito.
In quattro anni per ombrelloni e lettini, secondo un recente report di Altroconsumo, l’incremento della spesa ha toccato il 17%. Il risultato? Molti italiani disertano i lidi privati: i consumi si abbassano, le presenze calano fino al 30%. L’Ue chiede all’Italia – da tempo – di revocare la proroga automatica e di regolamentare le concessioni degli stabilimenti.
Ma se guardiamo ancora ai dati, il mare è in gabbia, transennato da lidi uno dopo l’altro. Per esempio «il 70% delle coste liguri è occupato da stabilimenti balneari, campeggi o complessi turistici, un record europeo» ha denunciato in questi giorni Legambiente. Qui, le spiagge libere sono il 22%. […] Su 63 comuni costieri, 21 non rispettano la soglia minima del 40% di spiagge libere o libere attrezzate come vorrebbe la legge regionale del 2008.
Con situazioni limite nel Savonese: Spotorno ad esempio ha solo il 3,1% di spiagge libere, Loano il 4,7%. I dati di Goletta Verde illustrano criticità anche nel Levante ligure: a Lerici il mare è di tutti solo al 10,7%; Santa Margherita arriva a 15,8%.Stefano Salvetti, referente nazionale Adiconsum Liguria, fotografa così la situazione: «Il settore balneare ha un fatturato che supera i venti miliardi e restituisce allo Stato poco più di cento milioni».
Secondo l’ultimo monitoraggio, che risale al 2021, le concessioni balneari sono 12.166, aumentate in tre anni del 12,5%. E questa progressiva scomparsa delle spiagge libere in Italia rappresenta un esproprio silenzioso a favore dei gestori di lidi privati che penalizza soprattutto il ceto medio, sempre più impoverito. [in Emilia Romagna la costa sabbiosa in mano ai privati raggiunge quota 69,5%; in Campania il 68%, nelle Marche il 62%, in Toscana manca poco per coprire il 53% e in Puglia la percentuale supera il 48%. In alcune regioni le spiagge private sono piccole lingue di sabbia tra un lido e l’altro. Prendi Napoli: nel primo tratto di via Posillipo due stabilimenti hanno occupato le spiagge e quello che resta viene diviso tra i bagnanti. Un’ordinanza del Comune, che ha fatto infuriare molti, stabilisce che entrano (solo) 12 persone alla volta. Nulla.
A Posillipo è tornato il numero chiuso alle spiagge delle Monache e di Donn’Anna: era stato bocciato dal Tar lo scorso anno dopo un ricorso, ma è prevalsa la “sicurezza pubblica” […] Si fa il bagno solo su prenotazione e solo 3 volte a settimana.
Anche a Mondello, in Sicilia è battaglia per un posto al sole. Il deputato regionale di Controcorrente, Ismaele La Vardera ha iniziato a chiedere lumi sulla legittimità di tornelli e recinzioni sul lungomare. Così sono arrivati i controlli di guardia costiera e finanza, mentre la Regione ha vitato nuove recinzioni. In
Basilicata, a Metaponto, una spiaggia pubblica è stata trasformata in privata: i carabinieri hanno sequestrato 180 ombrelloni e 170 sdraio e tavoli di plastica. E da Napoli arriva un’altra storia denunciata dal deputato Francesco Maria Borrelli (Avs): i gestori di un lido privato hanno trattenuto a una signora pietanze e cibo portati da casa perché «non consentiti».
Massimo Melpignano, avvocato di Konsumer Italia ricorda che «è illegittimo vietare l’ingresso del cibo portato da fuori e perquisire le borse».
(da agenzie)
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