SE NEL M5S NON CREDE PIU’ NEANCHE BEPPE GRILLO, PERCHE’ DOVREBBERO FARLO GLI ELETTORI?
BEPPE NON È ANDATO A VOTARE ALLE ULTIME ELEZIONI COMUNALI A GENOVA… NONOSTANTE L’ACCORDO DA 300 MILA EURO L’ANNO CON MOVIMENTO PER VEICOLARE ATTRAVERSO IL SUO SITO MATERIALI POLITICI E DI PROPAGANDA, BEPPE E’ ORMAI LONTANO DAL M5S E DA CONTE
La domanda a questo punto sorge spontanea: se non ci crede più neanche il creatore, fondatore e garante, perché dovrebbero farlo gli elettori? Sì, perché Beppe Grillo domenica scorsa non è andato a votare il Movimento 5 Stelle alle elezioni comunali.
Nel seggio 617 di Genova, quello dove si recano i residenti della bella collina a ridosso del mare di Sant’ Ilario, tra gli otto voti ai 5 Stelle (ovvero il 2,5 per cento delle preferenze in quella sezione) non c’era il suo. Il comico da giorni è fuori città e a confermarlo, più o meno direttamente, sono gli stessi portavoce locali del M5S.
Cinque anni fa Grillo si presentò fuori dall’istituto di agraria non molto distante dalla sua villa in scooter, assieme alla moglie Parvin Tadjk; plateale come sempre, entrò nella cabina elettorale col casco in testa. «Invito tutti ad andare a votare: è importante!», scrisse quel giorno sui social.
Nel 2017 il comico fece un comizio davanti a Palazzo Ducale, ma soprattutto intervenì direttamente sulla competizione genovese quando d’imperio decise di annullare il voto online delle comunarie perché aveva vinto una candidata sindaca non di suo gradimento, Marika Cassimatis.
Un protagonismo anche eccessivo, con quel colpo di spugna che in un tratto solo cancellò tutte le ripromesse sulla democrazia diretta della rete. Ma comunque, nel frattempo è cambiato qualcosa, anzi parecchio.
Come detto se sono accorti gli stessi attivisti locali del Movimento: Grillo in campagna elettorale non s’ è mai fatto vedere, neanche quando Giuseppe Conte e il presidente della Camera Roberto Fico, nella sua prima e vera uscita pubblica non istituzionale di questi mesi, sono venuti a Genova per tirare la volata alla lista.
Oggi il candidato scelto nel 2017 al posto della candidata sindaca nominata dalla base sul blog e destituita da Grillo, cioè Luca Pirondini, è rimasto l’unico reduce in Consiglio comunale, l’ultimo nella città del (fu) “elevato”: «Beppe non ha votato?
Il problema è un altro – taglia corto sul tema, senza smentire la notizia sul voto mancato del garante – Mai come ora ci serve con urgenza questa benedetta riorganizzazione sul territorio del Movimento, sennò saremo condannati a dire per sempre che le amministrative non sono il nostro terreno elettorale più adatto, e commentare sconfitte».
In alleanza con il Pd, nella tornata appena conclusa i 5 Stelle sostenevano la corsa di Ariel Dello Strologo, il candidato sindaco scelto in accordo con i dem per allargare e testare il fronte anche in vista delle Politiche del prossimo anno.
È andata parecchio male: il sindaco uscente del centrodestra Marco Bucci ha vinto al primo turno, e il M5S ha racimolato il 4,4 per cento, sorpassato anche da Europa verde- Linea condivisa di Ferruccio Sansa (5,2 per cento).
Certamente almeno al momento del voto l'”uno vale uno” per davvero e quindi la preferenza di Grillo avrebbe cambiato di niente l’esito finale, ma in fondo Genova non è più la città culla del Movimento ormai da tempo.
A raccontarlo, in questi anni, è stata anche la diaspora continua dei parlamentari di casa, passati – tra espulsioni e fuoriuscite, le ultime dopo la nascita del governo Draghi – da otto a tre. Come dimenticare l’addio di una delle preferite di Grillo, la ormai ex plenipotenziaria Alice Salvatore che fu candidata alla presidenza della Liguria nel 2015? Oppure quello di Paolo Putti, exploit alle Comunali del 2012, poi transitato nella sinistra radicale?
Così oggi la valenza della diserzione del fondatore, proprio in una tornata che certifica l’affossamento elettorale delle cinque stelle nelle varie salse, è tutta politico-simbolica. Nonostante l’accordo da 300 mila euro l’anno con il suo (?) M5S per veicolare attraverso beppegrillo. it materiali politici e di propaganda proprio del M5S, il fondatore pare freddo rispetto al cosiddetto nuovo corso. “Corea del Sud: sempre più aziende sostituiscono i lavoratori con i robot”, è l’ultimo articolo pubblicato sul blog. Prima ancora, altri post su pannelli solari, fertilizzanti e «il controllo di dispositivi tramite segnali elettrici del cervello».
(da La Repubblica)
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