SENATO, CONVEGNO DI FDI A FAVORE DEL CRIMINALE NETANYAHU: “MILITARI ISRAELIANI AUDACI”
E CHI DISSENTE VIENE ACCUSATA DI ESSERE SPONSORIZZATA DA HAMAS
Un convegno al Senato dal titolo emblematico: “Informazione e verità nel conflitto in Medio Oriente”. Un’ora di conferenza per celebrare lo Stato di Israele contro l’antisemitismo, denigrare la relatrice Onu per i territori palestinesi Francesca Albanese (addirittura accusandola di legami con gruppi pro-Hamas) e difendere l’operato dell’esercito israeliano che, nonostante i 60
mila morti a Gaza, starebbe agendo con “audacia e pazienza”. Sono queste le tesi esposte ieri, nella prestigiosa sala Nassiriya di Palazzo Madama, al convegno organizzato da Giulio Terzi di Sant’Agata, figura di spicco di Fratelli d’Italia, presidente della commissione Politiche Europee di Palazzo Madama e già ministro degli Esteri del governo Monti. Ci sono anche le senatrici Ester Mieli e Susanna Campione.
L’invito a partecipare viene mandato ai giornalisti dallo staff di Fratelli d’Italia poco dopo pranzo, seppur con la solita precisazione secondo cui “le opinioni e i contenuti espressi nell’ambito dell’iniziativa sono nell’esclusiva responsabilità dei proponenti e dei relatori e non sono riconducibili al Senato”. Eppure tutti i partecipanti condividono la stessa idea: non si parla dello sterminio a Gaza ma delle presunte fake news e delle menzogne che Hamas farebbe trapelare sui media occidentali di tutto il mondo. Responsabile di questa strategia, secondo Terzi di Sant’Agata che introduce il dibattito, sarebbe anche Francesca Albanese. Per il presidente della commissione Politiche Europee di FdI lo stato di Israele in “sede Onu subisce abusi”, elogiando i due rapporti dell’avvocato di UN Watch Hillel Neuer tra cui quello contro Albanese. Per Terzi la relatrice speciale fa un’attività “di pura parte (la sinistra)”, commettendo azioni di “istigazioni all’odio nei confronti dello stato di Israele e dello stato ebraico” per cui ad Albanese “non dovrebbe essere permesso partecipare al dibattito politico in questo modo”. A proposito delle critiche di Albanese nei confronti del governo, Terzi conclude che è “lei responsabile di quello che sta accadendo a Gaza con queste sue espressioni”. Il dirigente di FdI
parla anche di “escalation di violenze”, ma non di quelle che subiscono i civili a Gaza da parte di Israele: quelle dei pro-pal nelle università italiane o di Hamas nella Striscia.
Temi che vengono presentati ampiamente da Neuer che, con slide, accusa espressamente Albanese di aver fatto viaggi “sponsorizzati da gruppi pro-Hamas”. Nel secondo rapporto viene denunciata la gestione delle scuole a Gaza da parte di Hamas. Neuer è lo stesso che a giugno disse a Repubblica che gli ospedali e le scuole di Gaza fossero “obiettivi legittimi” in quanto di Hamas.
Dopo di lui, interviene il consigliere regionale di Forza Italia in Liguria Angelo Vaccarezza che azzarda un paragone ardito: “Cancellare il 7 ottobre è come cancellare dalle pagine della storia Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema o le fosse Ardeatine”. Quest’ultimo aggiunge che finché il “regime (di Hamas, ndr) continuerà non potrà fermarsi quello che succede oggi”.
La più dura però è la giornalista Fiamma Nirestein, già designata ambasciatrice da Netanyahu. Oltre a denunciare il clima di violenza per “cancellare lo stato di Israele”, Nirestein elogia le azioni dell’esercito israeliano che si sta muovendo con “regole sacrosante” e con “audacia e pazienza” per “dividere i civili da un esercito senza divisa”. E ancora: “Cosa fareste voi se vi trovaste a combattere contro un esercito senza divisa che ha commesso i crimini più efferati e che si mischia con la popolazione civile, se non spostare la popolazione civile?”. Dopo l’attentato di Allenby, la giornalista dice che spesso i “camion di aiuti umanitari non portano cibo e medicine” e avvisa la destra: “Chi all’Onu voterà per riconoscere lo Stato di
Palestina si mette con Hamas e difende il 7 ottobre”. Il tutto mentre ieri il vicepremier Matteo Salvini dava un’intervista alla tv israeliana i24News, spiegando che Tel Aviv “ha diritto a garantirsi un futuro sereno” e dicendosi contrario alle sanzioni e allo Stato di Palestina.
(da ilfattoquotidiano.it)
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