SENATO TRINCEA DELL’ITALICUM
BATTAGLIA DI CAVILLI A PALAZZO MADAMA… PARTITI SPACCATI. IL VOTO DECISIVO RIMANDATO A OGGI
Senato stracolmo, tardo pomeriggio. Il cicaleccio cala, la curiosità diventa silenzio.
Tutti ad ascoltare Giulio Tremonti, e la sua sintesi di una giornata, forse di una stagione politica: “Sulla legge elettorale c’è un’altra maggioranza, quindi un altro governo. Se ci fosse un presidente della Repubblica…”.
L’ex superministro si risiede ridendo, accanto al leghista Roberto Calderoli. Ha consumato il suo frammento di vendetta, nell’aula in cui gira tutto al supercanguro, o tagliola, prossimo venturo: il maxiemendamento del democratico Stefano Esposito, di fatto l’intero Italicum riscritto secondo il Nazareno rinfrescato, da approvare per far cadere in un amen il 90 per cento degli emendamenti alla legge elettorale.
L’ennesimo sfregio del duo Renzi-B. a detta delle opposizioni tutte, di certo stratagemma indispensabile per Pd e Forza Italia.
Per tenersi a galla tra mille correnti, il divin Matteo e l’eterno Silvio si devono affidare allo stesso emendamento-boa .
Ma palazzo Madama rimane trincea, dove si combatte tra parecchi cavilli, citazioni dotte e qualche urlaccio.
Sempre nell’attesa (dei rivoltosi) di contarsi sull’emendamento del ribelle dem Gotor contro i capilista bloccati.
Si parte alle 17.30, in ritardo di un’ora, con il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Vestita di scuro, al microfono declama la lista degli emendamenti bocciati dal governo. Dall’elenco si salva solo il maxiemendamento di Esposito, noto come deputato piemontese pro Tav.
Ma la partita inizia davvero nel segno di Calderoli: signore dei regolamenti del Senato, prima di Natale contro l’Italicum aveva scagliato scatoloni di emendamenti.
Il leghista contesta l’ammissibilità del canguro, lo classifica come “l’emendamento che regge il Nazareno”. Chiede “almeno la possibilità ” di sub-emendamenti al testo.
“Ci dia un’ora presidente” invoca. L’esortazione è diretta alla rossissima Valeria Fedeli, pd, vicepresidente che fa le veci di Pietro Grasso, ora presidente supplente della Repubblica.
Al leghista si associano tutte le opposizioni, con lunghi interventi in cui si parla anche di crisi economica.
Fedeli e l’ostrusionismo pomeridiano
Evidente la strategia: ostruzionismo sempre e comunque. La Fedeli risponde con tono calmo. Occhi puntati soprattutto verso i 5 Stelle. Ma dai loro banchi non arrivano colpi di teatro. Soprattutto, il Movimento non vuole scoprire le carte sulla linea in aula.
“L’emendamento Gotor non sarà mai messo ai voti” twitta Vito Petrocelli. Per poi ironizzare : “Ghedini, Verdini e gli altri abituali assenteisti che sono venuti a fare in aula?”.
Ad occhio, a tenere compatte le fila dei lealisti di Forza Italia. Ma i frondisti fittiani sono vivaci. Ciro Falanga è quasi perfido: “Mica penserete che io voglia contrastare la maggioranza del mio partito?”.
Vincenzo D’Anna (Gal) è un torrente. Cita Protagora, poi s’innalza: “Vi ricordare quell’opera, la Merda d’artista fatta di feci? Voi della maggioranza che volete inscatolare?”.
Poi virerà in vernacolare: “Questo sistema elettorale è una fetenzia”. Ovazioni.
L’ex cantore di Silvio Sandro Bondi appare stanco, mentre la Boschi e Luca Lotti parlano fitto. La Fedeli rivaleggia su voto e ordini del giorno con le opposizioni e in particolare con i leghisti , i più rumorosi.
Tra i banchi del Carroccio spuntano cartelli contro la legge Fornero. I commessi rimuovono, la presidente non ferma i lavori. Calderoli insiste: “Il maxiemendamento è stato presentato fuori dei termini”.
Loredana De Petris (Sel) si sgola: “State oltrepassando ogni limite”. Doris Lo Moro, tra i 29 firmatari dem dell’emendamento Gotor: “Il maxiemendamento Esposito è inammissibile, è un ordine del giorno fatto di enunciazioni di principi”. Applausi. Ma Fedeli respinge: “L’emendamento Esposito è ammissibile”.
Il deputato piemontese risponde a Calderoli: “Non si permetta di darmi del bugiardo”.
Tra una discussione e l’ altra piove una penna contro la Fedeli, tirata (pare) dal leghista Stefano Candiani. Lei, stoica, tira dritto. Si limita a chiedere: “Ditemi chi l’ha tirata”.
I leghisti, discolacci, alzano tutti la mano.
Si arriva alle dichiarazioni di voto sul primo emendamento, proprio a firma Calderoli. Endrizzi (M5S) resta sul vago: “Per ora diciamo no, su altri emendamenti vedremo che possibilità ci sono”. Tradotto, sull’emendamento Gotor decideranno in base alle mosse di Pd e Forza Italia. Ma il voto favorevole è possibile.
Si ricomincia stamani alle 9:30
Tra i sì a Calderoli arriva quello di Francesco Campanella, del neonato coordinamento degli espulsi dall’M5S, pronto a trasformarsi in gruppo (sono in 12).
Si arriva alle 20.30, con Calderoli che fa l’ultimo dispetto e rinuncia al voto sul suo testo.
Si ricomincia oggi alle 9.30. Voto finale previsto per la prossima settimana.
Luca De Carolis
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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