RENZUSCONI RICOMINCIA DA TRE E INSEGUE IL SALVA-SILVIO
PRONTA LA ROSA DEL PATTO PER IL COLLE: FINOCCHIARO, AMATO E CASINI… VERDINI CHIARISCE AI SUOI: “IN GIOCO C’È LA DELEGA FISCALE CONGELATA PER B.”
Per comprendere la giornata campale di ieri, vissuta fra tre Palazzi (Chigi, Madama e Grazioli), e in cui il patto del Nazareno ha scritto la sua macabra pagina decisiva, bisogna partire dalle tenebre di una Roma uggiosa e fredda.
Quando alle nove di sera, un berlusconiano di altissimo rango, sfinito e soddisfatto, fa la sintesi del Grande Scambio.
Ecco il senso autentico del Nazareno: “La questione è umana più che politica. Altrimenti perchè il presidente (Berlusconi, ndr) sull’Italicum al Senato avrebbe dovuto perdere un pezzo di consenso e un pezzo di Forza Italia per dire di sì a Renzi sul premio di lista?Qui non c’è solo il Colle all’orizzonte, il progetto è più complesso e ampio, non guardate solo il dito del Quirinale, sforzatevi di vedere la Luna. Renzi è debole, non tiene più il Pd e con questo governo deve reggere agli altri urti della crisi, che non mancheranno . Poi, certamente al Colle andrà una persona che ci soddisferà . Uomo o donna? Se lo dico indovinate subito”.
L’ammissione di Denis sull’articolo 19 bis
Dalle tenebre passiamo quindi al pomeriggio, alcune ore prima.
Palazzo Grazioli, la residenza privata di Silvio Berlusconi a Roma. I senatori azzurri sono riuniti nel solito parlamentino. Tra di loro, ovviamente, i tumultuosi ribelli del pugliese Raffaele Fitto. Scoprono che l’ex Cavaliere non c’è. È rimasto sopra, nel suo studio. Protestano. Gridano: “Liberatelo, non lo fate scendere giù perchè sapete che potrebbe cambiare idea sulla legge elettorale”.
La ratifica del “suicidio di Forza Italia”, frase di Fitto medesimo, è sorvegliata dal renzusconiano Denis Verdini e dal capogruppo di Palazzo Madama, Paolo Romani.
I fittiani sono crudelmente efficaci: “Con questa legge e con il premio di lista, non arriviamo nemmeno al ballottaggio, ci avete svenduti a Renzi”.
Ed è a questo punto che il Cerbero dell’infernale Nazareno, ovvero Verdini, cala sul tavolo da gioco la verità : “Qui c’è in ballo l’agibilità del nostro leader, cui tutti dovremmo essere grati per quello che ha costruito in vent’anni. Non dimenticate che Renzi ha congelato l’articolo 19 bis (del decreto attuativo della delega fiscale, ndr)”.
È la sola e unica chiave per decifrare le convulsioni di ieri sull’Italicum . Ed è la chiave della Salvasilvio, la norma ad personam che perdona chi froda il fisco sotto il 3 per cento dell’importo dichiarato.
Il paradiso dell’ex Cavaliere, che non sarebbe più condannato e decaduto. Una questione umana, appunto. Più che politica. Il resto è teatrino.
Meno cinquanta, l’inciucio scricchiola
Alla fine restano sul campo 18 no dei senatori azzurri (dieci secondo i vertici). In ogni caso, Berlusconi perde un pezzo di partito.
Così come lo perde, in maniera simmetrica, l’amico Matteo, con la fronda dei bersaniani. Meno cinquanta, o giù di lì, al Senato.
Sono queste tutte le conseguenze che originano dunque dall’incontro in mattinata. Il nono della serie, in un anno di Nazareno. Berlusconi e Renzi suonano la loro Nona in un clima comunque teso.
La debolezza di “Matteo”: “Silvio mi puoi salvare solo tu”. E il nervosismo di “Silvio”, consapevole del peso della scelta: “Matteo, sai che sul premio di lista mi salta il partito”.
L’abbraccio finale del patto segreto del Nazareno si consuma in un’ora circa. Con loro: Luca Lotti e Lorenzo Guerini per il premier, Gianni Letta e Denis Verdini per l’ex Cavaliere.
Partito della Nazione o colpo grosso di Bersani?
Sul Quirinale, all’uscita, il portavoce del Nazareno, Guerini, annuncia che non si è detto nulla. E che il colloquio decisivo è previsto per martedì prossimo, 27 gennaio, prima della riunione generale del Pd. In realtà il presidente amico del patto e garante del Grande Scambio è sancito per il momento da una rosa di tre, massimo quattro nomi: Giuliano Amato, Anna Finocchiaro, Pier Ferdinando Casini. Qualcuno aggiunge Sergio Mattarella.
Le quotazioni vedono la Finocchiaro in ascesa (“Uomo o donna? Se lo dico indovinate subito”).
Ma il Colle dovrebbe essere solo la prima tappa per rivoluzione il paesaggio politico nei prossimi mesi. Governo
Renzusconi? Partito della Nazione? Quello che è chiaro è che ieri Renzi e Berlusconi hanno legato i loro destini in modo indissolubile.
E solo una carta Prodi o Bersani dal quarto scrutinio in poi, quando per il Quirinale è prevista la maggioranza assoluta, potrebbe far saltare tutto.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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