SI PUO’ REVOCARE LA CONCESSIONE AD AUTOSTRADE? PRIMA DEL GIUDIZIO PENALE CERTAMENTE NO, QUINDI SI PARLA DEL NULLA
SENZA NEANCHE CONOSCERE CAUSE E RESPONSABILITA’ DEL CROLLO DEL VIADOTTO, CHI PARLA LO FA PER PURA DEMAGOGIA
Venti miliardi di euro: a tanto ammonterebbe la penale che il governo (in ipotesi) dovrà pagare alla Società Autostrade per l’Italia in caso di revoca della concessione per la tragedia di Genova.
Ma questi soldi verranno pagati davvero?
Se l’eventuale revoca della concessione fosse inoppugnabilmente giustificata dal punto di vista giuridico, non sarebbe un paradosso che chi ha sbagliato (sempre in ipotesi) incassi 20 miliardi?
Il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ai microfoni di Radio 24 esclude che questo succeda: «I venti miliardi di penale – dice Di Maio – si devono pagare quando si straccia un contratto senza motivazione. Ma qui stiamo parlando di un contratto ad Autostrade per l’Italia che prevedeva degli obblighi che per noi non sono stati rispettati. Perciò si deve retrocedere alla concessione. Non abbiamo avviato la procedura in maniera immotivata. Se la motivazione è giusta, e per ora ci sono quasi 40 morti, non credo che vadano pagate penali, e che si debba agitare questo argomento”
Dal punto di vista legale, però, le cose potrebbero essere più complicate.
La concessione alla Società Autostrade per l’Italia è regolata dal decreto legge 3 ottobre 2006 n. 262, convertito dalla legge 24/11/2006 n. 296.
Questo provvedimento prevede la possibilità di revocare la concessione in caso di inadempienze (art. 7, comma d) che possono riguardare, ad esempio, mancati controlli; però sembra di capire dal testo che questo riguardi non sciagure già avvenute, ma informazioni carenti o non veritiere su opere in corso, tant’è vero che la norma prevede una successione di moniti e di sanzioni (fino a 150 milioni di euro) nel caso che perduri il mancato adempimento, e solo «in caso di reiterazione» il testo stabilisce l’avvio della procedura di revoca della concessione.
D’altra parte, lo stesso comma dice che tutto questo è vero «salvo che il caso costituisca reato»; ma allora bisognerebbe aspettare le sentenze della magistratura sulle vittime e sulle responsabilità , non sembra che possa scattare l’iniziativa autonoma del governo.
Il successivo art. 8 è intitolato all’«Accertamento di gravi inadempienze del Concessionario».
L’art. 9 disciplina la «Decadenza dalla concessione»: (comma 2) «Constatato il perdurare dell’inadempimento» … (comma 3) «Il Concedente subentra in tutti i rapporti attivi e passivi di cui è titolare il Concessionario».
E qui le note dolenti: «Il trasferimento è subordinato al pagamento… di un importo corrispondente al valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibile dalla data del provvedimento di decadenza sino alla scadenza della concessione, al netto dei relativi costi, oneri, investimenti ed imposte prevedibili nel medesimo periodo»; peraltro, (comma 3)
«L’importo sopra determinato viene decurtato, a titolo di penale, di una somma pari al 10% dello stesso, salvo il maggior danno subito dal Concedente».
I diritti di Autostrade per l’Italia in caso di revoca della concessione sembrano blindati. Vale sempre il comma di cui sopra: «salvo che il caso costituisca reato», che rinvia comunque al giudizio penale.
(da “La Stampa“)
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