SONDAGGIO DEMOS: L’ALTERNATIVA A RENZI SONO SOLO I CINQUESTELLE
DISTANZA RIDOTTA A SOLI 4 PUNTI TRA RENZI E I GRILLINI… IL PREMIER VINCEREBBE INVECE DI 11 PUNTI CONTRO IL CENTRODESTRA UNITO, ADDIRITTURA DI 20 CONTRO SALVINI
I tragici avvenimenti di Parigi hanno “congelato” il clima d’opinione – politica – in Italia. Come se l’esigenza di “unità ” avesse, in parte, stemperato le tensioni interne.
Le polemiche fra leader e partiti, al proposito, sono apparse meno violente che in altre occasioni. Anche così si spiegano gli orientamenti emersi nel sondaggio dell’Atlante Politico di Demos, condotto nei giorni scorsi, in ambito nazionale.
L’indice di gradimento del governo: sale al 46%, 4 punti più di un mese fa.
Anche la fiducia personale nei confronti di Matteo Renzi risale al 48%.
In entrambi i casi, un grado di consenso che non si osservava dalla scorsa primavera. Tuttavia, la richiesta di ” tregua politica”, nell’opinione pubblica, non favorisce solo il premier e il governo.
La fiducia nei confronti dei leader politici, infatti, fa osservare un miglioramento generalizzato. Tutti, infatti, rafforzano la loro immagine, agli occhi dei cittadini. Ad eccezione di Giorgia Meloni, il cui gradimento scende al 33%: 3 punti in meno, rispetto a un mese fa.
Unica novità : Diego Della Valle. L’ultimo arrivato sulla scena politica, insieme a un nuovo marchio: ” Noi italiani”. L’imprenditore marchigiano – presidente della Fiorentina – ottiene un buon grado di consensi: 35%.
Le stime di voto lo confermano.
Davanti a tutti, il PD di Matteo Renzi. Quindi, il M5s.
Il PD: 31,6%, appena sotto un mese fa. Il M5s appena sopra: 27,4.
La distanza fra i due partiti, dunque, si consolida, intorno a 4 punti.
L’arretramento del PD di Renzi, peraltro, si spiega anche con l’avvio della Sinistra Italiana (SI), a cui hanno aderito SEL e altri gruppi, insieme agli esponenti della sinistra del PD usciti dal partito. SI, infatti, potrebbe intercettare una quota di elettori dalla base del PD. In ogni caso Sinistra Itaiana è data al 5,5%
La Lega è data al 14,1%, Forza Italia al 12,8%, Fratelli d’Italia al 4%, Ncd-Udc al 3%.
In caso di ballottaggio (come prevede la nuova legge elettorale, se nessuna lista superasse il 40%), il PdRenzi prevarrebbe senza troppi problemi contro i soggetti di Centrodestra.
Di larga misura (20 punti) contro la Lega – da sola. Ma in modo netto (più di 11 punti) anche contro una lista unitaria, che associasse la Lega di Salvini e il partito di Berlusconi.
Così, l’unica sfida veramente incerta appare (e sarebbe) quella fra il PdR e il M5s. Come si era già osservato un mese fa. Ma oggi l’incertezza appare ancora maggiore. Una distanza di poco più di 4 punti, 52% a 48%, si traduce, infatti, in una differenza di 2 punti.
Perchè ogni punto in più per una lista è sottratto, automaticamente, all’altra.
In altri termini: ogni esito pare possibile. Anche perchè il M5s non sembra più condannato al ruolo dell’opposizione ” non alternativa”.
Certo, due terzi degli elettori pensano che non sarebbe in grado di governare, a livello nazionale. Ma quasi metà lo ritiene, al contrario, adeguato, in caso di vittoria, ad amministrare le grandi città dove si vota l’anno prossimo.
Come Roma, Milano, Torino. Un’idea condivisa da quasi tutti gli elettori del M5s. Due anni fa non era così. Il M5s era ” solo” un voto di protesta. Per quasi tutti gli elettori italiani. E per gran parte degli elettori del M5s.
Ma i tempi cambiano.
(da “La Repubblica”)
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