“SOTTOMESSI ALL’AMERICA”: L’ACCORDO SIGLATO DA URSULA VON DER LEYEN CON TRUMP NON PIACE A NESSUNO. IN FRANCIA SONO TUTTI CONTRARI, DAI MACRONIANI A MARINE LE PEN
MA E’ DALLA SUA GERMANIA CHE URSULA PRENDE I CEFFONI PIU’ FORTI …IL CANCELLIERE MERZ CI VA GIU’ DURO: “L’INDUSTRIA TEDESCA SUBIRA’ DANNI ENORMI” … IL QUOTIDIANO CONSERVATORE “FAZ”, DA SEMPRE VICINO AL PPE, RANDELLA: “L’EUROPA SI AUTO RIMPICCIOLISCE” – LO SPIEGEL PARLA DI “CAPITOLAZIONE” DELL’UE, LE IMPRESE DELL’ACCIAIO WV STAHL EVOCANO UNA “CATASTROFE”
L’accordo siglato da Ursula von der Leyen piace a pochi. I più hanno scelto la linea della cautela ma chi non lo ha fatto, come la Francia, ha parlato di “giorno più buio” e di “sottomissione” agli Usa. E perfino Berlino, dopo aver letto meglio i termini dell’accordo, ha lanciato l’allarme. Delle tre grandi potenze economiche del continente la reazione più negativa arriva da Parigi. «È una giornata buia» ha commentato il premier François Bayrou qualche ora dopo l’annuncio dell’intesa. Bayrou parla addirittura di un’Europa che «si rassegna alla sottomissione».
Per tutta la giornata di ieri Emmanuel Macron ha scelto il silenzio la stretta di mano tra il leader Usa e la presidente della Commissione in Scozia deve essere ancora tradotta in un testo scritto e concordato, punto per punto, dalle due sponde dell’Atlantico entro il 1 agosto. La Francia insiste per continuare a lavorare per «riequilibrare la situazione», soprattutto per quanto riguarda i servizi, dato che l’accordo riguarda i beni. […]
In Spagna, il premier Pedro Sanchez, sempre ostile a Trump e che già si era opposto al diktat americano sulle spese militari dell’Ue nella Nato, spiega di «sostenere l’accordo, ma senza entusiasmo». Per comprendere il clima in Germania è sufficiente osservare il cambio d’umore di Friedrich Merz, il principale architetto dell’appeasement con Trump. A caldo il cancelliere
tedesco aveva espresso «un grande ringraziamento» a von der Leyen per l’intesa con Trump.
A distanza di poche ore, dopo la levata di scudi di mezza Germania, Merz ha ammesso che l’industria tedesca «subirà danni enormi» e ha ammesso di «non essere soddisfatto». Aggiungendo però che «di più non si poteva fare».
Un’affermazione discutibile, dopo la resa incondizionata ai diktat del presidente americano imposta da Berlino all’intera Ue. Un’ammissione arrivata dopo essere stato travolto dalla rivolta delle aziende e dai commenti al vetriolo dei principali quotidiani, in testa la conservatrice Faz, da sempre vicina al partito del cancelliere e von der Leyen: «L’Europa si auto rimpicciolisce», è forse una delle sintesi migliori della giornata, insieme a “capitolazione” dello Spiegel. Ma se la Confindustria tedesca Bdi parla di «segnale fatale» di un «compromesso insufficiente», le potenti imprese dell’acciaio Wv Stahl sottolineano una «catastrofe» e da uno dei colossi dell’energia trapela: «Siamo senza parole».
Il settore è sgomento per l’invasione di gas, carbone e petrolio americano accettata da von der Leyen. Anche dal settore dell’auto arriva un giudizio fatale: «Questa è pura sottomissione», ha commentato un top manager a Spiegel, a microfoni spenti.
Anche da Est arrivano segnali di rivolta. Secondo Orban il presidente americano «si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione».
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(da agenzie)
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