STIPENDI BASSI E FUTURE PENSIONI DA FAME
IL RAPPORTO INPS: UN LAVORATORE SU QUATTRO AVREBBE DIRITTO AL REDDITO DI CITTADINANZA… SERVE APRIRE DI PIU’ ALL’IMMIGRAZIONE PER RAFFORZARE IL SISTEMA PREVIDENZIALE
«Il 23% dei lavoratori guadagna meno di 780 euro al mese» e secondo il nuovo rapporto annuale dell’Inps percepisce meno della soglia di fruizione del Reddito di cittadinanza, a cui potrebbe far ricorso per compensare il proprio reddito.
Il documento presentato dal presidente dell’istituto di previdenza Pasquale Tridico sottolinea come la distribuzione dei redditi tra lavoratori dipendenti si sia «ulteriormente polarizzando», tra cui guadagna sempre meno e chi vede salire il proprio reddito.
Secondo l’Inps, solo l’1% «dei lavoratori meglio retribuiti ha visto un ulteriore aumento» rispetto alla «massa retributiva complessiva».
Per quanto riguarda le pensioni, invece, il 32% dei pensionati riceve meno di mille euro al mese.
Percentuale che sale al 40 se si considerano solo gli importi delle prestazioni al lordo dell’imposta sul reddito personale, senza quindi le integrazioni associate a indennità di accompagnamento e quattordicesima mensilità.
La pensione della generazione X
Nel suo rapporto, Inps ha inserito anche un calcolo di quanto ammonterà la pensione per la generazione X. Il lavoratore nato tra il 1965 e il 1980, se ha versato 9 euro l’ora per 30 anni di lavoro, quando andrà in pensione a 65 anni riceverà 750 euro al mese. Cifra che, come precisa Tridico, è «superiore al trattamento minimo» ad oggi fermo a 524 euro.
Il 2022 tra crisi e inflazione
Per quanto riguarda il 2022, pandemia e guerra in Ucraina giocheranno un ruolo rilevante. L’Istituto prevede un aumento della spesa pensionistica pari a 24 miliardi, dovuto all’incremento dei prezzi che potrebbe attestarsi intorno all’8%.
Inoltre, considerati i dati relativi al primo gennaio 2020 (prima degli effetti del Covid-19 e prima dell’invasione russa) il disavanzo patrimoniale dell’Inps potrebbe arrivare nel 2029 a 92 miliardi di euro. Per il presidente dell’Inps, non c’è ancora un problema di sostenibilità «ma c’è un warning».
La regolarizzazione di nuovi cittadini
Il presidente Tridico vede nella regolarizzazione di nuovi cittadini «una strategia aggiuntiva per rafforzare la sostenibilità del sistema». Un modo che permetterebbe di coprire «i posti di lavoro non sostituito a causa dell’invecchiamento della popolazione».
Inps sottolinea come la regolarizzazione del 2020 si sia mostrata efficace in particolare nei settori del lavoro domestico e agricolo. Adesso «il problema dell’immigrazione straniera può e deve essere inquadrato in Italia anche nella prospettiva di tenuta del sistema previdenziale del Paese», conclude Tridico.
(da agenzie)
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