STORIA DI UN RAGAZZO DA 25 ANNI PRECARIO: “CON IL POSTO FISSO AVREI VOTATO SI'”
ROBERTO, 43 ANNI, VIVE CON I GENITORI: “VORREI DARE LORO UNA SODDISFAZIONE, E’ UN MONDO DOVE CI SONO TROPPE DIFFERENZE TRA I RICCHI E I POVERI”
Una vita da precario che lo ha portato a scegliere il No al referendum.
La Stampa racconta oggi la storia di un uomo 43enne che da 25 anni insegue un posto fisso ma non lo trova: vive a Milano insieme ai genitori e ha fatto dal barista al volontario, al magazziniere all’educatore fino allo scaricatore, lo scrutatore o l’ascensorista o il vivaista.
Una vita passata a cercare lavoro e un solo sogno: “Rendere felici i miei genitori, dargli almeno una soddisfazione” dice Roberto Montino.
“I miei sono pensionati. Mio padre era grafico pubblicitario, mia madre impiegata in un ufficio marketing. Mia madre mi passa sette euro al giorno, mio padre quando può altri tre o quattro. Quando ho comprato un pacchetto di sigarette ho già speso metà della mia somma” racconta alla Stampa spiegando la sua condizione.
Ha una ragazza?
«Ne frequento una da quattordici anni».
Vorrebbe andare a vivere con lei?
«No, no, adesso vorrei soprattutto dare una soddisfazione ai miei genitori. Non gliene ho mai data una. Vorrei un lavoro, così sarebbero più sereni e orgogliosi di me».
Esce alla sera?
«Mai. Torno a casa alla intorno alle diciannove, ceno e spesso vado subito in camera mia. Io non sono in grado di offrire un caffè a un amico. Uscire alla sera significa spendere venti euro come niente».
Al cinema?
«Non ci vado da vent’anni, penso. E nemmeno alla stadio».
Un esempio di un ragazzo che ha lottato per una vita alla ricerca di un contratto e ora non trova risposte nella politica.
“Io odio l’euro. Con la lira pagavo un pacchetto di sigarette duemila e cinquecento lire, adesso cinque euro, cioè diecimila lire. Quale inflazione può quadruplicare i prezzi in quindici anni?».
Per chi vota?
«Non mi va di parlare di politica».
Le piacciono Grillo e Salvini?
«Lasciamo perdere».
Loro sono contro l’euro… Mi dica almeno che cosa ha votato al referendum.
«Ho votato No».
Perchè?
«Perchè la Costituzione va bene così».
Se avesse trovato un posto di lavoro, avrebbe votato Sì?
«Penso di sì».
Che c’entra il suo lavoro con la Costituzione?
«Se avessi un lavoro fisso, e tutta l’economia andasse meglio avrei fatto in modo che Renzi non si dimettesse».
Che colpe ha Renzi?
«È proprio questo mondo che non mi piace. Vedo troppe differenze fra ricchi e poveri. C’è chi spende e spande oltre ogni necessità o desiderio, e gente che vive sulla strada di carità . Come è possibile tollerarlo? Qualche giorno fa ho dato trenta centesimi a un senza tetto e lui mi ha detto che Dio ti benedica e gli ho detto che benedica te, che hai più bisogno di me. A me non sembra così difficile fermarsi a pensare ogni tanto».
(da “Huffingtonpost“)
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