TEMPI CUPI PER ALESSANDRO GIULI E LA SOTTOSEGRETARIA LEGHISTA LUCIA BORGONZONI: IL MINISTERO DELLA CULTURA E’ NEL MIRINO DELLA PROCURA DI ROMA IN CERCA DI ABUSI NELLA SELVA DI INCENTIVI FISCALI (TAX CREDIT) ED EROGAZIONI DUBBIE DEL CINEMA ITALIANO
TRA LE SOCIETÀ FINITE SOTTO L’INDAGINE DELLA FINANZA SPICCA LA ‘ONE MORE PICTURES’, FONDATA DA MANUELA CACCIAMANI, DA LEI GUIDATA FINO AL GIUGNO 2024, QUANDO PER VOLONTÀ DI ARIANNA MELONI, HA RICEVUTO LA NOMINA A NUMERO UNO DI CINECITTÀ SPA, CONTROLLATA DAL MINISTERO DELL’ECONOMIA DI GIORGETTI E SU CUI IL MIC DI GIULI HA POTERE DI INDIRIZZO POLITICO … AD ATTIRARE GLI INVESTIGATORI, IL FILM “ALBATROSS” DI GIULIO BASE, CHE RIEVOCA L’EPOPEA DI UN GIORNALISTA NEOFASCISTA, PRODOTTO DALLA ‘ONE MORE PICTURES’ DI CACCIAMANI CON RAI CINEMA DI DEL BROCCO (COME I PRECEDENTI TRE FILM DI BASE, ANCHE QUESTO NON INCASSA QUASI NULLA
C’è un nuovo filone di indagine che agita il già tormentato ministero della Cultura. Riguarda ancora una volta l’ampia gamma di finanziamenti elargiti al mondo del cinema, produzioni di film, autori, eventi, nazionali e internazionali. È un’inchiesta della procura di Roma che nasce parallela a quella originaria sul tax credit, gli sgravi fiscali concessi per la realizzazione dei film in Italia.
Questa volta però il faro degli inquirenti ha un cono di luce più circoscritto, ed è puntato su alcune società, tra le quali spicca la One More Pictures, fondata da Manuela Cacciamani, attuale numero uno di Cinecittà e da lei guidata fino al giugno 2024, quando, cioè, per volontà di Arianna Meloni, sorella della premier, ha ricevuto la nomina ad amministratrice delegata della Spa controllata dal ministero dell’Economia e su cui il Mic ha
potere di indirizzo politico.
A inizio agosto il Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, su mandato dei pm romani, ha chiesto al ministero di poter acquisire documenti relativi a fondi pubblici e tax credit di cui hanno beneficiato varie società.
Da quanto ricostruito, l’atto è stato formalizzato a Mario Turetta, capo del Dipartimento per le attività culturali e per poche settimane capo ad interim della Direzione generale Cinema, dopo le dimissioni, agli inizi dello scorso luglio, di Nicola Borrelli.
Sono giorni terribili quelli vissuti al ministero, tre mesi fa. Si scopre che il presunto assassino di Villa Pamphili, Francis Kaufmann, uno zelig che cela ombre dietro ogni maschera, ha ricevuto oltre ottocentomila euro di tax credit per un film fantasma.
Il caso permette ai magistrati di andare più a fondo in cerca di abusi e di penetrare nella selva di incentivi fiscali ed erogazioni dubbie del cinema italiano. Il terremoto è solo all’inizio ma è più esteso di quello che appare.
A fine giugno si dimette Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà voluta dalla Lega. Pochi giorni dopo tocca a Borrelli, al ministero. Passano pochi giorni ancora e al cinema esce ‘’Albatross’’, film che rievoca l’epopea del giornalista neofascista Almerigo Grilz.
All’anteprima del film di Giulio Base, attuale direttore del Torino Film Festival, si ritrovano i quadri dirigenti di Fratelli d’Italia. Il film non incassa quasi nulla, circostanza che spinge le opposizioni a rinfacciare al governo una frase dell’ex ministro
Gennaro Sangiuliano, paladino dell’abolizione del tax credit, contro «i film che ricevono cospicui finanziamenti pubblici e vendono 29 biglietti».
Sono produzioni come queste che attirano l’attenzione degli investigatori. Il film di Base, che usufruisce del tax credit (con percentuali più alte per l’uscita estiva) è prodotto dalla One More Pictures di Cacciamani con Rai Cinema. Degli ultimi quattro lungometraggi prodotti dalla società dell’attuale ad di Cinecittà, tre sono di Base.
Il regista, parlando con La Stampa, sostiene di occuparsi «solo della parte creativa» e di «non seguire gli aspetti produttivi e finanziari». Gli accertamenti lasciano intendere che ci sarebbero coinvolte altre case di produzione, considerate d’area. Vale la pena sottolineare che nessun nome finora citato risulta indagato.
L’iniziativa della Finanza, riferiscono fonti interne al Mic, sta preoccupando non poco il ministro Alessandro Giuli e la sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni, che ha la delega al settore. Nelle carte che verranno fornite agli inquirenti ci sono i fondi incassati dalla One More Pictures e il tax credit per i film prodotti, ma non solo: anche le consulenze e gli affidamenti diretti ricevuti dal Mic attraverso Cinecittà, prima della nomina come ad, per i cosiddetti progetti speciali e per quelli internazionali
La Stampa ha contattato Cacciamani. Per suo conto è il portavoce a riferire che «non è al corrente di un accertamento della Finanza e di non avere commenti da fare al riguardo». Aggiunge che prima dell’incarico pubblico ha lasciato la società in mano al suo ex socio Gennaro Coppola, che – lo ribadisce -smentisce essere suo compagno, come scritto in questi mesi.
Cacciamani è una manager che ha attraversato diverse stagioni politiche. Con incarichi privati e istituzionali. La sua società lavora molto con la Rai e lei ha collaborato per anni con Francesco Rutelli, ex ministro di centrosinistra e fino al 2024 presidente Anica, dove Cacciamani ricopriva il ruolo di presidente di Editori e creators digitali.
One More Pictures resta partner privilegiato nelle coproduzioni di Rai Cinema, e protagonista con ampia visibilità nelle iniziative dei grandi festival – come all’ultimo Cannes – promosso dalla Direzione cinema del ministero e gestite da Cinecittà.
Con la destra avviene il salto politico di qualità. Conosce Giorgia Meloni dopo aver lavorato, con la società Direct 2 Brains, a uno spot quando la futura premier era ministra della Gioventù.
Il legame con FdI è familiare. La sorella, Maria Grazia Cacciamani, è stata candidata per il partito di Meloni nel 2018 e oggi lavora nell’ufficio del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. C’è una foto del giorno della vittoria che ritrae il governatore abbracciato ad Arianna Meloni, dietro di loro c’è Maria Grazia che esulta sorridente.
È Arianna a spingere Manuela sulla poltrona più alta di Cinecittà. Nemmeno una settimana fa, poi, durante la Mostra del Cinema, è stato il presidente della commissione Cultura alla Camera, il meloniano Federico Mollicone, ad aver premiato con la medaglia di Montecitorio proprio la One More Pictures.
Ma questa è cronaca nota. Quello che si cerca di capire adesso è se ci siano (o ci siano stati) conflitti di interesse, illeciti o abusi
nei finanziamenti ricevuti.
(da Domani)
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