TENSIONE ALLE STELLE TRA ROMA E PARIGI DOPO L’ATTACCO DI SALVINI A MACRON SULL’INVIO DI TRUPPE IN UCRAINA (“ATTACCATI AL TRAM, VACCI TU SE VUOI. TI METTI IL CASCHETTO, E VAI”)
LA FRANCIA, CHE HA BOLLATO LE DICHIARAZIONI COME “GRAVI E INACCETTABILI”, HA CONVOCATO L’AMBASCIATRICE ITALIANA INCALZANDO PALAZZO CHIGI: SALVINI PARLA A NOME DEL GOVERNO, ESSENDO VICEPREMIER?… LA STATISTA DELLA GARBATELLA SI TROVA DI FRONTE A UN BIVIO: STIGMATIZZARE SALVINI, OPPURE RESTARE IN SILENZIO COMPLICANDO ULTERIORMENTE LE RELAZIONI GIÀ COMPLESSE CON MACRON…IL TIMORE DI POSSIBILI RITORSIONI POLITICHE DA PARTE DI PARIGI
Adesso lo scontro è pubblico, evidente, rumoroso. L’ambasciatrice Emanuela D’Alessandro, scrive la Afp citando fonti diplomatiche, è stata convocata dal governo francese a causa delle ‘’inaccettabili dichiarazioni’’ che Matteo Salvini ha dedicato nei giorni scorsi ad Emmanuel Macron. L’ira dell’Eliseo, di cui aveva riferito ieri Repubblica, aveva fatto seguito alle parole del vicepremier leghista contro il Presidente francese.
Il terreno su cui si consuma il duello è quello dei volenterosi, cruciale nella partita ucraina. L’idea anglo-francese di inviare truppe sul terreno per mantenere la pace è stata duramente avversata nei mesi scorsi da Giorgia Meloni, ma soprattutto da Salvini. Il leghista ha portato avanti una campagna mediatica stringente contro questa opzione. E contro Macron. Fino a sostenere, pochissimi giorni fa, a proposito dell’idea francese di schierare soldati in Ucraina: “A Milano si direbbe taches al tram (attaccati al tram, ndr). Vacci tu se vuoi. Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina”.
Parigi ha deciso di muoversi. La prima mossa è stata quella di sollecitare attraverso due canali di primissimo livello una reazione di Palazzo Chigi: sono stati il consigliere diplomatico di Macron e l’ambasciatore francese in Italia a rivolgersi personalmente a Palazzo Chigi e alla Farnesina chiedendo di battere un colpo e sconfessare il leghista.
Con un quesito chiaro rivolto alla controparte italiana: Salvini parla a nome del governo, essendo vicepremier, o Meloni la pensa diversa e intende stigmatizzare questi attacchi? In assenza di una reazione, Parigi ha deciso di alzare ulteriormente il tiro e convocare la diplomatica italiana.
Secondo le stesse fonti citate dall’Afp ‘’è stato ricordato all’ambasciatrice che queste dichiarazioni erano in contrasto con il clima di fiducia e le storiche relazioni tra i nostri due Paesi, nonché con i recenti sviluppi bilaterali, che hanno evidenziato forti convergenze tra i due Paesi, in particolare per quanto riguarda il loro incrollabile sostegno all’Ucraina”.
In effetti, gli attacchi di Salvini sono arrivati proprio mentre Meloni si trovava a Washington assieme a Macron per gestire il tentativo di Donald Trump di avvicinare una tregua in Ucraina, difendendo nello stesso tempo le ragioni di Kiev. I partner europei si sono spesi in modo coordinato per proporre uno scudo difensivo per l’Ucraina.
E di questo progetti potrebbe far parte anche una missione di soldati schierati sul terreno per difendere la tregua. Un progetto nato su impulso di Macron, ma su cui Meloni – pur preferendo la soluzione di un articolo 5 sul modello di quello della Nato – ha comunque promesso sostegno, nel caso in cui l’idea venisse accettata da Mosca.
Il problema si sposta adesso sul piano diplomatico. E mette la premier di fronte a un bivio: prendere posizione, stigmatizzando Salvini, oppure restare silente, complicando ulteriormente le relazioni già complesse con il presidente francese? Finora Meloni ha scelto di non esporsi.
In queste ore, infine, si fa spazio un timore nella diplomazia italiana: quello che Parigi possa in qualche modo portare avanti una ritorsione politica nei confronti di Roma
I precedenti
Lo scontro non nasce certo oggi. Le cronache riportano agli inizi dello scorso marzo: si registra un altro attacco di Salvini nei confronti dell’Eliseo: non ci sarà mai, disse allora il leader leghista, “un esercito europeo comandato da quel matto di Macron che parla di guerra nucleare”. E ancora: lui, Macron, “ha una disperata esigenza di dare un senso alla sua ancor breve permanenza alla guida della Francia. Però non lo faccia a nostre spese”, disse per contestare l’offerta dell’ombrello nucleare a Kiev.
La cronologia non si ferma qui. E in altre occasioni tanti sono stati i modi con cui Salvini si è rivolto al presidente francese: “ipocrita”, “chiacchierone”, “signorino educato che eccede in champagne”, “criminale”. In un’escalation partita a giugno scorso quando l’invito fu: “Mettiti l’elmetto, vai a combattere e non rompere le palle”.
(da Repubblica)
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