TERZO DOPO GRILLO, L’INCUBO DI BERLUSCONI
IL PDL INTORNO AL 20% MA IL PDL ORA SENTE IL FIATO DI GRILLO…IL CAVALIERE NON PUO’ FARE LA FIGURA DI TERMINARE TERZO
«Ho messo la freccia del sorpasso», annuncia gasatissimo il Cavaliere.
Però intanto tiene un occhio incollato allo specchietto retrovisore, in quanto sulla scia è spuntato Grillo.
Il bolide dell’ex-comico guadagna terreno, secondo i sondaggisti cresce un punto e mezzo a settimana.
E quando ne mancano due al traguardo, Berlusconi deve cambiare marcia se vuol difendere la seconda piazza del suo partito che sta un filo sopra al 20 per cento, con il M5S un filo sotto.
Arrivare terzo, per Silvio, sai che smacco sarebbe…
Inoltre, cedere a Grillo il secondo posto del podio darebbe avvio a un bipolarismo di tipo nuovo, a una polarizzazione in prospettiva tra Pd e grillini (laddove nell’ultimo ventennio era stata tra destra e sinistra).
Tutto dipenderà dalla scelta degli indecisi, che sono ancora numerosi e in buona parte berlusconiani delusi.
Guarda caso, proprio lì Grillo sta provando a mietere consensi.
Tra gli strateghi berlusconiani, nonchè al Cavaliere medesimo, fa sensazione la lettera programmatica appena inoltrata via web da Grillo.
Dei suoi venti impegni assunti con l’Italia, circa la metà solleticano la pancia del popolo di centrodestra.
E tra le restanti promesse ce ne sono alcune che si spingono dove mai aveva osato il Messia di Arcore (ma i suoi elettori non vedrebbero l’ora).
Tipo il «politometro» per verificare gli arricchimenti illeciti degli ultimi vent’anni. Oppure il referendum sulla permanenza nell’euro.
O l’abolizione tout court di Equitalia…
Dunque Berlusconi si guarda alle spalle.
Non come leader di una coalizione che per la Camera comprende la Lega e altre 7 formazioni politiche, che punta al 30 per cento ed è realisticamente fuori della portata di Grillo; bensì come Pdl, purgato da molti ex-An (non tutti) e sempre più somigliante alla Forza Italia d’antan.
Aspettiamoci che il Cav estragga dal suo cilindro un altro po’ di «proposte-choc», nella speranza di tenere su di sè l’attenzione.
Nel frattempo, però, Berlusconi ha già messo mano al piano d’emergenza, un codice rosso che in altre occasioni si è rivelato efficace.
Mira a prosciugare i piccoli partiti dell’orbita moderata, incominciando dal più pericoloso di tutti: Fare per Fermare il Declino, la formazione politica di Giannino.
Rispetto ad altri competitor, Oscar ha il vantaggio di conoscere a fondo l’accampamento berlusconiano, dove per un periodo ha bazzicato da personaggio di frontiera qual è sempre stato.
La sorte ha voluto che proprio Giannino faccia la differenza in Lombardia, regione chiave per il controllo del Senato.
Di qui gli attacchi frontali del Cavaliere, gli appelli a ritirarsi dall’agone (destinati solo a gratificare l’ego del più giovane rivale).
Sullo slancio, Silvio è andato oltre, paragonando i piccoli partiti a una disgrazia per la democrazia italiana, degli inutili parassiti.
Mettendo tutti quanti nel mazzo, compresi i «sette nani» alleati di Pdl e Lega. Ecco l’elenco: Grande Sud-Mpa, Fratelli d’Italia, Pensionati, Intesa Popolare, Destra di Storace, Mir di Samorì, Liberi da Equitalia.
Tra questi, ce la farà solo chi supera il 2 per cento, oppure si piazza per primo tra chi non ci arriva.
Al momento, nessuno sembra in grado di scavalcare la fatidica soglia.
La Russa, che guida i Fratelli d’Italia insieme con la Meloni e Crosetto, nel salotto di Vespa ha quasi insultato Manheimer e Alessandra Ghisleri che hanno la colpa di stimarlo più basso.
Ma come diavolo possono crescere, Fd’I e gli altri, se addirittura il capo coalizione esorta a non disperdere voti su di loro? Per cui Storace ha fatto le sue forti rimostranze a Berlusconi («Se ci disprezzi, spiegami la ragione dell’alleanza con noi»); idem La Russa, con una serie di messaggini a Silvio-Dracula.
Uno dei quali rammenta che la Dc, nella sua saggezza politica, non cercava di succhiare il sangue ai partitini alleati, anzi invitava a votarli.
Per ora Berlusconi ha cambiato registro, precisando che ce l’ha con Giannino, Fini, Casini, mica con gli alleati.
Ma si può star certi che, se Grillo arrivasse vicino al sorpasso, il Cavaliere non si farebbe più di questi scrupoli.
Sarebbe la prima volta…
Ugo Magri
(da “La Stampa”)
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