TRA I PARTITI CIRCOLA UN’IPOTESI PER AZZERARE IL GARANTE DELLA PRIVACY: “È SUFFICIENTE RIDURRE LA DURATA DELLA CARICA DA SETTE A CINQUE ANNI”
TUTTI I PARTITI SONO D’ACCORDO: DOPO LE INCHIESTE DI “REPORT”, BISOGNA FARE PIAZZA PULITA NELL’AUTHORITY. E VISTO CHE NON HANNO INTENZIONE DI MOLLARE LA POLTRONA, TOCCA TROVARE UN ESCAMOTAGE
Sono tutti d’accordo, destra e sinistra, Giorgia Meloni ed Elly Schlein: di questo
Garante della privacy non ne possono più. Pasquale Stanzione & co. un giorno torneranno alle loro attività, ma il mandato dura sette anni e loro non se ne vogliono andare, come ha detto il numero uno dell’Authority al telegiornale Rai di massimo ascolto, il Tg1 delle 20.
E allora che si fa? Circola un’indicazione: «È sufficiente ridurre la durata della carica da sette a cinque anni». E visto che sono i “magnifici quattro” sono entrati a far parte del Garante della privacy nel luglio 2020, a quel punto risulterebbero già scaduti.
Anche avendo davanti un biennio con la vecchia regola dei sette anni, «per il quieto vivere e anche per dignità i nominati lascerebbero senz’altro il posto, dimettendosi. E bastano le dimissioni di due componenti per far saltare l’Authority», sono commenti che girano nei palazzi romani. Alcuni giuristi di chiara fama sono già al lavoro per preparare un testo blindato, studiato per evitare polemiche.
(da www.lettera43.it)
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