TRA LA FECCIA TRUMPIANA È PARTITA LA CACCIA ALL’UOMO CON INSULTI E MINACCE DI MORTE AGLI AVVERSARI
DIVERSI ATTIVISTI CONSERVATORI, RAPPRESENTANTI ELETTI REPUBBLICANI E ADDIRITTURA SITI WEB DI DOSSIERAGGIO SONO STATI SGUINZAGLIATI PER MINACCIARE CHI NON HA ESPRESSO CORDOGLIO PER L’ASSASSINIO DI KIRK
Decine di post e messaggi sui social media sull’omicidio di Charlie Kirk, sono stati messi in luce da attivisti conservatori, rappresentanti eletti repubblicani e un sito web di dossieraggio, nell’ambito di una campagna online volta a stigmatizzare chi, sui social, non ha espresso cordoglio per la morte dell’attivista Maga.
Lo rileva la Cnn, puntando il dito, in particolare, su un sito chiamato ‘smaschera gli assassini di Charlie’ e sul profilo di una nota influencer di estrema destra, la senatrice Laura Loomer.
Il sito Charlie’s Murderers, il cui dominio è stato registrato in forma anonima e che dichiara di non essere un sito di dossieraggio, afferma di aver “ricevuto quasi 30.000 contributi”, segnalazioni di messaggi ‘non allineati’ e non necessariamente violenti. Attualmente, sul sito ne sono pubblicati alcune decine. “Questo sito web sarà presto convertito in un database consultabile di tutti i 30.000 contributi, filtrabili per posizione geografica e settore lavorativo. Si tratta di un archivio permanente e in continuo aggiornamento di attivisti radicali che inneggiano alla violenza”.
La maggior parte delle persone i cui messaggi sono stati
pubblicati sul sito non sembrano definirsi attivisti, né molti sembrano inneggiare alla violenza, osserva la Cnn. Mercoledì, poche ore dopo la sparatoria mortale, Loomer ha scritto su X: “Passerò la serata a rendere famosi tutti quelli che troverò online che celebrano la sua morte, quindi preparatevi a vedere tutte le vostre future aspirazioni professionali rovinate se siete abbastanza malati da celebrare la sua morte”. .
Alcune delle persone i cui post sono stati evidenziati affermano di essere state oggetto di una raffica di molestie e di temere di diventare vittime di violenza, senza peraltro aver espresso frasi violente o offensive.
Ad esempio, la giornalista indipendente canadese Rachel Gilmore ha scritto di essere “terrorizzata” dalle ritorsioni dei “fan di estrema destra” di Kirk dopo la sparatoria. Un suo post è il primo elencato sul sito web anonimo, e include una parte in cui Gilmore esprime la speranza che Kirk sopravviva e dice di non aver festeggiato la sua morte. Tuttavia ha affermato di aver ricevuto uno “tsunami” di minacce e ha definito le ultime 48 ore della sua vita “un inferno”.
“È assolutamente corretto definirla una campagna di molestie coordinata”, ha affermato Laura Edelson, professoressa associata alla Northeastern University e direttrice del Cybersecurity for Democracy Project. “È proprio per questo che esiste, per coordinare e indirizzare le molestie verso individui selezionati”.
La senatrice repubblicana Marsha Blackburn del Tennessee ha affermato che un dipendente della Middle Tennessee State University avrebbe dovuto essere licenziato dopo aver scritto di non provare “nessuna compassione” per la morte di Kirk.
L’università ha confermato alla Cnn che il dipendente è stato licenziato “con effetto immediato”.
(da agenzie)
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