UN PAESE CON LA VALIGIA IN MANO: NELL’ULTIMO ANNO, 191MILA PERSONE HANNO LASCIATO L’ITALIA PER ANDARE A VIVERE ALL’ESTERO, UNA CIFRA RECORD PER IL NOSTRO PAESE
IL NUMERO POTREBBE ESSERE ANCORA PIÙ ALTO, VISTO CHE LASCIANO L’ITALIA SENZA CANCELLARE LA PROPRIA RESIDENZA E SFUGGONO ALLE STATISTICHE
In questi mesi l’attenzione ai flussi di prodotti industriali, digitali o finanziari è stata tale che quasi dimenticavo un’altra categoria di export dall’Italia: gli esseri
umani. Invece su quella andiamo forte. Secondo i dati dell’Istat, l’agenzia statistica, se ne sono andate dall’Italia 191 mila persone: fra questi 155 mila italiani e 35 mila stranieri (arrotondo per difetto). Stracciato ogni record recente, anche quelli della Grande recessione di una quindicina di anni fa. […]
Dopo decenni dalla fine delle grandi migrazioni partite a fine ‘800, le uscite ufficiali dal Paese hanno ricominciato a superare le centomila all’anno nel 2012. È normale, perché allora il Paese veniva da tre severe recessioni di seguito. Verso metà dello scorso decennio, con l’economia ancora fragile, si raggiunge e supera quota 150 mila e anche questo era prevedibile: nel 2015, in soli sette anni, il numero dei disoccupati era più che raddoppiato a oltre tre milioni di persone mentre moltissimi giovani (o non tanto giovani) erano ormai così disperati da cercare una soluzione all’estero.
Poi però il fenomeno entra nel costume sociale; nell’anno prima della pandemia, il 2019, le cancellazioni di residenza per trasferimento all’estero segnano il record dell’era moderna: ufficialmente sfiorano quota 180 mila, anche se intanto la disoccupazione era calata a 2,5 milioni di persone.
Nel 2023, primo anno pieno di governo dell’esecutivo di Giorgia Meloni, l’emigrazione ridiscende ai minimi da otto anni: 150 mila uscite ufficiali. Invece l’anno scorso si registra un nuovo balzo, improvviso: più 27% rispetto al 2023, con un numero degli italiani ufficialmente partiti dal Paese che risulta di gran lunga il più alto nelle serie moderne
Il numero dei disoccupati continua a calare per tutto il 2024 fino a tornare ai minimi da quasi vent’anni, dimezzato dai tempi della crisi dell’euro. Anche il numero degli occupati in Italia, quasi 26 milioni, è ai massimi da quando esistono serie affidabili. Persino gli inattivi scendono e sono ai minimi di sempre.
Eppure sempre più italiani votano con i piedi e lo abbandonano per situazioni che ritengono migliori. Certo, nel 2024 l’economia ha rallentato fino quasi a crescita zero e la stagnazione quest’anno proseguirà senz’altro. Ma questi non sono fenomeni migratori come quelli dello scorso decennio, quando il lavoro
non c’era: oggi c’è (o c’è stato fino al 2024) e invece le persone, in gran parte giovani, se ne vanno a cercarlo altrove ancora di più.
Prevedibilmente, il fenomeno è molto più vasto di quanto rivelino i dati Istat perché molti lasciano l’Italia senza cancellare ufficialmente la propria residenza e dunque sfuggono alle statistiche.
Secondo l’Istat per esempio nel 2023 arrivano in Svizzera 12.900 persone dall’Italia, ma l’ufficio statistico del Berna ne registra oltre il 50% in più. Quanto alla Germania, nel 2023 calcola 44 mila arrivi dall’Italia quando l’Istat ha un dato di meno della metà (e sicuramente è corretto quello tedesco, per le ragioni spiegate).
Ma il caso più notevole riguarda la Spagna, che un decennio fa soffriva di una vasta emigrazione giovanile verso l’estero e di bassa attrattività; appena più di quattromila italiani andavano lì nel 2015 secondo l’Istat, mentre oggi il flusso è più che quadruplicato e in base alle tendenze attuali la Spagna diventerà presto la meta più ricercata dai migranti italiani: il Paese cresce, presenta poche difficoltà di inserimento ed è avvertito da molti giovani italiani come socialmente e culturalmente più aperto. Anche qui il dato reale dei flussi è senz’altro molto più alto dei 19 mila registrati dall’Istat: l’agenzia statistica di Madrid dà conto di 48 mila italiani approdati nel 2023.
Insomma, quelli che se ne vanno dall’Italia sono molti più dei 190 mila ufficiali. E non sono spinti dal fantasma della disoccupazione, perché vengono per lo più da territori che non ne conoscono. L’anno scorso si è ufficialmente trasferito all’estero quasi un residente del Veneto ogni duecento mentre lo ha fatto poco più di un residente della Campania ogni quattrocento. Ovunque tornano le stesse tendenze: le regioni più dinamiche del Paese sono le stesse da cui si va via dall’Italia di più.
Qualcosa in Italia non gira e spinge verso l’uscita alcune delle forze migliori.
(da il Corriere della Sera)
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