WHILRPOOL-INDESIT, GLI ESUBERI SALGONO A 2.060, ALTRO GRAN COLPO DI RENZI
TAGLIO DEL 30% DEI DIPENDENTI IN ITALIA… RENZI SI ERA DICHIARATO ENTUSIASTA DEL PIANO INDUSTRIALE
Quasi 500 nuovi esuberi sul groppone.
La vicenda Whirlpool ora assume connotati inquietanti. Perchè la multinazionale americana ha presentato il conto relativo ai colletti bianchi.
E la richiesta è di aumentare gli esuberi a 2.060, arrivando al taglio del 30% dei dipendenti in Italia.
Un piano ritenuto «irresponsabile» per il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli che chiede al «governo una risposta chiara e forte».
Bentivogli sottolinea che «alla vigilia dello sciopero generale del settore industria di Caserta, ci aspettavamo un quadro diverso e la conferma di una missione produttiva per Carinaro e una prospettiva industriale per None. La retromarcia innestata dall’azienda è irresponsabile e nella direzione opposta a quella che serve ad arrivare ad un accordo e merita una risposta forte di tutto il governo, altrimenti la mobilitazione e lo scontro non potrà che aumentare».
Gianluca Ficco (Uilm) ribadisce invece la richiesta sindacale: «Il piano industriale deve essere modificato, in modo da escludere davvero chiusure e licenziamenti, rispettando gli impegni presi in passato non solo con i lavoratori ma anche con le istituzioni».
Whirlpool ha presentato il piano di ristrutturazione degli uffici amministrativi, che, dice Ficco, «aggiunge ulteriori 480 esuberi. Gli esuberi complessivi in Italia salgono a 2.060 su 6.700 dipendenti, di cui 1.430 nelle fabbriche, 150 nella ricerca e sviluppo e 480 nell’amministrazione».
«Un piano che taglia di un terzo la forza lavoro del gruppo in Italia – dice il ministro Federica Guidi – non può compensare gli aspetti positivi previsti pur presenti nel progetto come gli investimenti da mezzo miliardo di euro”
Eppure era stato Renzi a dichiararsi a suo tempo entusiasta del piano industriale del’azienda.
Ora invece il ministro esprime tutta la sua «delusione» e la sua «preoccupazione» per il tempo perso nell’ultimo mese di discussioni con l’azienda.
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