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BERLUSCONI, OSSESSIONE FINI ANCHE IN RUSSIA: “VUOLE LA SUA AZIENDINA”

Settembre 10th, 2010 Riccardo Fucile

FINI LO GELA: “ALL’ESTERO NON SI PARLA DI QUESTIONE NAZIONALI, SE NON IN TERMINI POSITIVI, NE VA DELL’IMMAGINE DEL NOSTRO PAESE”… IL COLLEZIONISTA DI BRUTTE FIGURE NON RIESCE A MANTENERE UN IVELLO INTERNAZIONALE ADEGUATO

Silvio Berlusconi arriva al World Political Forum in Russia e si porta dietro i contrasti che agitano il suo governo e le sue ormai personali e patologiche ossessioni.
Dallo scontro con Fini alla Lega che chiede a gran voce il voto anticipato.
Il premier, forse anche consigliato dai sondaggi che danno in vistoso calo il Pdl, frena: “Il governo andrà  avanti per tre anni, i problemi sono solo piccole questioni, la governabilità  non è intaccata”.
Ma è contro Fini che il Cavaliere alza i toni.
Senza citarlo lo definisce “un professionista della politica”, che vuole “fare la sua aziendina” (parla lui che ha fatto diventare aziendalista un governo).
Nulla di serio, assicura il premier, che liquida le mosse del presidente della Camera come “cose che non toccano la governabilità “.
Il governo, giura, “andrà  avanti per i tre anni di legislatura”.
Secca la replica di Fini: “Quando si è all’estero non si parla di questioni nazionali, se non in termini positivi”.
Anche a Mosca il premier è poi   tornato ad attaccare la magistratura “che in Italia ha un potere senza limiti” e che mette a rischio “la governabilità “.
“La magistratura – scandisce Berlusconi- ha ritenuto di poter ancora svolgere una sua opera, mettendo sotto accusa, con accuse assolutamente inventate, i protagonisti della vita politica e quindi mettendo a rischio la governabilità  del Paese”.
Questa, insiste “è una situazione di oppressione della vita del cittadino           ed è qualche cosa che in una democrazia non può essere accettato e non deve avvenire”.
Il premier cita quello che, a suo giudizio, sarebbe un esempio dello strapotere delle toghe. “Nel 1993 ‘Mani Pulite’ portò alla dissoluzione di tutti i partiti democratici e la magistratura politicizzata e di sinistra aprì la strada al potere del partito comunista”.
Cosa possa interessare ai russi questa questione non ci è dato sapere.
“Affermazioni che non meritano una risposta – dice Italo Bocchino – è buona abitudine non parlare di questioni interne nel momento in cui il Paese è impegnato in vertici internazionali”.
E speriamo che per oggi sia tutto.

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SCHIFANI ORA DIFENDE FINI: “E' IMPARZIALE, NON PUO' ESSERE SFIDUCIATO”

Settembre 10th, 2010 Riccardo Fucile

ettembre 11th, 2010CAMBIA LA LINEA NEL PDL E ANCHE IL PRESIDENTE DEL SENATO SI SMARCA: “AUTOREVOLEZZA, IMPARZALITA’ E PROFESSIONALITA’ CHE GLI VENGONO RICONOSCIUTE”… CHE CI SIA UN NESSO CON LE PAROLE DI BOCCHINO DI IERI?

Tanto rumore per nulla: aveva ragione Fini quando, intervistato da Mentana su La7, aveva previsto che nessuno sarebbe salito al Colle per chiedere a Napolitano di “spostarlo” dal suo ruolo istituzionale di presidente della Camera, in quanto sarebbe venuto meno al suo ruolo “super partes”.
Dopo aver attaccato Fini per giorni sulla sua presunta incompatibilità  tra la carica che ricopre e l’essere leader di “Futuro e LIbertà “, i pifferai di montagna Berlusconi e Bossi , come avevamo previsto, sono stati costretti a tornare a casa suonati.
Non solo perchè la via è impercorribile, Costituzione alla mano, ma anche perchè politicamente è stato l’ennesimo grosso errore.
E mentre Bossi può avere interesse di bottega ad andare alle urne, Silvio le teme di brutto.
Oggi si smarca completamente dalla vecchia linea anche il presidente del Senato Schifani, seconda   carica dello Stato e uomo di fiducia del premier.
Poco fa ha dichiarato:   “Per regolamento e Costituzione, il presidente Fini non è affatto sfiduciabile, se esercita il suo ruolo con autorevolezza, imparzialità  e professionalità  che gli vengono riconosciute. A meno che non si sia macchiato di responsabilità , di cui non mi risulta si sia macchiato”.
Poi arriva il sostegno al nuovo orientamento impresso dal premier sulle elezioni: “Gli italiani chiedono l’attuazione del programma e pretendono governabilità . Le elezioni anticipate sono sempre un trauma per la democrazia e vanno evitate a meno che non ci siano situazioni e circostanze tali e irreversibili che innescano una crisi irrisolubile. E’ chiaro che l’ultima parola spetta al capo dello Stato”.
In piena linea con quanto richiesto da Fini.
Nessuno si aspettava una presa di posizione così netta a favore di Fini da parte di Schifani.
Sicuramente la dichiarazione è stata concordata con Berlusconi, ma può anche aver influito l’avvertimento lanciato ieri da Bocchino: “questa estate si è parlato molto di Montecarlo, ma si è taciuto di quanto emerso a carico di Schfani e che andrebbe approfondito meglio, a tutela del’interessato”.
Una freccia avvelenata?
Resta il fatto che oggi Schifani ha preso posizione.

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“POSSO ANCHE ABBRACCIARLO, MA COME UN KAMIKAZE ABBRACCIA QUALCUNO PRIMA DI FARLO SALTARE IN ARIA”

Settembre 10th, 2010 Riccardo Fucile

LA RISPOSTA DI FINI A CONFALONIERI CHE CERCA DI MEDIARE TRA LUI E IL PREMIER…. LETTA, FRATTINI, PRESTIGIACONO E GELMINI CONVINCONO BERLUSCONI ALLA RETROMARCIA: “SONDAGGI PESSIMI, ALLE URNE CE LA VEDREMMO BRUTTA”… FINI SALE AL 7,2%, PDL AL 28,8%, LEGA AL 12,3%

Ha vinto la linea aziendalista, quella della tutela di Mediaset da possibili ritorsioni in caso di sconfitta elettorale: meglio mantenere il potere, anche se occorrerà  cedere a compromessi, piuttosto che rischiare di essere impallinati in Parlamento.
Letta ha scalzato i leghisti nella trattativa con il presidente della Camera, convinto che con Fini si possa ancora trattare sull’unico argomento che sta a cuore al Cavaliere: lo scudo giudiziario.
Fini a Mirabello ha mantenuto la linea: no a leggi ad personam che pregiudichino i processi dei cittadini, sì a una norma che “sospenda” i processi del premier per il periodo in cui riveste incarichi istituzionali.
Letta e Ghedini garantiscono che questa sia l’unica strada percorribile e che occorra accettare le condizioni di Fini, prima che salti il governo e che possano tornare in pista ipotesi già  ventilate di nuove norme sul “conflitto di interessi”.
Confalonieri ha telefonato a Fini “Perchè non fai pace con lui? Basta abbracciarlo e tutto tornerà  come prima”, ma il presidente della Camera lo ha gelato: “Posso anche abbracciarlo, ma come un kamikaze abbraccia qualcuno prima di farlo saltare in aria”.
Il presidente della Camera però non vuole elezioni a breve, sa che il tempo gioca a suo favore, la vicenda Montecarlo si chiarirà  e diventerà  un boomerang per chi l’ha diffamato, “Futuro e Libertà ” deve ancora crescere sul territorio: buone ragioni per una tregua.
Ma chi lo conosce sa che non perdonerà  mai la campagna di fango gettata sulla sua famiglia.
I duellanti si ignorano, ma gli sherpa intensificano i contatti.
L’incontro tra il premier e la corrente “trattativista” di Liberamente (Frattini, Prestigiacono, Gelmini) ha dato un colpo decisivo a quella degli ultras di La Russa e Gasparri.
Quando la Prestigiacomo è sbottata “Vuoi andare alla guerra? Bene, saremo al tuo fianco, ma sappi che non sarebbe solo Fini a cadere”, il premier ha ceduto.
Anche perchè “i sondaggi sono pessimi, alle urne ce la vedremmo brutta” ha dovuto ammettere.
I sondaggi a sue mani danno un Pdl al 28,8%, dieci punti in meno di due anni fa, un Fini in risalita al 7,2% e una Lega che oscilla tra l’11,5% e il 12,3%.
Ma soprattutto una percentuale di indecisi enorme, intorno al 38%. Continua »

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LA PASCALE VIVE NELLA CASA ROMANA DI LUSSO DI PROPRIETA’ DI BERLUSCONI: PAGHERA’ UN AFFITTO?

Settembre 10th, 2010 Riccardo Fucile

DA TELECAFONE AL CONSIGLIO PROVINCIALE,   DALLA ORGANIZZAZIONE DEI PULMANN PER CONTESTARE FINI ALL’ALLOGGIO VIP A ROMA, DAL CIRCOLO “SILVIO CI MANCHI” ALLE GITE A VILLA CERTOSA: COME SI FA STRADA NEL PDL…. E SULLA CASSIA SPUNTA UN ALTRO APPARTAMENTO DEL PREMIER DOVE VIVE LA VALLETTA ADRIANA VERDIROSI

Scoppia il caso “casa” nel Pdl: ma questa volta non riguarda quella di Scajola, bensì quella di Francesca Pascale. Pubblichiamo l’articolo del “Fatto quotidiano”, ripreso dal “Corriere della Sera” e da altri quotidiani italiani, lasciando a voi ogni commento.

“Magari potessi, magari”, gridava a Gad Lerner la giovane Francesca Pascale nella trasmissione L’Infedele incentrata sullo svilimento del corpo delle donne. La ragazza difendeva Papi-Silvio di fronte alle critiche per lo stile di vita poco morigerato.
“Tutta invidia” secondo la giovane napoletana. “Magari potessi farlo anche io”, diceva allora ammiccando ai telespettatori.
Finalmente quell’antico desiderio, almeno in parte, si è realizzato.
Un frammento dello specchio delle brame berlusconiano, Francesca lo ha agguantato.
Dopo l’ingresso nel partito di Berlusconi, dopo l’ingresso nella villa sarda di Berlusconi, è riuscita finalmente a insediarsi in pianta stabile in una casa del Cavaliere.
Il Fatto Quotidiano ha scoperto che la ragazza napoletana eletta consigliere provinciale a Napoli nel 2009, abita in un appartamento di Silvio Berlusconi.
Per l’esattezza è inquilina della Immobiliare Dueville Srl, partecipata al 40 per cento dalla Dolcedrago di Berlusconi e per il restante 60 per cento dalla Holding Prima e dalla Holding Ottava, due delle 22 società  omonime che controllano la Fininvest.
Non basta: sempre mediante la Dueville, nello stesso periodo, il presidente del consiglio ha comprato un secondo appartamento a Roma in zona Cassia.
Sul citofono si legge da pochi mesi il cognome di Adriana Verdirosi, un’altra valletta che compariva nelle liste dei nomi delle candidate per le elezioni europee del 2009, poi depennate grazie all’intervento pubblico di Veronica Lario.
Berlusconi non è nuovo ad acquisti immobiliari a Roma.
Nel 2004 comprò mediante un’altra società  un attico alla Balduina dove la conduttrice della RAI Sonia Grey abitava in affitto da anni.
Per la sua vecchia fiamma Virginia Sanjust nel 2006 spese 2 milioni e 250 mila euro per un appartamento in piazza Campo dei Fiori.
La storia di Francesca Pascale, rispetto alle altre, assume anche un risvolto di interesse pubbblico.
L’amica napoletana del presidente del consiglio è stata candidata alle elezioni provinciali del 2009 e gratificata con una consulenza al ministero dei beni culturali.
Ora si scopre che il Cavaliere e la giovane promessa del Pdl di Posillipo sono legati oltre che dalla passione politica anche da quella per le belle case.
L’appartamento in questione è inserito in un comprensorio signorile in cima a via Cortina d’Ampezzo, in zona Trionfale, è composto di una sola camera, servizi e terrazzo ed è costato al Cavaliere ben 470 mila euro.
Un prezzo molto elevato ma che si giustifica per la presenza del box e soprattutto per il contesto.
Il palazzo è videosorvegliato e presidiato all’ingresso da un portiere ed è dotato di una bella piscina condominiale circondata dal verde e dai lettini prendisole.
Al citofono risponde Catuscia Pascale: “Francesca non c’è”, dice con grande disponibilità , “io sono sua sorella e sono venuta a trovarla. Ogni tanto, visto che vivo a Latina, mi appoggio qui”.
Quando il cronista chiede perchè la sorella abita in una casa del presidente del consiglio, lei cade dalle nuvole: “ma cosa dice? La casa non è di Berlusconi, mia sorella è in affitto qui da circa un anno e non mi ha mai detto nulla del genere. Mi viene da ridere solo all’idea”.
Le visure della conservatoria dei registri ipotecari di Roma raccontano un’altra storia: il 19 ottobre del 2009 la società  Immobiliare Dueville Srl con sede in Segrate, rappresentata da Marco Sirtori, compra dalla Alef Immobiliare pagando 370 mila euro in contanti e estinguendo il mutuo di 99 mila euro che ancora gravava sull’immobile.
Una somma alla quale bisogna aggiungere i 24 mila euro incassati dal mediatore immobiliare e le tasse pari a 47 mila euro.
L’esborso di oltre 540 mila euro è solo un investimento immobiliare del Cavaliere o anche un bel gesto verso la giovane collega di partito?
La sorella dice che Francesca Pascale è in affitto e che in famiglia nessuno sapeva dell’insigne locatore.
Per capire se si tratta dell’ennesimo caso di un politico ben accasato “a sua insaputa”, Il Fatto Quotidiano ha cercato di ottenere la versione di Francesca Pascale, ma la consigliera provinciale non si è fatta viva.
Il rapporto tra la giovane napoletana e il Cavaliere nasce nel 2006.
A quel tempo questa giovane laureata è famosa più per i suoi balletti ancheggianti che per le sue idee.
In una trasmissione cult sulla tv locale Telecapri (“Il Telecafone”) balla e canta insieme a tre colleghe: “se mostri un po’ la coscia si alza l’auditelle, se muovi il mandolino si alza l’auditelle, se abbassi la mutanda si alza l’auditelle”.
A Napoli il ritornello inventato dal cabarettista Oscar Di Maio lascia il segno.
Su Youtube i video dell’attuale consigliere provinciale di Napoli che struscia il suo top mozzafiato sul compiaciuto comico Di Maio restano tra i più cliccati.
Il telecafone pelato sorride vestito come un camorrista e canta il suo inno ironico al “cafunciello”.
Francesca Pascale e le colleghe improvvisano un merengue sull’erba mentre il lui sventola un tubo di gomma con pose alla Merola (Mario, beninteso, non Valerio) e schizza acqua sulla telecamera.
Purtroppo per i patiti del genere, al culmine di questa fulminante parabola nello show biz partenopeo, che lascia una scia generosa di immagini sulla rete, Francesca Pascale abbandona una strada segnata per scendere (o meglio salire) in campo.
La sua ascesa dal sifone di Telecapri alla piscina di Roma, dal Telecafone al Telepadrone, è una traiettoria istruttiva della selezione della classe politica nel mondo berlusconiano.
Nel 2006 Francesca Pascale fonda con un paio di amiche il circolo “Silvio ci manchi” ispirato dalla nostalgia che attanagliava il Vesuvio per la dipartita del premier da Palazzo Chigi.
Le animatrici del comitato fanno tutte carriera: Francesca Pascale è consigliere in provincia dal 2009; Emanuela Romano è assessore a Castellamare di Stabia dal 2010, ma diventa celebre il 28 aprile 2008 quando il padre si cosparge di benzina come un bonzo sotto Palazzo Grazioli minacciando di darsi fuoco se Silvio non provvede a sistemare la figlia.
Mentre Virna Bello, bionda pienotta che si autodefinisce la Braciolona, è oggi assessore a Torre del Greco.
Quando le tre ragazze vengono fotografate mentre scendono dall’aereo privato del Cavaliere a Olbia, è Francesca Pascale quella più decisa del terzetto che si incammina con piglio da leader verso Villa Certosa.
E, mentre la Romano con i giornali nega di essere lei, Francesca rivendica la sua deliberata scelta politica: “Ma che scherziamo, certo che siamo noi! A ottobre del 2006 ci siamo presentate e appena qualche settimana dopo siamo partite in aereo per Villa Certosa”. A Repubblica proclamava: “non c’è niente di cui vergognarsi, era una convention politica”. Continua »

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LE PROSTITUZIONE IN POLITICA ESISTE, PIU’ NEGLI UOMINI CHE TRA LE DONNE: SI VENDONO PER UNA POLTRONA

Settembre 10th, 2010 Riccardo Fucile

LE IPOCRITE ACCUSE CONTRO ANGELA NAPOLI, REA DI AVERE SOLO DETTO QUELLO CHE GRAN PARTE DEGLI ITALIANI PENSANO… LA D’ADDDARIO NON ERA FORSE STATA CANDIDATA? DI “CIARPAME SENZA PUDORE” NON AVEVA FORSE PARLATO QUALCUNA? … E GLI UOMINI NON SI VENDONO PER LA CARRIERA E PER UN POSTO?

Non ci è piaciuto lo starnazzare di tante “politiche”o presunte tali di fronte alla risposta   della deputata finiana Angela Napoli a una precisa domanda di Klaus Davi: “Non escludo che senatrici e deputate siano state elette dopo essersi prostituite. Questo porta alla necessità  di cambiare l’attuale legge elettorale. E’ chiaro che, essendo nominati, la donna spesso è costretta, per avere una determinata posizione in lista, ad assecondare quelle che sono le volontà  del padrone di turno”.
Prima delle scuse a metà  della Napoli, è stato un volare di tacchi a spillo e di ciglia finte, un volteggiare di autoreggenti e di tette rifatte,   di sdegno e di raffinate accuse alla Napoli di “essere una donna sessualmente frustrata”: insomma molte hanno attinto al peggior vocabolario maschilista per dimostrare la loro “purezza ideologica”.
Dimostrando che forse la Napoli, una donna preparata che ha fatto battaglie contro la mafia in prima linea e che vive per questo sotto scorta, tanto lontana dalla verità  non fosse andata.
Sarebbe interessante vedere gli esiti di un sondaggio che chiedesse agli italiani quanti la pensano come lei e quanti no, ovviamente non generalizzando o criminalizzando l’intera categoria.
Anche perchè non è un mistero che la D’Addario fosse stata candidata in lista a Bari, ad esempio, o a chi si riferisse Veronica Lario quando denunciò il “ciarpame senza pudore” che circonda certi personaggi politici a lei familiari.
Nessuno si è scandalizzato in quei casi, segno evidente che sarà  anche un luogo comune, ma certamente ha talvolta avuto riscontri oggettivi.
Dove la Napoli ha mancato invece, secondo noi, è nel non avere rimarcato la forma più grave di prostituzione politica, quella maschile.
Ovvero quella forma di perdità  di dignità , di servilismo, di assecondare   il capomanipolo per interesse, per convenienza, per arrivare o per mantenere la poltrona.
Un puttanesimo morale che porta a tradire amicizie, a rinunciare a fare quello che è giusto per adattarsi a quello che è utile, a trasformare la propria esistenza in una vita da cortigiani, tra ipocrisie e servilismi.
“Battere” obbedienti per il capo di turno per garantirsi l’esclusiva del selciato, della via che porta alla “gratifica elettorale”.
Non a caso una delle promesse che il premier ha fatto nei giorni scorsi è stata quella che “chi si pente avrà  garantita la candidatura alle prossime elezioni”.
Come si potrebbe trattare una meretrice che ha osato cambiare protettore ma che se ritorna e garantisce la percentuale di incasso può essere riamessa nel giro giusto. Continua »

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