Maggio 18th, 2010 Riccardo Fucile
LA PROPOSTA TROVA GIA’ D’ACCORDO PD E PDL IN COMMISSIONE LAVORO, UNICO CONTRARIO IL FINIANO MOFFA….SAREBBE UN “PROVVEDIMENTO DI EQUITA'” PER CHI HA FATTO POLITICA PER TUTTA LA VITA: MA QUALCUNO FORSE L’HA OBBLIGATO?…L’ULTIMA FOLLIA DELLA CASTA COSTERA’ 40 MILIONI DI EURO
Pensione di fine carriera non solo per i parlamentari: hanno già predisposto una legge
che parte dal Pd ma che ha trovato subito d’accordo il Pdl.
Perchè solo i parlamentari devono godere di un vitalizio?
Perchè un politico la cui carriera non ha bucato il diaframma comunale, deve restare, a fine mandato, senza più un euro in tasca?
Con questa preoccupazione, tre deputati del Partito democratico, Maria Luisa Gnecchi, Oriano Giovannelli e Lucia Condurelli, hanno affrontato la questione della quiescenza dei politici senza altra passione che la politica.
Coloro che, rimanendo esclusi dal consiglio comunale, si troverebbero a spasso, senza un soldo e uno straccio di impiego.
Lo Stato si sostituisce al datore di lavoro nella contribuzione previdenziale del dipendente chiamato a rappresentare i cittadini.
E paga anche le spese forfettarie dei lavoratori autonomi divenuti assessori o sindaci.
Ma chi non ha mai conosciuto un ufficio nè una fabbrica, chi si è solo appassionato di politica, e con la politica ha campato per l’intera vita, come se la cava una volta estromesso ?
Questa preoccupazione ha condotto i tre parlamentari, tutti residenti a nord di Roma (la Gnecchi è di Bolzano, Giovannelli di Urbino, Codurelli di Sondrio) ad avanzare la proposta di legge numero 2875/09.
“Per una ragione di equità “, hanno scritto nell’unico articolo del testo che sta per essere licenziato dalla commissione Lavoro.
Equità e giustizia: dare una pensione al sindaco, all’assessore di un paese, al presidente della comunità montana e anche al presidente della circoscrizione, raggiungerebbe il doppio obiettivo di rendere meno faticoso l’ingresso nella comunità e soprattutto dare ai colleghi che hanno avuto meno fortuna in carriera quel giusto ristoro di tanto sacrificio.
In effetti i parlamentari, con o senza lavoro, godono di un vitalizio, della pensioncina che poi diventa anche robusta, e persino di una buonuscita, quando dovessero dismettere la funzione, per reinventarsi una lavoro.
La buonuscita si chiama infatti “indennità di reinserimento”. Continua »
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Maggio 18th, 2010 Riccardo Fucile
VOGLIONO CONSERVARE PROVINCE E COMUNITA’ MONTANE, AMANO LE AUTO BLU E SPENDONO 80 MILIONI PER LA “REGGIA DI TREVISO”…. 531.426 DI EURO SOLO PER LE SEDIE DELLA NUOVA SEDE DELLA PROVINCIA DI TREVISO…1 MILIONE DI EURO PER IL MUSEO DELLA STORIA CAMUNA NEL BRESCIANO E AD ASOLO LA SINDACO LEGHISTA SI RADDOPPIA LO STIPENDIO…NEL 2006 AL SENATO LA LEGA VOTO’ CONTRO IL TAGLIO DEL 10% A PENSIONI E VITALIZI
A detta di molti osservatori politici ci sono due Leghe, quella di lotta e quella di governo, a giudizio di altri ci sono anche due formazioni padane, una che scende in campo tra le mure amiche e una che indossa maglietta e calzoncini per le allodole sui campi in trasferta.
A parer nostro, c’è solo una squadra che opera in funzione della cattura del consenso sulla base di egoismi locali per poter mantenere una classe dirigente tra le più vecchie e clientelari che la storia italiana ricordi.
Modello vecchia Dc , secondo taluni, capitanata dall’unico segretario di partito che, pur condannato a 8 mesi di reclusione con sentenza definitiva per aver intascato 200 milioni ai tempi di Tangentopoli ( tangenti Sama, Enimont), continua a guidare un partito politico in Italia.
E che ha anche il coraggio di parlare di “ladroni” rivolgendosi ovviamente agli altri.
Per la serie “se li conosci li eviti”, vediamo qualche esempio di coerenza padana. A Roma sono i paladini della riduzione dei costi della Casta e degli sperperi d Stato (a parole ovviamente), ma quando per una volta il Pdl ne ha azzeccata una, chiedendo l’abolizione degli Enti inutili (risparmio di 1 miliardo di euro), a cominciare dalle Province e dalle Comunità Montane, indovinate chi le vuole conservare ad ogni costo?
La “Lega di lotta” che propone addirittura la creazione della provincia della Valcamonica, pietosa marchetta per le truppe territoriali padane in cerca di poltrone.
Le proposte di legge per la creazione di nuove province vedono la Lega al primo posto.
E non badano a spese: la nuova sede della provincia d Treviso , ultimata l’anno scorso è stata definita un’opera faraonica, una “reggia”, dal quotidiano locale “la Tribuna”, dal costo di 80 milioni di euro. Continua »
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Maggio 18th, 2010 Riccardo Fucile
SI LASCIANO NEL DEGRADO MOLTE PROPRIETA’ STATALI E POI SI PAGANO ESOSI AFFITTI PER MINISTERI, UFFICI, CASERME E AGENZIE DELLE ENTRATE… LO STATO PAGA 10.234.000.000 EURO L’ANNO DI AFFITTI : NESSUNO VERIFICA LA CONGRUITA’ DELLE SPESE, GLI SPRECHI E SOLUZIONI ALTERNATIVE… POI, IN TEMPO DI CRISI, LA CINGHIA LA DEVONO TIRARE GLI ITALIANI
Ogni tanto riemerge nel nostro Paese la vecchia storia delle locazioni passive, ovvero dei
contratti di affitto che lo Stato centrale stipula per poter avere a disposizione immobili in cui svolgere le proprie attività istituzionali. Parliamo di questure, ministeri, prefetture, uffici territoriali, caserme delle forze dell’ordine, agenzie delle entrate, sedi decentrate sul territorio dei vari ministeri.
Mentre da un lato vengono certificati migliaia di beni statali lasciati all’abbandono e al degrado, dalle strutture penitenziare a quelle scolastiche, dalle caserme agli uffici, dai tribunali costruiti nel deserto ai palazzi locali del potere, dall’altro, invece che riconvertire queste stutture ad un uso appropriato, si preferisce pagare miliardi di euro in affitti.
Ogni tanto qualche ministro chiede il censimento dei contratti per programmare le spese: ultima vittima lo stesso Tremonti che non ha praticamente neanche ricevuto risposta dalle amministrazioni statali interessate.
Sappiamo solo le cifre generali che fanno rabbrividire: 6.428 contratti di locazione in tutta Italia, per una spesa di 10.234.250.000, dicasi oltre 10 miliardi, dieci volte quello che costerà bloccare ora il rinnovo dei contratti o procrastinare di 6 mesi l’andata in pensione di chi ne aveva diritto.
Oltre a una cattiva gestione, ci sono poi pure gli sprechi: abitazioni assegnate decenni fa e ancora utilizzate da amici e parenti dell’avente diritto, non si sa a che titolo, uffici di centinaia di metri quadrati utilizzati per pochi impiegati. Altro che ottica di contenimento della spesa pubblica, altro che appelli di Tremonti per avere notizie: in Italia basterebbe, appena un governo si insedia, mandare 6.428 pattuglie della Guardia di Finanza a verificare altrettanti contratti di affitto, sia dal punto di vista della congruità che della oppurtunità . Continua »
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