Settembre 29th, 2010 Riccardo Fucile
IL GOVERNO SI SAREBBE FERMATO A 304: SOLO GRAZIE A 38 DEPUTATI TRA FINIANI E MPA IL PREMIER SI SALVA DAI TRIBUNALI… LE LEGA PARLA DI ELEZIONI: NON HA CAPITO CHE DA DOMANI SI ATTACCA AL TRAM… RITORNA UNA DESTRA CIVILE IN ITALIA
La Camera ha dato la fiducia al governo Berlusconi: su 620 presenti, i sì sono stati 342, i no 275.
L’esito era scontato dopo l’annuncio dei finiani del proprio sostegno all’esecutivo.
Ma il dato evidente è che tolta la pattuglia finiana e l’Mpa di Raffaele Lombardo l’esecutivo non raggiunge i 316 voti che garantiscono la maggioranza assoluta.
Con l’esecutivo si sono schierati 342 deputati, contro 275 (i presenti al voto sono stati 620, i votanti 617, la maggioranza richiesta di 309).
E per di più tra i 9 assenti uno solo era del Pdl.
Inoltre c’è un dato da tenere in assoluta evidenza: 38 dei 342 voti a favore sono dei finiani (hanno 35 deputati ma in due hanno detto no a Berlusconi) e degli uomini di Lombardo (5).
I primi protagonisti da mesi di uno scontro interno al Pdl, i secondi fortemente critici nei confronti dell’esecutivo.
Senza di loro, infatti, il governo non avrebbe ottenuto la fatidica ‘quota 316’, cioè la metà più uno dei componenti dell’assemblea di Montecitorio, ma si sarebbe fermato a quota 304, appena 8 in più della somma Pdl + Lega e ben 12 in meno del necessario.
Una situazione che mette Berlusconi in una situazione davvero difficile da un punto di vista politico.
La campagna acquisti alla fine ha portato solo 8 deputati, quelli che da mesi già votavano per il governo.
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Settembre 29th, 2010 Riccardo Fucile
SCONFITTO DAI NUMERI E COLONNELLO ORMAI PROSSIMO AL PENSIONAMENTO, MANIPOLA ANCHE I DATI…. PREOCCUPATO CHE UNA “TERZA GAMBA” SIA QUELLA DESTINATA A DARGLI UN CALCIO NEL CULO, METTE IL POSTERIORE AVANTI…. FINO A IERI BERLUSCONI VOLEVA RAGGIUNGERE QUOTA 316 SENZA FINIANI, ORA PER NOSFERATU ANCHE 309 ANDREBBERO BENE
Mentre tra un’ora si saprà se il governo avrà raggiunto l’obiettivo prefissato dal premier,
ovvero quota 316 senza l’apporto dei finiani (35) e dell’Mpa di Lombardo (5), grazie alla campagna acquisti in grande stile dei giorni scorsi, segnaliamo in tempo reale il primo tentativo di taroccamento preventivo dei risultati da parte dell’esilarante La Russa, colonnello in congedo e attualmente distaccato alla corte del sovrano.
Con l’onestà intellettuale che lo contraddistingue ha dichiarato ai giornalisti che al momento non c’è nessuna terza gamba”.
Anzi, “forse, al momento, non è indispensabile”.
Dopo aver fatto un ultimo check sui numeri con Altero Matteoli e Denis Verdini, La Russa è pronto a scommetterci: “La maggioranza reale oggi sarà di 309 voti”.
Numero, spiega, a cui si arriva “togliendo il presidente della Camera che non vota e le astensioni, che abbiamo calcolato saranno almeno 5″.
In questo modo, l’asticella scende a 309.
”Avere 309 voti significa avere la maggioranza e quindi essere autosufficienti”, spiega La Russa, che aggiunge: ”Questo risultato aiuterebbe anche a raggiungere un’intesa con i finiani, perchè non nascerebbe dalla necessità “.
Fino a ieri era questione di vita o di morte arrivare a 316 (infatti solo quella quota darebbe una garanzia reale) senza i finiani.
Oggi La Russa mette il posteriore avanti temendo che la terza gamba di assesti il calcio nel culo, manipolando i dati in quanto:
1) la quota resta di 316
2) non esistono assenti giustificati, salvo che per malattia grave
3) l’astensione in questo caso rappresenta un voto contrario, non da scomputare
4) sono 40 i voti da togliere da chi voterà sì alla fiducia (35 finiani e 5 Mpa) per dimostrare di essere autosufficienti.
Povero Nosferatu, dopo essere finito sui giornali per essere in società con un estorsore condannato a sei anni di carcere, pensa pure di fare il furbetto…
Il colonnello è ormai prossimo al pensionamento, forse sarebbe meglio optasse per il congedo anticipato.
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Settembre 29th, 2010 Riccardo Fucile
IL PREMIER, COSTRETTO A RICONOSCERE DIGNITA’ POLITICA ALL’UNICA VERA FORZA DI DESTRA DEL PAESE, ABBASSA I TONI PER SALVARE LA POLTRONA… “ANDASSIMO AL VOTO ORA RISCHIEREMMO DI PERDERE”…FINIANI E MPA VOTERANNO SI’, I TRE DINIANI ABBANDONANO IL PREMIER…. BOSSI ALLE CORDE: SONO FINITI I RICATTI LEGHISTI
Ha dovuto trattenere le battute “pungenti”, indossando i panni del “moderato”.
Ha lanciato ramoscelli di ulivo ai finiani e ai centristi, per sopravvivere ai processi.
Silvio Berlusconi evita accuratamente strappi e chiede la fiducia per andare avanti.
E’ una sorta di discorso di inizio legislatura, che però arriva a due anni dal voto.
Un discorso senza particolari sussulti, che riserva l’unico momento di asprezza all’unico tema che gli sta a cuore: la giustizia.
Per il resto, il Cavaliere evita volutamente di entrare in rotta di collisione con i finiani, confessando la sua “amarezza” per i contrasti ma riconoscendo legittimo “il dibattuto interno tra le diverse opinioni”.
Al tempo stesso prova a blandire sia i centristi (riaffermando l’impegno per il quoziente familiare) che l’Mpa di Lombardo (rilanciando gli investimenti per il Sud).
Arriva a dire: “Tutto si può dibattere e il governo dopo le elezioni si può trovare alle prese con problemi nuovi come quelli scatenati dalla crisi che può portare a scelte nuove. Su problemi nuovi ci può essere legittimo dibattito, la discussione può servire a mettere a punto risposte ai bisogni. La mia indole è aperta alla ricerca delle soluzioni migliori attraverso contributi diversi”.
Finisce così, senza sorprese.
Con la fiducia vicina, ma senza certezze per il domani.
Dopo averle provate tutte,ora si prospetta una maggioranza sostanzialmente ostaggio del gruppo di Fli, che sulla giustizia e sul federalismo avrebbe in mano una sorta di golden share da usare o meno a seconda delle circostanze.
Il tentativo di mettere insieme 20 deputati per dimostrare che i finiani non sono determinanti è fallito, persino i tre diniani si sono tirati indietro all’ultimo momento.
Alle 19 la fiducia passerà grazie ai 35 voti di Futuro e Libertà e ai 5 dell’Mpa di Lombardo.
Berlusconi ha cercato di distruggere Fini, ma ha fallito.
“Sulle questioni che riguardano la giustizia – ha detto Fini – non c’è nulla di nuovo, ma occorrerà verificare come concretamente verranno tradotte in iniziative legislative le parole di Berlusconi e andranno verificate in corso d’opera”.
Nel frattempo, lo stesso Presidente della Camera accelera nella strutturazione di Futuro e libertà .
L’appuntamento è per martedì prossimo, quando i gruppi parlamentari si incontreranno «per un’ampia discussione di un nuovo progetto politico».
Chi sperava in un Fini arrendevole si è sbagliato: lo stesso premier ieri ha ammesso “se andassimo ad elezioni non solo rischieremmo di non avere una maggioranza al Senato, ma di perdere proprio”.
E dato che a lui interessano solo i suoi processi, la strada è obbligata: dovrà riconoscere come interlocutori determinanti i finiani.
Fini ha rilanciato: il nuovo partito a breve sarà la risposta a chi lo voleva politicamente morto.
Alle 19 la votazione sulla fiducia.
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Settembre 29th, 2010 Riccardo Fucile
DICHIARAZIONI DI INTENTI GENERICHE PER NON SCONTENTARE NESSUNO…. GIA’ PRIMA DELL’ORA DI PRANZO A MONTECITORIO SI E’ SENTITO UN PROFUMO DI ARIA FRITTA… FORSE IL DISCORSO ERA STATO PREANNUNCIATO “ALTO” PERCHE’ IL PREMIER AVREBBE PARLATO IN PIEDI
Il premier ha iniziato a parlare alle ore 11.
“Il Parlamento è il luogo in cui la sovranità popolare trova la sua più alta espressione. Non vi
può essere nè autentica democrazia nè buon governo se il Parlamento non è libero e forte.. Tra il Parlamento e il Governo non vi può mai essere contrapposizione”.
“Con il voto del 2008 ci fu la prima grande riforma voluta e certificata dal popolo nel segno di un bipolarismo maturo, mettendo in archivio le pratiche della vecchia politica”. La minoranza “deve avere rispetto per la legittimità della maggioranza e del governo”.
Dal passaggio parlamentare di oggi “riparta la legislatura, senza compromessi al ribasso”.
“Credo si debba formulare un giudizio positivo sull’operato del governo, a cominciare da quanto è stato fatto sul fronte della crisi economica. Non ci siamo fatti trovare impreparati di fronte alla crisi, ma nessuno poteva immaginare che sarebbe stata così profonda”.
Bisogna “guardare avanti con saggezza e realismo” e “a questo fine mi soffermerò su principali obiettivi legislatura, e lo farò senza eludere i nodi politici, senza esimermi dall’affrontare le ragioni che hanno portato alla lesione della maggioranza”.
Serve una maggiore coesione nazionale, “in giro vedo e sento troppo odio e la storia ha insegnato che spesso l’odio ha armato le mani delle persone. Tutti dovremmo esserne consapevoli e preoccupati”.
“Il federalismo fiscale non prevede la divaricazione tra Sud e Nord”
‘Bisogna attuare l’agenda bioetica e il piano per la vita” .
Berlusconi rilancia anche la volontà di realizzare il quoziente familiare.
“La riforma della giustizia è una priorità del Paese”
‘L’obiettivo del governo è ridurre la pressione fiscale e disboscare la grande giungla di un sistema fiscale rimasto invariato nelle sue parte fondamentali, fin dalla riforma dei primi anni 70, tenendo conto delle esigenze del bilancio pubblico e sulla base della lotta evasione: senza creare deficit il governo intende intervenire entro la legislatura al varo di norme con revisione su famiglie lavoro, ricerca”
“Nessuno ha combattuto la mafia come noi” dice Berlusconi.
Il governo intende “intervenire sulla struttura del Csm con una riforma costituzionale”, dando vita a “due organismi separati, uno per i magistrati inquirenti e uno per quelli giudicanti”, con “conseguente rafforzamento della separazione delle carriere” tra pm e giudici.
“Occorrerà rafforzare, a maggior tutela dei cittadini, la normativa sulla responsabilità dei magistrati che sbagliano”
“Cinque capisaldi di una strategia” che servirà per “rafforzare le istituzioni, l’economia, il territorio, il tessuto sociale in modo che l’Italia esca dalla crisi più competitiva”. Il premier parla così dei cinque punti del governo. “Fondamento irrinunciabile – è la premessa – è il rigore delle finanze pubbliche, bisogna essere chiari con i cittadini”, insiste il presidente del Consiglio.
“Saranno triplicati gli interventi sul Mezzogiorno nei prossimi anni con investimenti per circa 21 miliardi di euro pari al 40% di quelli totali, raggiungendo nel 2013 alcuni risultati importanti come il completamento del Salerno-Reggio Calabria”.
“Ho sempre sostenuto che ferma restando l’intangibilità del programma di governo tutto si può dibattere e migliorare. La dialettica nella maggioranza ha superato i limiti – dice Berlusconi riferito ai finiani – Sono amareggiato”
“Adesso non conviene rischiare all’instabilità – dice il premier – Sono convinto che in entrambi gli schieramenti si debba proseguire pur nel riconoscimento delle differenze con alleanze di governo e non cartelli elettorali”
‘Non ci sono alternative a questo governo – afferma Berlusconi – Rivolgo un appello a tutti i moderati e tutti i riformatori, è un appello che faccio anche alle forze più responsabili dell’opposizione: valutate il nostro programma”
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Settembre 29th, 2010 Riccardo Fucile
IL PRESIDENTE DEL PARCO ARRESTATO RIVELA CHE, PER INGRAZIARSI IL MINISTRO, GLI FECERO PAGARE SOLO IL COSTO DEI LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE… BRUNETTA NON E’ INDAGATO IN QUANTO SAREBBE STATO ALL’OSCURO DEL FATTO CHE COMPRAVA UN RUSTICO A UN DECIMO DEL SUO VALORE REALE
Sono scattate manette eccellenti ieri mattina per lo scandalo delle Cinque Terre: arrestato Franco Bonanini (area Pd), presidente del Parco dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
In carcere anche il sindaco di Riomaggiore e tutto il suo staff, compreso il comandante dell polizia municipale.
In tutto 12 ordinanze di custodia cautelare con accuse gravissime che vanno dalla truffa aggravata ai danni dello Stato per 1 milione di euro, al falso ideologico, dalla corruzione alla concussione, dalla violenza privata all’associazione a delinquere.
Un materiale probatorio molto vasto con intercettazioni inequivocabili, frutto di un’indagine in parte stimolata dagli esposti di abitanti delle Cinque Terre nei confronti di una gestione disinvolta di contributi regionali.
Ma anche derivante dagli accertamenti sul rustico, comprato in zona, del ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta per appena 40.000 euro.
Che corrisponderebbero ai soli lavori di ristrutturazione del manufatto, fatti eseguire dal precedente proprietario, Stefano Pecunia, prima della cessione al ministro.
Brunetta (che non è indagato) ha comprato, pagando solo il valore dei lavori effettuati, un rustico che è stato stimato dagli esperti per una cifra non inferiore a 300.000 euro.
Da parte degli inquirenti si cerca di comprendere se la generosità del proprietario sia poi stata “ricompensata” in qualche modo dal presidente delle Cinque Terre, Franco Bonanini, vecchio amico del ministro, noostante appartenenze politiche distanti.
Dopo la vicenda Scajola, la polizia giudiziaria volle fare un controllo su quel rustico di Brunetta.
Trovarono sul posto un’impresa edile (la Carpanese) che stata finendo i lavori, ma che non aveva ancora incassato il corrispetivo di 40.000 euro. lavorava sulla fiducia, in quanto da garanti avrebbero fatto Bonanini e il capo dell’ufficio tecnico del comune di Riomagiore.
Scrivono gli inquirenti: ” sembrerebbe il tentativo di ingraziarsi il ministro e acquisire cosi un debito di riconoscenza dallo stesso Brunetta”.
Il valore reale sarebbe poi stato recuperato dagli inquisiti utilizzando i fondi pubblici destinati al sito Canneto e con una falsa redicontazione.
Un dubbio ci rimane: come ha potuto Brunetta comprare a soli 40.000 euro un rustico che ne valeva 300.000, quasi dieci volte di più?
Non ha mai avuto qualche sospetto?
Potrebbe un argomento di interessante valenza per i segugi dei giornali berlsuconiani, esperti di case e scandaletti.
Suggeriamo il titolo: “Come poteva Brunetta non sapere di stare acquistando un immobile a un decimo del suo valore?”.
Quello che vale per altri vale anche per i ministri fedeli al premier o in questo caso nessuno ne deve parlare o scrivere?
Fateci sapere.
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Settembre 29th, 2010 Riccardo Fucile
DEDICATA DAI ROMANI A BOSSI
Un ciuccio attempatello e scarcagnato
-che ar cambio ormai nun vale più ‘na sega-
er socio der Sovrano Re Patacca,
(quello che cià er pendaglio raggrumato
ma core appresso a tutte le patonze)
se ne sortì, grattannose la panza,
cò na frasetta pè alliscià la Lega:
“li romani, sò porci, sò ladroni e sò magnaccia!”
Pè scaccolasse via ‘sta vijaccata
ed allustrasse er popolo indignato,
li servi der Patacca fanno er coro:
ma nun è gnente, è solo ‘nà frescaccia,
‘na cosa detta senza la malizzia
da chi nun sa tenesse un cecio in bocca!
Ce vole propio tanta cattiveria
pè penzà che er somaro raja il vero.
Anzi, er ciuccio, a ripensacce mejo,
-informeno i scagnozzi der Magagna-
è solo un martire der libbero penziero.
E quanno torna ne la Capitale,
ve la fa vede lui Roma Capoccia,
cor fatto che ha inventato la padagna
-la gran cuccagna fonte di bisboccia
je svòta la saccoccia e se la magna.
Se va a rubbà la trippa puro ai gatti
e fa er federalismo cò l’abbacchio.
Ma li romani a ‘sti buffoni a cacchio
che calano da loro a cercà rogna
ar massimo je fanno ‘na scafetta,
e pe risponne ar ciuco ed ar suo
rajo
-romani sì, ma mica sò cornuti-
je fanno con il voto un ber cucchiaio
e poi con carma -tranquilli, nun c’è fretta-
li vonno vède all’arberi pizzuti.
(di ellekappa-trilussa)
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