Novembre 14th, 2011 Riccardo Fucile
VOLA IL PARTITO DI CASINI AL 10%, BENE ANCHE PD E FLI… IN FORTE CALO IDV E LEGA
Si potrebbe definire Effetto Monti: se si votasse oggi, l’Udc raggiungerebbe il dieci per cento alla Camera e il Pd sarebbe nettamente il primo partito.
Esercizio di scuola, visto che non si vota subito e che il leader del partito di maggioranza è al suo punto più basso, dopo che è uscito di scena, ma segnala un’evidente mutazione in corso.
È il risultato di un sondaggio svolto in collaborazione da «La Stampa» e «Termometro politico», un istituto che unisce alla metodologia tradizionale un sistema più dinamico per cogliere i movimenti istantanei del corpo elettorale.
In questi giorni infatti è successo qualcosa: la maggior parte degli italiani si è convinta della necessità di un governo d’emergenza, al di là delle posizioni dei partiti.
E punisce chi ha annunciato l’opposizione premiando, invece, chi si è fin da subito detto disponibile a un esecutivo di transizione.
Crescono dunque Pd e Udc considerato il partito che più si è speso per la soluzione Monti – mentre scendono oltremodo Lega Nord e Italia dei Valori.
«Si capisce immediatamente dai nostri flussi spiega Gianluca Borrelli, fondatore di “Termometro Politico” – che specialmente chi ritiene i sacrifici particolarmente necessari, tende a spostarsi da forze tendenzialmente “antagoniste” come Idv e Lega verso forze più di governo».
Nel caso dell’Idv il flusso è piuttosto forte verso il Pd, nel caso della Lega si disperde soprattutto verso il Pdl e in misura minore verso Fli e Udc.
Quello che il Pdl guadagna dalla Lega, lo perde verso Fli e Udc: la sconfitta del leader carismatico fa pagare inevitabilmente dazio al partito.
Il polo di attrazione naturale è l’Udc il cui elettorato sembra identificarsi ed affidarsi totalmente a Monti.
«Anche Fli continua Borrelli – avrebbe un margine potenziale piuttosto elevato di crescita qualora lo smottamento continuasse».
Ma è uno spostamento strutturale?
Conclude sempre Borrelli: «Non devono sorprendere movimenti di blocchi così grossi in una sola settimana anche perchè la stessa cosa accadde dopo il 14 dicembre quando un 3% secondo tutti i sondaggi passò da Fli al Pdl, all’indomani della tenuta del governo Berlusconi».
Infine risulta che non tutti coloro che hanno votato partiti percepiti come «antagonisti» si sentirebbero rappresentati da atteggiamenti estremistici in qualsiasi circostanza. Buona parte degli elettori mobili di questi partiti infatti tollera e giustifica più di altri gli atteggiamenti eccessivi di alcune frange ma in questa fase tutti avvertono un bisogno di moderazione.
Marco Castelnuovo
(da “La Stampa“)
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Novembre 14th, 2011 Riccardo Fucile
IL SETTIMANALE RITORNA SULLA VICENDA DELLA SEDE DI FLI CHIUSA ALL’IMPROVVISO DAL COORDINATORE REGIONALE DI FLI ENRICO NAN E SULLE SUE FREQUENTAZIONI
Riportiamo l’articolo dedicato dal settimanale “Panorama” a pag. 30 (rubrica Indiscreto)
del numero in edicola relativo alla vicenda della sede di Futuro e Libertà di Genova, chiusa dall’oggi al domani dal coordinatore regionale del partito, Enrico Nan che continua a stare al suo posto.
Sede chiusa e mobii accatastati a Genova.
Futuro e Libertà è senza tetto. E non per l’alluvione.
Il coordinatore regionale Enrico Nan ha chiuso la sede in via degli Operai un mese fa, dopo le dimissioni di 250 iscritti che lo contestavano per aver ricevuto personaggi in odore di ‘ndrangheta come il plurinquisito imprenditore Gino Mamone.
A concedere gratuitamente la sede a Fli era un socio di Nan, Andrea Nucera, indagato per bancarotta.
Ora per Genova e provincia c’è un commissario, Barbara Contini.
Ma Nan rimane coordinatore regionale e responsabile di Fli per il settore credito.
(da “Panorama“)
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Novembre 14th, 2011 Riccardo Fucile
BUFFONI PADANI: ALLA FINE DEL PRIMO GOVERNO BERLUSCONI, PER IL SENATUR “MONTI ERA IL MIGLIORE”, “UNO AUTONOMO E CHE PARLA CHIARO”…E BOSSI AUSPICAVA “UN GOVERNO DI TECNICI, CON ALTE PERSONALITA”
La Lega dice no a Monti, invocando il rispetto del voto popolare: “Come si fa a sostenere un governo che farà portare via tutto, che privatizzerà le municipalizzate?” si è chiesto Bossi alla Camera.
Eppure nel 1995, alla fine del primo governo Berlusconi, la pensava diversamente sul’economista della Bocconi.
Erano i giorni in cui l’allora presidente della Camera, Carlo Scognamiglio, sembrava vicino all’incarico che poi andò a Dini. “Non mi fido di chi può essere condizionato da Berlusconi, il quale disprezza la democrazia. Io preferisco Mario Monti: parla chiaro e non deve rispondere a nessuno”.
Ecco l’intervista pubblicata allora sul Corriere della Sera
Onorevole Bossi, Forza Italia indica Lamberto Dini come premier. Lei gli darebbe la fiducia?
“Ho sempre detto che penso ad un economista. Pero’ ci vorrebbe un economista vero, che abbia un minimo di visione politica: nelle mani di un ragioniere, finiamo nel marasma”.
Nel toto premier c’ e’ il presidente del Senato Scognamiglio. Le pare una scelta migliore?
“Non mi fido di chi puo’ essere condizionato da Berlusconi, il quale disprezza la democrazia. Io preferisco Mario Monti: parla chiaro e non deve rispondere a nessuno”.
E chi vorrebbe in questo governo?
“Io vedo due ipotesi: o un governo con quattro o cinque ministri politici, alla Giustizia, agli Interni…”.
E l’ altra ipotesi?
“Un governo di tecnici, di alte personalita’ con, che so, Di Pietro alla Giustizia”.
Torniamo al governo. Lei ha fatto i conti, c’ e’ una maggioranza per sostenerlo e non andare alle elezioni?
“Ho fatto la mia battaglia, quando nessuno capiva, ho fatto cadere un peronista, uno che ogni sera, dal suo balcone, entrava in ogni casa a fare il lavaggio del cervello alla gente”.
Il governo trovera’ i voti anche su leggi come l’ antitrust o la riforma della Mammi’ ?
“Quando arrivera’ in aula uno di questi provvedimenti, un pezzo di Forza Italia votera’ contro e un altro a favore. Magari dovremo fare qualche mediazione, la legge non sara’ severa come voglio io”.
Non e’ che se bocciate il presidente del Consiglio di Forza Italia, alla fine si fa un ribaltone?
“Non ce ne fotte niente. C’ e’ solo una cosa che e’ “ribaltata”: la banda del buco, la banda di Bettino. Dovra’ spiegare da dove vengono i soldi, le societa’ anonime, i miliardi. Io ho venti volumi di documenti sulla P2, ci sono i nomi di Berlusconi e di tal avvocato Previdi”.
Berlusconi l’ ha accusata di averlo minacciato: o ti togli dalla politica o ti rovinero’ . E’ vero?
“Ridicolo. Io sono molto diretto, esplicito. L’ ho sempre detto che il suo monopolio, creato da Craxi, e’ antistorico. Piuttosto il golpe l’ ha fatto lui: che cosa fanno i golpisti come primo atto? Occupano la tv”.
4 Gennaio 1995
Corriere della Sera
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Novembre 14th, 2011 Riccardo Fucile
LA SOLITA FIGURA DI MERDA: I MILIONI SONO 70, MA VANNO AD ALTRI OSPEDALI… IL SOTTOSEGRETARIO LIGURE, ORMAI EX, DOVRA’ TROVARE UN NUOVO PARCHEGGIO PER LA SUA PORSCHE CAYENNE CHE SISTEMAVA NEGLI SPAZI GRATIS DELLA QUESTURA
Francesco Belsito, leghista, sottosegretario per la semplificazione normativa, nell’ultimo venerdì del governo Berlusconi, sognava l’ultimo momento di gloria, ma gli è andata malissimo e ha fatto l’ultima brutta figura, prima di salutare la dorata poltrona.
L’occasione era ghiotta, soldi all’ospedale Gaslini: chi riesce a far arrivare 35 milioni di euro e a metterci il cappello sopra ha gloria e riconoscenza garantita.
Anche perchè sono ormai due anni che l’ospedale aspetta 50 milioni di euro da Roma.
Il Gaslini deve rassegnarsi: quei 35 milioni sono stati un sogno di appena mezz’ora.
La beffa brucia ancora di più perchè i fondi stanziati sono 70 ma finiranno ai rivali del Bambin Gesù, al Gemelli e al San Raffaele.
Il venerdì delle beffe inizia alla due del pomeriggio quando Belsito manda un comunicato stampa: “Ancora una volta, grazie all’intervento della Lega Nord, abbiamo ottenuto un importante risultato a difesa del nostro territorio e degli interessi della nostra gente. Grazie al leghista Garavaglia sono stati stanziati 35 milioni a favore dell’ospedale Gaslini, eccellenza in termini di sanità pediatrica a ivello nazionale. Una conferma che la Lega alle parole antepone i fatti”.
Alle 15 però il direttore del Gaslini commenta: “Magari, non mi ha detto niente nessuno”.
Cerca Belsito, non lo trova ma quando telefona al ministero un funzionario lo rassicura: “Tutto a posto, se vuole le inviamo il provvedimento”.
Il presidente del Gaslini va a fondo, non si fida: due telefonate e la beffa è chiarita. “Il finanziamento è per altri, per il Gaslini non c’è un centesimo”.
E Belsito?
Riappare solo alle 18.53 con un comunicato retromarcia dove la parola Lega scompare due volte su tre: “In merito al precedente comunicato in cui riferivo una notizia avuta dal sen. Garavaglia di uno stanziamento di 70 milioni riferiti alla legge Mancia, metà dei quali destinati al Gaslini, preciso che saranno ripartiti tra San Raffaele, Bambin Gesù e Gemelli. Rimane l’impegno mio e della Lega Nord a sostenere il Gaslini”.
Parole dopo la figuraccia, ma niente Mancia.
L’unica notizia positiva è che a giorni l’ex buttafuori da discoteca non sarà più sottosegretario e dovrà trovarsi un parcheggio a pagamento sottocasa per la sua Porsche Cayenne che piazzava in quelli gratuiti riservati alla Questura.
Magari avrà più tempo per cercare la sua sedicente laurea e produrne finalmente l’originale alla stampa.
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Novembre 14th, 2011 Riccardo Fucile
SOUBRETTE, MODELLE E IGIENISTE DENTALI : IN UN’INTERCETTAZIONE BERLUSCONI SPIEGAVA COME SI ERA LIBERATO DELLE SUE GIRLS
“Me le sono tolte dai coglioni, lo Stato le paga lo stipendio”.
L’illuminato assioma è di Silvio Berlusconi. Lo rivela Barbara Faggioli a Nicole Minetti nel corso di una telefonata intercettata dai pm milanesi titolari dell’inchiesta Ruby.
E a guardare in consigli comunali, provinciali, regionali e nelle aule del Parlamento si trovano decine e decine di ragazze che il premier è stato così cortese da togliersi “dai coglioni” scaricandone il mantenimento allo Stato.
Cioè dei contribuenti.
Di quelli che in Italia le tasse le pagano e che non hanno seguito il suo monito da statista: “Giusto evadere le tasse esagerate”.
Lui cade, trascina con sè il Pdl, ma al Paese lascia (anche) le rappresentanti della corrente forza gnocca elette in mezza Italia.
A cominciare proprio da Nicole Minetti, simbolo di “forza gnocca” nonchè regina indiscussa delle notti a ritmo di bunga bunga.
L’ex valletta e igienista dentale, dal premier apprezzata per le performance sul palo di lap dance ad Arcore tanto da meritare la benedizione di papi con il crocifisso, è stata inserita nel listino bloccato di Roberto Formigoni.
Lo stipendio a carico della Regione Lombardia è di circa ventimila euro al mese.
Sta bene, lo ammette anche lei in diverse telefonate.
Invece l’amica Barbara Faggioli dal consiglio comunale di Milano, dove Berlusconi le ha garantito una poltrona, vuole arrivare a Montecitorio.
Se ne lamenta con l’amica. “Facciamo come la Carfagna. A lui gli fa comodo mettere me e te in Parlamento, perchè lui dice me le sono levate dai coglioni, lo Stato le paga lo stipendio”. Faggioli si lamenta. “Che cazzo faccio sto in Comune per altri cinque anni? A guadagnare 600 euro”.
Meglio il Parlamento in effetti. Minetti preferisce restare dove è. “Io sto troppo bene a Milano, me ne sto lì dove sono, sto da Dio”.
A Roma “alla fine guadagnerei uguale, perchè guadagni duemila euro in più, chi se ne frega per duemila euro”.
Anche perchè in Regione l’impegno profuso in questi anni da Minetti è pari a zero. Ma almeno partecipa con assiduità alle sedute consiliari.
Francesca Pascale, invece, in aula è entrata appena una volta.
La 26enne meteora dello spettacolo è stata eletta nelle file di forza gnocca nel 2009 al consiglio provinciale di Napoli.
Da allora ha preso parte ad appena una riunione della commissione Lavoro.
In media le commissioni si riuniscono 20 volte al mese.
Ma non manca nelle serate di relax del premier. Mercoledì, nelle ore tra le più drammatiche per il Paese, la papi-girl è corsa a Palazzo Grazioli con la sua Smart sfilando davanti le decine di giornalisti assiepati in attesa di comunicare al mondo la liberazione e la caduta del berlusconismo.
Il cavaliere era comprensibilmente stressato.
Pascale percepisce uno stipendio di circa diecimila euro.
Poco meno di Giovanna Del Giudice, ex meteorina del Tg4 di Emilio Fede, che alla Provincia di Napoli è riuscita a ottenere persino il posto di assessore.
Come Antonia Ruggiero, anche lei assessore ma in Regione Campania.
Lei ha ringraziato pubblicamente: “Mi ha voluta lui”.
Fortuna toccata anche a Emanuela Romano, oggi assessore a Castellamare di Stabia, in provincia di Napoli, ed esclusa dalle liste per le Europee a causa dell’uscita di Veronica Lario sul “ciarpame senza pudore”.
Anche a Bruxelles di donne “di cui fidarsi” il premier ha fatto in tempo a sistemarne.
Laura Comi si è salvata dall’epurazione. Così come Barbara Matera e Licia Ronzulli, indicata come prima vera “selezionatrice” delle pulzelle da portare nelle cene eleganti del premier.
Le eurodeputate hanno stipendi più bassi e meno benefit rispetto alle colleghe sedute a Roma.
Del resto, la Casta più privilegiata al mondo, ormai è noto, siede a Montecitorio.
E le rappresentanti di forza gnocca (quasi una corrente del Pdl) qui sono addirittura salite al governo.
È deputata Elvira Savino, amica dell’ape regina Sabina Began.
Alla Camera siede anche Mariarosaria Rossi, badante di B. fino a essere stanca del bunga bunga (“che palle, ti saluto”, disse a Fede).
Qualche scranno di lato e si trova Gabriella Giammanco, ex giornalista del Tg4 ed ex fidanzata di Augusto Minzolini.
Ma le vere pupille di Berlusconi hanno conquistato il governo: Mariastella Gelmini, Michela Vittoria Brambilla e la preferita Mara Carfagna.
Di cui il Cavaliere tesse le lodi al telefono con il latitante faccendiere Valter Lavitola.
Davide Vecchi
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Novembre 14th, 2011 Riccardo Fucile
I CANI ANTIVALANGA DELLA BCE HANNO TROVATO IL CONTO DEL PARRUCCHIERE DI MARINA BERLUSCONI: ERA FINITO SOTTO UN ARTICOLO DELLE PENSIONI…LO STIPENDIO DI IBRAHIMOVIC PAGATO DAGLI STATALI RINVENUTO IN UN ARTICOLO SULL’IVA
Gli archeologi della Presidenza della Repubblica, insieme a una squadra di rabdomanti della
Corte dei Conti e a cani antivalanga dell’Unione Europea stanno setacciando il Maxi-emendamento licenziato dal Senato.
La legge di stabilità contiene alcuni provvedimenti economici per il salvataggio dell’economia italiana, ma il sospetto è che sotto la valanga di nuove norme possano essere occultate anche piccole leggi ad personam. “Per Silvio è l’ultima occasione – dice un deputato della disciolta maggioranza – ed ha ancora alcuni affarucci da sistemare”.
Al momento sono stati ritrovati soltanto piccoli reperti: il conto del parrucchiere di Marina Berlusconi (due milioni e 750 mila euro) , una legge di un solo articolo per nominare Adriano Galliani presidente dell’Inps e trentadue nomine a Commendatore per altrettante signorine tra i 16 e i 22 anni.
“Per ora – dice un addestratore dei cani anti-debito della BCE – è poca roba, ma sappiamo che lì sotto c’è sicuramente altro”.
All’improvviso, un grido da una squadra di volontari segnala un nuovo ritrovamento: un comma scritto in corpo minuscolo prevede l’esenzione fiscale tombale per tutte le aziende televisive che comincino con la lettera M. Un altro comma, collegato al precedente, obbliga i contribuenti italiani a pagare un consistente vitalizio agli ex-giocatori del Milan, per una somma vicina ai 76 milioni di euro.
“Il nostro è un delicatissimo lavoro di setaccio – dice un commissario europeo – perchè sappiamo con certezza che Berlusconi ha nascosto nel decreto decine di norme a tutela dei suoi affari, ma non sappiamo in che punto sono sepolti e che forma hanno”.
Alle prime luci dell’alba, intanto, un cane ha attirato l’attenzione dei soccorritori e dalle macerie dell’economia italiana è stato estratto un articolo di poche righe: “Tutte le mogli separate il cui nome comincia con la lettera V. E che abbiamo nella loro vita scritto almeno una lettera a Repubblica non hanno diritto agli alimenti”.
Le ricerche continuano.
Alessandro Robecchi
(da “Il Misfatto“)
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Novembre 14th, 2011 Riccardo Fucile
MASSIMO FINI: “NON CAMBIERA’ NULLA: USCITO DI SCENA IL CAPOCOMICO, NON CI LIBEREREMO TANTO PRESTO DEL BERLUSCONISMO”…”AVREMO UN’ITALIA BERLUSCONIZZATA SENZA IL PREMIER CHE ALMENO, OGNI TANTO, CI FACEVA DIVERTIRE”
Il regime di Silvio Berlusconi, che sembrava eterno come il suo protagonista, è caduto sulla Carlucci (“Ahi, ahi, signora Longari…”).
Una fine nell’avanspettacolo così com’era cominciato.
Nessuna Gà¶tterdammerung.
Un’uscita di scena senza epica, senza grandezza, senza nemmeno quell’aura di dramma che ha segnato la caduta di altri prim’attori della storia politica italiana, recente e passata. Semplicemente un mesto rientro fra le quinte del copocomico di uno show-spazzatura (in questo la Carlucci assume un valore simbolico) durato 17 anni in quel perenne Bagaglino che è diventata l’Italia.
Diciassette, lunghi, lunghissimi anni. Una vita. La nostra vita.
Uscito di scena il capocomico non ci libereremo tanto presto del berlusconismo.
Ha infettato profondamente le fibre della nostra società , di coloro che l’hanno sostenuto, di quelli che l’hanno combattuto o hanno fatto finta di farlo e anche di quelli che hanno assistito, attoniti, alla distruzione della dignità nazionale, di ogni cultura che non fosse la subcultura televisiva, all’abbattimento definitivo di quel poco di senso della legalità che era rimasto nel popolo italiano, al capovolgimento di ogni logica, anche la più elementare, quella aristotelica, binaria che usiamo nei nostri computer (è ciò che Marco Travaglio chiama “il mondo alla rovescia”), all’onestà e alla coerenza ridotte a ridicoli tic di pochi, poveri, idioti, alla menzogna sistematica e alla spudoratezza elevate a virtù, politiche e personali, alla volgarità divenuta uno stile di vita collettivo.
Tuttavia sarebbe ingiusto, e anche poco credibile, addebitare tutto questo al solo Silvio Berlusconi.
È vero che il Cavaliere, detentore per più di tre lustri dell’intero comparto televisivo privato nazionale, ha avuto modo di preparare il terreno per educarci alla sua subcultura, ma è anche vero che gli italiani non aspettavano altro con la fede con cui il credente ingoia l’ostia consacrata.
Comunque, tranquilli: non cambierà nulla.
Gli uomini politici si stanno già riposizionando per spartirsi al meglio le spoglie dell’impero berlusconiano.
È tornato all’onor del mondo persino Scajola, vezzeggiato dalla sinistra perchè ha contribuito a indebolire il Cavaliere.
I partiti continueranno a occupare arbitrariamente e illegittimamente la Rai, mantenendovi i loro vassalli (i vecchi mascheroni di sempre, alla Vespa) o aggiungendovene dei nuovi che con tutta probabilità saranno, anche se si fa fatica a crederlo, più fedelmente canini dei primi. Tutto ciò sarà chiamato “discontinuità ”.
Il presidente Napolitano, vecchio topo di segreterie, continuerà a squittire su un’unità nazionale che non è mai esistita, se non, forse, durante il fascismo, e si arrogherà il merito, sottraendolo alla Carlucci, di aver fermato l’energumeno, mentre avrebbe dovuto farlo molto tempo fa, perlomeno tutte le volte che il premier dichiarava, in Italia e all’estero, come fosse cosa da nulla, una bagattella, che “la Magistratura è peggio della criminalità ”.
In quanto agli intellettuali, che sono i veri traditori (“Le trahison des clercs”, per dirla con Julien Benda) perchè il loro compito non è quello di aggiogarsi, come pecore, a questo o a quel partito, ma di cercare, nei limiti del possibile, di chiarire le idee alla gente invece di confondergliele, è già da qualche mese che, fiutato il vento, si stanno smarcando.
Avremo un’Italia berlusconizzata senza Berlusconi.
Che almeno, qualche volta, ci faceva divertire.
E c’è qualcuno, fra i suoi avversari, che lo sta già rimpiangendo.
Massimo Fini
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Novembre 14th, 2011 Riccardo Fucile
CON LE DIMISSIONI DA PREMIER VENGONO A CADERE MOLTE DELLE MOTIVAZIONI CHE HANNO FATTO RINVIARE I PROCESSI IN CUI IL CAVALIERE E’ IMPUTATO… CORSA CONTRO IL TEMPO PER IL CASO MILLS…E IL RUBY GATE POTREBBE COINCIDERE CON LA CAMPAGNA ELETTORALE
Addio legittimo impedimento. 
Con le dimissioni dalla carica di premier cadono molti dei motivi con cui Silvio Berlusconi ha fino ad oggi rallentato l’iter dei processi.
E ora il calendario potrebbe intensificarsi.
Da oggi, come parlamentare, l’ex premier potrà invocare il legittimo impedimento solo in caso di votazioni in aula e per tutti quei motivi (malattia o viaggi all’estero, ad esempio) per i quali chiunque può chiedere un rinvio. Sono tre a Milano i procedimenti penali che lo vedono imputato e in quarto è stato chiesto il suo rinvio a giudizio: il ‘caso Ruby’, dove deve difendersi dall’accusa di concussione e prostituzione minorile, la gestione dei diritti tv da parte di Mediaset, la presunta corruzione dell’avvocato inglese David Mills e il passaggio di mano dell’intercettazione disposta nel corso dell’indagine sulla mancata scalata alla Bnl tra Piero Fassino e Giovanni Consorte. Intercettazione finita sulle pagine de il Giornale, per la quale il 5 dicembre prossimo il gup di Milano Maria Grazia Domanico deciderà se disporre il rinvio a giudizio anche per il leader del Pdl dopo quello già deciso per il fratello Paolo.
Il procedimento più delicato, quello che ha le ‘settimane contate’ prima della prescrizione è quello sul caso Mills.
Il pubblico ministero Fabio De Pasquale potrebbe dare battaglia per chiedere di inserire nuove udienze e arrivare, in tempi stretti, a una sentenza nei confronti dell’imputato accusato di corruzione in atti giudiziari.
Il 5 dicembre prossimo è fissato l’interrogatorio di Berlusconi, chiamato a difendersi dall’accusa di aver consegnato 600mila dollari a Mills per fornire testimonianze reticenti, e in quell’occasione l’ex premier, al quale resta lo status di deputato, non potrà far valere impegni governativi di sorta.
Per capire quale sarà l’accelerata, se ci sarà , nell’aula del caso Mills bisognerà attendere il 28 novembre quando le parti torneranno a riunirsi per l’interrogatorio, in video conferenza, del legale inglese, già condannato in primo e secondo grado per il reato di corruzione poi prescritto dalla Cassazione.
Ritmi più intensi, probabilmente, anche per il processo sui diritti tv dove Berlusconi è accusato di frode fiscale per presunte irregolarità nella compravendita dei diritti di film americani da parte di Mediaset, il secondo procedimento che si avvicina alla prescrizione.
Anche qui, come nel caso Ruby, pende la spada del conflitto di attribuzione tra poteri dello stato, dopo che la Consulta ha dichiarato ammissibile il ricorso presentato dei legali di Berlusconi contro il diniego della corte di concedere il legittimo impedimento in una udienza del marzo 2010.
Ma la Corte Costituzionale non si esprimerà prima della metà del 2012. Procede in attesa della Consulta anche il processo per il Ruby-gate.
Il processo è iniziato lo scorso 6 aprile e sembra difficile ipotizzare nuove udienze rispetto a un calendario già fitto e senza rischi temporali, dal momento che la vicenda sarà prescritta solo a partire dal 2025.
Ma l’addio di Berlusconi a Palazzo Chigi potrebbe far saltare l’accordo raggiunto tra la Procura di Milano e i legali dell’imputato per mediare tra le esigenze dei giudici e gli impegni del Cavaliere.
Una prospettiva che potrebbe tradursi — in tempi di campagna elettorale — in una successione ravvicinata di impegni giudiziari.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Novembre 14th, 2011 Riccardo Fucile
LA POLIZIA PENITENZIARIA E’ SOTTO ORGANICO, FINALMENTE ARRIVANO DELLE ASSUNZIONI MA NITTO PAOLA HA VOLUTO LE RECLUTE PER LA SFILATA A ROMA… L’ASSEGNAZIONE ALLE SEDI PUO’ ASPETTARE
Da due mesi 750 reclute della polizia penitenziaria sono inutilizzate, in attesa di essere impiegate nelle carceri italiane che soffrono di una cronica carenza di personale.
Sono rimaste “disoccupate”per tutto questo tempo perchè hanno dovuto attendere di essere passati in rassegna ieri a Roma, dal ministro della Giustizia Nitto Palma.
Il Guardasigilli ha sfileto davanti a loro a bordo di una lussuosa jeep cabrio nel corso della cerimonia di giuramento del 163/mo corso che si terrà nella Scuola di formazione della Polizia Penitenziaria di via di Brava 99.
Ma questa cerimonia è stata pesantemente ctiticata dai sindacati di polizia, in particolare da quelli di area centrodestra. “È un inutile spreco di risorse”, tuona Domenico Mastrulli, segretario generale dell’Osapp. “Inopportuna – ha aggiunto – nel momento in cui il governo è dimissionario”.
“Mandate quegli agenti nelle zone colpite dall’alluvione in Liguria”, è l’appello al ministro della Giustizia di Donato Capece e Roberto Martinelli, segretario generale e segretario generale aggiunto del Sappe.
“Di quelle 750 reclute – aggiungono – 100 si erano “diplomati” nella scuola di Cairo Mmntenotte. Anzichè stare fermi nelle scuole a fare nulla, sarebbe stato meglio destinarli a Genova per metterli a disposizione delle autorità e della Protezione Civile. Nell’immediatezza dell’esondazione dei torrenti, nella zona di Marassi, una trentina di agenti hanno fornito un importante contributo ai cittadini del quartiere devastato”.
Ma l’appello a Nitto Palma di mandare i neo-poliziotti “a spalare fango a Genova” è rimasto inascoltato.
Anche il vice capo del Dap, Simonetta Matone, ha rifiutato la proposta dei sindacati: quegli agenti dovevano servire per la sfilata davanti al ministro.
La parata simil militare, sì.
Aiutare le popolaziioni liguri vittime dell’alluvione, no.
Prendere servizio nelle carceri super affollate, no.
Solitamente il giuramento si teneva nella Scuola dove si era svolto il Corso di Formazione, tra Parma, Roma, Sulmona, Cairo Montenotte e Catania.
Nonostante i tagli lineari del governo Berlusconi che hanno messo in ginocchio il sistema-sicurezza in Italia, il ministro Nitto Paola ha deciso comunque di spostare tutti i 750 agenti a Roma e di organizzare così un mega giuramento in pompa magna.
È come se, per intenderci, il ministro La Russa decidesse di spostare tutte le reclute di tutte le caserme d’Italia a Roma, per giurare fedeltà alla Patria.
Nitto Palma, per disinnescare la mina di una manifestazione di protesta annunciata dai due sindacati proprio nel giorno della cerimonia, li ha ricevuti promettendo loro una accelerazione della procedura di assegnazione delle reclute.
Il Sappe ha ricordato al Guardasigilli come il sistema carceri sia “alle soglie dello “stato di calamità ” con oltre 67mila detenuti presenti, a fronte dei circa 43mila posti letto, e 7mila e 500 agenti in meno in organico”.
I soldi sprecati per la fastosa cerimonia del giuramento nella Capitale avrebbero potuto, sostengono i sindacati, finanziare “il mancato pagamento di migliaia di missioni svolte dal personale. Le decine di migliaia di ore di lavoro straordinario non pagate. Il miglioramento delle pessime condizioni di molti posti di servizio nei quali quotidianamente lavorano i “baschi azzurri””.
La protesta sindacale è stata dunque sospesa. Ma il malumore delle organizzazioni di categoria resta.
“Questi 750 neo agenti – spiega ancora Mastrulli, avrebbero potuto tranquillamente fare il giuramento nelle tre scuole d’Italia dove hanno svolto il corso. È stato troppo costoso farli venire apposta a Roma”.
Solo 300 agenti, infatti, saranno ospiti all’interno della scuola di Roma, gli altri saranno alloggiati in albergo e quindi ci saranno 2000 notti da pagare, pullman dell’amministrazione che viaggiano per mezza Italia, andata e ritorno, spese di missione.
Un costo stimato dai sindacati in alcune decine di migliaia di euro.
Troppi, in un momento di crisi dell’economia. E della politica.
(da “L’Espresso”)
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