Aprile 30th, 2012 Riccardo Fucile
MIGLIAIA DI MESSAGGI DI SOLIDARIETA’ DA TUTTO IL MONDO PER LE RAGAZZE CHE AVEVANO ASSALTATO LA FABBRICA DELLA MORTE… LA LEGGE VA RISPETTATA QUANDO ESSA RISPETTA LA DIGNITA’ DEGLI ESSERI VIVENTI, NON QUANDO GIUSTIFICA ATROCITA’
Per loro si è mossa anche Brigitte Bardot. L’ex sex symbol, che da anni ha abbandonato la carriera di attrice per condurre una dura battaglia per la difesa dei diritti degli animali, ha inviato una lettera al ministro della Giustizia, Paola Severino, per chiederle di «vegliare alla liberazione» dei militanti di Green Hill.
Non è stato certo per il suo appello, ma in serata i 12 attivisti, 4 uomini e 8 donne, arrestati per il blitz di sabato, hanno lasciato il carcere. I
l Gip ha disposto per uno l’obbligo di dimora per tutti gli altri il divieto ad avvicinarsi al territorio di Montichiari.
È durata 48 ore la detenzione dei 12 animalisti, provenienti da tutta Italia, fermati per aver liberato una ventina di cuccioli di beagle dall’allevamento di animali per laboratorio nel bresciano.
Sono usciti dal carcere in tarda serata, alcuni con ancora le magliette «No alla vivisezione», che indossavano l’altro giorno durante la manifestazione davanti Green Hill.
Ad accoglierli come eroi gli altri attivisti, ma soprattutto familiari e parenti desiderosi solo di riportarli a casa al più presto.
A quanto si è appreso negli interrogatori del pomeriggio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere tutti, tranne una donna romana 51/enne. «Con il blitz dentro l’allevamento non c’entro nulla», avrebbe detto.
Anche gli hackers di Anonymous oggi hanno dato il loro “contributo” alla lotta animalista, attaccando il sito dell’ Associazione italiana per la lotta contro l’Aids (Anlaids), che dalla scorsa notte mostra un comunicato di sostegno al blitz animalista di Montichiari. «Vogliamo mandare un forte messaggio di solidarietà agli arrestati — affermano — e a tutti coloro che si battono per dare voce a chi non ce l’ha. Ci scagliamo contro l’industria della vivisezione: pratica barbara, arretrata e sanguinaria finalizzata alla sofferenza e al profitto delle avide Lobbies».
Sul sito dell’Anlaids, sotto il titolo “Occupy Green Hill” l’associazione viene direttamente chiamata in causa: «Salve, Mengele del nuovo millennio – si legge -. Se Voi assaltate la Vita, noi assaltiamo i Vostri siti».
Poco prima, un analogo attacco aveva avuto come obiettivo il sito di una azienda che distribuisce e commercializza apparecchiature e strumenti medicali veterinari fornitrice dell’allevamento Green Hill, la Riccò Alete.
Anche qui gli hackers chiedono la liberazione degli arrestati, sostenendo le ragioni del blitz e criticando l’attività dell’allevamento.
Ma per la comunità di animalisti, attivisti, ambientalisti il blitz di sabato pomeriggio verrà ricordato come una delle azioni più esaltanti contro la vivisezione.
Dei venti cuccioli “liberati” tre sono stati riacciuffati dalle forze dell’ordine e riportati nelle gabbie. Ma gli altri sono rimasti nelle mani di chi li ha accolti con affetto.
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Aprile 30th, 2012 Riccardo Fucile
PRELIEVI IN CONTANTI E ASSEGNI CIRCOLARI PER ALMENO 3 MILIONI DI EURO SULLE SOMME A DISPOSIZIONE PER I PARLAMENTARI…. NON SI ESCULDE IL REATO DI PECULATO PER IL SENATORE
Il senatore Piergiorgio Stiffoni, autosospesosi nei giorni scorsi dal gruppo parlamentare della Lega Nord, avrebbe utilizzato un conto
che serve di norma per rimborsare le spese dei senatori, per effettuare operazioni “sospette” come l’emissione di assegni circolari e una serie di prelievi in contanti. §
Le operazioni “sospette” emergono dalle indagini dai pm di Milano sui fondi del Carroccio.
Gli inquirenti valutano la posizione di Stiffoni e non è esclusa una eventuale contestazione di peculato, perchè si tratta di soldi pubblici.
Il senatore del Carroccio, da quanto si apprende, attraverso un conto del movimento aperto presso la Bnl, avrebbe stacccato assegni circolari e prelevato contanti ed effettuato altre operazioni sospette.
Proprio su questi movimenti di denaro si sarebbe concentrata l’attenzione dell’Unità di Informazione Finanziaria di Bankitalia, che ha fatto delle segnalazioni.
Tra il 2010 e il 2011, sul conto, sarebbero transitati tra i 3 e i 4 milioni di euro, frutto di rimborsi statali destinati al gruppo.
Per questo gli inquirenti potrebbero decidere di iscrivere Stiffoni nel registro degli indagati per peculato.
Il capogruppo in Senato del Carroccio, Federico Bricolo, sentito venerdì scorso, avrebbe dichiarato di non sapere cosa facesse Stiffoni di cui si è sempre fidato. Nel frattempo Stiffoni ha rinunciato a tutti suoi incarichi.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Aprile 30th, 2012 Riccardo Fucile
I RAPPORTI CON BOSSI SONO BUONI: “MI HA DETTO CHE HO FATTO BENE A FARE LA BATELADA, QUANDO SOFFIA IL VENTO BISOGNA TENERE”… “RAPPORTI CON LA ‘NDRANGHETA? SONO ALLIBITA”… I DIAMANTI? “AFFARE PRIVATO, COME ALTRI”
Male non fare, paura non avere. Si difende, rivendica, tiene duro.
Rosi Mauro, senatrice ed ex leghista dopo l’espulsione dal Carroccio per il pasticciaccio brutto di Belsito&co, al Giornale racconta la sua verità .
Fatta di “migliaia di chilometri e di comizi” in tutti questi anni di partito, “ci sono le foto, eppure sembra che io abbia incominciato solo da quando Bossi è stato male nel 2004″.
La “pasionaria”, diventata nelle ultime settimane la “terrona”, dopo lo scandalo dei soldi della Lega usati per i “costi della famiglia Bossi”, multe dei “ragazzi” incluse, e anche per la sua istruzione, è uscita da quello che ancora viene chiamato “cerchio magico”.
E se si fosse dimessa dalla vice presidenza di Palazzo Madama, come le era stato invano, chiesto chissà : ”Avessi avuto i poteri magici che mi attribuiscono, forse non ci troveremmo in questa situazione” dice.
Del resto per ora l’unica a pagare con l’espulsione, oltre all’ex tesoriere Francesco Belsito indagato da tre procure, è stata lei che in alcune intercettazione dà istruzioni. “Io dei conti privati non so nulla. Ma — spiega — se si riferisce al SinPa, ebbene sì: la Lega lo finanziava, persino la Lega lombarda lo ha finanziato. A volte con più e a volte con meno soldi. Come tutte le altre associazioni padane. E allora?”.
Ma non solo. Rosi dice con orgoglio che i soldi nelle casse leghiste sono anche un po’ suoi: “La verità sono oltre 2mila euro al mese moltiplicati per 10 anni, per esempio. Da quando ero consigliere regionale, come tutti gli eletti leghisti, ho versato la mia quota al partito. Quindi intanto chiariamo che nei soldi della Lega ci sono anche i nostri. E poi la verità è che io per anni non ho preso nemmeno lo stipendio dal SinPa. Di più: ho vinto un paio di cause, una da 30 e da 50 milioni di lire, che ho speso per il SinPa”.
E la terrona continua a versare la sua quota, dice: “Sono stata eletta con loro. Io non sono una traditrice”.
Eppure ha anche lei ha investito negli ormai famosi diamanti: “Ho investito i miei soldi dove ho ritenuto opportuno. Ho scelto anche i diamanti perchè l’euro non era conveniente. Come tanti altri”.
Belsito, per esempio, che ha fatto rientrare quelli e anche i lingotti.
Un affare privato, quindi, sostiene, “con Belsito erano solo valutazioni: a cena se ne parlava spesso. Era prima di Natale, si era appena insediato il governo Monti, e chi aveva qualche soldo in banca iniziò a domandarsi che farne, per non farseli mangiare tutti”.
«Con Belsito ho discusso spesso, lo trovavo poco preciso, dispersivo. Ma resto incredula. Del resto, ripeto: non avevo ruoli dirigenziali. Chi li aveva, forse avrebbe potuto accorgersene e agire. Comunque, guardi. Sulla ‘ndrangheta alzo le mani: sono allibita. Ma la cartella Family mi fa ridere: secondo lei un parlamentare ha bisogno di fare truffe per pagarsi le spese mediche? Ma per favore”.
Anche a chi le contesta nepotismo e di aver favorito il suo body guard la senatrice dà una risposta e propone una domanda: “Mia nipote ha 34 anni. Lavora con me da quando ne aveva 18. E con ciò? Lo sapete voi giornalisti che così rovinate le persone? Anche Pier”.
Già Moscagiuro, con cui le è stata attribuita anche una presunta liason, “è stato scritto che era assunto alla vicepresidenza del Senato, e invece lui è un agente di polizia presso l’ispettorato del Senato. Quando non sarà più il mio capo scorta, dopo questo fango, che cosa farà ? Vede, è questo che mi fa schifo. Le mezze verità trasformate in trame oscure, e usate ad arte per costruire una realtà ambigua, e falsa”.
Dell’ex ministro dell’Interno, armato di ramazza che continua a invocare pulizia, non può che dire male.
“Ecco, Maroni. Anche lui improvvisamente si è accorto che sono terrona e vuole un capo al SinPa davvero padano. Che schifo. Schifo è la parola che ripeto di più in questi giorni. Non ne trovo altre”.
Della rabbia che l’ha travolta dice: “Io vedo meschineria, invidia, cattiveria”. E poi sulla scuse del Senatur agli elettori leghisti a Bergamo, dice: “Ho provato rabbia e fastidio, non dimenticherò mai quella scena: Umberto che si commuove e quell’altro con la ramazza…”.
I rapporti con Bossi non si sono interrotti: “Mi ha mandato a dire che ho fatto bene a fare lo stesso la Batelada, perchè quando soffia il vento, bisogna tenere. Questo farò: barra dritta!”.
Per questo non si è dimessa: “Sarebbe stata un’ammissione di colpevolezza, e io non ho fatto nulla di male. Mi hanno detto: così potrai difenderti meglio. Ma da che cosa? Da due che parlano male di me al telefono? Davvero può bastare questo a far cadere chi ricopre ruoli istituzionali? Sembra di esser tornati a Tangentopoli. O c’è qualcosa a mia insaputa, oppure…. Ma si rende conto che non c’è nulla, nulla di illecito che io abbia fatto? Mia madre diceva: male non fare, paura non avere. Io vado dritta per la mia strada. Mi disse (Bossi, ndr): ti daranno della poltronara. Io ho risposto: fosse vero, a pochi mesi dalla fine della legislatura avrei cambiato casacca. Invece no”.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Aprile 30th, 2012 Riccardo Fucile
NEL SUO CURRICULUM, RINO EMILIO POLLONI ESALTA I SUOI MERITI DI ORGANIZZATORE DI CONCORSI DI BELLEZZA, MA TACE DELL’ESPERIENZA DA GEOMETRA CHE GLI E’ VALSA I CONTRATTI NELLE STRUTTURE SANITARIE LOMBARDE
Questa l’accusa lanciata dal consigliere regionale del Pd Giovanni Pavesi, che in
un’interrogazione chiede conto della vicenda alla giunta Formigoni.
L’interessato replica: “Sul mio sito do conto dell’attività politica. Non elenco certo tutti i lavori tecnici di cui sono stato responsabile”.
Dal 1998 in consiglio comunale a Desenzano del Garda (Brescia), Polloni è un volto noto in riva al lago.
In questi giorni fa bella mostra del suo sorriso sui manifesti elettorali: “Contro tante parole, la cultura del fare”, è il motto con cui si candida a sindaco per la Lega Nord.
Per lui il fare coincide soprattutto con gli incarichi ricevuti dall’Azienda ospedaliera di Desenzano.
Dove dal 2003 al 2007, sotto la direzione generale in quota Carroccio di Mauro Borelli, ottiene diversi contratti come “responsabile tecnico con competenze gerarchico funzionali sul personale tecnico e operaio nonchè il supporto alla direzione generale nella programmazione e gli investimenti patrimoniali”.
A fine 2007, pochi giorni prima che Borelli passi alla guida di un’altra Asl, l’Azienda ospedaliera di Desenzano approva la graduatoria del concorso pubblico per assistente tecnico geometra e Polloni viene assunto a tempo indeterminato con un contratto di categoria C.
A inizio 2011 Borelli viene nominato direttore generale dell’Asl di Mantova e dopo una settimana dal suo insediamento chiede che gli venga assegnato Polloni “per fare fronte a motivate esigenze organizzative e di servizio”.
La richiesta viene subito accettata.
Strano, fa notare Pavesi nella sua interrogazione, dal momento che i ripetuti contratti di Polloni presso l’Azienda ospedaliera di Desenzano venivano motivati con “le gravi ripercussioni sulla funzionalità del servizio e sulla continuità dei lavori” che la sua assenza avrebbe provocato.
Polloni arriva a Mantova e dopo una settimana gli vengono affidate funzioni di categoria D, superiori quindi a quelle con cui è stato assunto.
Il consigliere del Pd si domanda come tutto questo sia possibile, visto che dalle esperienze professionali descritte da Polloni sul suo sito “non emerge una particolare competenza professionale come geometra”.
Del suo passato, infatti, il candidato sindaco lumbard racconta i 12 anni trascorsi a guidare “i cosiddetti Tir, viaggiando cinque giorni su sette della settimana, attraverso quasi tutti i territori europei”.
Riga e squadre sembra gli siano capitati in mano per caso: “Gli eventi della vita lo portano poi a cambiare lavoro — si legge sul blog — arrivando in ultimo a svolgere la professione di geometra”.
Poi, grande vanto, l’ideazione nel 1996 di Miss Padania. Polloni “ne registra il marchio alla camera di commercio di Brescia a nome e per conto della segreteria provinciale Lega Nord di Brescia”.
E nel 1998 contribuisce a organizzare la prima selezione del concorso per scegliere la più bella tra le ragazze cresciute lungo il Po.
Un’invenzione di cui Polloni va ancora fiero: “L’idea mi venne dopo la vittoria a Miss Italia di Denny Mendez, che a mio avviso non rispettava le bellezze tipiche del nostro popolo”.
E sull’interrogazione in Regione dice: “Un attacco perchè mi candido a sindaco. Le mie competenze sono dimostrate dai lavori che ho realizzato da responsabile tecnico all’ospedale di Desenzano, come le sale operatorie e la pista di atterraggio per elicotteri accanto al pronto soccorso. Borelli mi ha chiamato a Mantova perchè mi ha conosciuto negli anni e tra noi c’è un rapporto di stima”.
Sul caso dovrà ora esprimersi la giunta guidata da Roberto Formigoni.
Per chiarire “se il titolo di studio e l’esperienza professionale del geometra Polloni siano compatibili con le funzioni superiori a lui attribuite”.
Luigi Franco
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Aprile 30th, 2012 Riccardo Fucile
SECONDO I PM, IL TESORO DELL’EX AMMINISTRATORE DEL CARROCCIO E’ PRESSO UNA SOCIETA’ CON SEDE IN SVIZZERA CHE SI SAREBBE DOVUTA OCCUPARE DI LAVORI EDILI E MARITTIMI, IDRAULICA E GESSATURA E CHE E’ FALLITA A FINE MARZO
Si chiama “Aurora” . E sarebbe la cassaforte svizzera supersegreta dell’ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito dove avrebbe nascosto e fatto transitare milioni e milioni di euro dei fondi del rimborso elettorale della Lega. E forse, come sospettano gli investigatori, anche della Ndrangheta.
La “Aurora” , Società a Garanzia Limitata, si trova, o meglio si trovava fino al 29 marzo scorso, in via Gaggio 2 a Lugano, nel Canton Ticino.
La società è intestata a Franco Domenico Belsito che l’aveva rilevata nel 2011 da un certo Giovanni Russo, un personaggio sul quale si stanno concentrando i riflettori delle procure della Repubblica di Napoli e di Reggio Calabria che hanno trovato la traccia “Aurora” radiografando le migliaia di files sequestrati nei vari computer dello stesso Belsito, di alcune segretarie della Lega e di quelli dell’avvocato calabrese Bruno (o “Giovanni”) Mafrici, indagato con l’ex tesoriere della Lega per riciclaggio.
Gli investigatori sono convinti che la società “Aurora” che è intestata a Franco Domenico Belsito sia proprio di Francesco Belsito che, come il suo amico avvocato Bruno Mafrici, avrebbe usato nomi diversi per utilizzare due codici fiscali e sfuggire quindi ad alcuni controlli fiscali e valutari.
Negli ultimi interrogatori Belsito non ha mai fatto riferimento ad”Aurora”, pensava che potesse sfuggire agli occhi degli investigatori della Dia di Reggio Calabria e dei pm Woodcock e Lombardo che nei prossimi giorni si recheranno in Svizzera per alcune rogatorie nel tentativo di decifrare alcuni conti svizzeri ed in particolare la cassaforte “Aurora” per verificare se era proprio di Francesco Belsito o di un omonimo e cosa e quanti milioni di euro siano transitati attraverso questi conti svizzeri gestiti direttamente da Francesco Belsito.
La “Aurora” era stata iscritta nel registro delle imprese svizzere il 15 novembre del 2010 con il numero di registrazione “Ch–501.4.015.190-9”, ed ufficialmente avrebbe dovuto occuparsi di lavori edili e marittimi , gessatura, idraulica, sanitari, impianti, ristrutturazioni, manutenzione di parchi ed altre attività .
Ma in realtà , sospettano gli investigatori, quella società si sarebbe occupata di ben altro tanto che in piena bufera giudiziari Belsito si sarebbe affrettato a far fallire la “Aurora” il 29 marzo scorso.
“Data molto sospetta” commenta un investigatore. Perchè la “Aurora” guarda caso, interrompe la sua attività quando ormai Belsito è raggiunto dall’avviso di garanzia e la Lega finisce nella bufera giudiziaria.
Cosa nascondeva la “Aurora”? Solo le indagini della polizia svizzera ed italiana potranno scoprirlo.
E chi ha suggerito a Francesco Belsito di costituire una società con il suo nome e cognome in Svizzera?.
Il sospetto è che possa essere stato l’avvocato calabrese Bruno Mafrici, indagato insieme a Belsito e ad altri per riciclaggio.
Lo stesso Mafrici che accusa Belsito di avere mentito sia sugli incontri che sulle sue visite nello studio legale di via Durini a Milano: “Non sono stato io a cercare lui ma lui a cercare me. Voleva fare operazioni finanziarie ed io ho cercato di aiutarlo. Dice che non è mai stato in questo studio? Ma non è vero, lui in questo studio c’è stato varie volte…”.
Quel che è certo è che uno dei due mente.
E per i pm napoletani e calabresi, Woodcoock e Lombardo, probabilmente chi mente di più sarebbe proprio Franesco Belsito, “probabilmente perchè potrebbe rimanere invischiato nelle inchieste sul riciclaggio della Ndrangheta”.
E Mafrici, nell’interrogatorio dei giorni scorsi reso a Milano, non ha esitato a confermare che Francesco Belsito gli chiese “suggerimenti” per operazioni investimenti ed operazioni bancarie.
“Ed io misi a disposizione di Belsito alcuni consulenti che operano in Svizzera”.
Francescco Viviano
(da “La Repubblica“)
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Aprile 30th, 2012 Riccardo Fucile
ITALIA NEL RIDICOLO IN TUTTO IL MONDO: CONTESTATA AI MANIFESTANTI LA RAPINA, IL FURTO E IL DANNEGGIAMENTO… NEL PAESE IN CUI I BLACK BLOC POSSONO IMPUNEMENTE BRUCIARE UNA CITTA’, IL PUGNO DI FERRO LO SI USA SOLO CON LE CASALINGHE
Sono stati rinchiusi in carcere a Verziano i 12 manifestanti (8 donne e 4 uomini) fermati sabato sera dalla Digos per il blitz a Green Hill,
l’allevamento di cani beagle di Montichiari.
Le accuse di cui devono rispondere sono rapina, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, furto aggravato in concorso e violazione di domicilio aggravata.
Secondo la società Green Hill e le forze dell’ordine il danno provocato dall’invasione degli attivisti ammonta a circa 250mila euro.
In carcere sono finite dodici persone: una 39enne polacca residente a Ferrara; Alessandra, insegnante 47enne di Bologna; Teresa 51enne di Roma, impiegata alle poste; Benedetta, studentessa 21enne di Cascina, in provincia di Pisa; un 40enne di Argelato, nel bolognese; una 44enne di Pelago e un 37enne di Castelfiorentino, entrambi in provincia di Firenze, un 25enne di Torino, Veronica, studentessa 22enne di Roma; una 26enne di Firenze; Raffaele 42enne di Pomezia impiegato alle Poste, e una 38enne di Treviso.
Una ragazza minorenne è stata denunciata a piede libero.
Oggi il processo per direttissima e l’udienza di convalida.
Domenica sera davanti al carcere bresciano si è tenuta una manifestazione di solidarietà mentre sul web si stanno mobilitando gli animalisti di mezzo mondo e si moltiplicano gli appelli alle organizzazioni animaliste per dare sostegno agli attivisti incarcerati.
La parlamentare Pdl ed ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla domenica sera ha fatto visita agli attivisti incarcerati.
Secondo l’ex ministro il gesto dei manifestanti dà la misura «di quanto sia alto il livello di esasperazione dei cittadini, che non intendono più tollerare la presenza di tale vergognosa attività nel nostro Paese.
Le migliaia di persone – aggiunge Michela Vittoria Brambilla – che da mesi hanno messo in campo ogni forma civile di protesta contro Green Hill, interpretano il sentimento di milioni di italiani»: l’86% dei cittadini, infatti, è fortemente contrario alla vivisezione (Eurispes) ed è ben noto che la parte più avanzata del mondo scientifico giudica tale pratica inutile e dannosa per la salute umana.
«Le persone arrestate – afferma la parlamentare Pdl – sono mosse soltanto dal desiderio di salvare la vita alle migliaia di cagnolini che ogni anno muoiono tra atroci sofferenze sui tavoli dei laboratori di vivisezione di mezza Europa».
La Brambilla ha rinnovato il suo appello ai colleghi senatori perchè approvino al più presto l’articolo 14 della legge comunitaria, con la norma, di cui è autrice, che vieta su tutto il territorio nazionale di «allevare cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione» e che comporterà quindi la chiusura di Green Hill».
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