Aprile 29th, 2012 Riccardo Fucile
LA “LISTA MUSSO” PER GOVERNARE LA CITTA’ PUNTA AD AIUTARE LE FAMIGLIE, TRATTENERE I GIOVANI TALENTI A GENOVA, INTEGRARE UNIVERSITA’ E CITTA’, ATTRARRE INVESTITORI, FAR TORNARE I VIGILI IN STRADA
Le interviste in esclusiva di “Destra di popolo”
Tutti parlano di famiglia, spesso tenendosi sul vago. Le sue misure concrete per aiutare le
famiglie.
“Con me il Comune di Genova darà una mano concreta alle famiglie genovesi. Bollette sempre più pesanti? Rincari della luce, del gas? Con il mio insediamento al Comune, attiverò subito lo Sportello Risparmio: un servizio innovativo, gratuito e rivolto a tutti, in collaborazione con l’ordine dei commercialisti.
Daremo assistenza diretta e indiretta alle famiglie, faciliteremo le domande di contributi per sgravi e sconti su luce e gas, già previsti da una normativa poco conosciuta, metteremo a disposizione dei cittadini un autentico ‘Caf’ municipale, in grado di seguire singolarmente ogni caso segnalato e dare a chi ne fa richiesta un supporto economico reale.
Ci saranno Sportelli Risparmio presso gli uffici comunali e presso i Municipi, per essere vicini alla gente.
Ci sarà un numero verde gratuito per prenotare la propria consulenza. A quel punto si attiveranno i volontari per le famiglie, che chiamo Angeli del Risparmio.
Forniranno consigli pratici per la gestione delle utenze domestiche e per risparmiare sulla fruizione di servizi, daranno indicazioni per ottenere agevolazioni e l’accesso ai sostegni già previsti — ad esempio dalla Regione o dallo Stato — anche recandosi a domicilio, se richiesti da persone anziane”.
A proposito, Genova è nota per essere una città di anziani; cosa si può fare per i giovani?
I giovani sono il futuro di ogni città . Bisogna evitare che continui la fuga da Genova. Occorre creare condizioni territoriali (amministrative, infrastrutturali e fiscali) in grado di attrarre, trattenere e radicare le imprese e quindi di mantenere e aumentare le opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani.
Genova deve diventare interessante per i giovani, con iniziative sul versante delle tecnologie, sullo sviluppo delle iniziative culturali e deve curare una migliore integrazione fra Università e città .
L’università è uno degli (ormai pochi) elementi che attraggono a Genova una popolazione “qualificata”, non genovese e talvolta non italiana.
Per la città è un’opportunità di attrarre ed eventualmente trattenere i migliori talenti. Occorre anche pensare a servizi per gli studenti, luoghi di aggregazione, impianti sportivi; tutto ciò che li aiuta a incontrarsi ed a dialogare.
Altrettanto importanti sono le scuole comunali, in particolare dell’infanzia, per le quali è necessario da un lato aumentare l’offerta e consentire quindi alle madri lavoratici la ripresa della propria attività , dall’altro potenziare forme di dialogo con le famiglie.
Cosa può fare il Sindaco per il lavoro ?
L’occupazione è la priorità di Genova in questo momento e Genova deve tornare ad essere una grande città di respiro internazionale, attrattiva e con un sindaco credibile e spendibile ai massimi livelli.
Le grandi imprese stanno soffrendo per la macro economia e le piccole imprese soffrono spesso per la burocrazia.
Il Comune dovrà semplificare al massimo le incombenze burocratiche e facilitare la nascita di nuove imprese con servizi ed aree dedicate.
Le scelte urbanistiche e il marketing territoriale favoriranno le attività che producono per l’export e creano lavoro (diretto e indotto).
Il Comune si doterà inoltre di una struttura dedicata, in capo ad un unico assessore, in grado di monitorare l’economia locale, gestire la relazione con aziende e possibili imprenditori, promuovere le capacità e le opportunità del territorio (talenti, aree industriali, clima, reti…) presentandole nelle sedi nazionali/internazionali più opportune.
Importante è anche preservare le piccole imprese commerciali che oltre all’occupazione aiutano a tenere vivo e controllato il territorio.
Genova è sicura?
Uscire in strade pulite e sicure è un diritto dei genovesi e la migliore immagine per una città .
La Polizia Municipale deve tornare realmente sulle strade, riprendendo il controllo del territorio ed il rapporto costruttivo con i cittadini.
Il Comune deve riconoscere il valore della sicurezza per i cittadini anche come leva di valorizzazione del territorio.
Nel mio programma riporto molte idee pratiche su questo aspetto e, per la realizzazione, confermo che avrò al mio fianco come assessore il Prefetto Serra.
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Aprile 29th, 2012 Riccardo Fucile
IL CANDIDATO DELLA “LISTA MUSSO” FISSA LE PRIORITA’ PER LA CITTA’: OCCUPAZIONE, SERVIZI SOCIALI, INFRASTRUTTURE, PORTO, AMBIENTE… “DOPO ANNI DI SCANDALI. LA POLITICA DEVE TORNARE AD ESSERE UN SERVIZIO ALLA COMUNITA'”
Le interviste in esclusiva di “Destra di popolo”
Lei ha diversi anni di frequentazione del consiglio comunale alle spalle: che consiglio darebbe a chi si candida per la prima volta?
Farlo solo se pensi di portare onestà , idee innovative e amore per Genova: per altri scopi ci sono i “comitati di affari” cui rivolgersi.
Di persone “interessate” ad altro ne ha viste tante?
Ho visto politici che sembravano “intoccabili” travolti da scandali e beghe interne, correnti e spifferi, quando non da azioni giudiziarie. Un bello spaccato di vita amministrativa…
Perchè i giovani sono lontani dalla politica?
Perchè la politica è distante mille miglia dai giovani, dai loro problemi, dalle loro aspettative lavorative, dai loro valori di riferimento. Come possiamo pretendere di dialogare con loro usando un linguaggio a loro sconosciuto?
Genova da anni è amministrata dalla sinistra: perchè i genovesi dovrebbero cambiare?
Da una sinistra moderna e riformista ci si sarebbe aspettato un progetto di ampio respiro per la Genova del futuro: invece la sinistra si è limitata semplicemente a gestire il potere, d’intesa con i comitati di affari che agiscono in piena sintonia con loro. Sono diventati loro i referenti privilegiati della Amministrazione, non i cittadini.
Lei è stato tra i promotori della Lista Musso, una lista civica che al suo interno raccoglie anche esponenti del terzo Polo: perchè non avete fatto una lista unica con il Pdl?
Perchè il Pdl a Genova inconsistente e impresentabile, noi siamo partiti con un programma civico da più di un anno, loro hanno litigato per mesi solo per decidere chi proporre, bruciando via via almeno dieci potenziali candidati, in una continua lotta tra correnti interne: una follia.
Quali le priorità per Genova?
Creare le condizioni per attirare aziende e assicurare occupazione: vuol dire puntare su infrastrutture, servizi, viabilità scorrevole, ma il tutto nel pieno rispetto ambientale. Elevare il livello della qualità della vita, attraverso una maggiore tutela dell’ambiente e del verde pubblico diventa una carta in più da giocarsi sul tavolo della riqualificazione industriale e turistica. E i servizi sociali non vanno ridotti, ma migliorati.
Una cosa originale che farebbe…
Eliminare la tassa comunale sui dehors nei pubblici esercizi di periferia: il Comune dovrebbe ringraziare gli esercenti che mettono tre tavolini fuori invece che tassarli. Assicurano una maggiore vivibilità al quartiere, sicurezza e socializzazione. La politica “alta” deve avere un progetto, non si vive di sole tasse.
Che sindaco si augura per Genova?
Uno che alle 7 del mattino sia in giro a controllare i lavori pubblici, uno che cacci dalla porta gli affaristi e riceva i cittadini, uno capace di bussarti alla porta e chiederti se hai qualche consiglio da dargli.
E quale Genova sogna?
Un città vivibile, aperta, sicura, tollerante, pulita, accogliente: in sintonia con il suo passato e la sua storia. Insomma una Genova Bellissima.
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Aprile 29th, 2012 Riccardo Fucile
IL CANDIDATO DELLA LISTA “CITTA NUOVE-VINAI SINDACO” RIVENDICA LA VICINANZA AL SINDACATO UGL, AUSPICA NUOVE INFRASTRUTTURE PER GENOVA, DENUNCIA I COMITATI DI AFFARI CHE APPOGGIANO DORIA E DICE NO ALLA MOSCHEA
Le interviste in esclusiva di “Destra di popolo”
Perchè hai scelto di candidarti in “Città Nuove”?
“Perchè in questo momento di crisi totale dei partiti politici, una lista civica, peraltro saldamente legata alla realtà nazionale attraverso la Fondazione Polverini e il sindacato UGL, rappresenta un laboratorio di idee molto importante al servizio dei cittadini”
Il punto più caratterizzante la tua campagna elettorale?
“Il lavoro prima di tutto ed il sostegno a qualunque iniziativa che possa far superare questo momento di immobilismo economico e sociale: quindi, il supporto aperto a quelle opere infrastrutturali che possono far uscire Genova dal suo pesante isolamento.
In tutti questi anni in Consiglio Comunale hai sempre preso posizioni molto dure in tema di sicurezza, di contrasto all’illegalità e agli aspetti peggiori di un’immigrazione incontrollata che ricade sui cittadini, specie i più deboli. Intendi perseguire su questa linea?
“Mi sembra che la città sia sempre più vittima di una crescente e violenta delinquenza, con un abusivismo commerciale dilagante e soprattutto preda di associazioni mafiose, in particolare alla ‘ndrangheta, che inquinano i partiti politici e le strutture pubbliche. E’ necessario, pertanto, combattere senza falsi perbenismi questi problemi che contribuiscono al declino e al degrado genovese”.
Ti sei sempre opposto alla Sindaco Vincenzi ed alla sua Giunta , ritieni che la candidatura di Doria per il centro-sinistra rappresenti comunque un momento significativo che ha visto il PD padrone di ogni centro di potere, anche il più marginale?
“Assolutamente no. Se il nuovo è rappresentato dai vari don Gallo, don Farinella, dai Centri Sociali, dal petulante ed ipocrita mondo radical-chic, rischiamo di cadere dalla padella alla brace: Pisapia a Milano docet.
D’altra parte la presenza tra i sostenitori di Marco Doria di grossi imprenditori e finanzieri dell’ultra-borghesia è l’evidente segnale che, a parte le chiacchiere fumose, ci sono in ballo interessi economici sostanziali perseguiti dalle stesse persone che nel passato hanno sostenuto Pericu e Marta Vincenzi”.
Sì o no alla moschea?
“Rispetto le idee ed i sentimenti di tutti, ma personalmente sarò sempre contrario alla moschea al Lagaccio ed in qualunque altro quartiere di Genova”.
Come immagini Genova con Vinai Sindaco?
“Un’Amministrazione che fa rispettare a tutti le regole che sono la base della civile convivenza, attentissima ai problemi del lavoro, alla costante ricerca di finanziamenti per sostenere le infrastrutture necessarie, che non ruba più spazi al Porto ma che punta su di esso e sulle attività ad esso connesse per creare lavoro e sviluppo.
Accanto ai grandi temi, un’Amministrazione che curi la manutenzione della città in tutte le sue priorità , che combatte sprechi e sperperi di denaro pubblico e che quindi sia in grado di dare l’immagine di città vivibile ed accogliente, impegnata ad uscire dalla decadenza di oggi. Diciamo…una città nuova davvero!”
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Aprile 29th, 2012 Riccardo Fucile
LA CANDIDATA DE “LA DESTRA” CONTRO I DUE CLAUDI CHE SI SPARTISCONO IL POTERE IN LIGURIA…”IL GOVERNO MONTI STA AFFAMANDO GLI ITALIANI ONESTI, LE BANCHE LA FANNO DA PADRONE”…”RESCINDERE L’APPALTO A EQUITALIA, INTRODURRE IL MUTUO SOCIALE PER LE GIOVANI COPPIE, NO ALLA GRONDA, DEVIARE IL BISAGNO”
Le interviste in esclusiva di “Destra di popolo”
La sua candidatura con la Destra di Francesco Storace è stata per molti una sorpresa. Perchè questa scelta e perchè proprio adesso?
Perchè Genova oggi è nelle mani di un clan politico, che lavora solo e sempre per i suoi interessi. Un gruppo che fa clientela e i cui confini superano quelli della sinistra classica, che ha l’egemonia politica ma non quella culturale di Genova da troppi anni. Io parlo spesso di PdP, partito del potere, riferendomi alla spartizione che da almeno quindici anni vede protagonisti i due “Claudio”, Burlando e Scajola.
Con tutta la loro pletora di yes man e yes woman. Voglio combattere per cambiare questo sistema di potere . In un passato recente, ho creduto e sperato di poter cambiare il modo di amministrare questa nostra città dall’interno. Ma le incrostazioni sono troppo forti: il PdP non può cambiare ma solo riciclarsi cercando facce più presentabili.
E Marco Doria, il professore che siede nel consiglio di indirizzo della Compagnia San Paolo di Torino, il consigliere comunale del Pci all’inizio degli anni Novanta, è l’ennesima controfigura che la sinistra propone per mantenere le sue rendite di potere.
E’ per questo che la mia autonomia e il mio desiderio di fare politica per il bene della mia gente e non per i soliti amici è stato visto come un pericolo. Negli anni sono stata lusingata da destra e da sinistra, ma quando ho dimostrato di non essere in vendita, sono stata attaccata sul piano personale.
Genova è una delle due grandi città italiane in cui si vota il 6 e 7 maggio (l’altra è Palermo). Si può parlare di valore nazionali del voto?
Certamente. La mia campagna elettorale è stata tutta per Genova e contro il governo Monti-Fornero, che sta affamando gli italiani onesti. Da Genova deve partire un messaggio netto contro la politica dell’esecutivo, contro le Banche che la fanno da padrone.
Dobbiamo dare una sberla, in senso politico, a chi sta demolendo lo stato sociale, la sicurezza delle famiglie, il valore del lavoro. E noi della Destra siamo l’unico partito che davvero si batte contro Monti.
A Genova voglio ricordare che le coalizioni che appoggiano Marco Doria, Enrico Musso e Pierluigi Vinai sono tutte formate da partiti che sostengono Monti. La loro posizione è di pura ipocrisia politica: dicono di volere il bene di Genova e poi sostengono il governo ammazza Italia.
In che modo ha dichiarato guerra ad Equitalia?
Genova deve essere la prima grande città liberata da Equitalia, per rispettare la dignità delle persone. Per questo nel mio programma elettorale che la rescissione dell’appalto ad Equitalia.
Vogliamo che i nostri cittadini siano rispettati nella loro dignità ; circostanza che le procedure di riscossione di Equitalia non garantiscono, poichè non rispettano alcun criterio di umanità nel rapporto tra ente riscossore e cittadino.
Gestendo in maniera diversa e legata al territorio i casi di recupero crediti, potremo monitorare i casi ed intervenire con la necessaria attenzione alle diverse situazioni. Io non voglio che i cittadini rischino il pignoramento della casa per una multa per divieto di sosta.
Non voglio che in una situazione tanto difficile e resa ancora più dura da un governo delle tasse come quello Monti, i Genovesi finiscano per essere colpiti anche a livello comunale. E’ in base alla legge 166/2011, la quale da la possibilità ai Comuni di sbarazzarsi da Equitalia, che intendo far diventare Genova il primo grande Comune de-Equitalizzato d’Italia.
Lei parla di deviazione del Bisagno e di rinascita della vallata. Come?
Non è un sogno ma un progetto concreto, realizzabile, definitivo.
Il torrente Bisagno va deviato, così come è stato fatto a Valencia per il Turia, torrente dalla portata media molto maggiore di quello genovese.
Tutti gli interventi effettuati fino a oggi a Genova sono stati inutili per la città e utili solamente a spendere milioni e milioni di denaro pubblico.
La vera sicurezza per la città passa per una soluzione definitiva di questo epocale problema. La deviazione del Bisagno è la soluzione che propongo. A Valencia è stato deviato, dopo l’ennesima alluvione , il fiume Turia, un corso d’acqua cinque volte più capiente del Bisagno.
La stessa cosa si può fare a Genova, costruendo due gallerie sotterranee di circa 6 metri di diametro (lo scolmatore del Fereggiano è una galleria di 3 metri di diametro) e trasformare la Val Bisagno in un’isola felice, con parchi, spazi urbani e di servizi.
Il Mutuo Sociale è uno dei punti programmatici più forti del suo programma. Come funziona?
Il Mutuo Sociale Comunale, che riprendendo il sistema già applicato con successo dalla Regione Lazio, punta a sfruttare il gettito della nuova imposta municipale unificata (Imu, ex Ici) per premettere di comprare la casa a tutti quelli che non possono avere il mutuo dalle banche.
Mi rivolgo soprattutto alle giovani famiglie, ai lavoratori precari che non hanno un contratto a tempo indeterminato.
Per usufruire del Mutuo Sociale Comunale si possono individuare delle tipologie di alloggi che è possibile acquistare: quelli di proprietà comunale innanzitutto ed eventualmente quelli Arte creando una collaborazione con la Regione.
Il Mutuo Sociale Comunale viene dato per l’intero importo dell’immobile da acquistare, il tasso di interesse applicato sarà super agevolato 0,5%-1,0% e l’importo della rata mensile potrà essere al massimo il 20% del proprio reddito mensile.
Nel caso in cui, durante la vita del mutuo, il mutuatario avesse problemi lavorativi (licenziamento), si ha l’opportunità di sospendere il pagamento del mutuo.
Lei in campagna elettorale ha detto anche due no molto netti?
Sì, riguardano il ponente della città . Ho detto no alla speculazione sulla collina degli Erzelli e no alla gronda di ponente.
Nel primo caso sono favorevole alla creazione di un “Polo Tecnologico” in qualsiasi altra zona della città , ma sono assolutamente contraria al trasferimento su quella isolata collina della Facoltà di Ingegneria.
La sinistra genovese vuole usare l’Università come foglia di fico per nascondere il vero obiettivo del piano: cementificare, costruire, far fare soldi alla solita cricca.
I recenti arresti compiuti per fatti di corruzione riguardanti la costruzione degli immobili su quella collina, già denominata “del disonore” in passato, non possono che aumentare la mia ferma e più che documentata contrarietà al progetto.
Per quanto riguarda la gronda, non è davvero una priorità . Tutti parlano di gronda, di comitati, di viadotti e gallerie, io metto in evidenza l’ipocrisia interessata che muove da anni le scelte politiche sulle grandi opere: al di là delle proteste dei Comitati, la questione gronda non è una priorità , ma l’ennesimo favore che il Pdp, il partito del potere, rappresentato in Liguria da Claudio Burlando e Claudio Scajola, vuole fare ai grandi speculatori e ai grandi gruppi.
La scusa è quello di risolvere un falso problema: quello del traffico viario. Quando in tutto il mondo e certamente in tutti i Paesi occidentali si spinge per trasportare le merci su rotaie, a Genova siamo gli unici a voler bucare montagne e creare problemi per far viaggiare i Tir.
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Aprile 28th, 2012 Riccardo Fucile
DEPUTATO PER 10 LEGISLATURE, NON SI ERA MAI ACCORTO CHE C’ERA DEL MARCIO IN DANIMARCA?… CONTRO LA DEGENERAZIONE DEI PARTITI NON HA MAI MOSSO UN DITO, ORA LI INVITA A RITROVARE SLANCIO IDEALE E TENSIONE MORALE: NON E’ CREDIBILE
Ma dove ha vissuto l’onorevole Giorgio Napolitano gli 86 anni della sua
lunghissima e inutile esistenza?
Nel Bophuthatswana, nel Botswana, nello Swaziland?
Solo adesso scopre che “bisogna estirpare il marcio in modo che i partiti ritrovino slancio ideale e tensione morale”.
Ma nei partiti, anzi nel Partito comunista, sia pur come decorativa suppellettile, e poi nelle sue successive declinazioni quest’uomo in grigio, senza qualità (la sua unica qualità è di non averne alcuna) ha fatto tutta la sua carriera.
È stato deputato per dieci legislature (dal ’53 al ’96), deputato europeo dall’89 al ’92 e ancora nel ’99, presidente della Camera nel ’92 e nel ’94, ministro degli Interni. E non si è
Impegnato in quel che gli viene meglio: firmare leggi porcata
E non si era mai accorto che c’era “del marcio nel regno di Danimarca”?
Contro la cosiddetta degenerazione dei partiti non ha mai emesso un vagito.
Nè negli anni Ottanta quando non c’era appalto senza tangente politica e il voto di scambio era davanti agli occhi di tutti.
Non ha emesso un vagito nemmeno durante le inchieste di Mani Pulite quando ‘il marcio’ emerse in tutta la sua evidenza.
Divenuto improvvidamente presidente della Repubblica, proprio perchè amorfo e inoffensivo per tutti, ha lasciato evoluire a proprio piacere Berlusconi nella sua devastante campagna di delegittimazione della magistratura.
Quello dichiarava “la magistratura è il cancro della democrazia”, un’affermazione eversiva, da galera se fatta da un presidente del Consiglio e lui zitto o si limitava a un’omelia ‘urbi et orbi’, a un omnicomprensivo e comico “non alzare i toni” valido per tutti e quindi per nessuno.
C’è voluto che Angela Merkel (un uomo, finalmente) lo prendesse a spallate perchè si decidesse a cacciare l’energumeno che ci stava portando nel baratro.
Adesso che avverte il rischio che bruci il castello partitocratico nel quale ha vissuto per millanta anni, ben incistato come un topo nel formaggio, si è svegliato dal suo eterno torpore e tuona contro i “demagoghi di turno” uscendo dai binari della sua carica perchè il Movimento di Grillo si presenta alle elezioni e il capo dello Stato ha il dovere costituzionale dell’imparzialità .
Da un uomo del genere (che il 25 aprile ci ha ammorbato con la solita retorica sulla Resistenza cui, pur avendone l’età , non ha partecipato) non accettiamo lezioni, nè politiche nè morali.
Se la politica è quella praticata da Giorgio Napolitano e da tutti gli altri esponenti di un regime paludato, paludato da democrazia mentre democrazia non è, noi abbiamo tutto il diritto di fare dell”antipolitica’ che è la demonizzazione di turno perchè nulla cambi e noi si resti gli eterni docili e imbecilli sudditi che siamo stati fino a ora.
Ma la crisi economica, di cui l’intera classe politica, col suo malaffare e con la sua miopia, è responsabile, ha aperto gli occhi anche ai ciechi.
E, come si dice nei bar (luoghi da non sottovalutare), potrebbe essere venuto il tempo delle mazze da baseball. Altro che Grillo.
L’ex comico replicando a Napolitano lo ha definito “una salma”. Ma si sbaglia.
Una salma deve aver avuto, per definizione, una vita. Giorgio Napolitano non ha mai vissuto o, per essere più precisi, è nato vecchio, “nu guaglione fatt’a vecchio” come scrisse di lui, impietosamente, Luigi Compagnone o “un coniglio bianco in campo bianco” come ha detto qualcun altro.
È stato anche grazie ai conigli, di ogni genere, che l’energumeno, sicuramente dotato di una maggior vitalità sia pur volta al malaffare, ha potuto impazzare per vent’anni.
Ma adesso ne abbiamo abbastanza.
Degli energumeni, ma anche dei conigli.
Massimo Fini blog
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Aprile 28th, 2012 Riccardo Fucile
L’EX TESORIERE VOLEVA INDAGINI SU MOLTI ESPONENTI DEL CARROCCIO, ANCHE TRA I FEDELISSIMI DI BOSSI, COME REGUZZONI…IN AZIONE ANCHE TALPE NELLE BANCHE DATI PER CONOSCERE REDDITI E PROPRIETA’… LICENZIATI ENTRAMBI GLI AUTISTI DI RENZO BOSSI
Non solo Maroni. Nel mirino degli investigatori privati ingaggiati dall’ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito c’erano anche altri esponenti del Carroccio: dossier illegali che l’ex amministratore delle casse del partito, indagato per riciclaggio e appropriazione indebita, custodiva nei suoi computer.
Li hanno trovati gli uomini della Dia, come scrivono La Stampa e il Corriere della Sera, e ora saranno analizzati.
Gli inquirenti hanno trovato fotografie, documenti riservati, informazioni segrete.
Ma i magistrati, in particolare quelli di Reggio Calabria, stanno seguendo il filone aurifero dei soldi: in particolare la traccia che dovrebbe portarli in Svizzera, dove cercano un conto cifrato che Belsito ha, secondo le accuse, utilizzato per alcuni investimenti e che potrebbero definire meglio i contorni dei rapporti dell’ex tesoriere della Lega Nord con le non poche figure vicine alla ‘ndrangheta di questa vicenda.
Belsito è stato sentito dai magistrati ai quali ha confermato che aveva informato di tutti gli investimenti della Lega lo stesso Bossi, a sorpresa è stato ascoltato anche il capogruppo al Senato Federico Bricolo, mentre il senatore Piergiorgio Stiffoni (la cui firma è stata trovata sugli ordini d’acquisto per i diamanti) si è autosospeso da amministratore del gruppo parlamentare e dal partito.
Dopo che si è saputo del licenziamento uno degli autisti di Renzo Bossi, Oscar Morando, ieri si è avuta notizia anche dell’allontanamento da parte del Carroccio dell’altro autista del Trota, Alessandro Marmello, protagonista dei video pubblicati da Oggi in cui ostentava il passaggio di denaro della Lega a Bossi Jr (per questo è stato querelato dal figlio del leader della Lega). La motivazione è la stessa: è venuto meno il rapporto di fiducia.
Il legale di Marmello Franz Sarno ha annunciato che impugnerà il licenziamento davanti all’autorità giudiziaria “perchè si basa su motivi pretestuosi e infondati”.
I dossier di Belsito, dunque. Secondo le prime verifiche della Dia di Reggio Calabria nella lista delle persone fatte “indagare” privatamente e probabilmente anche pedinare da Belsito non c’erano solo Roberto Maroni e i “Barbari sognanti”: scatenatissimi dopo che a gennaio il Secolo XIX rivelò degli investimenti milionari in Tanzania e a Cipro, erano “pericolosi perchè potevano destabilizzare la struttura della Lega e soprattutto portare alla rimozione del tesoriere dal suo posto.
Ma c’erano anche l’ex capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni (considerato componente del “cerchio magico” intorno a Umberto Bossi) e il segretario della Lega Lombarda, anche lui deputato, Giancarlo Giorgetti.
Secondo il sostituto della Dia reggina Giuseppe Lombardo sarebbe stato lo stesso gruppo criminale che gravitava intorno a Belsito a procurare informazioni e materiale sugli avversari politici da tenere “sotto controllo”.
Banche dati, Agenzia delle Entrate, catasto, Camera di Commercio: tutto era utile per spiare gli altri leghisti, dai redditi alle proprietà immobiliari fino alle partecipazioni in aziende.
Nei computer di Belsito sono state trovate anche decine di fotografie dei “pedinati”.
Le carte segrete di Fincantieri.
Ma c’è di più: gli esperti informatici della Direzione antimafia e della Polizia postale hanno trovato atti che riguardano appalti esteri ottenuti da Finmeccanica e Fincantieri, l’azienda di costruzioni navali di cui Belsito è stato anche vicepresidente.
Carte che in teoria sono coperte dal segreto e che rivelano il procacciamento di informazioni preziose come i costi di gestione, i nomi dei mediatori scelti per le trattative, i manager impegnati, gli eventuali collegamenti di questi ultimi con uomini politici, le autorità straniere coinvolte negli affari.
Dati “sensibili” che in alcune circostanze potrebbero essere addirittura coperti dal segreto di Stato visto che queste aziende si occupano di armamenti e di altre sofisticate apparecchiature impiegate nei sistemi di difesa.
Il sospetto di chi indaga è che Belsito abbia potuto contare anche su “talpe” interne alle aziende disposte a fornirgli materiale riservato.
L’ex tesoriere si è servito di un investigatore privato, come già emerso nelle scorse settimane. I contatti intercettati rivelano anche la collaborazione di un appartenente alle forze dell’ordine che poteva consultare gli archivi di polizia e degli uffici giudiziari e sul ruolo di questa persona sono state disposte ulteriori verifiche.
Emerge con sempre maggiore chiarezza che il personaggio chiave nella questione Belsito è l’ammiraglio, come viene chiamato, cioè il procacciatore d’affari genovese Romolo Girardelli. Quest’ultimo non ha girato intorno ai cassieri della Lega solo da quando c’è Belsito, ma già da prima, quando la cassa era gestita dal predecessore Maurizio Balocchi.
Girardelli è stato il ponte grazie al quale Belsito ha conosciuto l’avvocato calabrese Bruno Mafrici, con studio in via Durini a Milano, dove il socio più importante è Pasquale Guaglianone, condannato con sentenza definitiva per aver fatto da cassiere ai Nuclei Armati Rivoluzionari, il gruppo terroristico neofascista della fine degli anni Settanta.
Nello studio di via Durini Belsito aveva pure una stanza, secondo la testimonianza di una segretaria della Lega.
Qui si apre una parentesi: entrambi, secondo le prime verifiche, risultano aver avuto rapporti con il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti.
Quest’ultimo aveva ironizzato: “E’ reato tifare Reggina?”.
Ma dall’inchiesta emerge che proprio la sera di quella partita della squadra calabrese Scopelliti, a casa di Mafrici, si appartò con Guaglianone per discutere di affari.
Mafrici è stato sentito la scorsa settimana dai magistrati calabresi e l’impressione è che abbia scaricato Belsito: “Mi chiese di poter investire soldi all’estero e io gli misi a disposizione almeno dieci faccendieri di mia fiducia che avrebbero potuto aiutarlo ad operare in Svizzera, in particolare a Lugano».
Tra i documenti già acquisiti ci sono tracce che fanno ipotizzare passaggi di denaro per un totale di almeno 50 milioni di euro.
Soldi della Lega, ma non solo. Il sospetto è che quello stesso deposito cifrato possa essere stato utilizzato da tesoriere del Carroccio e dalla ‘ndrangheta.
Nei prossimi giorni la Procura di Reggio Calabria inoltrerà una richiesta di rogatoria alle autorità svizzere per chiedere di interrogare i mediatori indicati da Mafrici e visionare la documentazione bancaria.
Altra questione tocca la banca Arner, famosa perchè qui hanno un conto Silvio Berlusconi, Cesare Previti, l’altro uomo Fininvest Salvatore Sciascia.
Il direttore di Arner viene convocato da Belsito in via Durini e il dirigente bancario ci va.
La fretta di Belsito è legata al rientro dei 7 milioni che hanno fatto il giro dell’oca in Tanzania e a Cipro: i giornali hanno scoperto l’operazione e quindi serve che quei capitali rientrino il prima possibile.
Ma non è facile e Stefano Bonet, l’imprenditore veneto indagato insieme a Belsito per riciclaggio, gli consiglia la Arner.
Belsito e il direttore della Arner parlano, cercano l’accordo, ma poi tutto salta: arrivano le perquisizioni che rivoltano tutto e la Lega finisce nella bufera.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Aprile 28th, 2012 Riccardo Fucile
IL FIGLIO DEL SENATUR ANCORA NELLA BUFERA….”OGNI DUE GIORNI 1.000 O 2.000 EURO USATI PER LE SUE SERATE, MACCHINE E VIAGGI”
Vabbè, ormai lo sanno tutti che il Trota è un dandy, un viveur, un corteggiatore
brillante, uno che se anche non è particolarmente bello, con le donne ci sa fare.
Che abbia una passione per le auto di lusso e le cene con gli amici, poi, è stato scritto dappertutto, lo dicono anche le sue pupe che scorrazzano in tivù.
Quella dei videogiochi, dei massaggi e delle sirene a manetta, però, è roba nuova.
A Tgcom 24 il suo autista, anzi ex autista, in quanto appena licenziato da mamma Manuela Marrone, Oscar Morando, ha spifferato che Bossi jr «spendeva quattrini per comprare giochi e accessori per la sua consolle Xbox e andare a farsi massaggiare nelle beauty farm di Brescia».
«il mio compito era incentivarlo a fare il suo lavoro, a seguire il territorio di Brescia -continua Morando- . Però lui era molto più concentrato a fare le sue serate, a trattare la scorta come un giocattolo, a andare in giro con sirena e paletta per andare dal dentista o per andare a farsi qualche massaggio a Brescia».
Il Trota era pure un ladruncolo: «Dalla sede (della Lega, ndr) ogni giorno o due ritiravo mille o duemila euro per la benzina o l’hotel, nel caso dovessi pernottare fuori casa al termine di qualche conferenza. I soldi però sparivano, li usava il Trota per le sue serate, la sua macchina e i suoi viaggi».
Certo, magari Morando è in collera per il licenziamento e gonfia la storia, ma sulla testa di Renzo è appena cascata un’altra tegola.
L’ennesima.
(da “Il Corriere della Sera”)
argomento: Bossi, radici e valori | Commenta »
Aprile 28th, 2012 Riccardo Fucile
UN MIGLIAIO A MONTICHIARI PER LA MANIFESTAZIONE: IRRUZIONE NELL’ALLEVAMENTO, SALVATI DECINE DI CANI DALLA VIVISEZIONE… LA DIGOS FERMA 12 ATTIVISTI ACCUSATI DI FURTO E RAPINA, NEANCHE FOSSERO PERICOLOSI BLACK BLOC
Alla fine ce l’hanno fatta.
Decine di beagle rinchiusi a Green Hill sono stati liberati. Intorno alle 16.15 un gruppetto di manifestanti ha prima scagliato sassi contro il canile che alleva 2500 beagle destinati alla vivisezione e poi ha scavalcato la recinzione per raggiungere le gabbie dove sono rinchiusi gli animali.
Polizia, Carabinieri e vigili sono subito intervenuti bloccando altri attivisti che tentavano di entrare nell’allevamento.
Ma ormai altri loro compagni, dall’interno della struttura hanno aperto i cancelli e divelto il filo spinato.
Quando gli animalisti sono apparsi al recinto con i cucciolotti stretti tra le braccia la gioia dei manifestanti è scoppiata in urla e applausi.
Almeno una cinquantina i cuccioli liberati (ma anche qualche esemplare adulto)
passati di mano in mano Irruzione nell’allevamento-lager al di là della recinzione.
Poi il fuggi fuggi generale, con gli attivisti che hanno raggiunto i loro pullman, nascondendo i cagnolini, chi nella borsa, chi sotto gli indumenti.
La polizia ha fermato per accertamenti 12 persone, trattenute prima nel comando dei vigili di Montichiari e poi trasferite nella stazione dei carabinieri di Desenzano.
Nei loro confronti si profilano accuse di furto, violazione di domicilio, danneggiamento e addirittura di rapina.
Più di quanto venne contestato alla teppaglia che mise a ferro e fuoco Genova durante il G8 di oltre dieci anni fa.
La marcia di un migliaio di animalisti radunatisi a Montichiari per chiedere la definitiva chiusura di Green Hill è iniziata dopo le 15.
Gli attivisti di «Fermare Green Hill» e Occupy Green Hill sono arrivati da mezza Italia in pullman.
Sono partiti da Milano, Roma, Bologna, Genova, Torino, Bolzano, Rieti, Pisa. E con slogan inequivocabili e la fascia nera al braccio sono partiti dal piazzale del palazzetto dello Sport.
Direzione: «l’allevamento-lager» che nutre 2500 beagle l’anno da destinare alla vivisezione. Il 28 aprile non è una data a caso, ma la «Giornata mondiale per gli animali nei laboratori».
Per questo un migliaio di attivisti ha deciso di ritrovarsi per la quinta volta, in meno di un anno, nella cittadina della Bassa bresciana.
Già nei comunicati e nel tamtam sui social network si intuiva che l’obiettivo della giornata era chiaro: liberare un gran numero di cani.
L’inizio del corteo è tranquillo. Ma avvicinatisi al Municipio, intorno alle 15.30, partono gli slogan contro il sindaco Elena Zanola e il Comune («Montichiari vergogna d’Italia!»).
Poi tutti verso il colle San Zeno, dove si trova la «fabbrica della morte», con le forze dell’ordine che tengono a debita distanza i manifestanti.
Ma gli attivisti dribblano il cordone di venti poliziotti per arrivare all’allevamento attraverso i campi.
Qui partono gli slogan diretti alla multinazionale controllata dalla Marshall: «Assassini», «Basta sperimentazione», «Liberate i beagle».
Lanciano qualche sasso, poi una dozzina di manifestanti scavalca la recinzione, altri ragazzi si accalcano al cancello.
Le forze dell’ordine non riescono a tenere sotto controllo la situazione.
E dopo pochi minuti iniziano ad uscire dall’allevamento attivisti con i cuccioli in mano. Dodici di loro verranno però individuati e fermati dalle forze dell’ordine.
L’azione dei manifestanti è un chiaro messaggio alla politica regionale e al Parlamento, affinchè acceleri l’approvazione della legge che vieta l’allevamento in Italia di cani, gatti e primati destinati alla vivisezione.
«Siamo in un momento particolarmente delicato della nostra battaglia – spiega Giancarlo Paderno, di Occupy Green Hill – perchè se siamo ad un passo dall’approvazione di una legge che vieti l’allevamento di animali domestici (cani, gatti) destinati alla vivisezione, dall’altra dobbiamo fare i conti con diverse resistenze».
(da “Il Corriere della Sera“)
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Aprile 28th, 2012 Riccardo Fucile
“DESTRA DI POPOLO” ATTACCA: “IL CANDIDATO SINDACO DELLA LEGA HA STIPULATO IL CONTRATTO PROPRIO NEI DUE ANNI IN CUI BELSITO ERA VICEPRESIDENTE DI FINCANTIERI”… “FINCANTIERI QUANDO DEVE TROVARE UN ALLOGGIO SI AFFIDA A UNA IMMOBILIARE O SI RIVOLGE ALLA LEGA?”
Fincantieri scende in campo e difende a spada tratta Edoardo Rixi. 
L’azienda, con una nota ufficiale (dalla sede di Trieste n.d.r.), parla di “caccia alle streghe” in riferimento alla casa presa in affitto a Genova proprio dal capogruppo in consiglio regionale della Lega Nord (oggi candidato sindaco).
I toni sono accesi: “L’articolo pubblicato sul “Secolo XIX” si configura come l’ennesimo attacco ingiustificato che trova un terreno fertile in un clima di caccia alle streghe. Fincantieri è come appare e non ha nulla da nascondere”.
Eppure la vicenda riguarda un “affare” da appena 8.400 euro. Il canone annuale che Fincantieri versa a Rixi per poter affidare a suoi dipendemti trasfertisti questi 100 mq a Sestri Ponente, a due passi dal cantiere.
Nulla di illegale, molto probabilmente.
A dirla tutta fa bene un’azienda pubblica a sistemare i suoi trasfertisti in un appartamento in affitto piuttosto che in un hotel.
Il problema è diverso: è opportuno che Fincantieri prenda un immobile in affitto da un politico (parlamentare per un breve periodo) espressione di un partito (la Lega) che molto ha avuto a che fare nel recente passato con la stessa Fincantieri?
Infatti nessuno dimentica che il Carroccio è arrivato di fatto a considerare “sua” la carica di vicepresidente dell’azienda.
E in quella casella aveva stabilmente piazzato Francesco Belsito, l’ex tesoriere e ed sottosegretario del governo Berlusconi, travolto dal caso dei fondi pubblici della Lega finiti in giro per il mondo nell’affaire Tanzania.
Insomma: non c’erano proprio altre case libere a Sestri?
“Che c’entra, ho mezza famiglia e molti amici a Fincantieri…che significa?” aveva detto Rixi.
Appunto non dovrebbe significare nulla..
Se Fincantieri si fosse rivolta a una agenzia immobiliare ieri non sarebbe stata costretta a precisare un fatto scontato: “L’immobile in questione è concesso in locazione attraverso un regolare contratto registrato, dietro il pagamento di un corrispettivo a valori di mercato”.
E Fincantieri si sarebbe resa disponibile a “fornire al Secolo XIX un elenco degli immobili che l’azienda utilizza per supportare i propri lavoratori in tarsferta in tutta Italia”.
Sì grazie, vale la pena di farlo.
Dalla “caccia alle streghe” si passa alla teoria del complotto di Rixi.
Secondo il candidato sindaco tutto nasce da un attacco dei suoi nemici interni ed esterni alla Lega.
Ma non risultano siano questi nemici a vivere o ad aver preso in affitto la casa di via Inferiore Cataldi.
Più ostili, invece, sono gli autori del sito “Destra di popolo” che appare molto informato: “Rixi affitta quell’appartamento a Fincantieri da due anni, entrambi coincidenti con il mandato di Belsito. Evidentemente Fincantieri quando deve trovare un alloggio non si rivolge a una agenzia immobiliare, ma alla Lega, chiedendo se qualcuno ha un appartamento da affittare”.
E ancora: “Alla porta di quell’abitazione ci sono tre cognomi – scrive Riccardo Fucile – : chi sono queste persone? A noi risulta che nel recente passato ci sia stato un solo contratto registrato, un contratto in comodato d’uso gratuito: molto meno dei 700 euro al mese più 250 euro di spese di amministrazione di cui si parla oggi.
Ma, sia per il proprietario che per il precedente inquilino, vale l’antica massima: meglio nascere fortunati che Rixi”
Giovanni Mari
(da “Il Secolo XIX“)
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