SUSY DE MARTINI (LA DESTRA): “GENOVA E’ IN MANO A UN CLAN POLITICO I CUI ESPONENTI SONO BURLANDO E SCAJOLA”
LA CANDIDATA DE “LA DESTRA” CONTRO I DUE CLAUDI CHE SI SPARTISCONO IL POTERE IN LIGURIA…”IL GOVERNO MONTI STA AFFAMANDO GLI ITALIANI ONESTI, LE BANCHE LA FANNO DA PADRONE”…”RESCINDERE L’APPALTO A EQUITALIA, INTRODURRE IL MUTUO SOCIALE PER LE GIOVANI COPPIE, NO ALLA GRONDA, DEVIARE IL BISAGNO”
Le interviste in esclusiva di “Destra di popolo”
La sua candidatura con la Destra di Francesco Storace è stata per molti una sorpresa. Perchè questa scelta e perchè proprio adesso?
Perchè Genova oggi è nelle mani di un clan politico, che lavora solo e sempre per i suoi interessi. Un gruppo che fa clientela e i cui confini superano quelli della sinistra classica, che ha l’egemonia politica ma non quella culturale di Genova da troppi anni. Io parlo spesso di PdP, partito del potere, riferendomi alla spartizione che da almeno quindici anni vede protagonisti i due “Claudio”, Burlando e Scajola.
Con tutta la loro pletora di yes man e yes woman. Voglio combattere per cambiare questo sistema di potere . In un passato recente, ho creduto e sperato di poter cambiare il modo di amministrare questa nostra città dall’interno. Ma le incrostazioni sono troppo forti: il PdP non può cambiare ma solo riciclarsi cercando facce più presentabili.
E Marco Doria, il professore che siede nel consiglio di indirizzo della Compagnia San Paolo di Torino, il consigliere comunale del Pci all’inizio degli anni Novanta, è l’ennesima controfigura che la sinistra propone per mantenere le sue rendite di potere.
E’ per questo che la mia autonomia e il mio desiderio di fare politica per il bene della mia gente e non per i soliti amici è stato visto come un pericolo. Negli anni sono stata lusingata da destra e da sinistra, ma quando ho dimostrato di non essere in vendita, sono stata attaccata sul piano personale.
Genova è una delle due grandi città italiane in cui si vota il 6 e 7 maggio (l’altra è Palermo). Si può parlare di valore nazionali del voto?
Certamente. La mia campagna elettorale è stata tutta per Genova e contro il governo Monti-Fornero, che sta affamando gli italiani onesti. Da Genova deve partire un messaggio netto contro la politica dell’esecutivo, contro le Banche che la fanno da padrone.
Dobbiamo dare una sberla, in senso politico, a chi sta demolendo lo stato sociale, la sicurezza delle famiglie, il valore del lavoro. E noi della Destra siamo l’unico partito che davvero si batte contro Monti.
A Genova voglio ricordare che le coalizioni che appoggiano Marco Doria, Enrico Musso e Pierluigi Vinai sono tutte formate da partiti che sostengono Monti. La loro posizione è di pura ipocrisia politica: dicono di volere il bene di Genova e poi sostengono il governo ammazza Italia.
In che modo ha dichiarato guerra ad Equitalia?
Genova deve essere la prima grande città liberata da Equitalia, per rispettare la dignità delle persone. Per questo nel mio programma elettorale che la rescissione dell’appalto ad Equitalia.
Vogliamo che i nostri cittadini siano rispettati nella loro dignità ; circostanza che le procedure di riscossione di Equitalia non garantiscono, poichè non rispettano alcun criterio di umanità nel rapporto tra ente riscossore e cittadino.
Gestendo in maniera diversa e legata al territorio i casi di recupero crediti, potremo monitorare i casi ed intervenire con la necessaria attenzione alle diverse situazioni. Io non voglio che i cittadini rischino il pignoramento della casa per una multa per divieto di sosta.
Non voglio che in una situazione tanto difficile e resa ancora più dura da un governo delle tasse come quello Monti, i Genovesi finiscano per essere colpiti anche a livello comunale. E’ in base alla legge 166/2011, la quale da la possibilità ai Comuni di sbarazzarsi da Equitalia, che intendo far diventare Genova il primo grande Comune de-Equitalizzato d’Italia.
Lei parla di deviazione del Bisagno e di rinascita della vallata. Come?
Non è un sogno ma un progetto concreto, realizzabile, definitivo.
Il torrente Bisagno va deviato, così come è stato fatto a Valencia per il Turia, torrente dalla portata media molto maggiore di quello genovese.
Tutti gli interventi effettuati fino a oggi a Genova sono stati inutili per la città e utili solamente a spendere milioni e milioni di denaro pubblico.
La vera sicurezza per la città passa per una soluzione definitiva di questo epocale problema. La deviazione del Bisagno è la soluzione che propongo. A Valencia è stato deviato, dopo l’ennesima alluvione , il fiume Turia, un corso d’acqua cinque volte più capiente del Bisagno.
La stessa cosa si può fare a Genova, costruendo due gallerie sotterranee di circa 6 metri di diametro (lo scolmatore del Fereggiano è una galleria di 3 metri di diametro) e trasformare la Val Bisagno in un’isola felice, con parchi, spazi urbani e di servizi.
Il Mutuo Sociale è uno dei punti programmatici più forti del suo programma. Come funziona?
Il Mutuo Sociale Comunale, che riprendendo il sistema già applicato con successo dalla Regione Lazio, punta a sfruttare il gettito della nuova imposta municipale unificata (Imu, ex Ici) per premettere di comprare la casa a tutti quelli che non possono avere il mutuo dalle banche.
Mi rivolgo soprattutto alle giovani famiglie, ai lavoratori precari che non hanno un contratto a tempo indeterminato.
Per usufruire del Mutuo Sociale Comunale si possono individuare delle tipologie di alloggi che è possibile acquistare: quelli di proprietà comunale innanzitutto ed eventualmente quelli Arte creando una collaborazione con la Regione.
Il Mutuo Sociale Comunale viene dato per l’intero importo dell’immobile da acquistare, il tasso di interesse applicato sarà super agevolato 0,5%-1,0% e l’importo della rata mensile potrà essere al massimo il 20% del proprio reddito mensile.
Nel caso in cui, durante la vita del mutuo, il mutuatario avesse problemi lavorativi (licenziamento), si ha l’opportunità di sospendere il pagamento del mutuo.
Lei in campagna elettorale ha detto anche due no molto netti?
Sì, riguardano il ponente della città . Ho detto no alla speculazione sulla collina degli Erzelli e no alla gronda di ponente.
Nel primo caso sono favorevole alla creazione di un “Polo Tecnologico” in qualsiasi altra zona della città , ma sono assolutamente contraria al trasferimento su quella isolata collina della Facoltà di Ingegneria.
La sinistra genovese vuole usare l’Università come foglia di fico per nascondere il vero obiettivo del piano: cementificare, costruire, far fare soldi alla solita cricca.
I recenti arresti compiuti per fatti di corruzione riguardanti la costruzione degli immobili su quella collina, già denominata “del disonore” in passato, non possono che aumentare la mia ferma e più che documentata contrarietà al progetto.
Per quanto riguarda la gronda, non è davvero una priorità . Tutti parlano di gronda, di comitati, di viadotti e gallerie, io metto in evidenza l’ipocrisia interessata che muove da anni le scelte politiche sulle grandi opere: al di là delle proteste dei Comitati, la questione gronda non è una priorità , ma l’ennesimo favore che il Pdp, il partito del potere, rappresentato in Liguria da Claudio Burlando e Claudio Scajola, vuole fare ai grandi speculatori e ai grandi gruppi.
La scusa è quello di risolvere un falso problema: quello del traffico viario. Quando in tutto il mondo e certamente in tutti i Paesi occidentali si spinge per trasportare le merci su rotaie, a Genova siamo gli unici a voler bucare montagne e creare problemi per far viaggiare i Tir.
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