Agosto 20th, 2012 Riccardo Fucile
MA DELLE 6.018 PROPOSTE IN AULA, SOLO 34 SONO DIVENTATE LEGGE
Ah questa, poi: i parlamentari italiani sono dei gran sgobboni. 
L’idea per cui i rappresentanti eletti meritano i titoli di scansafatiche, mangiapane a tradimento, dissipatori delle finanze pubbliche altro non sarebbe che il prodotto di un odioso luogo comune.
Al contrario, gli onorevoli ci danno dentro come i colleghi americani, più di quelli francesi, ai tedeschi gli fanno un mazzo così e si devono inchinare soltanto all’abnegazione degli inglesi, che in un quinquennio (2001-2006) si sono riuniti 939 volte contro le 757 degli italiani.
Come avrete intuito sono dati complicati, eppure definitivi per la prestigiosa provenienza: la Camera dei deputati medesima.
Incrociando qui e incrociando là , i tecnici di Montecitorio si sono accorti che la categoria in questione tira come una mandria di muli.
In una legislatura, i francesi mettono insieme 546 giorni di sedute contro le 678 messe assieme in Italia; nel periodo che va dal 2005 al 2009, i tedeschi si sono fermati 233, cioè un terzo di quanto accumulato dai nostri, e gli americani sono saliti fino a 678.
Fin qui, insomma, un trionfo.
Lo studio non dice quanto durino le sedute altrove (qui spesso capita che durino un quarto d’ora o mezzora o un’ora) nè quale sia la percentuale di presenza dei parlamentari. Non è un’insinuazione, sia chiaro.
Anche perchè il dossier fornisce subito un dato indicativo sul risultato di tanta fatica: nel 2012, fin qui, sono stati presentati 7 mila e 637 emendamenti (e cioè modifiche anche marginali di una legge), ne sono stati accolti 513 (meno del 7 per cento) e ne sono stati approvati 187 (meno del 2.5 per cento).
A questo punto siamo andati a controllare la più recente indagine pubblicata da Openpolis.it. È aggiornata al dicembre del 2010, cioè i primi venti mesi della legislatura, un periodo durante il quale Matteo Mecacci del Pd ha presentato 12 mila e 620 emendamenti, cioè 630 al mese, cioè più di venti al giorno, domeniche comprese; forse anche questi sono numeri che contribuiscono a considerare la produzione di emendamenti essenzialmente d’ostruzione.
Al Senato, Marco Perduca, pure del Pd, batte anche Mecacci: i suoi emendamenti erano prossimi ai quattordicimila.
Dunque, assaporata la dedizione alla causa dei nostri onorevoli, sempre tramite Openpolis.it si è in grado di verificare quanta ciccia fornisca.
Fra l’aprile del 2008 e il dicembre del 2010, i deputati hanno presentato la notevole quantità di 6 mila e 18 proposte di legge.
Ma quante chance ha un deputato di vedere la sua proposta votata e stampata sulla Gazzetta Ufficiale?
Circa una possibilità su duecento: delle seimila e 18 proposte in questione, sono diventate legge trentaquattro.
Ognuna ha abbisognato in media di un anno e un mese di tempo.
La più indiavolata è stata Gabriella Carlucci (ex Pdl, ora Udc) che ha redatto 95 proposte di legge (quasi cinque al mese) di cui 94 andate a vuoto.
Nello stesso periodo, il governo Berlusconi ha presentato 498 disegni di legge e ne ha portati a casa 163, un terzo; e gli sono serviti in media tre mesi e una settimana.
Ora le risultanze di Montecitorio confermano che lo stakanovismo dei parlamentari è perlomeno sterile: nel 2012 (e cioè in un periodo in cui la politica si è spogliata delle questioni centrali e complicate per delegarle ai tecnici) solamente undici delle cinquantacinque leggi votate sono di iniziativa parlamentare; in tutta la legislatura, 266 leggi su 332 sono di iniziativa governativa oppure sono conversioni di decreti legge (cioè usciti dal Consiglio dei ministri) e soltanto 66 partoriti dall’aula.
E così tutta questa buona volontà , accidenti, non viene premiata dai frutti.
Ma non basta.
C’è da aggiungere che – se i termini della questione sono questi – il Parlamento italiano fa molte sedute, rigorosamente contenute fra il martedì pomeriggio e il giovedì dopo pranzo, ma i parlamentari accumulano molte assenze.
Ancora da Openpolis.it: le assenze del Gruppo Misto sono al 30 per cento, quelle dell’Idv, dell’Udc e di Fli attorno al 20, quelle del Pd sono al 14, quelle del Pdl al 12, quelle della Lega al 6.
Secondo Openpolis, i deputati non si presentano in quindici occasioni su cento, e le deputate lo fanno nel tredici per cento dei casi.
Però, ecco, in giornate così si può persino dire che siamo più bravi di francesi e tedeschi.
Mattia Feltri
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Agosto 20th, 2012 Riccardo Fucile
SONO CIRCA 600 LE PERSONALITA’ SOTTO TUTELA… UN REPARTO CHE IMPEGNA CIRCA 4.000 UOMINI E 2.000 AUTO
Spreco. Una parola che il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, ha pronunciato in un’assolata giornata di Ferragosto, parlando della necessità di rivedere il meccanismo che regola le scorte ai politici e non solo.
Complice la polemica che ha coinvolto il presidente della Camera, Fini, e i suoi 9 uomini di stanza ad Orbetello per coprire la sicurezza del leader di Fli e della famiglia in vacanza, il ministro non si è fatta pregare a dire che, in tempi di crisi come questi bisogna tagliare, senza furore ideologico, pur riconoscendo che “sono tante le attenuanti quando bisogna garantire la sicurezza e il diritto alle vacanze degli uomini dello Stato, specie nella stagione estiva; ma il regolamento deve cambiare e anche la sensibilità dei singoli deve entrare in sintonia con la sensibilità dei tempi, perchè il danaro dei cittadini può e deve essere speso meglio, molto meglio”.
Fini in una lettera aperta a Repubblica ha chiesto “pubblicamente al ministro Cancellieri di intervenire subito, nelle modalità che riterrà più opportune, per consentirmi di non godere più di un ‘privilegio legale’”.
La vicenda della scorta di Fini in vacanza, però, ha consentito di riaprire la questione del costo della protezione offerta dallo Stato a circa 600 personalità italiane sotto tutela.
È un reparto, quello delle scorte, che impegna circa 4 mila uomini e 2mila macchine.
E pesa nelle tasche dei contribuenti per circa 250 milioni di euro l’anno.
Per rendere sempre più efficiente il servizio, negli ultimi tre anni sono state acquistate oltre 2 mila nuove auto, per una spesa di circa 120 milioni di euro: si tratta di circa 600 Bmw delle serie 3 e 5, di un centinaio di Audi 6, ciascuna del costo di 140mila euro (sono auto blindate) a cui si aggiungono 300mila euro spesi per l’acquisto di Audi A8 e Bmw7.
Non esiste un censimento esatto dell’autoparco blindato ma alla fine il numero dovrebbe aggirarsi intorno alle 1500 macchine.
Bisogna ricordare una cosa.
Che le auto delle scorte servono soprattutto per garantire la sicurezza di 263 magistrati, la metà dei quali si trova in Sicilia e Calabria; 90 parlamentari e uomini di governo; 21 sindaci e governatori regionali; 21 ambasciatori e otto tra sindacalisti e giornalisti tra cui Maurizio Belpietro, il direttore di Libero, che è sotto scorta da otto anni.
Comunque, a sedici di queste persone spetta il dispositivo massimo, ossia due o tre auto blindate con oltre otto agenti in dotazione.
Altri 82 hanno una doppia macchina con sei uomini armati, mentre 312 dispongono di una sola auto corazzata con una coppia di agenti.
A ulteriori 174 personalità , invece, è stata concessa una vettura normale con uno o due militari di tutela.
In totale il ministero dell’Interno ha disposto 585 servizi di protezione ravvicinata che, nel dettaglio, significano 650 vetture antiproiettile, 300 auto non blindate, circa duemila tra agenti, finanzieri, carabinieri e guardie carcerarie più altri 400 uomini per vigilare su case e uffici.
In molti casi alternati su due turni, con spesa doppia per personale e macchine (vedi il caso Fini).
Ci sono, poi, le cosiddette “scorte eterne”.
Ovvero quel tipo di protezione che non termina nonostante sia venuta meno, nel tempo, il motivo della tutela.
Secondo l’elenco del sindacato di polizia Coisp numerose personalità continuano ad usufruire del servizio pur non ricoprendo più alcuna carica: Oliviero Diliberto da dieci anni continua a girare con autista e agente; l’ex deputato Carlo Taormina ha ben quattro uomini; Mario Baccini, che non è più sottosegretario dal 2005, ha ancora cinque guardaspalle.
Tra gli ex presidenti di Camera e Senato, Irene Pivetti ha avuto la scorta per oltre dieci anni (ma ora non più) e Fausto Bertinotti è ancora scortato da agente al seguito.
L’ex governatore calabrese, Agazio Loiero, ha tre finanzieri e quattro il leghista Federico Bricolo.
Alcune di queste figure sono già in via di revisione.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 20th, 2012 Riccardo Fucile
CRISI PROFONDA DELLE COSTRUZIONI CHE PERDONO 97.000 OCCUPATI… PER PAGARE IL MUTUO LE FAMIGLIE SBORSANO IL 30,90% DEL LORO REDDITO
È caro-mutui: a maggio 2012 il tasso d’interesse sui prestiti alle famiglie si attesta al
4,12%. Una situazione difficile: gli italiani per pagare devono sborsare il 30,9% del reddito.
Crollo per le compravendite (-17,8%) e crisi profonda per l’edilizia (-97.800 posti).
La rilevazione è dell’Ufficio studi di Confartigianato che mette in luce la profonda crisi del settore delle costruzioni determinata dagli scarsi investimenti pubblici e privati.
EDILIZIA
Le cifre parlano chiaro: tra giugno 2011 e giugno 2012 le imprese del settore costruzioni, pari a 899.602, sono diminuite dell’1,36%.
In calo dell’1,17% anche le imprese artigiane, che sono la fetta più consistente del settore edile: 577.588, vale a dire il 64,2% del totale.
Negative le conseguenze sull’occupazione: tra giugno 2011 e marzo 2012 è diminuita del 5,1%, pari a 97.800 posti di lavoro in meno.
TASSI IN CRESCITA
Per quanto riguarda i tassi Confartigianato mette in luce che quello sui mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è sensibilmente sceso fino al minimo di 2,51% in giugno 2010: successivamente è tornato a crescere, ma a maggio 2012 si attesta sul 4,12%.
l tasso medio sui mutui a maggio 2012 è così di 103 punti base superiore rispetto ad un anno fa e di 161 punti base superiore rispetto al precedente punto di minimo di giugno 2010.
IMU E RINCARI
Tra Imu, aumenti di tariffe, treni, carburanti, alimentari e libri scolastici, le famiglie italiane si troveranno quest’anno a fare i conti con una stangata da 2.333 euro in più rispetto al 2011.
È questo il calcolo di Adusbef e Federconsumatori che parlano di «aumenti insostenibili» che peseranno sui consumi e quindi sull’andamento dell’economia.
Secondo i consumatori, il tasso di inflazione reale si aggirerà quindi quest’anno intorno al 5,5-6%, ben superiore dunque al tasso ufficiale misurato dall’Istat.
AUMENTI DI LUCE E TRASPORTO
In percentuale il rincaro maggiore è quello del trasporto pubblico locale, che quest’anno, secondo le associazioni, registra un’impennata fino al 30%, pari ad un incremento di 48 euro. A due cifre anche l’aumento della luce (+21%, pari a 110 euro), del gas (+11%, pari a 113 euro) e dei rifiuti (+11%, pari a 63 euro).
In termini assoluti sono invece gli alimentari a registrare l’incremento maggiore (+392 euro), seguiti dai carburanti (+276 euro).
Capitolo a parte per l’Imu, la cui introduzione costerà in media oltre 405 euro a famiglia. «Sono aumenti insostenibili che determineranno pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie e sull’intera economia che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi» affermano i consumatori.
(da “Il Corriere della Sera”)
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