Febbraio 27th, 2013 Riccardo Fucile
L’EX MAGISTRATO HA PRESENTATO “IRREVOCABILI DIMISSIONI” DA PRESIDENTE DEL PARTITO
«Dimmissioni irrevocabili». Non c’è altro da aggiungere alla decisione di Antonio Di Pietro, che dopo
la sconfitta alle urne, ha deciso di concludere la sua esperienza durata tre lustri alla guida dell’Italia dei Valori.
Il partito che l’ex magistrato ha fondato nel 1998 per la prima volta non entrerà in Parlamento: non è riuscito a superare lo sbarramento del 4% alla Camera e dell’8% al Senato.
Non c’è futuro per la lista “Rivoluzione Civile” e per la maggior parte delle formazioni politiche che si sono riunite con l’ex pm Antonio Ingroia, dal Prc di Paolo Ferrero ai Comunisti italiani di Diliberto e ai Verdi di Angelo Bonelli.
È tutto da decidere, ora, il destino dell’Idv che esce a pezzi da una debacle alla quale ha contribuito, secondo alcuni esponenti, il Movimento di Beppe Grillo, che avrebbe cannibalizzato l’elettorato al quale si rivolgevano i partiti a sinistra della coalizione Pd-Sel. Rc rivendica la giovinezza della propria formazione («nato appena 40 giorni fa») e di non aver errori da imputarsi, ma il risultato è un fulmine a ciel sereno.
Alla luce di quanto successo ai seggi, l’Ufficio di Presidenza – si legge nel comunicato – ha perciò deciso di «rifondare, rinnovare e rilanciare l’azione di Italia dei Valori assumendo collegialmente ogni decisione statutariamente affidata al presidente al quale viene chiesto di ritirare le dimissioni».
Il primo passo sarà avviare una «fase congressuale» che si concluda entro il 31 dicembre: un’occasione per un «confronto diretto con la base del partito» attraverso tre incontri territoriali (Nord, Centro e Sud).
L’Esecutivo Nazionale dovrebbe riunirsi già il prossimo 10 marzo .
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Febbraio 27th, 2013 Riccardo Fucile
IL CINQUESTELLE BARILLARI AL 20,4%…MOLTI I VOTI DISGIUNTI A FAVORE DEL CANDIDATO DEL CENTROSINISTRA
Nicola Zingaretti sarà il nuovo presidente della Regione Lazio.
Il candidato governatore del centrosinistra ha sconfitto il principale rivale, Francesco Storace del centrodestra, con un risultato che dai dati disponibili in serata dovrebbe finire per aggirarsi attorno al 41% delle preferenze, a dodici punti circa di distanza dall’inseguitore principale.
«Un risultato bellissimo, una bella responsabilità » ha affermato il futuro governatore, accolto da un boato al comitato elettorale allestito al Tempio di Adriano a Roma.
A pesare, come previsto, il massiccio apporto della città di Roma ma anche, che è il dato forse più rilevante della tornata elettorale, un forte voto disgiunto.
Un `premio’ dunque alla forza personale del candidato.
A distanza, attorno al 21 per cento all’ora di cena, il `terzo incomodo’ diventato protagonista Davide Barillari del M5s.
Ed è con lui che, una volta governatore, Zingaretti sarà costretto a fare i conti nella prossima esperienza di governo.
Ad anticipare la vittoria di Zingaretti è stato però Storace: «Gli ho fatto gli auguri per il suo nuovo incarico”.
Il futuro governatore ha ringraziato l’avversario: «Sarò il presidente di tutti – ha affermato tra gli applausi, prima di dedicare la sua vittoria alla moglie e alle due figlie con lui sul palco – È una scelta politica che permetterà alla nostra Regione di riprendere il cammino verso la stabilità . La novità sono stati i tanti voti disgiunti – ha voluto sottolineare – Qui è passato un messaggio di fronte all’astensionismo e alla cattiva politica, qui ha vinto la buona politica che governerà per cinque anni questa Regione. È stato un grande voto di discontinuità ».
Ora per Zingaretti si apre la fase della formazione della giunta – di certo sembrerebbe solo la vicepresidenza a Massimiliano Smeriglio di Sel – che sarà composta sulla base dei risultati elettorali finali delle singole liste, e nel rispetto delle quote rosa e della rappresentanza territoriale.
Ma soprattutto sarà necessario per il futuro governatore impostare un rapporto, tutto da inventare, con i `grillini’.
Si prospetta per Zingaretti uno scenario `siciliano’, sul modello delle intese promosse dal governatore Crocetta?
È presto per dirlo ma almeno al momento però la strategia di Zingaretti non sembra quella delle `porte chiuse’.
Acqua pubblica, beni comuni, cultura alcuni dei tempi sui quali, spiegava nel pomeriggio Smeriglio, si può già immaginare tra centrosinistra e M5s una naturale convergenza sui contenuti.
(da “La Repubblica”)
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