Destra di Popolo.net

BERLUSCONI PROVA A CAVALCARE I FORCONI

Dicembre 10th, 2013 Riccardo Fucile

ATTACCA IL GOVERNO E RICEVE UNA DELEGAZIONE DI AUTOTRASPORTATORI

Il Cavaliere, che questa mattina aveva ricevuto la richiesta per un incontro da parte dei sindacati dei trasportatori, non perde l’occasione per inserirsi nella protesta e sferrare un attacco all’esecutivo guidato da Enrico Letta.
“A fronte della protesta sottovalutata dal governo, — analizza Berslusconi — che ha visto aderire al blocco dei tir anche altre categorie” e davanti a una “mobilitazione che sta arrecando gravi disagi in alcune grandi città , nei porti e presso gli snodi autostradali, il governo deve convocare immediatamente le associazioni di categoria”.
Perchè, continua, “la prevista convocazione del 17 dicembre da parte del sottosegretario delegato, cioè addirittura fra una settimana — osserva Berlusconi in una nota — consente alla protesta di proseguire fino a quel giorno, arrecando danni alla nostra economia in un momento già  tanto difficile”.
C’è un piccolo dettaglio che sfugge al Cavaliere: le maggiori associazioni di categoria dell’autotrasporto avevano già  chiuso un patto con l’esecutivo dopo lunga trattativa, ottenendo quanto concordato.
Qui si tratta di di sigle minori non troppo rappresentative.
Ma il problema è un ‘altro: nomn si tratta solo dei lavoratori dell’autotrasporto ma di una tensione alimentata ad arte da frange estremiste, anche collegate agli ultras di squadre locali, come ormai è noto.
Restano infine i cittadini normali che fanno massa e presenza, ognuno con validi problemi personali o locali all’origine della protesta.
Il tentativo di mettere il cappello sulla protesta poi potrebbe anche rivelarsi un boomerang: per un cittadino in piazza ce ne sono 10.000 incazzati per i danni che ricevono dai blocchi stradali e ferroviari.

argomento: Berlusconi | Commenta »

FORCONI, SECONDO GIORNO DI PROTESTA, DISAGI IN TUTTO IL PAESE

Dicembre 10th, 2013 Riccardo Fucile

A TORINO UN FERMATO, IN PUGLIA BLOCCATE STAZIONI E SGOMBERATE AZIENDE, A PERUGIA OCCUPATA LA SEDE DEL PD….ALFANO: NON CONSENTIRENO CITTA’ A FUOCO”

Non accenna a fermarsi la protesta dei Forconi.
Anche oggi è stata una lunga giornata di blocchi e manifestazioni in tutta Italia, al termine della quale è intervenuto in maniera decisa il ministro degli Interni Angelino Alfano: “Non consentiremo che le città  vengano messe a fuoco”, ha detto al Tg3 dopo il vertice che si è tenuto al Viminale con le forze dell’ordine, dopo gli scontri di ieri e le tensioni di ieri.
Intanto domani alle 17, Silvio Berlusconi incontrerà  una delegazione degli autotrasportatori che aveva chiesto un colloquio.
Il leader di Forza Italia chiede che il governo “incontri immediatamente le associazioni di categoria” (come se esistessero…n.d.r.)
Alfano, al termine del vertice che si è tenuto a Roma,dopo gli scontri avvenuti in alcune città , si è soffermato anche sull’episodio che a Torino ha visto i poliziotti togliersi i caschi.
“Un funzionario di polizia — ha spiegato il ministro — vedendo che clima defibrillava ha detto ai suoi uomini che potevano abbassare armature e loro lo hanno fatto e si sono accorti di avere davanti un pezzo del corteo e si sono relazionati con loro. E’ sempre accaduto”.
Il ministro degli Interni annuncia che, dopo la richiesta di alcuni gruppi parlamentari, andrà  in Parlamento a riferire sugli scontri in varie città  italiane.
Il leader del Nuovo centrodestra ha condannato le minacce ricevute da alcuni commercianti per far chiudere le attività , bollandole come “inaccettabili”.
Torino epicentro della mobilitazione
Anche oggi è Torino l’epicentro della mobilitazione che durerà  fino a venerdì. Una persona è stata fermata durante un corteo che ha bloccato il traffico nel centro del capoluogo piemontese, interrotto per tutta la mattinata a causa di vari presidi e cortei. Quattrocento persone, nel primo pomeriggio, si sono radunate di fronte alla sede della giunta della Regione Piemonte, dove ieri si sono registrati gli scontri più gravi.
Poi due nuovi cortei, a cui hanno aderito anche alcuni ultras, si sono mossi da piazza Castello, uno ha puntato verso la stazione di Porta Nuova, dove ha trovato gli ingressi chiusi.
Qui una persona è stata fermata dalle forze dell’ordine, con l’accusa di aver lanciato una bomba carta nei vicino alla stazione.
L’uomo, di nazionalità  straniera di cui non sono state rese note le generalità , è stato accompagnato in questura per accertamenti.
Ma al bilancio, provvisorio, della seconda giornata di protesta vanno aggiunte anche quattro denunce per interruzione di pubblico servizio e altre quattro per violenza privata, a renderlo noto la questura di Torino, che ha identificato decine di manifestanti.
Salgono così a dodici le persone denunciate nei due giorni di protesta.
Ma in serata la città  continua a essere disseminata di blocchi, dal centro alle zone periferiche.
A fine di una lunga giornata attraversata da tensioni continue, i giovani del Partito democratico chiedono al partito di intervenire contro le infiltrazioni neo fasciste nella protesta.
Disagi in tutta Italia
A Milano occupato fino a sera piazzale Loreto, trattori davanti al Pirellone. Disagi su alcune strade per il volantinaggio, tensione manifestanti-automobilisti.
Code e rallentamenti nel bergamasco, anche in centro città  a causa di alcune auto fatte andare a velocità  ridotta. Rallentamenti anche allo svincolo di Mantova Nord sull’Autobrennero.
In Veneto i presidi hanno provocato disagi specie al traffico sulle autostrade. Il casello di Soave sulla A4 è stato chiuso in entrambi i sensi, forti rallentamenti vi sono stati al casello di Montecchio Maggiore, sempre in A4, e a Treviso sulla A27.
In Friuli Venezia Giulia   un migliaio di persone ha bloccato per un paio d’ore la circolazione stradale a Monfalcone (Gorizia). Gran parte dei manifestanti era costituita da operai delle ditte in subappalto di Fincantieri.
In Liguria poche decine di manifestanti hanno bloccato la ferrovia, in due riprese, occupando i binari della stazione di Oneglia/Imperia.
La linea internazionale Genova-Ventimiglia è stata interrotta.
A Savona i binari sono stati occupati e subito sgomberati dall’intervento delle forze dell’ordine.
A Genova sono previsti filtri per l’accesso alle stazioni.
In Emilia Romagna, volantinaggio e rallentamenti al casello autostradale Modena nord e a Parma in uscita dall’A1, presidio di una quindicina di forconi in Piazza Maggiore a Bologna.
In Toscana una decina in tutto le persone che hanno distribuito volantini alla Fortezza da Basso di Firenze, senza intralci al traffico.
Pochi disagi anche a Viareggio, dove ieri il traffico in entrata era bloccato a intermittenza.
Una manifestante è stata investita a Piombino (Livorno) da un furgone: per lei prognosi di sette giorni, denuncia per lesioni e ritiro della patente per il conducente del mezzo.
Nelle Marche secondo giorno di presidio davanti al Teatro delle Muse ad Ancona di un gruppetto di aderenti al movimento dei Forconi, che espongono cartelli e striscioni contro ‘Statò e ‘tassè.
Mentre in Umbria una trentina di manifestanti hanno occupato il salone della sede del Pd nel centro di Perugia.
“La rovina dell’Italia siete voi”, hanno urlato. La protesta si è estesa anche nel Lazio, a Roma blindati Montecitorio, palazzo Chigi, Palazzo Madama e Quirinale, in vista delle proteste di domani nella Capitale.
Prosegue a piazzale Ostiense un presidio dei manifestanti che stanno decidendo anche “azioni eclatanti” non violente.
Continua la protesta a Frosinone, con una ventina di autotrasportatori fermi al casello dell’A1. Non si segnalano comunque problemi alla circolazione.
Volantinaggio a Napoli, in piazza Carlo III: forze dell’ordine hanno evitato il blocco stradale, i manifestanti hanno invitato gli agenti a solidarizzare con loro. Chiuso lo svincolo di Battipaglia (Salerno) dell’A3 per una manifestazione di studenti, disoccupati e autotrasportatori.
Alta tensione in Puglia dove si sono verificate irruzioni di manifestanti in centri commerciali del barese, bloccate per alcune ore a Barletta la zona industriale e la litoranea di Levante.
I commercianti sono stati costretti a chiudere i negozi, così come ad Andria, dove si sarebbero mescolati ultrà  della locale squadra di calcio: indagano le forze dell’ordine. Bloccata per un’ora e mezza la stazione ferroviaria di Cerignola (Foggia).
In Calabria presidio davanti al casello autostradale dell’A3 di Cosenza per distribuire volantini.
Manifestazioni anche nella culla del movimento dei Forconi, la Sicilia.
A Catania presidio in piazza Università . A Palermo è attivo il presidio di via Ernesto Basile e i Forconi hanno chiesto l’autorizzazione per una manifestazione giovedì prossimo davanti la sede di riscossione Sicilia a Palermo.
A Giardini Naxos (Me) un uomo, in coda in un distributore di benzina per lo sciopero dei Forconi, ha colpito con una chiave da meccanico, al culmine di una lite un altro automobilista. E’ stato arrestato.
Mentre in Sardegna non si sono verificati nè blocchi nè presidi, ma una protesta pacifica davanti alla sede dell’Agenzia delle Entrate a Cagliari. Gli anti-Equitalia si sono messi in fila per chiedere atti e documenti agli sportelli.
“Azione eclatante se ci sarà  la fiducia al governo”
Ma la protesta non sembra stemperarsi, Danilo Calvani, uno dei leader del movimento, annuncia: “Se domani sarà  votata la fiducia al governo e i politici non resteranno a casa, ci organizzeremo in questi giorni per indire la prossima settimana una manifestazione a Roma che porti milioni di persone. Sarà  un assedio pacifico — continua — e concorderemo il percorso con le forze dell’ ordine, ma siamo disposti a restare fin quando i politici non andranno via”.
E intanto Forza Nuova lancia l’appello per organizzare nuovi presidi e manifestazioni in tutta Italia il 14 dicembre.
Un’iniziativa, si legge in una nota dell’organizzazione di estrema destra, per “rilanciare” il movimento dei Forconi.

argomento: denuncia | Commenta »

SALVINI, L’ESPERTO DEL BOCCALE, IN CERCA DI BOCCALONI

Dicembre 10th, 2013 Riccardo Fucile

MARONI COME SCHETTINO: HA LASCIATO LA NAVE CHE STAVA AFFONDANDO A SALVINI ED E’ PRONTO A CALARSI NELLA SCIALUPPA DI PASSAGGIO DI ALFANO

Anche la Lega nel fine settimana ha avuto le sue primarie per scegliere il segretario.
Ma i numeri sono più da condominio che da partito: hanno votato poco più di 10 mila persone. All’un per cento delle elezioni alla Camera, giusto per fare una proporzione, equivalgono 450 mila voti.
In pratica il Carroccio è già  morto e sepolto. A Salvini è stato affidato il compito di schiantarlo definitivamente.
Già  alle prossime europee potrebbe scomparire da Bruxelles.
Ridotto al 4% alle scorse politiche, dopo le inchieste sulle spese allegre della famiglia Bossi e dell’ex tesoriere Francesco Belsito, sotto la guida annoiata e stanca di Maroni il Carroccio ha perso ulteriormente fascino agli occhi ormai disincantati di quanti avevano creduto in un soggetto politico capace di porre nell’agenda dei Palazzi romani la questione settentrionale.
Abbandonato dal tessuto imprenditoriale e professionale della fascia Padana, la Lega conserva solo un gruppo di fedelissimi della prima ora, quelli che amano Pontida e la propria identità  territoriale, proprio quel “gruppo” che invece Maroni ha snobbato.
Poi ci sono i voti dell’apparato del partito. Amici e parenti, nulla di più.
La missione iniziale si è persa e la fiducia da parte dei cittadini del Nord è andata persa.
Che potevano pure accettare e digerire il dito medio di Bossi o le sparate di Calderoli sugli Imam, ma a fronte di un tornaconto.
Che fosse il federalismo o più tasse da conservare sul territorio, chi votava la Lega vedeva in quel partito un’opportunità  per le loro aziende, per lo più piccole e piccolissime.
Le prime sezioni del Carroccio aperte tra Veneto e Lombardia erano ospitate in capannoni e aziende da imprenditori che volevano ribellarsi allo “Stato centralista” che si “mangia il nostro lavoro”.
Qualcuno aggiungeva “per regalarlo ai terroni”. Solo qualcuno, non tutti.
Ma la speranza è stata tradita. E molti oggi sorridono sull’occasione persa e sfottono i leghisti: “Roma veduta fede perduta”, dicono del Carroccio di Maroni e di quanti partiti verso la Capitale per far valere le ragioni del Nord si sono dimenticati scopi e obiettivi della loro permanenza nel Palazzo.
Un abisso rispetto al “Roma ladrona” degli esordi di Bossi.
Nel fallimento generalizzato, dunque, a Salvini è affidato il compito disperato di raggiungere un 4%. L’alternativa, realistica, è appunto schiantarsi. Ma lui ci prova, bisogna dargliene atto.
E così non passa giorno che il neosegretario della Lega non spari contro l’euro, gli immigrati; non invochi più tasse e maggiore difesa del lavoro e via dicendo.
Come spiegò Giovanni Sartori i partiti che sanno di non vincere possono promettere anche la luna, tanto non si troveranno mai nella condizione di dover rispettare le promesse fatte.
Salvini lo sa bene. Ma magari qualche boccalone lo trovano ancora.
In tutto questo Maroni appare come Schettino. Ha lasciato la nave che stava affondando a Salvini e lui ha già  abbordato una scialuppa di passaggio, quella di Alfano.

Davide Vecchi
(da “il Fatto Quotidiano“)

argomento: LegaNord | Commenta »

LE SEZIONI PD PERDONO IL CONTROLLO DEL VOTO: UNO E’ ISCRITTO, DIECI NO

Dicembre 10th, 2013 Riccardo Fucile

SONO MOLTI GLI ESTERNI NELLE REGIONI ROSSE: L’ANALISI DELL’ISTITUTO CATTANEO

«Portate dieci persone a votare». L’appello Matteo Renzi l’aveva lanciato in tv, quando si temeva un flop dell’affluenza e il calo della partecipazione al voto dei circoli di novembre non incoraggiava.
Curiosa coincidenza: rispetto ai 297 mila tesserati che hanno partecipato alla fase del congresso riservata agli iscritti, ai gazebo sono stati 2,9 milioni a mettersi in fila e votare per la segreteria del Pd.
Dieci volte tanto, appunto: dieci partecipanti alle primarie per ogni iscritto.
Ma al di là  della coincidenza, questo dato ha un significato: uno scarto così marcato indica «l’esistenza, intorno al partito, di un’area di elettorato di opinione in grado di mobilitarsi autonomamente, per adesione alle procedure partecipative delle primarie o per la simpatia e l’apprezzamento per un candidato», indica l’analisi di Piergiorgio Corbetta e Rinaldo Vignati dell’Istituto Cattaneo.
È il bacino di quel partito che è stato definito «aperto», «liquido», «leggero».
Elettori più autonomi e meno fedeli alla linea: «Non interessati alla militanza tradizionale, nè inquadrati nelle strutture di partito. E al partito non danno una delega in bianco, come una volta», spiega Vignati.
Viene meno la capacità  di controllo: «Non seguono certo le indicazioni del segretario. Ma milioni di elettori alle primarie sono certo una risorsa».
E questa è la sfida del Pd: se si svuota l’arsenale dei militanti, bisogna pensare a riempire in altro modo il granaio dei voti. E fondamentale sarà  mobilitare questo «di più» che sta intorno al partito.
Se il rapporto di 10 a 1 è già  significativo, risulta ancora più elevato nelle regioni del Nord e in quelle cosiddette rosse: in Lombardia i partecipanti alle primarie sono stati 18 volte gli iscritti al voto nei circoli; in Piemonte 17.
In Emilia-Romagna 15 e in Toscana 13. Al Sud, al contrario, questo voto di opinione è risultato molto più ridotto (4 in Sicilia, 5 in Campania)
Ed è soprattutto nelle regioni rosse che elettori e militanti sono meno allineati.
Si pensi al successo di Renzi in Emilia-Romagna (71%) dove al voto dei circoli aveva vinto Cuperlo, oltre il 50% a Bologna.
In Italia tra gli iscritti Renzi ha preso il 45,3%, nelle primarie aperte il 67,8%: uno scarto di 22,5 punti percentuali.
La differenza raggiunge quota 30 punti percentuali nella fascia rossa di Umbria, Emilia-Romagna e Toscana.
È soprattutto qui che gli iscritti sono sempre meno rappresentativi della più ampia fascia di elettori e simpatizzanti
Qui dove il partito, storicamente, ha radici solide. «Pensiamo alla funzione svolta in queste regioni dal Pci negli anni 60 e 70 per i ceti popolari, nei quartieri urbani di edilizia popolare, nelle città  industriali; agli immigrati che venivano dal Sud e che trovavano nel partito, dalle tombole per i bambini al liscio domenicale, un potente fattore di integrazione sociale», si legge nell’analisi del Cattaneo.
E si pensi, anche, ai successi elettorali che ne son seguiti. Un successo troppo grande: gli eredi del Pci, fino al Pd, ne sono rimasti vittime.
«Il partito si è chiuso in sè stesso, ha alimentato una struttura pesante, è diventato autoreferenziale».
Si è chiuso: proprio dove case del popolo e sezioni sono tuttora aperte e ancora in gran numero.
Ma i tempi cambiano e anche il militante invecchia: «Il partito non ha saputo intercettare i nuovi ceti».
E nelle regioni rosse più che chi rivendicava la tradizione delle sezioni, ha vinto chi ha portato al voto il «di più».

Renato Benedetto
(da “il Corriere della Sera“)

argomento: Partito Democratico, PD | Commenta »

PANICO NELLE STANZE DEL PD: I NOSTRI CONTI IN ORDINE

Dicembre 10th, 2013 Riccardo Fucile

DIPENDENTI PREOCCUPATI: “SE TAGLIA E FONDI ALLA POLITICA…”

I funzionari e i dipendenti sono nelle stanze – spesso ciascuno di loro ne occupa una, singolarmente – e tutti aspettano di capire cosa accadrà , adesso che Renzi parla da segretario e che da segretario, perciò, davvero potrebbe procedere come promesso: raschiare via le parti dell’enorme apparato che a lui paiono secche, polverose, vecchie, inutili.
Alla luce giallastra dei neon, dietro porte socchiuse, i volti di molti assumono tratti distratti e collerici, sembrano creature manzoniane: rassegnate, ma furbe
Frammenti di frasi. «È determinato e deciso, capace di tutto». «Voglio vedere come lo gestisce un partito senza di noi». «Il guaio è che mi sa che lui pensa a un partito che non è un partito»
La stanza di Antonio Misiani, il tesoriere del Pd in carica ancora per pochi giorni, è davanti a quella che, tra qualche ora, sarà  occupata dal sindaco di Firenze.
«Lì, finora, si sono sistemati tutti i segretari. Ma Renzi, magari, ha altri progetti».
Ecco, appunto.
«Leggo sui giornali, sì. Ma io sono l’uomo dei numeri, e di quelli posso parlare».
Parliamone.
«Al 31 ottobre, lavorano nel Pd, per lo più con contratti a tempo indeterminato, 183 dipendenti e 18 giornalisti. Ma poichè 38 di questi sono in aspettativa e altri 12 distaccati, in carico al partito ne restano 151».
Un costo comunque elevato da sopportare.
«Con la legislazione vigente, il partito, nel 2014, dovrebbe andare in pareggio. Abbiamo tagliato e risparmiato tanto, in questi anni. Purtroppo…».
Purtroppo?
«L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti apre uno scenario diverso. Senza quei soldi cambia tutto: e il problema, automaticamente, finirà  sul tavolo del nuovo segretario».
Il corridoio è lungo. Accanto a ogni porta, una targhetta plastificata.
Ecco la stanza di un colonnello (ex?) Beppe Fioroni; ecco quella di Paolo Gentiloni (senza ex, è renziano della prim’ora); ecco le segreterie, e poi, ancora: il dipartimento Logistica, il dipartimento Cultura, la segreteria Forum Welfare.
Questa dei Forum fu una trovata di Pier Luigi Bersani. Ne creò 17, e spesso con sotto-strutture. Esempio: Politiche ambientali con presidente Laura Puppato; coordinatore: Sergio Gentili; Green economy e Qualità  italiana: coordinatore Ermete Realacci; Politiche per la famiglia: coordinatore Tiziano Treu. Ci fu il caso di Livia Turco che, non potendo essere rieletta in Parlamento, ottenne la presidenza del Forum Immigrazione.
Quasi che la Balena Bianca (cit. Giampaolo Pansa) e la formidabile macchina burocratica del Pci, con la fusione tra Margherita e Ds, abbiano subito una mostruosa mutazione genetica, fino a diventare un gigantesco animale mai visto
Da un angolo sbuca Rita Borione, vice responsabile del dipartimento Cultura. «So che il il nuovo segretario vuole snellire, alleggerire la struttura del partito… E lo capisco, certo: qui, con il trascorrere degli anni, e il susseguirsi dei segretari, l’apparato è diventato pachidermico… Detto questo…».
Detto ciò?
«Ci sono dipendenti con straordinarie competenze e poi… Beh, poi non tutti sono assunti a tempo indeterminato».
Lei?
«No, io ho un contratto di collaborazione».
Posso chiederle pagato quanto?
«Ho un semplice rimborso spese».
Quello della Geloni non era esattamente un rimborso spese ma un contratto a termine piuttosto importante (scatenò ire e invidie varie): però, adesso, è scaduto.
«Aspetto, come tantissimi altri, di parlare con Matteo. Punto, nient’altro».
Renzi è convinto che il partito sia imbolsito e gonfio di sprechi.
«Mah. Non mi sembra che qui si sprechi tanto»
Lui dice di sì.
«E io ti dico che You-Dem costa circa un quarto di quanto costava quattro anni fa. Ma gratis è chiaro che non puoi farla una televisione…».
(Poi arriva un uomo della sicurezza. Il leggendario servizio d’ordine del Pci è ora composto da giovanotti stanchi e annoiati. Uno fuma, uno sospira: «Sei giornalista? Daje, famme vedè er tesserino…» ).

Fabrizio Roncone
(da “il Corriere della Sera”)

argomento: Partito Democratico, PD | Commenta »

MACALUSO: “IL PARTITO E’ MORTO NEL 1984 CON BERLINGUER, DOMENICA SEMMAI SONO FINITI I DEMOCRATICI”

Dicembre 10th, 2013 Riccardo Fucile

“NEL PD LA CULTURA E’ CONSIDERATA UN HANDICAP, AVER LETTO QUALCHE LIBRO PER CUPERLO SI E’ RIVELATO UN DIFETTO IMPERDONABILE”

Intervistato da Alfonso Signorini (il che è già  un segno) sul testo di Bandiera Rossa, Matteo Renzi ha detto di sapere «solo l’inizio»: «Comincia così, Bandiera rossa la trionferà …». Era invece la fine.
Domenica scorsa, il Corriere Fiorentino ha chiesto agli elettori delle primarie di cantarla: con tutta la buona volontà , non la sapeva o non la ricordava quasi nessuno.
Una bandiera rossa del vecchio Pci si è vista sotto il palco dell’ultimo comizio di Renzi, a Empoli.
L’ha portata il compagno Rolando Terreni di Sovigliana, 78 anni, in memoria del padre partigiano: «Matteo mi garba e io lo voto, ma prima deve baciare la bandiera!».
Lui si è un po’ infastidito, non quando ha visto il drappo rosso ma quando ha visto la fotografia on line.
Ieri mattina, tra i pensionati della Spi-Cgil in fila al mercato di San Lorenzo per fare colazione con un panino al lampredotto, infuriava una gara di motteggi che avrebbe fatto impallidire il battutista Civati.
Si faceva notare che «il bambino ha mangiato i comunisti» e che «il Pd ora cambierà  nome. Siccome Forza Italia è già  preso, si chiamerà  Forza Eataly».
La scomparsa dei «comunisti» è la notizia del giorno, non solo nella rossa Toscana.
La sconfitta di Cuperlo, ultimo capo della Fgci e intellettuale del dalemismo, segna la fine dell’egemonia rossa su un partito che aveva visto Veltroni travolgere la Bindi ed Enrico Letta, quindi Bersani battere senza troppi problemi prima Franceschini e poi lo stesso Renzi.
E sembra dissolversi una volta per tutte il mito del comunismo italiano, per cui un’ideologia criminale o comunque sbagliata da Cuba alla Siberia diventava per l’èlite culturale della penisola giusta o comunque nobile.
«Sì, vedo che molti giornali e siti internet titolano sulla fine del Pci. Ma è una notizia vecchia» sorride Emanuele Macaluso, uno degli ultimi grandi vecchi del partito.
«Il Pci non esiste più dal 1991, quando fu travolto dalle macerie del Muro crollato due anni prima. Ma, a mio giudizio, il Pci era morto già  nell’estate del 1984, insieme con Enrico Berlinguer, sul palco del comizio in piazza delle Erbe a Padova. Domenica semmai è morto il Pd, almeno così come era nato. Io mi sono sempre rifiutato di chiamarlo partito. Era un aggregato di diessini che si erano illusi di poter governare il Paese aggregando un pezzo di Dc. Non poteva che finire miseramente».
Lo stesso Renzi rifiuta di usare le categorie del passato.
Nega di essere mai stato democristiano, di appartenere allo stesso ceppo di Enrico Letta e Franceschini.
Rivendica di essersi affacciato alla politica nel 1995, quando fondò il comitato per l’Ulivo di Rignano, il suo paese.
Ha avuto amici comunisti, nella stanza da segretario in largo del Nazareno a Roma porterà  la foto di Emanuele Auzzi detto Meme, segretario dei Ds fiorentini: «Gli ho voluto bene. Era un uomo splendido, all’antica, di cui ho un bel ricordo».
Ma del «manipolo di pazzi», come nella notte della vittoria ha definito la sua squadra, solo due vengono dai Ds: Dario Nardella, il più strutturato politicamente, e Francesco Bonifazi, che Renzi considera «uomo da spogliatoio», il più adatto a stemperare le tensioni create da un temperamento nervoso come il suo.
Gli altri sono quasi tutti di formazione cattolica, o semplicemente devoti a lui.
Ma l’obiettivo del sindaco è dar vita a «un partito che non sia ex di nulla». La stessa formula usata da Veltroni al Lingotto; il quale però, per quanto negasse di essere mai stato «comunista in senso sovietico», agli occhi dell’Italia moderata era un ex pure lui. Poi è toccato a Pierluigi Bersani evocare il Pci emiliano, il riformismo pragmatico, la «ditta» affidata a vecchi compagni come Errani e Migliavacca, che hanno giocato in difesa una disastrosa campagna elettorale conclusa nel teatro del cabaret «de sinistra» romano, mentre Berlusconi andava nella tana di Santoro e Grillo si prendeva piazza San Giovanni. Sono state proprio le sconfitte, culminate con il voto che ha affossato prima Marini e poi Prodi, a travolgere «la vecchia classe dirigente», come l’ha liquidata Renzi domenica sera.
Nè si intravede un futuro a sinistra del Pd: dopo l’eclissi di Rifondazione comunista, anche Vendola appare avviato al declino; sponde per una scissione non ce ne sono.
«Sono storie finite o mai incominciate – dice Macaluso –. Ricordo un editoriale di Eugenio Scalfari: siccome i Ds erano al capolinea e la Margherita pure, non restava altro che la fusione. Ma la somma di due fallimenti non fanno un successo. Il nuovo partito è nato senza fondamenta politiche e culturali, come coacervo di gruppetti che ora si sono divisi. Toscani ed emiliani sono andati un po’ di qua e un po’ di là . Con Renzi ci sono uomini che hanno avuto un ruolo nel Pci: Fassino, Veltroni, gli stessi Chiamparino e De Luca. E il sindaco di Firenze ha potuto “scalare” il partito proprio per l’inconsistenza degli avversari. Un partito degno di questo nome non è “scalabile”».
Il grande sconfitto, D’Alema, ha evocato Craxi, senza nominarlo, con toni vagamente iettatori: «Abbiamo radici profonde. Uomini con più attributi di Renzi hanno provato a tagliarle, e hanno fatto una brutta fine. Farà  una brutta fine pure lui».
Ieri Pasquale Laurito, giornalista dalemiano e quindi esemplare di una specie più introvabile del liocorno, si è abbandonato sulla sua Velina Rossa a un’invettiva tipo catilinaria: «Caimano rosso, taverniere fiorentino, nuovo Benito…».
I vecchi comunisti hanno per Renzi una diffidenza quasi antropologica, tanto da essere indotti in errori di valutazione, sostiene Macaluso: «Parlare del nuovo segretario come di un altro Berlusconi è una sciocchezza. Renzi non ha interessi privati, è una persona rispettabile. Ma appartiene a un’era politica del tutto nuova, in cui il livello culturale è drasticamente crollato. La sinistra storica era fatta di personaggi complessi. Togliatti era un intellettuale di livello europeo, un uomo che teneva testa a Stalin; ora i politici di sinistra si giudicano da come affrontano i grillini nei talk show e anche dall’aspetto fisico. Riccardo Lombardi era capace di parlare due ore. Pippo Civati spara battute a raffica da pochi secondi l’una, ed è pure caruccio. La cultura è considerata un handicap: aver letto qualche libro per Cuperlo si è rivelato un difetto imperdonabile. Mi fa tenerezza Mario Tronti, che Bersani ha portato in Parlamento: si aggira spaesato come in una landa deserta. Ogni tanto lo trovo in qualche convegno, dove può finalmente sfogarsi: prende la parola, cita Gramsci, ne disserta…

Aldo Cazzullo
(da “il Corriere della Sera“)

argomento: Partito Democratico, PD | Commenta »

IL PIANO SEGRETO DI BERLUSCONI: ATTACCARE LA MERKEL PER COLPIRE L’EURO

Dicembre 10th, 2013 Riccardo Fucile

PRONTI GLI SPOT PER FARE CONCORRENZA A GRILLO E TROVARE ELETTORI…. NONOSTANTE ABBIA FIRMATO IL “FISCAL COMPACT”

Silvio Berlusconi è uno straordinario venditore, si sa, e a breve tornerà  al lavoro: gli tocca vendere se stesso e il suo partito per le elezioni europee di primavera senza però essere in lista.
L’avventura, in realtà , è iniziata domenica a Roma con il primo happening pubblico della rinata Forza Italia e la fondazione dei club Forza Silvio, ma il processo aveva già  preso avvio qualche mese fa, quando il Cavaliere ha individuato uno spazio semivergine nel mercato elettorale che ha deciso di cavalcare senza tentennamenti.
A giudicare infatti dai bozzetti ordinati ai designer e dalle mosse del suo staff, Berlusconi si appresta a una campagna elettorale radicalmente anti-Europea o, più precisamente, antitedesca: il suo obiettivo dovrebbe essere solo marginalmente la moneta unica — tema che secondo il Cavaliere è troppo divisivo e spaventa molti elettori — mentre nel mirino finiranno la Germania e la burocrazia di Bruxelles a lei sottomessa.
Il fatto che sia stato lui — e con la nobile motivazione di salvarsi la poltrona — ad aver firmato il Fiscal Compact, cioè la costituzione in legge della visione tedesca dell’Unione, gli è completamente indifferente, come pure la resipiscenza di Matteo Renzi, che pare aver scoperto l’insensatezza del parametro del 3 per cento del deficit e annuncia una sua battaglia in Europa per modificarlo.
Troppo poco e troppo poco chiaro in una guerra per slogan.
Che il Cavaliere abbia scelto la sua direzione è abbastanza chiaro scorrendo i bozzetti di manifesti, locandine e scenografie consegnati nelle scorse settimane a palazzo Grazioli: il tema della cosiddetta “Euro-Germania” è assolutamente preponderante, il messaggio sotteso è all’ingrosso “se l’Europa è questa, meglio starne fuori”.
I sondaggi effettuati dalla fida Alessandra Ghisleri di Euromedia confermano il Cavaliere nella sua intuizione: quello spazio di mercato elettorale è praticamente libero e in crescita nella popolazione, soprattutto tra quanti votano o votavano centrodestra.
L’obiettivo finale è un risultato più vicino al 30 che al 25 per cento dei voti, un massiccio ritorno al centro della scena politica.
I concorrenti — coloro che faranno la stessa operazione di marketing elettorale — non lo preoccupano più di tanto: troppo piccoli quelli alla sua destra, mentre il Movimento 5 Stelle sembra ancora timido sui temi europei e — pur avendo iniziato a parlarne prima — continua a puntare sulla confusa proposta del referendum sull’euro (peraltro incostituzionale).
Comunque, anche se la moneta unica non sarà  il centro della sua campagna elettorale, Berlusconi e il suo staff stanno lavorando anche su questo e per farsi un’idea del tipo di comunicazione possibile stanno anche consultando degli esperti: uno di questi è Claudio Borghi Aquilini, docente di Economia degli intermediari finanziari alla Cattolica di Milano e editorialista del Giornale.
Si tratta di un nome interessante per comprendere uno strano cortocircuito che sta avvenendo in Italia: Borghi Aquilini è infatti membro dell’associazione “a/simmetrie” — tra i fondatori c’è anche la firma del Fatto Alberto Bagnai — che proprio sabato ha organizzato un convegno sulla moneta unica a Roma (“L’euro contro l’Europa?”) in collaborazione con la Fondazione Nuova Italia di Gianni Alemanno.
Questo a testimonianza — ma si potrebbe citare il “No Euro Day” della Lega — che la galassia dei partiti della destra italiana si sta dirigendo con forza sul tema fondamentale dei prossimi mesi attirando così anche studiosi e intellettuali collocati a sinistra che non trovano interlocutori in quell’area: sabato a Roma ad esempio, oltre allo stesso Bagnai, hanno parlato al convegno il filosofo marxista Diego Fusaro e l’economista Jacques Sapir, già  vicino al Front de Gauche francese.
Sull’altro lato della medaglia, per così dire, è sintomatico che la mozione anti-euro al recente congresso di Rifondazione comunista non abbia raccolto nemmeno il 19 per cento dei voti.
Tornando a Berlusconi, la sua strategia elettorale avrà  ovviamente effetto sulla collocazione di Forza Italia nell’Europarlamento: gli azzurri difficilmente potranno stare dentro il Ppe, dove peraltro la potente Fondazione Adenauer della Cdu tedesca ha già  cominciato una sua campagna “anti-Silvio”.
Il gruppo dei conservatori europei — tutti euroscettici — aspetta nuovi arrivi a braccia aperte.

Marco Palombi
(da “il Fatto Quotidiano“)

argomento: Berlusconi | Commenta »

INTERVISTA AL POLIZIOTTO A CAPO SCOPERTO: “ANCHE NOI OPPRESSI DALLE TASSE, SIAMO SOLIDALI”

Dicembre 10th, 2013 Riccardo Fucile

“SE LA SITUAZIONE NON CAMBIA C’E’ IL RISCHIO DISOBBEDIENZA CIVILE TRA LE FORZE DELL’ORDINE”

«Anch’io ho tolto il casco. Molto volentieri. I motivi della protesta li viviamo anche sulla nostra pelle. E se la situazione non cambia, la disobbedienza civile rischia di dilagare anche fra le forze dell’ordine».
Francesco, ma è un nome di fantasia, ha 38 anni, è un agente scelto del reparto mobile della Polizia ed è tra quegli esponenti delle forze dell’ordine che ieri, tra gli applausi della gente, a piazza Castello, a Torino, si sono tolti il casco antisommossa che indossano durante le manifestazioni.
È vero che è lo avete fatto solo perchè era finito il turno, come ha sostenuto la questura? Oppure c’era anche qualche motivazione in più?
«No, il turno non era ancora finito. Anche se gli scontri che c’erano stati in mattinata erano terminati ed era cessata la condizione di pericolo».
Ma è sbagliato leggerlo come un gesto simbolico, di solidarietà  con i manifestanti e di condivisione dei motivi della protesta?
«No, non è sbagliato. Io personalmente, e anche altri colleghi con cui ho parlato in piazza, lo abbiamo vissuto con questo spirito. Anche se è un gesto che qualche volta si usa fare per stemperare il clima. In questo caso, quando è arrivato un ordine in questo senso, lo abbiamo fatto davvero con piacere».
Perchè?
«I motivi che hanno spinto molta gente ieri a scendere in piazza li condividiamo. Le tasse troppo alte, gli stipendi bloccati, il disagio economico a cui dobbiamo sottoporre le nostre famiglie li viviamo sulla nostra pelle. E anche noi non ce la facciamo più».
Cosa è accaduto dopo che avete tolto i caschi?
«La gente applaudiva. Ci dicevano bravi. Ho visto un collega sfilarsi il casco e andare a stringere la mano a un manifestante. È stato un momento bello».
Pensa che questo gesto simbolico possa dilagare?
«Il rischio è alto. Noi agenti di polizia guadagniamo 1.300 euro al mese, viviamo una situazione di estrema difficoltà , quando facciamo ordine pubblico stiamo tutto il giorno in strada. Ci tagliano gli straordinari. La verità  è che anche noi non ne possiamo più. E se la situazione non cambia, e anche piuttosto in fretta, molti vorranno legittimamente unirsi alla protesta con gesti di disobbedienza civile. Si può dar loro torto?».
I manifestanti sono stati accusati di aver strumentalizzato il disagio economico.
«Al di là  degli estremisti di alcuni centri sociali e di manifestanti di estrema destra che hanno scatenato qualche problema, io in piazza ho visto solo persone esasperate, persone che vivono un disagio economico grande, persone stanche. Certo, quando sono arrivate sotto il Palazzo della Regione, dove certi personaggi hanno preso un sacco di soldi di rimborsi elettorali, la disperazione si è mescolata anche alla rabbia. Ma la gente non sa più come mandare avanti le famiglie. E noi li capiamo».

(da “il Corriere della Sera”)

argomento: polizia | Commenta »

“GUARDAMI, NON MI FAI PAURA”: LUCIA INCONTRA IL SUO SFREGIATORE

Dicembre 10th, 2013 Riccardo Fucile

A PESARO LA DONNA AFFRONTA IL SUO EX E I DUE SICARI IN TRIBUNALE, APPLAUSI PER LEI ALL’USCITA: “LA PIU’ FORTE SONO IO”

«Niente». È niente quell’uomo che è a tre metri da lei, stesso banco, a sinistra.
L’uomo che ha mandato due sicari a bruciarle la faccia con l’acido.
Lucia Annibali guarda avanti, guarda la faccia del giudice.
Non vale la pena guardare l’uomo che le diceva “hai il viso più bello del mondo” e poi l’ha fatta sfigurare. Meglio guardare avanti.
Dietro ci sono i due albanesi che nella sera del 16 aprile l’aspettavano a casa sua con l’acido solforico.
«Cosa stai provando?», le chiede sottovoce l’avvocato difensore, Francesco Coli. «Niente», risponde lei. «Tengo duro. La più forte sono io».
Poi si gira un attimo, per guardare il volto di Rubin Talaban, arrivato da Shkoder in Albania, l’uomo che per lei era solo un passamontagna nero.
Era l’ultima cosa che aveva visto, quella sera. Poi ci furono soltanto la mano che lanciava l’acido, l’urlo di dolore, il buio che le copriva gli occhi.
«Volevo vedere – dice Lucia – che faccia avessero, quei due. Non li avevo mai visti prima. Quello con il passamontagna è stato il mio incubo».
In ospedale, le prime notti, quando sentiva dei passi e gli occhi ancora erano spenti, credeva che l’uomo che l’aveva rovinata venisse a finire il suo lavoro.
Per un attimo ha cercato anche lo sguardo del suo ex fidanzato, stretto fra due guardie di custodia.
«Volevo fargli vedere cosa mi ha fatto. Un attimo solo mi è bastato.
Prima di arrivare in udienza ero agitata, sentivo dentro apprensione e anche paura. Poi in aula mi sono rilassata. Ho guardato quei tre e mi sono detta: Lucia, hai superato la prova. Quando ho guardato il mio ex ho capito una cosa importante: non mi fa più paura».
Cappotto rosso fuoco, cappello scuro e occhiali.
Appena esce dall’auto dei carabinieri Lucia Annibali si toglie la maschera di silicone che deve portare almeno quattro ore al giorno. È scesa nel garage del tribunale, lontano da taccuini e telecamere.
All’ingresso principale ci sono le donne dell’Udi con i cartelli: “Lucia potrei essere io”. Lei, per ora, vuole mostrare il suo volto solo a chi le ha fatto troppo male e al giudice che dovrà  dare giustizia.
L’udienza è breve, poche ore. Gli avvocati della difesa chiedono il rito abbreviato «subordinato però a integrazioni probatorie».
Vogliono sentire altri testimoni e periti. Il giudice Maurizio Di Palma dice che l’istruttoria non ha bisogno di integrazioni.
Fissa l’udienza per il 21 febbraio, il 22 ci sarà  la sentenza. Non sarà  passato nemmeno un anno dall’aggressione, a volte la giustizia riesce a essere veloce.
«Sono contenta di questa decisione – dice Lucia Annibali, anche lei avvocato – Presto potrò avere giustizia e non è cosa da poco. Ho guardato gli accusati solo per un attimo perchè io oggi non dovevo guardare loro ma guardare avanti, al mio futuro. È quel che ora conta davvero per me».
Il suo avvocato, quando il giudice esce dall’aula, le chiede: «Lucia, cosa vuoi fare?». C’è sempre la porta secondaria che porta al garage, la macchina dei carabinieri è pronta al viaggio verso Urbino.
Lucia non risponde, ma con la mano indica la porta principale. Sa che di là  ci sono dieci telecamere pronte, ci sono i cronisti e i fotografi.
«Senza dire una parola – dice l’avvocato Francesco Coli – con quella decisione Lucia ha spiegato tutto: la più forte sono io, sono uscita dal guscio e non ho paura a mostrare il mio volto ferito. Voglio rientrare nel mondo delle persone normali».
Flash, applausi e grida. «Lucia, Lucia…».
Con il padre, la madre e il fratello la donna sale a salutare il procuratore capo Manfredi Palumbo.
Dal garage partono invece i cellulari con Luca Varani e gli albanesi Altistin Precetaj e Eubin Talaban. L’uomo accusato di essere il mandante dell’oltraggio ancora una volta ha raccontato la sua verità . «Io volevo che con l’acido i due albanesi facessero danni all’auto di Lucia, non a lei. Oggi ho offerto un appartamento, come risarcimento. So che è un piccolo gesto ma è tutto quello che posso fare».
Offerta respinta.
Luca Varani ha avuto una figlia, due mesi fa, dalla fidanzata “ufficiale”, sempre nascosta a Lucia. Lui ha riconosciuto la figlia, la donna lo va a trovare in carcere.
Lucia Annibali esce dal portone centrale del palazzo di giustizia.
Ci sono tante donne ad applaudirla. Sui loro cartelli hanno scritto “Siamo tutte parte lesa”, “Gli schiaffi sono schiaffi. Scambiarli per amore fa molto male”.
Una troupe riesce a ripeterle la domanda: «Cos’ha provato, a rivedere Varani?». «Niente», risponde ancora. Lei deve guardare avanti, al suo futuro.
Oggi sarà  ancora all’ospedale di Parma per un controllo. Forse più serena.
Gli incubi, quando hanno un volto e non sono soltanto un passamontagna, fanno meno paura.

Jenner Meletti
(da “La Repubblica“)

argomento: violenza sulle donne | Commenta »

« Previous Entries
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.223)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.592)
    • criminalità (1.404)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.536)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.080)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.796)
    • governo (5.805)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.396)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.415)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (544)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (33.774)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.690)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Agosto 2025 (401)
    • Luglio 2025 (671)
    • Giugno 2025 (573)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (352)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (642)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (308)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (437)
    • Giugno 2014 (392)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (447)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (210)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (234)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Dicembre 2013
    L M M G V S D
     1
    2345678
    9101112131415
    16171819202122
    23242526272829
    3031  
    « Nov   Gen »
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI DOVREBBE PARLARCI DELLA EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO
    • LA PACE IN UCRAINA E’ SEMPRE IN ALTO MARE: TRUMP SPOSTA DI “DUE O TRE SETTIMANE” LA FINESTRA TEMPORALE PER I NEGOZIATI TRA MOSCA E KIEV
    • – – – AL SUMMIT SULL’UCRAINA NON SI E’ DECISO UNA MAZZA, AL DI LA’ DELLE APPARENZE E DELLE SVIOLINATE TRA I I LEADER
    • SCAZZO NAVALE A DESTRA: LA NOMINA, DA PARTE DI SALVINI, DELLA LEGHISTA ANNALISA TARDINO A COMMISSARIO DELL’AUTORITA’ PORTUALE DELLA SICILIA OCCIDENTALE FA INCAZZARE IL PRESIDENTE DELLA REGIONE, RENATO SCHIFANI
    • INGRESSO VIETATO A JD VANCE: UN RISTORANTE INGLESE HA RIFIUTATO LA PRENOTAZIONE DEL VICEPRESIDENTE AMERICANO A CENA
    • SCOPPIA IL CASO DELL’AZZERAMENTO DELLA COMMISSIONE VACCINI, SALVINI E FDI CONTRO IL MINISTRO SCHILLACI, FORZA ITALIA LO DIFENDE
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA