PANICO NELLE STANZE DEL PD: I NOSTRI CONTI IN ORDINE
DIPENDENTI PREOCCUPATI: “SE TAGLIA E FONDI ALLA POLITICA…”
I funzionari e i dipendenti sono nelle stanze – spesso ciascuno di loro ne occupa una, singolarmente – e tutti aspettano di capire cosa accadrà , adesso che Renzi parla da segretario e che da segretario, perciò, davvero potrebbe procedere come promesso: raschiare via le parti dell’enorme apparato che a lui paiono secche, polverose, vecchie, inutili.
Alla luce giallastra dei neon, dietro porte socchiuse, i volti di molti assumono tratti distratti e collerici, sembrano creature manzoniane: rassegnate, ma furbe
Frammenti di frasi. «È determinato e deciso, capace di tutto». «Voglio vedere come lo gestisce un partito senza di noi». «Il guaio è che mi sa che lui pensa a un partito che non è un partito»
La stanza di Antonio Misiani, il tesoriere del Pd in carica ancora per pochi giorni, è davanti a quella che, tra qualche ora, sarà occupata dal sindaco di Firenze.
«Lì, finora, si sono sistemati tutti i segretari. Ma Renzi, magari, ha altri progetti».
Ecco, appunto.
«Leggo sui giornali, sì. Ma io sono l’uomo dei numeri, e di quelli posso parlare».
Parliamone.
«Al 31 ottobre, lavorano nel Pd, per lo più con contratti a tempo indeterminato, 183 dipendenti e 18 giornalisti. Ma poichè 38 di questi sono in aspettativa e altri 12 distaccati, in carico al partito ne restano 151».
Un costo comunque elevato da sopportare.
«Con la legislazione vigente, il partito, nel 2014, dovrebbe andare in pareggio. Abbiamo tagliato e risparmiato tanto, in questi anni. Purtroppo…».
Purtroppo?
«L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti apre uno scenario diverso. Senza quei soldi cambia tutto: e il problema, automaticamente, finirà sul tavolo del nuovo segretario».
Il corridoio è lungo. Accanto a ogni porta, una targhetta plastificata.
Ecco la stanza di un colonnello (ex?) Beppe Fioroni; ecco quella di Paolo Gentiloni (senza ex, è renziano della prim’ora); ecco le segreterie, e poi, ancora: il dipartimento Logistica, il dipartimento Cultura, la segreteria Forum Welfare.
Questa dei Forum fu una trovata di Pier Luigi Bersani. Ne creò 17, e spesso con sotto-strutture. Esempio: Politiche ambientali con presidente Laura Puppato; coordinatore: Sergio Gentili; Green economy e Qualità italiana: coordinatore Ermete Realacci; Politiche per la famiglia: coordinatore Tiziano Treu. Ci fu il caso di Livia Turco che, non potendo essere rieletta in Parlamento, ottenne la presidenza del Forum Immigrazione.
Quasi che la Balena Bianca (cit. Giampaolo Pansa) e la formidabile macchina burocratica del Pci, con la fusione tra Margherita e Ds, abbiano subito una mostruosa mutazione genetica, fino a diventare un gigantesco animale mai visto
Da un angolo sbuca Rita Borione, vice responsabile del dipartimento Cultura. «So che il il nuovo segretario vuole snellire, alleggerire la struttura del partito… E lo capisco, certo: qui, con il trascorrere degli anni, e il susseguirsi dei segretari, l’apparato è diventato pachidermico… Detto questo…».
Detto ciò?
«Ci sono dipendenti con straordinarie competenze e poi… Beh, poi non tutti sono assunti a tempo indeterminato».
Lei?
«No, io ho un contratto di collaborazione».
Posso chiederle pagato quanto?
«Ho un semplice rimborso spese».
Quello della Geloni non era esattamente un rimborso spese ma un contratto a termine piuttosto importante (scatenò ire e invidie varie): però, adesso, è scaduto.
«Aspetto, come tantissimi altri, di parlare con Matteo. Punto, nient’altro».
Renzi è convinto che il partito sia imbolsito e gonfio di sprechi.
«Mah. Non mi sembra che qui si sprechi tanto»
Lui dice di sì.
«E io ti dico che You-Dem costa circa un quarto di quanto costava quattro anni fa. Ma gratis è chiaro che non puoi farla una televisione…».
(Poi arriva un uomo della sicurezza. Il leggendario servizio d’ordine del Pci è ora composto da giovanotti stanchi e annoiati. Uno fuma, uno sospira: «Sei giornalista? Daje, famme vedè er tesserino…» ).
Fabrizio Roncone
(da “il Corriere della Sera”)
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