Novembre 4th, 2014 Riccardo Fucile
“INADEGUATO, CIRCOSTANZE PENALMENTE RILEVANTI”: IL RAPPORTO DEGLI ISPETTORI DELLA RAGIONERIA DI STATO SULL’OPERATO DI ANTONIO AGOSTINI AL MIUR
“Inadeguato a gestire programmi così complessi (…), con profili di illegittimità suscettibili di
determinare una configurazione di danno erariale e circostanze penalmente rilevanti”.
Così gli ispettori della Ragioneria Generale dello Stato descrivono il lavoro di direzione espletato al Ministero dell’Istruzione da Antonio Agostini, l’uomo che oggi il governo Renzi ha indicato come candidato più idoneo a presiedere l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare, per gestire quel che resta dello sgangherato fardello del nucleare italiano tra centrali da smontare, depositi per scorie da costruire, rifiuti pericolosissimi da movimentare.
Il rapporto, che pubblichiamo in esclusiva, è il frutto di sei mesi di lavoro da parte degli Ispettori del Mef che nel novembre 2011 erano stati chiamati dall’allora ministro Profumo a far luce sulle notizie di un sistema deviato di assegnazione delle risorse comunitarie per la ricerca e lo sviluppo gestito dalla Direzione generale che faceva capo proprio ad Agostini.
Una vicenda rivelata due anni fa dal Fatto Quotidiano sulla base della segnalazione di un anonimo su cui sono poi arrivati pesanti riscontri, ora all’attenzione della Procura della Repubblica di Roma, della Corte dei Conti e dell’Antifrode europea.
Gli ispettori nelle 153 pagine confermano che quel dossier era un vaso di Pandora e che la gestione di quella partita strategica per l’Italia è stata connotata da “procedure opache”, “scarsi controlli”, “valutazioni inesistenti”, “conflitti d’interesse” che hanno permesso di attribuire centinaia di milioni di euro a chi non ne aveva i titoli: società sprovviste in partenza dei requisiti di ammissibilità , spesso sull’orlo del fallimento, anche grazie a sistemi di controllo affidati agli amici degli amici.
Alcune società beneficiarie, conferma il rapporto, “non avevano neppure un’attività , una sede o personale”.
Altre erano state bocciate in sede di valutazione finanziaria, molti progetti finanziati non avevano superato il controllo preliminare di valutazione tecnica.
“Lavori — si legge nelle carte del Mef — condizionati da continui interventi della direzione generale tesi ad orientarne l’operato e non sempre nella giusta direzione (…) caratterizzata da un’eccessiva confidenza nelle proprie capacità tecniche e di valutazione o a una non adeguata ponderazione delle proprie prerogative e delle connesse responsabilità ”.
E infatti venivano ammessi in graduatoria soggetti “sprovvisti di garanzie tecnico-finanziarie” e progetti “privi di validità sostanziale delle proposte”, a scapito naturalmente di altre. Operando così una “grave distorsione nell’uso delle risorse ottenute”.
Con quali effetti?
Nelle conclusioni, a pagina 123, gli ispettori mettono nero su bianco l’alto prezzo che rischia di pagare l’Italia per tutto questo: grazie ad assegnazioni a beneficiari illegittimi e ad erogazioni conferite come aiuti di Stato mascherati, c’è il rischio concreto che l’Europa chieda di “rettificare”, cioè pretenda “la restituzione di buona parte delle somme erogate”, cancellando così quel poco di ricerca che ancora rimane nel Paese. Il tutto, chiarisce più volte l’indagine, era gestito dal vertice politico-amministrativo incarnato da Agostini, l’uomo indicato dal governo Renzi per occuparsi del nucleare mentre è sotto la lente di tre autorità pubbliche.
In queste mani sta per finire l’Isin, l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, la nuova autorità italiana che nel solco della direttiva Euratom 2011 dovrà risolvere il rebus dello smantellamento di diverse centrali e di impianti di produzione, senza avere ancora un deposito nazionale per i rifiuti radioattivi e in un tessuto territoriale letteralmente allergico a tutto ciò che contenga la parola nucleare. Chi metterci a capo è questione di ore.
Il 6 ottobre, su proposta del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, il Consiglio dei ministri ha indicato il nome di Agostini.
La mancanza di requisiti specifici e l’eco degli articoli scritti allora hanno sollevato l’obiezione di alcuni parlamentari delle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera chiamate ad esprimere un parere entro l’8 novembre.
Al governo hanno chiesto ulteriori elementi di valutazione e di audire lo stesso Agostini oggi alla Camera e al Senato.
A quei dubbi il ministro Boschi ha risposto inoltrando un cv più dettagliato: classe 1964, laurea in giurisprudenza, avvocato, ex ufficiale dei Carabinieri fino al 1992, quando inizia la carriera alla Presidenza del Consiglio dei ministri (dal 1996 con qualifica e funzioni dirigenziali) “con esperienze in affari strategici e responsabilità operative, a livello nazionale e internazionale, nel campo della controproliferazione e controllo all’export di armamenti, beni e materiali strategici”, Agostini fuori ruolo è stato anche segretario generale dell’Agenzia spaziale italiana.
L’ex ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, lo chiamò al Miur dove ha ricoperto l’incarico di gd della Direzione per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca.
Ora è segretario generale del ministero dell’Ambiente, stipendio lordo 214.827,11 euro l’anno. senato boschi
Chi è davvero Agostini ?
Ma quello che conta non sta scritto lì. Agostini il “corvo del Miur” lo raccontava così: “E’ il dominus del sistema. Organizza progetti e affari, coltivando interessi con decrescente scrupolo. Aggiusta gare di appalto e bandi. Nomina amici e soci in affari tra gli esperti valutatori. Colloca ovunque amici e parenti, specie nell’ufficio adibito ai controlli. Svia le attività amministrative degli uffici e indirizza le valutazioni dei comitati”.
Un sistema, in altre parole, sembrava aver infettato uno dei principali centri di spesa del governo: la Direzione Generale della Ricerca facente capo ad Antonio Agostini.
Thomas Mackinson e Andrea Palladino
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Novembre 4th, 2014 Riccardo Fucile
DIBBA SI INVENTA “UN’ASSEMBLEA PUBBLICA CON I LAVORATORI” DAVANTI A UN’AZIENDA: QUELLA DI FAMIGLIA A CIVITA CASTELLANA…. E QUALCHE GRILLINO PARLA DI INTERESSE PRIVATO
Più che in casa, gioca in fabbrica.
Come racconta il Fatto quotidiano, il deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista ha annunciato trionfante sulla sua bacheca Facebook il primo comizio a Civita Castellana a cui partecipano “quattro deputati, un senatore, un euro-parlamentare, un consigliere regionale e tutti gli operai e gli imprenditori che vorranno partecipare”.
“Domani – dice di Battista – sarò a Civita Castellana, faremo un’agorà in una fabbrica e scriveremo una mozione per obbligare il governo a dare risposte ai problemi del distretto industriale di Civita. Per la prima volta un Vice-Presidente della Camera incontrerà i cittadini di Civita. Per la prima volta scriveremo assieme una mozione per impegnare il governo a dare risposte alla popolazione del distretto industriale. Porteremo proposte concrete, vedrete direttamente cosa fa il M5S, che soluzioni propone, che idea ha delle industrie di Civita. Porteremo i problemi dei civitonici alla Camera, al Senato e al Parlamento europeo”.
Il luogo scelto è Civita, quindi, paese di cui è originario il deputato grillino.
Ma a Civita, distretto specializzato in ceramiche da bagno, c’è anche la fabbrica di proprietà della famiglia di Di Battista: Dl.bi.tec: come racconta il FQ, 80 per cento di proprietà diviso tra Alessandro, la sorella e il papà .
Tuttavia, la decisione di intervenire pubblicamente davanti all’azienda di famiglia non è piaciuta molto agli attivisti di OccupyPalco (che si sono distinti per l’occupazione del palco durante l’evento M5S del Circo Massimo): “Non ci sarebbe stato nulla di male nel dichiarare che c’è un interesse privato: per ottenere qualcosa in Italia bisogna avere per forza un parente o un amico in Parlamento”.
(da “Huffingtonpost“)
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Novembre 4th, 2014 Riccardo Fucile
UNA STORIA DI SPERANZA
Durante il secondo tempo di una partita del campionato Giovanissimi, il padre di uno dei ragazzini in
campo scavalca la rete di recinzione e prende a ceffoni l’arbitro diciassettenne, mandandolo all’ospedale.
Non è questa la notizia, anzi fino a qui saremmo nella tragica normalità .
Quella dei genitori che considerano i figli un prolungamento del proprio ego e si ergono a difensori del buon nome della casata contro qualunque autorità costituita — insegnante, vigile, arbitro — osi lederne il prestigio con decisioni inopinate: un votaccio, una multa, un rigore non dato.
Ma stavolta affiora una variabile imprevista: di fronte al padre che ha appena picchiato un adolescente in suo nome, il calciatore ragazzino scoppia in lacrime, si avvicina alla barella su cui giace l’arbitro e gli chiede scusa.
Con una certa goduria provo a immaginare la scena: il padre manesco, impavido risanatore di torti, cerca lo sguardo del figlio per catturare i segnali della riconoscenza e dell’ammirazione, e invece in quegli occhi gonfi di pianto trova soltanto la ribellione che nasce dall’imbarazzo e dal disprezzo.
Dicono che, nel bene e nel male, siamo come ci hanno fatto i nostri genitori, poi però la vita consegna queste storie di speranza.
I cattivi esempi che si respirano in casa possono essere ribaltati da altri ambienti: la scuola, la squadra, la compagnia e, soprattutto, se stessi.
Si nasce con il rispetto per gli altri già incorporato: il segreto sta nel non dimenticarsene quando si cresce.
Massimo Gramellini
(da “La Stampa”)
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Novembre 4th, 2014 Riccardo Fucile
GLI ITALIANI STANNO PERDENDO ANCHE L’OTTIMISMO
Era l’ultima certezza: nonostante tutto siamo un popolo resistente e tenace, capace di reagire alle difficoltà .
Il timore è che non sia più così. Forse stiamo perdendo anche l’ottimismo.
Il rapporto Prosperity Index 2014, appena pubblicato dal Legatum Institute, ogni anno mette a confronto 142 Paesi.
Nell’indice di prosperità siamo scesi al 37° posto, perdendo cinque posizioni rispetto al 2013.
L’Italia registra i picchi negativi alle domande «L’economia andrà meglio?» e «È un buon momento per trovare lavoro?»: siamo 134° su 142 Paesi.
Siamo più pessimisti di spagnoli (132°), francesi (120°) e ucraini (107°).
Uscendo dall’Europa, più di peruviani (36°) e thailandesi (quarti!). Le grandi masse cinesi e indiane (rispettivamente 54° e 67°) sono più ottimistedi noi.
Sorprendente? Non tanto.
L’ottimismo delle nazioni non è legato ai numeri, ma alle prospettive. Non ai fatti, ma alle percezioni e alle aspettative.
Gli umani sono esseri sognatori e misurano la felicità sul progresso. È un grande sabato del villaggio globale: e in Italia stiamo perdendo il gusto del dopo.
Kazaki (30°) e uruguayani (43°) non stanno meglio di noi, oggettivamente; ma sono convinti che oggi sia meglio di ieri e domani sarà meglio di oggi. Queste cose contano, nella vita delle persone, delle famiglie e delle nazioni.
I più grandi masticatori di futuro vivono negli Usa.
Non dipende solo dall’economia e dall’occupazione (248.000 nuovi posti di lavoro in settembre).
Vecchi residenti o nuovi arrivati, gli americani sono convinti di poter condizionare il proprio futuro.
Gli Stati Uniti sono una nazione fondata sul trasloco, nuove residenze e nuove conoscenze.
Ogni presidenza è una catarsi; ogni elezione un inizio; ogni lavoro una sfida.
Il fallimento, che in Italia è un marchio d’infamia, negli Usa vuol dire: almeno ci ho provato.
Non possiamo, nè dobbiamo, scimmiottare l’America. Ma dobbiamo ammettere che il nostro realismo è diventato cinismo, e il cinismo ci sta conducendo al pessimismo.
I continui, pessimi esempi pubblici – 5,7 miliardi l’anno il costo della corruzione, stimano Guardia di Finanza e Corte dei Conti – contribuiscono a questo umore. Altrove non accade.
I Paesi che hanno una libertà di informazione simile alla nostra non hanno la nostra corruzione; e i Paesi che hanno la nostra corruzione non hanno la nostra libertà di informazione.
Una consapevolezza scoraggiante, quella italiana.
L’economia e l’occupazione influiscono sull’umore collettivo; e l’umore collettivo, lentamente, diventa narrativa nazionale.
Quali Paesi possiedono oggi la capacità di vedere se stessi come protagonisti di una storia che va avanti? Dell’America, abbiamo detto.
Cina e India, in competizione tra loro e col resto del mondo, hanno una visione epica di questo momento storico.
In Europa è una tranquilla consapevolezza che accomuna Germania e Polonia, Irlanda e Regno Unito. Perfino la Russia ha un’idea di se stessa. Putin, in cerca di consenso, ha rispolverato i miti sovietici. In mancanza di meglio, molti connazionali gli hanno creduto.
L’Italia ha saputo raccontarsi negli anni Sessanta, quando l’economia tirava e le famiglie sognavano (sì, anche grazie a un’automobile o a un elettrodomestico).
A metà degli anni Ottanta, quando ha intravisto il sorpasso dell’Inghilterra.
Nei primi anni Novanta, quando ha provato a battersi contro il malaffare.
Negli anni Duemila, quando la maggioranza ha creduto al «contratto con gli italiani» di Silvio Berlusconi.
Tre illusioni e tre delusioni, seguite da questi anni di crisi economica.
Facciamo fatica a sognare ancora.
Beppe Severgnini
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Novembre 4th, 2014 Riccardo Fucile
“MOLTE DELLE CRITICHE CHE MUOVEVO SI STANNO RIVELANDO ESATTE, MISI IN GUARDIA SUL PERDURARE DELLA CRISI ECONOMICA, ALTRO CHE RISTORANTI PIENI”… “I COLONNELLI COINVOLTI IN VICENDE GIUDIZIARIE? SONO CERTO CHE RISULTERANNO ESTRANEI…QUASI TUTTI”…”NON HO LASCIATO LA PRESIDENZA DELLA CAMERA SOLO PER IL TIMORE CHE VENISSE PIEGATA A UN INTERESSE DI PARTE”… “SUI DIRITTI CIVILI BERLUSCONI HA CAMBIATO IDEA? GLI AUGURO DI NON ESSERE DICHIARATO ‘INCOMPATIBILE’ COME E’ SUCCESSO A ME”…”LA DESTRA XENOFOBA? IGNORANTI O IN MALAFEDE”..”NESSUNA PROSPETTIVA DI UN GRANDE CENTRO, ALTRIMENTI ME NE STAREI A CASA”…”I SALOTTI BUONI LASCIAMOLI A RENZI, LA DESTRA DEVE RECUPERARE UNA DIMENSIONE POPOLARE E SOCIALE”… “AVETE RAGIONE, LA DESTRA HA SOTTOVALUTATO LA RETE COME STRUMENTO DI PARTECIPAZIONE: E’ PIU’ INCISIVA DI UNA PUNTATA DI PORTA A PORTA”… “RENZI CAMBIA VERSO? LA DESTRA CAMBI PASSO”… A FINE MESE IL TOUR DI “LIBERADESTRA” PORTERA’ FINI A NAPOLI
Presidente Fini, se ben ricordiamo, lei vanta un passato da portiere nella nazionale dei
parlamentari…
Ricorda male, giocavo terzino o stopper….. all’epoca si giocava ancora”a uomo”
Diciamo allora un passato da difensore, poi una maglia da regista in An e di punta nel Pdl: ora, con il tour di Liberadestra, vuole tentare la carriera di allenatore? O conserva l’ambizione di ricoprire ancora altri ruoli?
Ha ragione se pensa che mi piacerebbe fare l’allenatore, ma solo di una nuova squadra da inventare.
Il suo percorso politico l’ha portata ad avere a fianco per molti anni quelli che sono stati definiti i suoi colonnelli. Rapporti quindi umani, non solo politici. Che sensazione le ha generato, al di là delle legittime scelte politiche differenti, rilevare che quasi tutti si trovano coinvolti in vicende giudiziarie? Pensa sia l’effetto della frequentazione delle stanze del potere?
Ritengo sia giusto attendere che le vicende giudiziarie si concludano e sono certo, almeno per come li ho conosciuti, che i colonnelli risulteranno estranei agli addebiti che sono loro mossi. Almeno quasi tutti……
Lei ha recentemente fatto autocritica, ammettendo di aver commesso degli sbagli e invitando giustamente tutti gli altri a fare altrettanto. Se dovesse indicare i suoi tre più rilevanti errori quali citerebbe?
La madre di tutti gli errori è stata la confluenza di AN nel PdL perchè dovevo immaginare che Berlusconi l’avrebbe “comandata” (come faceva e fa ancora in Forza Italia) e non guidata, rispettando l’eventuale dissenso interno.
Futuro e Libertà è stata non solo una iniziativa politica coraggiosa, ma anche di rottura di certi schemi. Una aggregazione che secondo i sondaggi dei primi mesi aveva raggiunto quasi il 9% dei consensi, percentuale che nessun movimento di area ha più raggiunto negli ultimi anni. Non pensa che forse quella esperienza sia stata liquidata in maniera frettolosa? In fondo certe novità a destra hanno bisogno di tempo per radicarsi nell’elettorato, non è detto che, uomini a parte, fossero da archiviare anche certe idee sulla legalità e sui diritti civili, per esempio.
Il catastrofico risultato elettorale del 2013 l’ha sepolta e non può certo essere rimpianta. Diverso il discorso per i contenuti e i comportamenti che dovrebbero caratterizzare la Destra: non a caso oggi tutti constatano che una destra credibile come alternativa di governo non ci sia più e che il panorama sia avvilente
Contro di lei , occore riconoscerlo, è stata scatenata a suo tempo una possente macchina del fango mediatica: si è mai chiesto perchè quel tipo di destra facesse così paura?
Perchè era libera, cioè non accettava ordini immotivati o, meglio, perfettamente comprensibili, ma che nulla avevano a che fare con l’ interesse generale.
Molti le attribuiscono in quel frangente il presunto errore di non aver rinunciato alla presidenza della Camera, altri di non aver compreso che l’effetto devastante della campagna mediatica sulla casa di Montecarlo lo avrebbe messo fuori gioco per sempre. Con il senno di poi, un passo indietro avrebbe aiutato?
Forse, ma cosa sarebbe accaduto se anche la Presidenza della Camera fosse stata piegata ad un interesse di parte? Il rischio c’era ed era grosso……
Lei ama ripetere che “il tempo è galantuomo”. Da quelle vicende di tempo ne è passato: il suo accusatore Lavitola è finito in carcere, Berlusconi ai domiciliari e politicamente ridimensionato, inchieste sono in corso sulla compravendita di voti, anche Alfano è stato cacciato. Allora forse non era Fini la causa di tutti i mali?
Evidentemente….. ma va soprattutto ricordato che molte delle critiche che muovevo si sono rivelate esatte, specie per la grave crisi economica che qualcuno negava perchè “i ristoranti sono sempre pieni ed è solo disfattismo delle sinistre”.
Torniamo su tre battaglie qualificanti che Lei aveva indicato alla guida di Futuro e Libertà : la difesa della legalità , la cittadinanza alla “generazione Ballottelli” e il riconoscimento delle unioni di fatto. Ora anche Berlusconi pare averle fatte proprie: che effetto le fa questo riconoscimento postumo?
Forse Forza Italia lo dichiarerà “incompatibile”, per usare l’espressione con cui, a seguito di quelle proposte, fu decretata la mia espulsione dal PdL.
E’ innegabile che vi sia anche una destra, o almeno sedicente tale, che continua a vivacchiare elettoralmente cavalcando se non l’odio razziale certamente una politica xenofoba. Nella sua squadra pensa di riservare una maglia da titolare anche per loro?
Certamente no, perchè sono ignoranti o in mala fede e rappresentano un immagine della destra che offende la cultura e la storia stessa dell’Italia.
Problema “mare nostrum”: Alfano sembra più interessato a qualche voto in più che a salvare vite umane. arretrare di 30 miglia la catena dei soccorsi vuol dire avere sulla coscienza la morte di centinaia di profughi. In Italia i politici “cattolici” forse non ascoltano le parole di papa Francesco?
E’ già accaduto tante altre volte nel passato, con altri “politici cattolici” e altri pontefici.
Si ha la sensazione che la destra italiana paghi il debito di essersi abituata a frequentare e gestire le stanze del potere. Una volta la destra sapeva fare opposizione, oggi è diventata monopolio dei grillini, la destra è svogliata e spesso superficiale, Da cosa deriva secondo lei questo atteggiamento soft ?
Una politica di destra credibile come opposizione è tale solo se la destra ricorda a se stessa di aver governato e quindi non urla, ma propone cose concrete e ragionevoli, fattibili. La demagogia si fa con la pancia, la politica con la testa.
Renzi sta coprendo, a detta di molti osservatori, uno spazio tradizionalmente monopolio della destra liberista. Ha finanzieri e Confindustria al seguito mentre la destra pare incapace di interpretare il disagio degli scontenti e di quel ceto medio ormai ridotto sotto o al limite della soglia di povertà . Eppure vi sarebbero spazi enormi di intervento..
Vale quanto ho già detto. Un solo esempio: gli 80 euro di Renzi non hanno rilanciato i consumi, come promesso dal governo. Sono “costati” circa 9 miliardi di euro, non era meglio destinare quelle risorse per ridurre le tasse sulla casa o sul lavoro o sulle famiglie?
Nei suoi recenti interventi Lei ha invitato gli aderenti al suo progetto a ragionare sulla necessità per una destra moderna di mediare tra esigenze diverse, distinguendo tra il concetto di destra liberale e quello di destra liberista. La destra in Italia ha tradizionalmente ricevuto consensi anche in aree sociali in difficoltà : sono ancora interlocutori validi o si va verso una destra che parla solo ai salotti buoni ?
Se la destra parla solo ai salotti buoni parla a…….Renzi, la destra deve recuperare quella dimensione popolare e sociale che ha sempre avuto e che è maggioritaria nel paese.
Pochi giorni fa la prima tappa del suo tour a Bari, a fine mese andrà a Napoli. Che sensazioni ha raccolto in questa prima fase di allenatore di “una destra che non c’è”? Qualcuno teme alla fine di ritrovarsi in un “grande centro” , una prospettiva che non scalda certo i cuori…
Se la prospettiva fosse il grande centro starei a casa anch’io….. destra, centro, sinistra avevano un significato quando la politica era basata su ideologie o per lo meno su nette distinzioni programmatiche, ma oggi non è più così e si vede ogni giorno. Renzi in questo non ha uguali, sembra Berlusconi negli anni del successo. Forse è anche per questo che hanno siglato il cd patto del Nazareno…
Ci permetta un’ultima domanda che ci coinvolge da vicino. Siamo uno dei pochi punti di riferimento di area sul web, sappiamo che ci segue. Perchè la destra ha lasciato che i grillini monopolizzassero la diffusione di idee e progetti su internet senza comprendere l’importanza di questo mezzo di comunicazione e senza creare una rete organizzata di condivisione?
Non ha capito (anch’io per primo) che i tempi stavano cambiando molto in fretta, che la rete era un formidabile strumento di partecipazione del cittadino e quindi un mezzo per “fare politica” assai più incisivo di una puntata di Porta a Porta.
Renzi dice di voler cambiare verso…
La destra pensi a cambiare passo.
(intervista di Riccardo Fucile)
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