Novembre 16th, 2015 Riccardo Fucile
LA STUDIOSA IRANIANA CHE HA SUBITO IL CARCERE PER LE SUE BATTAGLIE: “SOLO COSI’ EVITEREMO CHE SI LASCINO SEDURRE DAL FANATISMO”
“Dobbiamo parlare ai giovani. Aiutare i Paesi sottosviluppati a crescere e a uscire dal provincialismo. Nel mondo ci sono milioni di persone che vivono in villaggi poverissimi e sono ridotte alla fame: queste persone sono facilmente strumentalizzabili, non hanno niente da perdere. Gli intellettuali mettano il loro sapere al servizio delle nuove generazioni: solo così sconfiggeremo i fanatismi e sdradicheremo la violenza”.
E’ un processo lungo, è un progetto ambizioso, quello di cui parla Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace nel 2003, prima iraniana e prima donna musulmana a ottenere questo riconoscimento.
Ma lei ci crede davvero. Lei che per le sue idee liberali e per le sue battaglie favore dei diritti umani è stata perseguitata, privata di tutti i suoi beni e costretta ad abbandonare il suo amato Paese, l’Iran.
Lei che ha pagato il peso scomodo delle proprie idee col carcere e col dolore di veder duramente picchiato il marito.
Lei che è allergica alle generalizzazioni al punto da non voler sentir parlare di uomini e donne, ma di “esseri pensanti”, perchè “è col pensiero che si cambia la Storia, la biologia non c’entra”
Abbiamo incontrato l’avvocato e prima donna magistrato in Iran – che oggi vive in esilio autoimposto tra Usa e Gran Bretagna, con il marito e il resto della famiglia ancora a Teheran – in occasione del 15esimo Summit dei Premi Nobel per la Pace, quest’anno a Barcellona il 14 e 15 novembre, organizzato in collaborazione con Mazda.
Ebadi ha inaugurato la due giorni di conferenza insieme ad altri Nobel per la pace come Tawakkul Karman, la “madre della rivoluzione” in Yemen, Mairead Maguire, madrina della risoluzione del conflitto nordirlandese, Lech Walesa, l’uomo che ha dato la libertà al popolo polacco, e altre personalità che hanno cambiato nel segno della democrazia il corso della Storia.
All’indomani degli attentati di Parigi, intellettuali e pacifisti si sono riuniti nel palazzo dei congressi della città catalana costretti a prendere atto, con sbigottimento, di quanta strada ancora l’umanità abbia da fare, e di quanti problemi culturali, economici e politici ci siano ancora da risolvere.
Loro, che hanno dedicato la vita a una causa e che in nome di un ideale hanno rischiato di morire o hanno subito il carcere, persino loro sono rimasti impietriti di fronte all’efferatezza della strage che ha colpito la Francia, e alle 129 vittime hanno dedicato un minuto di silenzio, rinunciando a fare brindisi sia a pranzo che a cena per tutte e due le giornate del meeting.
“Ma farsi travolgere dalla paura non ha senso. Non dobbiamo lasciarci intimidire – ha detto ancora Ebadi – piuttosto, cerchiamo di ragionare e di capire a fondo cosa sta succedendo. Ogni tipo di religione, in ogni periodo storico, è stata strumentalizzata in nome del fanatismo, sacrificando milioni di vittime innocenti in modo brutale. Pensiamo alle torture subite da Galileo Galiei, ad esempio, pensiamo alla Storia degli ultimi 500 anni in Europa. Oggi esistono due modi di interpretare l’Islam: uno più arcaico, che è quello dal quale io stessa vengo perseguitata, e uno più moderno, fatto di persone aperte, come me, mio marito, i miei amici. Generalizzare non serve, la religione non c’entra col terrorismo. Sono le persone, con i loro pensieri e le loro azioni, a scegliere la pace o la violenza”.
Shirin Ebadi non ci sta neanche a sentir parlare di “democrazia occidentale”.
Non le piace questa espressione, le sembra sottintenda una qualche presunta superiorità culturale. “Non esiste la democrazia occidentale o quella orientale, esiste la democrazia e basta. Parlare di democrazia occidentale è fuoriviante, così come lo è dire che i diritti delle donne sono riconosciuti solo in occidente. Condiderare una cultura superiore a un’altra, cercare di imporla: è questo l’errore più grande! Lottare per la pace e la democrazia significa prescindere da questi schemi mentali e pensare che esiste la democrazia, che esistono i diritti, e che è giusto perseguire questi obiettivi a favore di tutti e in tutto il mondo, senza badare alla geografia, senza porre o imporre etichette”.
Pochi giorni prima di volare a Barcellona, Ebadi è stata in Tunisia, Paese-simbolo di un Islam moderato, riuscito a portare avanti con coerenza, negli ultimi anni, i principi di libertà rivendicati in piazza con la rivoluzione dei gelsomini, e che proprio a causa di questa “evoluzione” democratica è stato colpito ripetutamente, quest’anno, dal terrorismo. “La Tunisia è un modello da seguire: sono molto grata al popolo tunisino per quello che ha fatto, la loro vittoria è un successo per tutti. Gli altri Paesi arabi guardino e prendano esempio. Io credo che prima o poi sconfiggeremo gli estremismi, il fanatismo e il terrorismo. Sarà il punto di arrivo di un grande processo culturale, i cui fiori già cominciano a sbocciare qua e là “. Come i gelsomini, simbolo di primavera e vita che rinasce, oltre la morte e l’orrore.
Sara Ficoncelli
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Novembre 16th, 2015 Riccardo Fucile
L’APPELLO DEL GUARDIAN AI TIFOSI INGLESI PER L’AMICHEVOLE CON LA FRANCIA: “IMPARATE L’INNO”
La Marsigliese intonata da uno stadio intero. 
Un coro all’unisono, in cui si uniranno 70mila persone, sugli spalti di Wembley. Verranno ricordate così le vittime di Parigi prima dell’amichevole Inghilterra-Francia di martedì.
L’appello arriva dal Guardian, che ha chiesto ai tifosi di casa di imparare a memoria l’inno francese, pubblicando sul suo sito il testo.
Che scorrerà anche sui maxi schermi dello stadio. «Se avete un biglietto per il match di Wembley è ora di imparare la Marsigliese e mostrare che cos’è la fraternitè», ha twittato il giornalista televisivo Mark Pougatch.
La sfida era in dubbio dopo la strage di venerdì, ma la Federcalcio transalpina ha insistito: «Giochiamo, è il modo migliore per rendere omaggio alle vittime». E per non arrendersi di fronte al terrorismo.
Oggi la squadra di Deschamps atterrerà in una Londra blindata.
Lo stadio, vestito con i colori francesi, sarà sorvegliato da straordinarie misure di sicurezza.
All’esterno la scritta «Libertè, Egalitè, Fraternitè», che dalla notte di venerdì ricorda i 129 morti innocenti di Parigi.
(da “La Stampa”)
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Novembre 16th, 2015 Riccardo Fucile
LA GUARDIA CHE HA SVENTATO LA STRAGE NELLO STADIO E IL CAMERIERE CHE HA SALVATO DUE VITE
Le guerre chiamano gli eroi.
Il più celebrato, a Parigi, è un addetto alla sicurezza dello Stade de France, a Saint Denis: Zouheir, musulmano, ha fermato all’ingresso del cancello D il primo dei tre attentatori: voleva penetrare nello stadio affollato di 80 mila persone, per Francia-Germania.
Aveva il biglietto in mano, ma per entrare allo Stade bisogna passare i tornelli e la perquisizione degli agenti. Zouheir si è accorto che quel giovane dai tratti mediorientali aveva qualcosa sotto il vestito.
Un giubbotto esplosivo, fabbricato con esplosivo militare più pile, detonatore e bulloni. L’uomo è scappato, Zouheir ha dato l’allarme. L’uomo si è allontanato dallo stadio correndo lungo Avenue Jules Rimet e si è fatto esplodere.
Due morti, se stesso e un barista portoghese di 62 anni.
L’addetto alla sicurezza Zouheir non l’aveva inseguito, doveva tenere sotto controllo il tunnel che porta all’ingresso dei giocatori.
Gli altri due kamikaze si faranno esplodere all’esterno del cancello H e vicino a un McDonald’s: 45 feriti.
Il Teatro Bataclan – 89 morti – ha formato diversi eroi quel venerdì notte.
Un commissario di polizia con il suo autista ha abbattuto uno dei tre terroristi all’interno della sala da ballo, pochi minuti prima che arrivasse la brigata d’assalto.
Il poliziotto è entrato, tra le urla e la fuga dei millecinquecento, si è riparato dietro un pilone quando il terrorista gli ha sparato addosso e poi gli si è buttato contro, lo ha travolto, costringendolo a smettere di tirare sul pubblico.
Poi, il terrorista, si è fatto esplodere.
Nicolas Catinat, 37 anni, raccontato su Twitter come un ragazzo coraggioso, “è morto per proteggere gli amici”.
Gli amici di Domont, nell’Ile de France, con lui al Bataclan. Poi c’è Bruno, lui evocato su Facebook.
Il disegnatore grafico “Picolo Clem”, Clèment, lo ha cercato, per ringraziarlo: “Un uomo ha salvato la mia donna, Edith, venerdì al Bataclan”, ha scritto. “L’ha spinta sulle poltrone, l’ha protetta con il suo corpo. Poi se n’è andato, non l’avevo mai visto. So che si chiama Bruno”.
Dopo alcune ore Bruno si è fatto vivo. E Clèment può scrivere: “Non ci resta che bere un bicchiere insieme”.
Il cameriere Safer ha salvato due donne, il giornalista di Le Monde Daniel Psenny dopo aver filmato i sopravvissuti in fuga dal suo appartamento sopra la sala concerti, ha aiutato una donna incinta.
Poi un proiettile gli ha attraversato un braccio.
Corrado Zunino
(da “La Repubblica”)
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Novembre 16th, 2015 Riccardo Fucile
“INDIPENDENTE DA SEMPRE, A 16 ANNI ANDO’ A LAVORARE IN UN PANIFICIO, VOLEVA GUADAGNARSI I SOLDI PER VIAGGIARE”
“Dovevamo sentirci quella sera, ma non ce l’abbiamo fatta. Valeria era così, sempre in
movimento, sempre entusiasta”.
Luciana Milani, madre di Valeria Solesin, non avrebbe mai immaginato che tra loro non ci sarebbe stata più nessuna telefonata.
Signora Luciana, quando ha sentito Valeria per l’ultima volta?
“La sera prima della strage. Anche se non ci chiamavamo spesso, anche se era da tanti anni lontana, la sua era una presenza costante”
Cosa racconterà di lei a chi non l’ha conosciuta?
“Parlerò di una persona meravigliosa, intelligente, curiosa della vita. A 19 anni è andata via di casa e da allora è stata sempre in giro. La porteremo sempre nel cuore come figlia, ma anche come studiosa e come cittadina. Mancherà anche al nostro Paese”.
Era anche impegnata nel volontariato.
“Studio e impegno erano per lei la stessa cosa. Da studentessa ha iniziato a collaborare con Emergency. E a Parigi andava per strada ad aiutare i clochard. Diceva che era un modo per conoscere la città ed essere d’aiuto”
Perchè aveva deciso di lasciare l’Italia?
“Era molto indipendente. A 16 anni è andata a lavorare in un panificio per guadagnarsi i soldi per viaggiare, senza pesare sulla famiglia”.
Cosa le diceva di Parigi?
“I primi anni sono stati duri, perchè era lì da sola. Poi, con Andrea, si è integrata benissimo. Ricordo la sua felicità dopo aver partecipato alla maratona in Bretagna”.
È cambiato qualcosa dopo l’attentato a Charlie Hebdo?
“Ha continuato a vivere come prima. Ricordo che si è subito preoccupata di mandarmi un sms per dire che stava bene, io non sapevo ancora nemmeno cos’era successo. Venerdì sera, invece, non abbiamo ricevuto nulla. Ma abbiamo sperato fino alla fine che non fosse lì..”.
Ha parlato con Andrea?
“Certo. Ora i suoi genitori sono qui da noi. Pensi che ci siamo conosciuti solo in questo momento così tragico”.
Andrea le ha detto cos’è successo?
“Ne abbiamo parlato, ma lui è ancora molto scosso. Non deve sentirsi in colpa, ha fatto quello che ha potuto per salvare Valeria. La perdita più grande è per lui”.
Quando ha visto l’ultima volta sua figlia?
“Ad agosto, era tornata a casa per il matrimonio di una compagna di scuola”.
C’è un’immagine di Valeria che le ritorna in mente in queste ore?
“Ce n’è una che mi ricorda la sua grande indipendenza. A 16 anni doveva partire per il Canada. La rivedo in aeroporto che, dopo i saluti, va all’imbarco. E non si gira più verso di noi”.
Sandro De Riccardis
(da “La Repubblica”)
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Novembre 16th, 2015 Riccardo Fucile
CON 39 VOTI DI SCARTO SUL PD… FORZA ITALIA E FDI INSIEME CROLLANO AL 5,2%
Fino a ieri era il primo comune della Lombardia sciolto per mafia. Da oggi sarà anche la prima cittadina lombarda con un sindaco del Movimento 5 Stelle.
A Sedriano, 11mila abitanti nell’hinterland milanese, si è votato domenica 15 novembre dopo due anni di commissariamento.
Sono andati alle urne in 5.450 (il 59% degli aventi diritto, la percentuale più bassa della storia).
E i ‘grillini’ hanno vinto al fotofinish, battendo il Pd per soli 39 voti.
Il nuovo sindaco — Angelo Cipriani, 45 anni, maresciallo della Guardia di finanza in aspettativa — non ha trattenuto le lacrime dopo uno spoglio al cardiopalma.
Ma ai seggi, con il simbolo del movimento di Beppe Grillo ben in vista sulla giacca, c’era anche Gabriele Panetta, il candidato che quattro giorni prima dell’apertura delle urne ha fatto un passo indietro dopo essere finito nella bufera per la sua supposta vicinanza (lui dice “solo una conoscenza”) con la famiglia mafiosa dei Musitano.
Un rapporto, come documentato da ilfattoquotidiano.it, cominciato negli anni ’80: Panetta era in compagnia di Rocco Musitano la sera in cui il boss della ‘ndrangheta fu assassinato all’uscita di un bar.
Cipriani, Il nuovo sindaco, abbraccia il candidato ‘ingombrante’, eletto consigliere comunale con una trentina di preferenze .
Che farà ora Panetta? Quella rinuncia scritta nero su bianco, pur essendo un gesto simbolico e politicamente rilevante, non ha valore giuridico: dimettersi dipenderà soltanto da lui, perchè nessuno lo può costringere ad abbandonare la massima assise cittadina.
Il neo consigliere ‘scomodo’, davanti alle telecamere del Fatto, sbotta: “Mi hanno infangato”. Si copre il volto e se ne va. Lascerà i seggi per ultimo, alle 3.56, assieme agli altri attivisti del Movimento.
Intanto i militanti festeggiano. C’è il consigliere regionale Stefano Buffagni: “Voglio scrivere tre messaggi: uno a Beppe Grillo, uno a Gianroberto Casaleggio e uno a Luigi Di Maio (quest’ultimo ha chiuso la campagna elettorale venerdì 13 novembre in piazza a Sedriano, ndr)”.
Il sindaco, invece, è di poche parole: “Per prima cosa faremo una verifica sul lavoro della vecchia amministrazione, dopodichè cominceremo ad amministrare mettendo al centro della nostra azione politica la trasparenza e la partecipazione. Sono i migliori mezzi per garantire la legalità ”.
E il candidato ‘ingombrante’ eletto consigliere nonostante il suo passo indietro? Cipriani glissa: “Per noi parleranno i fatti”.
Per ora a parlare sono i numeri di una vittoria sofferta: su 10 sezioni, 6 vanno ai pentastellati, 3 dal Pd e 1 finisce in perfetta parità .
Alla fine i ‘grillini’ prevalgono con 1.592 voti (29,90%) contro i 1.553 (29,16%) del Pd.
Il Movimento 5 Stelle ‘svuota’ il centrodestra: la lista Forza Italia-Fratelli d’Italia con candidato sindaco l’ex leghista Maurizio Mucciarelli (sostenuto dall’ex sindaco Alfredo Celeste, imputato per corruzione al processo sul voto di scambio politico-mafioso: per lui la Procura chiede una condanna a 3 anni e 6 mesi) raccoglie la miseria di 279 voti (5,24%) e resta fuori dal consiglio comunale.
Anche Sinistra di Sedriano (che con 339 voti, pari al 6,37%, il miglior risultato di sempre: merito anche del leader della formazione radicale, Rossella Luongo) rimane senza seggi, ma provoca la sconfitta di un Partito Democratico che credeva di essere autosufficiente e di avere la vittoria in tasca.
Un Pd che non cerca alleanze e candida al ruolo di sindaco un uomo della vecchia guardia, Giuseppe Pisano, 64 anni.
Buona affermazione della lista civica (546 voti, il 10,25%, che elegge il candidato sindaco Susi Auletta) mentre la Lega Nord guidata da Roberto Scurati (1.016 voti, pari al 19,08% ottiene due seggi nel parlamentino locale., ma viene confinata all’opposizione.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Novembre 16th, 2015 Riccardo Fucile
ARSENALE RINVENUTO A LIONE…L’INUTILE BOMBARDAMENTO A RAQQA SU SITI DISMESSI…IDENTIFICATO IL QUARTO ATTENTATORE: RISIEDEVA IN FRANCIA
A tre giorni dagli attacchi terroristici del 13 novembre a Parigi, il governo francese ammette di
sapere che “si stavano preparando attentati non solo in Francia ma in tutta Europa”.
E nella notte vengono fatti oltre 150 blitz in diverse città francesi, con arresti e ritrovamento di depositi di armi.
A parlare questa mattina alla radio Rtl è stato il premier Manuel Valls. La strage di Parigi, ha sottolineato “è stata pensata, pianificata, organizzata dalla Siria”.
Il Paese potrebbe essere ancora colpito nuovamente “nei prossimi giorni, nelle prossime settimane”, ha detto il primo ministro. “Dobbiamo prepararci a vivere a lungo con questa minaccia”, ha aggiunto Valls, preannunciando “nuove reazioni francesi”.
Nella notte, infatti, la Francia ha bombardato Raqqa, una delle roccaforti dell’Is nel Nord della Siria. In un’operazione congiunta con le forze statunitensi, i raid hanno preso di mira e distrutto una postazione di comando, un centro reclutamento per jihadisti, un deposito di armi e un campo di addestramento per terroristi, secondo quanto segnalato dal ministero della Difesa francese.
L’Is ha invece fatto sapere che i bombardamenti non hanno causato vittime e hanno colpito obiettivi che in realtà erano “siti da tempo abbandonati”.
Secondo il primo ministro francese, inoltre, nuovi attacchi verranno pianificati “non soltanto contro la Francia ma anche contro altri paesi europei”.
Come detto all’inizio, in tutta la Francia sono in corso da questa notte numerose operazioni anti-terrorismo con sei arresti a Grenoble, tre a Tolosa e cinque a Lione, dove è stato trovato un arsenale con fucili Kalashnikov e lanciarazzi.
Il governo francese ha decretato lo “stato di urgenza”, che consente alla polizia di velocizzare le ricerche dei sospetti.
Francia e Belgio hanno emesso ordini per l’arresto di un jihadista sospettato per gli attentati di venerdì a Parigi, Abdeslam Salah, sfuggito a un’operazione a Bruxelles, in cui diverse persone sono state arrestate, tra cui il fratello Mohamed. Salah, 26 anni, nazionalità francese anche se residente in Belgio, è colui che ha affittato la macchina in Belgio, una Volkswagen Polo, utilizzata dai terroristi che hanno attaccato la sala concerti Bataclan.
L’ipotesi è che all’operazione abbiano partecipato una dozzina di persone.
Un altro dei terroristi delle stragi di venerdì sera a Parigi sarebbe stato identificato dalla polizia francese, secondo radio Rmc.
Si tratterebbe, a quanto sembra, di un uomo noto come Samy, che era residente con la famiglia nella Seine-Saint-Denis, la banlieue di Parigi.
Insieme ad altri due kamikaze, fra i quali Omar Mostefai, si è fatto saltare all’interno del teatro Bataclan. Sarebbe il quarto attentatore identificato.
(da “La Repubblica”)
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Novembre 16th, 2015 Riccardo Fucile
L’INTELLIGENCE BELGA AVREBBE INDIVIDUATO IN ABDELHAMID IL REGISTA DEL COMMANDO
L’intelligence belga avrebbe individuato il regista degli attentati di Parigi: si tratterebbe, riferisce la France Presse citando il sito di rtl.Be di Abdelhamid Abaaud, considerato il cervello della cellula terroristica smantellata a Verviers all’inizio dell’anno.
Di origine marocchina, 28 anni, viveva a Molenbeek-Saint-Jean ed è irreperibile da mesi.
Sarebbe lui il vero regista degli attacchi a Parigi, in diretto contatto con i kamikaze durante l’azione di venerdì sera.
Secondo quanto riporta la stampa belga, almeno due dei terroristi di Parigi erano amici di Abaaoud, ed avevano commesso insieme piccoli crimini a Bruxelles tra il 2010-2011.
Abaaoud è scappato in Siria dopo che i belgi hanno abbattuto la sua cellula a gennaio.
Le tracce di Abaaud sono state perse all’inizio del 2015 in Grecia.
Dopo lo smantellamento della cellula di Verviers sarebbe partito per la Siria, per unirsi ai ranghi dello stato islamico.
E’ stato lui stesso a riferirlo a Dabiq, la “rivista” in inglese dell’Isis.
Secondo il quotidiano de Standaard, il suo nome compare in vari fascicoli di inchieste per reati commessi a Bruxelles nel 2010 e 2011, assieme a quello di Brahim Abdeslam – il kamikaze che si è fatto esplodere a Parigi su boulevard Voltaire. Entrambi hanno vissuto a Molenbeek.
Noto anche con lo pseudonimo di Abu Omar al-Baljiki, Abdelhamid Abaud compare in un video in cui l’Isis di vanta di commettere atrocità varie, parlando con gli occhi rivolti direttamente alla telecamera mentre è al volante di una veicolo che trascina cadaveri mutilati verso una fossa comune.
Il presunto cervello degli attentati parigini era stato condannato in contumacia a 20 anni di prigione lo scorso luglio a Bruxelles, in un processo sulle filiali di reclutamento di jihadisti in Belgio, destinati a partire per la Siria.
Ha fatto molto scalpore la notizia, nel 2014, del “rapimento” del fratello minore, che Abdelhamid Abaud ha portato in siria all’età di 13 anni e poi diventato noto come “il più giovane jihadista al mondo”.
Il padre, Omar Abaaud, si è costituito parte civile contro il figlio maggiore.
(da “Huffingtonpost”)
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Novembre 16th, 2015 Riccardo Fucile
DOPO IL FLOP DI BOLOGNA IL CENTRODESTRA HA PERSO L’ 1,7%… IN CASO DI BALLOTTAGGIO M5S BATTE PD 50,8% A 49,2%… SE TRA PD E CENTRODESTRA UNITO FINIREBBE 53,5% A 46,5%
La scorsa settimana lo scenario politico italiano ha fatto segnare due importanti novità : la
manifestazione di Bologna che ha dato alla luce un’alleanza tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia e la nascita del gruppo parlamentare Sinistra italiana che raggruppa i deputati di Sel e alcuni dei parlamentari che hanno lasciato il Pd e prelude a un’ulteriore possibile aggregazione di soggetti politici che si collocano alla sinistra del partito di Renzi
La riconfigurazione dell’offerta politica al momento non pare aver modificato significativamente gli orientamenti di voto degli italiani.
Iniziamo come sempre dalla partecipazione al voto: due italiani su tre sarebbero intenzionati a votare e indicano un partito mentre gli astensionisti e gli indecisi si attestano al 35%, un dato stabile nel corso degli ultimi mesi che si colloca su valori decisamente più alti rispetto all’astensione registrata alle Politiche del 2013 (27,5% comprendendo anche le schede bianche e nulle) e inferiore rispetto alle Europee del 2014 (44,4%)
Il Pd si conferma al primo posto con il 32,9%, in crescita di 1,4 punti rispetto alla precedente rilevazione effettuata per il Corriere nel giugno scorso, seguito dal Movimento 5 Stelle con il 28,5% (+1).
A seguire la Lega con il 13,5% (in calo di 1,2 punti), Forza Italia con l’11,7%, (-0,7), Fratelli d’Italia con il 4,4% (+0,2), Sinistra italiana con il 4,1% e Area popolare con il 3,3% (-1).
Al momento tutti gli altri soggetti politici non superano la soglia di sbarramento del 3%
A fronte di una stabilità nella graduatoria delle preferenze degli elettori, che si mantiene inalterata nelle prime quattro posizioni dall’inizio dell’anno, si osservano cambiamenti nella composizione degli elettorati, a conferma di una persistente fluidità di voto.
Il Pd appare in ripresa nelle ultime settimane, sull’onda della crescita del consenso per il governo, ma risulta in flessione rispetto alle Europee.
Analizzando i flussi elettorali, il calo è stimato in circa 700 mila elettori ed è la risultante dell’«uscita» di circa un terzo di coloro che avevano scelto il Pd a maggio 2014 (si riversano nell’astensione e soprattutto nel M5S) e dell’«ingresso» di una consistente quota di elettori provenienti prevalentemente dagli astenuti, da Forza Italia, da Area popolare e in misura minore da M5S e dalla sinistra.
In sintesi il partito di Renzi mantiene la maggioranza degli elettori, perde a sinistra a favore di Grillo e accoglie elettorato non di sinistra confermando una discreta trasversalità e la caratteristica di partito «pigliatutti».
Il M5S appare in forte crescita non solo per le inchieste giudiziarie (Mafia Capitale su tutte) che hanno consolidato tra gli elettori la convinzione che si tratti dell’unico soggetto politico rimasto integro, ma anche per il cambiamento della strategia comunicativa: infatti la scelta di essere presenti in televisione, il mezzo di informazione maggiormente utilizzato dagli italiani e un tempo bandito dal Movimento di Grillo, ha consentito l’affermazione di una leadership giovane e plurale che mostra un volto diverso da quello del leader storico.
A ciò si aggiunge il largo favore per uno dei temi sostenuti dal Movimento: il reddito di cittadinanza.
Non a caso, quindi, il M5S risulta il primo partito tra gli elettori con meno di 50 anni, tra gli studenti, i disoccupati, gli operai e nelle regioni meridionali.
La Lega pur confermandosi il primo partito dell’area di destra e centrodestra, appare in costante flessione e mostra difficoltà nell’attrarre sia l’elettorato moderato sia quello residente nelle regioni del Centro-Sud.
La trasformazione da partito territoriale a partito nazionale sembra aver esaurito il potenziale di espansione.
Forza Italia mantiene solo una parte dell’elettorato berlusconiano tradizionale (risulta il terzo partito tra casalinghe, pensionati e lavoratori autonomi) ma ha perso terreno tra i ceti più dinamici (imprenditori, dirigenti, liberi professionisti) e nel ceto medio impiegatizio.
I partiti centristi appaiono in difficoltà e non sembrano al momento beneficiare della presenza nella compagine governativa nè della refrattarietà di una larga parte di elettorato moderato a un’alleanza di centrodestra a trazione leghista.
Indubbiamente l’Italicum induce molti elettori a concentrare la propria attenzione sui partiti maggiori in previsione del ballottaggio e a questo proposito nel sondaggio odierno abbiamo testato due ipotesi: nella prima, che contrappone il Pd al M5S, il risultato sarebbe di sostanziale parità con Grillo al 50,8% e il Pd al 49,2%.
È un esito che dipende soprattutto da un fronte trasversale ostile a Renzi nel quale la componente più rilevante è rappresentata dai leghisti che per il 60% voterebbero per il M5S, come pure il 30% degli elettori di Fratelli d’Italia (il 60% dei quali si asterrebbe) e il 30% di quelli di Sinistra italiana (ma il 60% di costoro sceglierebbe il Pd).
Diversa la posizione degli elettori berlusconiani: tre su quattro gli astenuti, il 15% voterebbe Pd e il 10% M5S.
Nella seconda ipotesi il Pd prevarrebbe su una lista unica di centrodestra che raggruppa Lega, FI e Fratelli d’Italia 53,5% a 46,5%.
In questo caso l’astensione sarebbe maggiore (42,5% contro il 39,5% della prima ipotesi), la maggioranza dei grillini (55%) diserterebbe le urne mentre i restanti si dividerebbero tra Pd (25%) e centrodestra (20%) e due terzi dei centristi sceglierebbero il Pd.
Alla luce di questi risultati si comprende per quale motivo si stia dibattendo della possibilità di trasformare il secondo turno «di lista», previsto dall’Italicum, in secondo turno «di coalizione».
Come di consueto si sottolinea che il sondaggio è una fotografia del presente e non una previsione futura.
Ma non è affatto escluso che, tenuto conto della mobilità elettorale e dell’indebolimento delle appartenenze, l’istantanea dei sondaggi possa modificare gli orientamenti di voto inducendo il «voto utile» in una sorta di FlashForward , la fortunata serie televisiva nella quale le persone, avendo una premonizione di un evento del loro futuro, modificavano i loro comportamenti per evitare che quell’evento si realizzasse.
Nando Pagnoncelli
(da “il Corriere della Sera”)
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