Aprile 29th, 2016 Riccardo Fucile
IL PRIMO SONDAGGIO DOPO LA SVOLTA: RAGGI 27,5%, MELONI 20,5%, GIACHETTI 19%… “MARCHINI E’ GIA’ AL 20% MA CON IL 4% DI STORACE STACCA DECISAMENTE, ANCHE PERCHE’ LA MELONI SI E’ BLOCCATA”
La candidata pentastellata resta in testa ai sondaggi per le elezioni comunali di Roma: Virginia
Raggi raggiunge il 27,5% delle preferenze, secondo un sondaggio realizzato dall’Istituto Piepoli, e pubblicato su Affaritaliani.it.
Un gradino più sotto troviamo Giorgia Meloni, candidata di Fratelli d’Italia – Lega-NoiConSalvini, che si attesta al 20,5%.
Solo terzo Alfio Marchini, ma vicinissimo a Giorgia Meloni con il 20% dei voti.
A condizionare il sondaggio sono senza ombra di dubbio gli ultimi sviluppi della politica romana che hanno visto Guido Bertolaso, altro candidato del centrodestra, fare un passo indietro, consentendo a Forza Italia di convergere sulla lista civica di Alfio Marchini.
Quarta posizione per Giachetti
E il candidato sostenuto dal premier Matteo Renzi? Solo quarto, fermo al 19%, Roberto Giachetti, candidato del Partito Democratico.
Altri candidati tutti insieme al 13%.7
Roberto Baldassari, Presidente dell’Istituto Piepoli S.p.A, commentando i dati prodotti dal suo istituto spiega che «Raggi sembra non aver risentito, almeno per il momento, del ritiro della candidatura di Bertolaso. Giorgia Meloni arresta la crescita che stavamo registrando in queste settimane: l’ex Ministro della Gioventù aveva infatti fatto registrare una crescita leggera ma costante nelle preferenze dell’elettorato di Centro Destra».
Il balzo in avanti di Marchini
A giovare del nuovo panorama politico capitolino è proprio il costruttore romano Marchini.
Alfio Marchini drena completamente i voti provenienti dal bacino elettorale che avrebbe appoggiato Guido Bertolaso aumentando complessivamente il valore assunto e raggiungendo sostanzialmente Giorgia Meloni.
«Attenzione però: nel 13% di altri candidati quasi un terzo (il 4%) è rappresentato da Francesco Storace – avverte Baldassarri – Il suo appoggio a Marchini diventerebbe decisivo per lo staccare gli avversari e arrivare secondo”
(da agenzie)
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Aprile 29th, 2016 Riccardo Fucile
LA SVOLTA DI ROMA SU MARCHINI PER STRAPPARE IL CENTRO A RENZI
Per la prima volta, dopo mesi di lenta e apparentemente inesorabile eclissi, la stella di Berlusconi ha ricominciato a emettere luce.
La decisione di abbandonare la candidatura di bandiera di Guido Bertolaso, apparsa fin dall’inizio senza alcuna prospettiva, segna un ritorno dell’ex Cavaliere alla politica e potenzialmente può riverberare i suoi effetti anche oltre il perimetro del Grande Raccordo Anulare.
Per il suo profilo moderato, trasversale – proviene da una famiglia comunista, si è candidato come indipendente a Roma contro Marino, è stato corteggiato in passato da Renzi ma respinto dai ras locali del Pd – Alfio Marchini rappresenta infatti una possibile base di partenza per la ricostruzione di un’area che fino a ieri sembrava semplicemente liquefatta.
Con grave danno anche per il sistema democratico italiano, che come qualsiasi organismo deve poter respirare con due polmoni per vivere: la destra e la sinistra. Un’anomalia che sta anche al centro delle preoccupazioni private del capo dello Stato. Da troppo tempo infatti l’unica alternativa a Matteo Renzi è rappresentata dai Cinque Stelle.
E benchè un giovane come Luigi Di Maio stia crescendo come popolarità e come leadership, restano ancora troppe incognite sul Movimento perchè possa proporsi in maniera credibile.
In gioco infatti c’è la guida di una moderna democrazia occidentale che siede al G8, deve rispettare i suoi impegni con la Nato e con l’Unione europea.
Dunque per ora e per chissà ancora quanto tempo, Matteo Renzi ballerà da solo.
LO “SPARIGLIAMENTO”
Ma fino a quando godrà di questa posizione privilegiata?
Ecco, lo sparigliamento compiuto ida Berlusconi a Roma costituisce il seme di un possibile schieramento alternativo al PdR, il Partito di Renzi come lo ha ribattezzato Ilvo Diamanti.
La strada è ancora lunga, certo, ed è tutto da dimostrare l’appeal che un romano come Marchini può avere a nord della linea gotica.
Eppure si vede qualcosa in movimento. Affermare, come hanno fatto a caldo Salvini e Meloni, che la mossa del leader forzista è dettata da chissà quali interessi aziendali o precostituisce un’alleanza futura con il Pd, può essere una facile battuta propagandistica.
La realtà è un’altra: quello che a Renzi fa più comodo è proprio restare l’unica sentinella in piedi a presidiare l’area di centro, la sola che fa vincere le elezioni.
E avere alla sua destra due leader come Salvini e Meloni che guardano a Putin, Orban, Hofer e Le Pen come modelli, rende tutto estremamente facile per il capo del governo. L’unica cosa che può impensierirlo – e lo dimostra la svolta moderata impressa da Di Maio al M5S – è la nascita di un soggetto politico e di un leader che gli contenda il voto al centro. Il resto è folklore.
La svolta moderata di Berlusconi contiene il seme che può far rinascere l’albero del centrodestra.
E anche in quel campo non sono all’anno zero.
Quando Forza Italia, come è successo a Venezia con Luigi Brugnaro, si affida a un civico moderato, è capace di portare a casa il risultato. Costringendo le destre estreme (anche in laguna Lega e Fratelli d’Italia) a convergere al ballottaggio.
E Brugnaro, non va dimenticato, è finito secondo nella recente classifica Ipr-Sole24ore, tra i sindaci più apprezzati.
UN’OPERAZIONE ARDITA
Berlusconi deve riuscire in un’operazione spericolata: far crescere una leadership moderata nuova, che non sia la sua, e contemporaneamente tenere uniti a sè i lepenisti. Ma in posizione subalterna.
Non è detto che ci riuscirà , tuttavia l’unica strada per tornare a un centrodestra competitivo è quella.
Senza offesa per i capi di Lega e FdI, ma la loro azione è paragonabile a quelli che Moisès Naìm definisce come dei «micropoteri», che raramente riescono a mettere fuori gioco i grandi protagonisti.
Certo, aggiunge Naìm, con il loro martellamento incessante «logorano, ostacolano, minano, sabotano e aggirano i grandi protagonisti».
Ma «non sono attrezzati per conquiste di vasta portata».
Francesco Bei
(da “La Stampa“)
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Aprile 29th, 2016 Riccardo Fucile
TURISMO E AUTOTRASPORTI IN ALLARME… IL LIMITE DI 30 ALL’ORA CAUSEREBBE INGORGHI INSOSTENIBILI
Qualcuno vede scenari catastrofici, con conseguenze calcolabili nell’ordine dei 10 miliardi e tanti
operatori economici della provincia di Bozen-Bolzano il rischio della chiusura del Brennero la temono. E molto.
I numeri del traffico transfrontaliero tra Nord Tirolo e Sud Tirolo sono notevoli.
Un terzo delle merci che entrano ed escono su gomma dal nostro paese attraverso le Alpi «investono» il Brennero.
Degli 89 milioni di tonnellate di merci che complessivamente transitano ogni anno lungo i nostri confini alpini su Tir, dicono i dati 2013 di Alpinfo-Ufficio federale trasporti svizzero, circa 29 milioni passano per questo valico.
Molti di più di quelli che attraversano il Monte Bianco (8,3 milioni), il Gottardo (9,3), il Frejus (10,0), Tarvisio (15,2) e Ventimiglia (17,3 milioni di tonnellate l’anno).
Si tratta di almeno 2 milioni di camion ogni anno, verso l’Austria o verso Bolzano e poi Verona.
Se poi aggiungiamo anche gli 11,7 milioni di tonnellate di merci che viaggiano su ferrovia, la dimensione complessiva delle merci in transito sul Brennero supera i 40 milioni di tonnellate all’anno.
Un allungamento di 2 ore dei tempi avrebbe certamente un impatto sui noli di trasporto.
Gli artigiani della Cgia di Mestre in una elaborazione di alcuni studi sul trasporto europeo hanno stimato il possibile costo economico della chiusura del valico in circa 9,5 miliardi di euro l’anno, a spese in particolare delle aziende del settore autotrasporti.
Non sono affatto tranquilli alla Camera di Commercio di Bolzano. Luciano Partacini, direttore dell’ufficio politiche economiche dell’ente, oltre al problema del trasporto – con un possibile aumento dei costi dell’autotrasporto – indica un altro pericolo: quello che riguarda il turismo.
Un settore chiave per il territorio, alimentato da 3,5 milioni di arrivi (sui 6 complessivi) attraverso il Brennero.
L’ipotesi è che gli austriaci prevedano nel tratto autostradale del valico un limite di velocità di 30 chilometri all’ora e l’obbligo di corsie separate per automobili e camion.
«I 30 all’ora – spiega Partacini – causerebbero code e rallentamenti che potrebbero scoraggiare molti turisti, specialmente quelli che fanno escursioni giornaliere o vengono per vacanze brevi. Abbiamo stimato che se soltanto l’un per cento dei turisti che passano al Brennero venisse a mancare, l’economia dell’Alto Adige perderebbe almeno 30 milioni di prodotto interno lordo».
Per non parlare di un altro «problemino», ipotizzato dal Presidente di Medici Senza Frontiere Loris De Filippi: la possibile nascita di un campo di profughi a ridosso dalla frontiera sbarrata.
È quello che è successo a Idomeni, in Grecia.
(da agenzie)
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Aprile 29th, 2016 Riccardo Fucile
UN IMPEGNO DI 4 GIORNI AL MESE PER 15.000 EURO DI STIPENDIO, MA RIESCONO A FARSI CONOSCERE ANCHE A BRUXELLES… L’ITALIA E’ ALL’UNDICESIMO POSTO TRA I VENTISETTE PAESI
Lavorano di meno rispetto ai colleghi austriaci, estoni, sloveni, slovacchi, croati, polacchi e maltesi. Ma di più in confronto a quelli di Svezia, Germania, Cipro, Francia, Lettonia e Olanda. Nonchè del Regno Unito e, soprattutto, della Grecia.
All’Europarlamento i deputati italiani occupano l’undicesimo posto per numero di presenze.
Con percentuali di tutto rispetto: 91,27% di partecipazione alle votazioni.
Esprimendo addirittura il parlamentare più stacanovista: Nicola Caputo del Partito democratico (99,97%).
I dati, elaborati da Openpolis sulla base delle rilevazioni di VoteWatch.eu (il portale tramite il quale viene monitorata l’attività dei 751 componenti del Parlamento Ue), sono stati calcolati sulla scorta delle presenze dei singoli deputati in Aula durante le sedute nelle sedi di Bruxelles e Strasburgo.
Dove rispetto a quelle delle assemblee dei singoli Stati, compresa l’Italia, le votazioni si svolgono con ritmi tutt’altro che serrati: una media di appena quattro o cinque al mese.
AUSTRIA àœBER ALLES
Dal 1° luglio 2014, giorno nel quale è iniziata ufficialmente l’ottava legislatura, ad oggi, il Parlamento europeo si è infatti riunito 102 volte in seduta plenaria per un totale di 3.103 votazioni.
Giusto per fare un confronto, nello stesso lasso di tempo, la sola Camera dei deputati ha registrato un totale di 13.636 votazioni spalmate su 461 sedute.
Fra quelli dei 28 Stati membri, come detto, i deputati italiani sono di poco fuori dalle prime dieci posizioni.
Un dato in calo se confrontato con quello di gennaio di quest’anno (92,14%), quando il nostro Paese era al nono posto; ma comunque in crescita rispetto agli anni precedenti: a gennaio 2015 era fermo all’89,71% e ad agosto 2015 al 90,61%.
E gli altri? Se gli austriaci fanno meglio di tutti con il 95,69%, insieme a maltesi (95,08%) e croati (94,67%), peggio di noi fanno Francia (89,76%), Germania (89,3%), Spagna (89,06%), Inghilterra (84,69%) e Grecia, fanalino di coda con l’84,52%.
SALI E SCENDI
Ma quali sono i deputati italiani che, nei primi due anni di legislatura, si sono distinti per la loro assidua presenza in Aula?
Nicola Caputo (Pd), che ha partecipato a 3.102 delle 3.103 votazioni effettuate finora, è saldamente al primo posto fra tutti i parlamentari Ue.
Nella top ten però figurano altri tre nostri connazionali: Mara Bizzotto (Lega Nord), terza con il 99,87% di presenze, e i dem Nicola Danti e Isabella De Monte, rispettivamente settimo e nona.
E i “big”? Barbara Spinelli, che l’11 maggio 2015 ha abbandonato la lista L’altra Europa con Tsipras, è 93esima (98%). Simona Bonafè del Pd è 194esima (96,07%), il leghista Mario Borghezio 243esimo (94,94%).
Passiamo ai peggiori.
Il segretario del Carroccio Matteo Salvini è 500esimo (88,66%), la “renziana” Pina Picierno 503esima (88,61%), Raffaele Fitto (Conservatori e Riformisti) 707esimo (74,45%) e Lorenzo Cesa (Ncd-Udc) 713esimo (72,68%).
Agli ultimi posti del ranking troviamo invece Alessandra Mussolini (Forza Italia), 722esima con il 69,87% delle presenze, e l’ex presidente della Regione Sardegna Renato Soru (Pd), 745esimo (56,07%).
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Aprile 29th, 2016 Riccardo Fucile
E PARTE LA SERIE “LE CITAZIONI PIU’ IMPROBABILI DI GIORGIA MELONI”: “ROMA E’ BELLA MA NON CI VIVREI”
“Nella carbonara ci va il guanciale”. Parola di Giorgia Meloni.
La leader di Fratelli d’Italia e candidata a sindaco di Roma è stata pressa di mira per alcuni manifesti elettorali.
In alcuni cartelloni, infatti, Meloni propone concetti frasi fatte che hanno sollevato l’ironia di qualche utente.
Come quello in cui la leader FdI afferma: “Accetto sempre consigli da tutti ma alla fine faccio di testa mia”. Oppure: “La politica seria prima studia la fattibilità delle cose e poi le propone”.
Così una ragazza, Sara Freddini si è sbizzarrita a creare fac-simile dei manifesti della Meloni con concetti ancora più immediati: “La macchina nera d’estate diventa un forno”. Oppure: “Si stava meglio quando si stava peggio”.
E ancora: “I neri hanno il ritmo nel sangue”; “Il nuoto è lo sport più completo”.
Un album fotografico che ha subito raggiunto centinaia di condivisioni diventando virale in rete, anche grazie a frasi comuni come: “Con sto tempo non si sa come vestirsi”. Oppure: “L’uomo ha da puzzà “.
O infine: “Roma è bella ma non ci vivrei”.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 29th, 2016 Riccardo Fucile
CAIVANO: DECISIVE LE TESTIMONIANZE DI ALTRI BAMBINI CHE ROMPONO IL MURO DI OMERTA’ DEGLI ADULTI
Gli adulti tacciono ma i bambini si ribellano nel parco degli orrori.
Dopo due anni di silenzi e di paura, grazie al coraggio dei più piccoli arriva la svolta nell’indagine per la morte di Fortuna Loffredo, gettata giù dal sesto piano dell’edificio, al parco Verde di Caivano.
Secondo la ricostruzione dei magistrati: “La bambina è stata uccisa perchè si era rifiutata di subire l’ennesimo abuso”.
Arrestato un uomo con l’accusa di omicidio: si tratta di Raimondo Caputo, il convivente della madre dell’amica del cuore della bambina e madre anche di Antonio Giglio, un bambino morto in circostanze analoghe un anno prima di Fortuna.
La piccola Fortuna a soli sei anni ha detto no alle violenze ed è stata punita con la morte. Altri tre bambini, però, hanno alzato la testa e, nel silenzio del mondo di adulti che li circondava, hanno aiutato gli investigatori a incastrare la rete di pedofili.
Il coraggio dei bambini: “Gli adulti ostacolavano le indagini, i piccoli hanno permesso una svolta”.
Così il procuratore aggiunto di Napoli nord, Domenico Airoma, che ha coordinato l’inchiesta sull’omicidio della piccola Fortuna: il riferimento è al contributo dato da tre minorenni. Airoma ha parlato di “omertosa indifferenza e colpevole connivenza” riscontrate da parte degli adulti.
Il grido della madre: “Da una parte sono contenta perchè ho avuto giustizia, dall’altro dico che quei due devono marcire in carcere perchè hanno ammazzato mia figlia”. Sono amare le parole per Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna.
La donna se la prende anche con la compagna dell’uomo, sua vicina di casa, in carcere per violenza su un’altra bimba di tre anni, e a loro dice: “Voglio guardarvi in faccia per capire perchè lo avete fatto”.
“Sono sempre stata sicura che fossero stati loro, l’ho sempre detto. Forse si è perso troppo tempo, due anni. Io l’ho detto da quel giorno. Mia figlia amava la vita, non poteva essersi buttata giù. L’ho sempre saputo che era stata uccisa”.
La mamma della piccola Fortuna, ha sempre ripetuto, da quel 24 giugno 2014, che sua figlia era stata uccisa. E da sempre aveva detto che “tra quelle case c’era qualcuno che sapeva”.
“Lui non l’ho mai incontrato, ma a lei l’ho chiesto e ha sempre negato – dice – Lei è malata e c’è anche un’altra persona che sapeva tutto, la mamma di quella donna”.
“Qui c’è un altro bimbo morto come Fortuna, il piccolo Antonio – aggiunge la donna – cosa dicono quei due del piccolo Antonio, cosa?”.
Domenica, Mimma come la chiamano gli amici, fino a quindici giorni fa era in una città della Lombardia, poi è tornata a Caivano. Ha sempre chiesto ai residenti del Parco Verde di Caivano di raccontare quello che sapevano sulla morte di sua figlia. “Ma anche oggi tutti sono rimasti in silenzio – accusa – anche oggi tutti omertosi”. “Pensavo, speravo, che oggi, almeno oggi, qualcuno di questo maledetto parco venisse da me per dirmi qualcosa, un abbraccio, ed invece niente. Qui c’è sempre stato e sempre ci sarà il silenzio. Io so solo che ora mi ritrovo ad essere l’unica condannata – conclude – perchè mi ritrovo con un dolore immenso, che non passerà mai. Perchè amavo Fortuna, come solo una mamma può fare e me l’hanno uccisa. E ad oggi non so ancora perchè”.
L’allarme del procuratore: L’indagine sull’omicidio della piccola Fortuna Loffredo “svela un quadro preoccupante in alcuni quartieri dell’area a nord di Napoli, dove l’infanzia non è tutelata, non si consente ai giovani di avere un normale personeo di crescita”.
Così il procuratore capo di Napoli nord, Francesco Greco, durante la conferenza stampa sulle indagini. “E’ un problema di cui tutti dobbiamo farci carico, penso alla scuola, alla chiesa, al comune, ai servizi sociali”, ha sottolineato Greco.
L’arrestato: Raimondo Caputo, 44 anni, arrestato oggi per l’omicidio di Fortuna Loffredo, era in carcere dal novembre 2015, accusato insieme alla compagna di violenza sessuale su un altro minore.
La donna, Marianna Fabbozzi, di 26 anni, è ai domiciliari ed è madre di Antonio Giglio, un altro bambino di 3 anni morto il 28 aprile 2013 precipitando dal balcone dello stesso palazzo del parco Verde di Caivano in cui morì un anno dopo Fortuna Loffredo.
La storia.
La bimba era precipitata dal sesto piano del palazzo dove abitava con la madre al Parco Verde a Caivano, il 24 giugno di due anni fa. A prima vista, si era pensato a un incidente. Ma poi, con il passare del tempo, aveva sempre più preso corpo l’incubo di un mostro presente proprio nel palazzo del Parco Verde.
E si era subito ricordato il caso di Antonio Giglio. Ora il cerchio sembra chiudersi. L’autopsia sulla piccola Fortuna aveva confermato che la piccola aveva subito “abusi reiterati”.
Nel procedimento la mamma dei familiari della bambina sono assistiti dagli avvocati Gennaro Razzino, Luca Zanchini, Angelo e Sergio Pisani. “Abbiamo avuto sempre fiducia, la mamma di Fortuna e io, che si sarebbero individuati i responsabili. Complimenti agli investigatori”, commenta l’avvocato Gennaro Razzino.
Dall’inizio, insomma, la Procura ha sospettato che Fortuna Loffredo fosse rimasta coinvolta in un giro di pedofilia, del quale forse anche altri bambini del Parco Verde sono vittime. Un sospetto condiviso dalla madre della bimba morta, Domenica Guardato.
Il parroco: “Se quella che gli inquirenti hanno trovato è davvero ‘la’ verità , li ringraziamo. La nostra comunità ha vissuto due anni di sofferenza inimmaginabile, dopo la morte di Fortuna. E se le responsabilità vengono accertate, il colpevole dovrà pagare. Quello che ha commesso è il peccato più orribile che si possa immaginare”. Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, celebrò nel 2014 i funerali della piccola Fortuna e non ha mai smesso di sostenere la ricerca della verità : “Ho ripetuto mille volte, dall’altare e in privato: chi sa, parli. Mi auguro che la verità possa finalmente segnare un momento di rinascita per la gente del parco Verde, realtà segnata da estrema povertà ma dove vivono persone perbene, ingiustamente colpite da sospetti generalizzati”.
Incendiata la casa dei parenti dell’arrestato
Appena il tam tam di Parco Verde ha diffuso la notizia dell’arresto di Raimondo Caputo, qualcuno ha dato fuoco all’abitazione della compagna di lui.
(da “La Repubblica”)
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Aprile 29th, 2016 Riccardo Fucile
“MARCHINI MI HA CHIESTO CONSIGLI SUL PROGRAMMA, LA MELONI HA RIFIUTATO I MIEI VOTI, IO NON DIMENTICO”
Manca solo l’ufficialità e qualche chiarimento relativamente a dettagli di tipo organizzativi, ma
l’adesione di Francesco Storace, già governatore del Lazio e attuale leader de La Destra alla coalizione che sostiene la candidatura a sindaco di Roma di Alfio Marchini sembra cosa fatta.
È lo stesso Storace a farlo intuire dai microfono della trasmissione Ecg Regione su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, quando sottolinea che «ora siamo chiamati a decidere se vogliamo evitare che Roma vada al ballottaggio con l’alternativa Pd-5 Stelle».
Alla domanda «se appoggerà Marchini», l’ex-ministro della Salute risponde con collaudata abilità :
«La questione — ha spiegato — è ancora da decidere. Devo rispettare una comunità con cui devo parlare. Ieri sera ho visto Marchini e gli ho detto che per me conta anche quello che si scrive nel programma, lo voglio leggere e poi su questo ragionare».
Tra i due c’è già stato un primo contatto concreto sul programma, su espressa richiesta di Marchini.
«Io gli ho mandato le mie proposte perchè me lo ha chiesto. Io sono pronto ad aiutare il centrodestra anche con una semplice ma combattiva candidatura al Consiglio Comunale», ha aggiunto il leader de La Destra non senza prima dedicare una stoccata a Lega e Fdi-An: «Io non dimentico — ha infatti detto in un’altra intervista a RaiNews 24 — che sono stati loro a sdoganare Alfio Marchini. Le primarie della Lega le ha vinte Marchini, Fdi ha fatto un referendum mettendo il nome di Marchini e non il mio. Se si vuole fare il contrario del Nazareno, si deve sconfiggere il candidato di Renzi»
«La Meloni ha rifiutato i miei voti»
E proprio alla Meloni e a Salvini Storace ha chiesto «di non sciupare questa opportunità » per trovare il candidato unitario.
E a chi gli chiede come fa ad appoggiare Marchini, Storace ha risposto lapidario: «E come fa la Meloni a rifiutare i miei voti?».
La sconfitta del candidato romano del Pd, Roberto Giachetti, può rappresentare per Storace «l’abbattimento» del governo Renzi. «Altro che Patto del Nazareno».
(da “il Secolo d’Italia”)
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Aprile 29th, 2016 Riccardo Fucile
CONTRORDINE PADANI: DI FRONTE AI DANNI ECONOMICI CHE NE DERIVEREBBERO PER L’ECONOMIA, I VENETI PREFERISCONO GLI SCHEI A SALVINI…E SOLO IL 31% RITIENE GIUSTO CHE I COMUNI RIFIUTINO DI DARE ACCOGLIENZA AI PROFUGHI, ADDIRITTURA IL 54% DI CHI VOTA LEGA
Per mettere fine all’emergenza migranti, l’Austria usa il pugno duro. Controlli di confine al Brennero verranno istituiti nei prossimi giorni. Duecentocinquanta poliziotti austriaci regoleranno ingressi e rimpatri.
In caso di necessità , avverte il capo della polizia tirolese Helmut Tomac “saranno inviati al Brennero anche soldati”.
I lavori di allestimento di una rete metallica sul confine italo-austriaco al Brennero sono stati invece rinviati in vista dell’imminente vertice tra i ministri Sobotka e Alfano a Roma.
Ma se Vienna vive un vero proprio stato d’assedio, diversa è la sensazione che si respira nel Nord Est d’Italia.
Stando ai dati elaborati da Demos pubblicati oggi dall’Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, il 72% degli intervistati ritiene sbagliata la decisione austriaca di voler chiudere le proprie frontiere perchè “gli Stati non possono far parte dell’Unione Europea solo quando è comodo a loro”.
Secondo il 48% dei rispondenti l’Italia non dovrebbe chiudere le proprie frontiere come ha fatto l’Austria e non dovrebbe nemmeno respingere i profughi in mare.
Solo il 30% sostiene questa idea.
Atteggiamento che viene riscontrato maggiormente tra gli elettori di Lega Nord (55%) Forza Italia (39%) e Movimento 5 Stelle (31%).
Una minoranza molto simile (31%) ritiene che il proprio Comune abbia il diritto di rifiutare i profughi.
In crescita, rispetto all’ottobre 2015, è invece la quota di chi pensa che il proprio Comune abbia il dovere di ospitare i profughi sul proprio territorio (61%).
La platea di chi avanza questa ipotesi è trasversale e divide i vari elettorati:
Gli elettori di Forza Italia appaiono i più divisi: il 42% propende per il dovere di ospitare, mentre il 45% vorrebbe far prevalere il diritto di rifiutare i profughi da parte del proprio Comune.
Anche tra i sostenitori della Lega Nord tendono ad essere presenti quanti ritengono che i Municipi abbiano il diritto di rifiutare i profughi (42%), ma la maggioranza (54%) sottolinea il dovere dell’ospitalità .
Più in linea con i valori medi, invece, appaiono gli elettori del Movimento 5 Stelle e dei partiti minori.
A mostrare un accento più marcato sul dovere di accogliere sono i sostenitori del Partito Democratico (83%).
(da “Termometro politico”)
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Aprile 29th, 2016 Riccardo Fucile
ORMAI E’ CRISI ISTERICA E SI INVENTA PURE I SONDAGGI: LE HANNO ROTTO IL GIOCATTOLO
C’e’ qualcosa su cui nessuno si è soffermato: i sondaggi nazionali da un mese a questa parte. 
Da quando Giorgia Meloni si è candidata sindaco di Roma non esiste sondaggio che non denunci il trend negativo del partito di cui è leader.
Mentre la fanfara propagandistica e l’invasione sui media e i rotocalchi rosa promettono sfracelli, gli italiani reali stanno penalizzando Fratelli d’Italia.
Altro che un logico “effetto traino” derivante dalla maggiore visibilità della Meloni, il partito perde colpi a livello nazionale, mentre cresce Forza Italia e rimane stabile la Lega, dopo un lungo periodo di flessione.
L’ultimo sondaggio di oggi da parte della Ixè certifica che FdI in una settimana è sceso dal 3,9% al 3,6%, una ulteriore flessione.
Forse anche per questo la Meloni oggi pare in preda a una crisi isterica.
A radio 1 stamane prima afferma: “Tutti dicono che la partita è a tre, tra Raggi, Giachetti e Meloni. Dire che qualcuno che a un eventuale ballottaggio non ci arriverà mai, al ballottaggio potrebbe vincere, vuol dire far vincere la sinistra”.
Passa qualche minuto e cambia il quadro: “i sondaggi dicono che il ballottaggio oggi sarebbe tra due donne, io e la Raggi”.
Poi si agita: “I sondaggi dicono che posso vincere anche senza centrodestra unito” ( e allora di che ti preoccupi, verrebbe da dire…).
Poi il gran finale: “Nessun sondaggio dice che Marchini può arrivare al ballottaggio”.
Se uno è riuscito a sopravvivere a questa sequela di contraddizioni può certificare che la Meloni ha mentito per le seguenti ragioni.
1) La partita era a tre (con la Meloni peraltro terza e sotto il 20%) quando c’erano ancora in pista sia Bertolaso che Marchini.
2) Il sondaggio Tecnè ha certificato ieri che Marchini ora sarebbe secondo dietro la Raggi e la Meloni quarta, tagliata fuori. E altri sondaggi nei giorni scorsi davano l’eventuale candidatura di Marchini (con Forza Italia di appoggio) al secondo posto.
3) Sempre due sondaggi davano Marchini come l’unico in grado di battere la Raggi al ballottaggio: 53% a 47%.
Fermo restando che di sondaggi si tratta, ma è stata la Meloni a parlare di sondaggi attendibili, non noi.
Comunque farebbe bene a guardarsi le spalle, come si usa dire in politica: quando un leader non traina il partito a livello nazionale è un brutto segno.
Spesso finisce che non perde solo le elezioni, ma anche la segreteria del partito.
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