Settembre 15th, 2016 Riccardo Fucile
I PARERI ANAC SULLE NOMINE INTERNE
La questione interna più spinosa per Virginia Raggi – al di là del ballo che da settimane va avanti per
completare la giunta – riguarda i pareri richiesti dallo stesso Comune all’Autorità nazionale anticorruzione su alcune nomine interne, tra cui quella di Salvatore Romeo, passato dal ruolo di dipendente comunale a quello di capo della segreteria politica, con un aumento di stipendio da 40mila a oltre 100mila euro annui.
Romeo, per il quale sarebbe stato rilevato dall’Anac un «profilo di illeggitimità », è però un fedelissimo del sindaco, un componente del cosiddetto «Raggio magico». L’analisi del suo fascicolo è dunque un compito delicato.
Per questo, è stato destinato silenziosamente al dipartimento del Personale.
A distanza di qualche giorno, a capo di quel dipartimento, è stato trasferito a titolo temporaneo anche Raffaele Marra, altro uomo del «Raggio magico».
E così, Marra si è trovato sulla scrivania il parere che riguarda Romeo, un uomo della cerchia di cui lui stesso fa parte.
E sul possibile imbarazzo che potrebbe nascerne, glissa: «Io con i pareri sulle nomine non c’entro, sono un dirigente comunale. Per quanto riguarda Romeo, invece, ne parlerà Virginia Raggi».
«Il lavoro sui pareri Anac è quasi completato – continua Marra -. È questione di giorni. Poi, sulla loro pubblicazione, deciderà il sindaco».
Altro segno della delicatezza della questione è proprio il tempo impiegato per lavorare al fascicolo, arrivato in Campidoglio ormai da una settimana e rimasto finora chiuso nei cassetti degli uffici del Dipartimento.
Per l’analogo procedimento, che aveva coinvolto l’ex capo di gabinetto Carla Raineri, era stato sufficiente molto meno.
I collaboratori del sindaco, poi, da giorni evitano domande sul tema, rispondendo di non sapere dove siano i pareri nè chi se ne stia occupando.
A nulla sono serviti quindi i richiami del Direttorio nazionale, nè i mal di pancia interni alla giunta e ai consiglieri cinque stelle incentrati sulla figura di Marra. Malumori dovuti all’ipotesi che ci fosse proprio lui dietro la lettera all’Anac da cui sono scaturite prima le dimissioni di Raineri da capo di gabinetto e poi, in un effetto domino, anche quelle dell’assessore al Bilancio Marcello Minenna e dei vertici Atac e Ama.
Le richieste «di richiamarlo all’ordine e trasferirlo ad altre più modeste manzioni», come aveva suggerito pubblicamente l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, sono cadute nel vuoto.
O meglio, mascherate da un trasferimento temporaneo, un’illusione ottica: il «Raggio magico» non si è mai dissolto.
Federico Capurso
(da “La Stampa“)
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Settembre 15th, 2016 Riccardo Fucile
L’IPOCRISIA ITALIANA: FINO A IERI PAOLO POTEVA ESSERE FASCISTA, ADESSO NO, PERCHE’ SI E’ DIMENTICATO DI METTERE LA GIACCA
L’ipocrisia atavica di questo paese si capisce anche dalle piccole cose. Per esempio dalla vicenda Di Canio.
Tutti, nel mondo, sanno che Paolo Di Canio è un fascistone che in confronto la buonanima di Farinacci era gramsciana. Lo si è sempre saputo.
Di Canio ha rilasciato interviste, scritto libri, raccontato dei busti del Duce e della sua idea di storia. Lo sapevano t-u-t-t-i. Eppure, fino a ieri, Di Canio era a Sky.
Ed era giusto che fosse, perchè a) conosce il calcio, soprattutto quello inglese, come pochi, b) sa fare televisione, c) sa essere cazzaro e prendersi in giro, che nella vita fa sempre comodo e nel calcio ancora di più. Non era il Dio in terra, ma in tivù sapeva e sa stare.
E invece che succede? Succede che il da sempre fascistissimo Di Canio, con quel suo lato dominante tamarro, va in onda a maniche corte mostrando un tatuaggio fascista come lui.
Apriti cielo: polemiche, scandali e poi licenziamento. Per carità , se è un licenziamento per scarso senso estetico siamo d’accordo, ma essendo un allontanamento legato al tatuaggio littorio — che quelli di Sky avevano visto anche alla firma del contratto — mi viene molto da ridere.
Dov’è la novità ? Di Canio era così anche prima.
È però qui che esplode la solita ipocrisia nostrana: puoi essere fascista o quel che volete, l’importante è che tu non me lo dica.
L’apologia di fascismo sarebbe reato, secondo una disposizione transitoria e finale (la dodicesima)”parecchio disattesa, ma fino a ieri il balilla Di Canio poteva serenamente esserlo. Anche in tivù.
Adesso no, perchè si è dimenticato di mettere la giacca.
Non è un problema di ideologia, ma di cravatta.
Welcome to Italy.
P.S. A margine: preferisco un commentatore fascista ma competente, che il solito pretino democristiano secchione.
Andrea Scanzi
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Settembre 15th, 2016 Riccardo Fucile
OBIETTIVO 600.000 POSTI
Un piano straordinario dedicato all’occupazione femminile, giovanile e ai disoccupati di lungo periodo.
La Cgil, aggiornando il piano del 2013, ha illustrato una proposta per creare 520mila nuovi posti di lavoro pubblici e 80mila privati (tra cooperative e start-up) con un impegno di spesa pubblica tra il 2017 e il 2019 di oltre 30 miliardi di euro, nella convinzione che possa generare 1 milione 368 mila occupati aggiuntivi, diretti e indiretti.
Il piano propone l’assunzione a tempo indeterminato di 100mila persone nella pubblica amministrazione da impiegare tra l’altro per l’integrazione digitale, l’aumento prestazioni di diagnostica, di 20mila ricercatori per la green economy (cicli delle energie rinnovabili, riutilizzo dei rifiuti), oltre a 300mila contratti straordinari (3 anni + 3 che danno diritto a crediti formativi, titoli per i concorsi pubblici) per la prevenzione antisismica, la manutenzione del territorio e bonifiche, a 100mila contratti triennali nei beni culturali e archeologici.
Con facilitazioni amministrative e di credito (un bonus o trasferimento di 20mila euro a fondo perduto per ogni socio) si prevedono 60mila occupati in nuove cooperative in agricoltura biologica, tutela del territorio, assistenza familiare e 20mila occupati in nuove imprese giovanili per risparmio ed efficienza energetica, housing sociale
Il costo per finanziare il piano è di circa 10 miliardi e 149 milioni di l’anno (30 miliardi e 448 milioni nel triennio), contando gli effetti fiscali (Irpef di ritorno), di cui 2 miliardi e 424 milioni annui strutturali per le assunzioni stabili.
La Cgil stima che il tasso di disoccupazione scenderebbe al 4,8% nel 2019, con una crescita cumulata di 5,7 punti di Pil reale.
Sono tre le ipotesi per finanziare il piano.
La prima poggia sul cambiamento delle politiche europee, con l’adozione della proposta della Ces per un piano di investimenti pubblici di 260 miliardi all’anno per 10 anni e la sospensione del Patto di stabilità per tre anni.
Come seconda opzione la Cgil rilancia la patrimoniale sulle grandi ricchezze di tipo progressivo, per 20 miliardi di entrate annui.
La terza opzione poggia sulla riduzione dell’evasione con la trasmissione via app all’Agenzia delle entrate delle fatture Iva (si stima un aumento delle entrate annue fra 30 e 40 miliardi).
Intanto, in vista della riunione finale del 21 settembre al tavolo su pensioni e lavoro, la leader della Cgil Susanna Camusso ha detto di ritenere «difficile che possa essere un incontro conclusivo», sollecitando chiarezza sulle risorse.
Sempre ieri la segretaria generale della Cgil, insieme i leader di Confindustria, Cisl e Uil ha inviato una lettera al ministro del Lavoro per denunciare «l’inerzia di molte direzioni territoriali del lavoro» nell’applicazione del Testo unico sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014, sollecitando un intervento dello stesso Poletti.
Giorgio Pogliotti
(da “Il Sole24ore”)
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Settembre 15th, 2016 Riccardo Fucile
DRAMMA NELLA NOTTE A PIACENZA DAVANTI AD UN’AZIENDA LOGISTICA DURANTE LO SCIOPERO DEI FACCHINI… “INCITATO A FORZARE IL BLOCCO”
Nella notte un operaio della Seam, ditta in appalto della Gls, è morto a Piacenza durante un picchetto davanti ai magazzini dell’azienda logistica per cui lavorava.
A dare la notizia è l’Usb, l’Unione sindacale di base, che ieri sera aveva indetto un’assemblea.
L’operaio iscritto al sindacato, egiziano 53enne padre di 5 figli e impiegato nell’azienda dal 2003, è stato travolto e ucciso da un tir mentre scioperava.
“È stato assassinato da un camion in corsa che ha forzato il blocco”, è la denuncia dell’Usb, che alle 11 di giovedì 15 settembre terrà una conferenza stampa davanti al magazzino di Piacenza, in via Riva località Montale
I soccorsi intervenuti sul posto sono stati vani, e per l’operaio non c’è stato nulla da fare.
L’autista è stato portato in questura per essere interrogato dal pm di turno. L’area è stata transennata per i rilievi di rito, e sul posto sono intervenuti i carabinieri, la polizia di Stato e quella municipale.
La dinamica della protesta degenerata in tragedia è al vaglio delle forze dell’ordine, che stanno visionando i filmati delle telecamere di sorveglianza e quelli girati dai facchini con i loro cellulari.
“Non si può morire per difendere i propri diritti. Questo assassinio è la tragica conferma della insostenibile condizione che i lavoratori della logistica stanno vivendo da troppo tempo: violenza, ricatti, minacce, assenza di diritti e di stabilità sono la norma inaccettabile in questo settore – dichiarano i sindacalisti Usb – Il picchetto era stato organizzato per discutere del mancato rispetto degli accordi sottoscritti sulle assunzioni dei precari a tempo determinato”.
Gli agenti erano presenti allo sciopero per motivi di ordine pubblico e la scena si è svolta sotto i loro occhi.
Secondo quanto riferisce il sindacalista Riccardo Germani “il conducente del camion è stato incitato a forzare il picchetto da un addetto vicino all’azienda. Gli urlavano parti, vai!, e quello è partito investendo il nostro aderente”.
(da agenzie)
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