SCOPPIA UN NUOVO CASO PER LA RAGGI: QUELLO DI ROMEO, PASSATO DA DIPENDENTE COMUNALE A CAPO DELLA SEGRETERIA POLITICA
I PARERI ANAC SULLE NOMINE INTERNE
La questione interna più spinosa per Virginia Raggi – al di là del ballo che da settimane va avanti per completare la giunta – riguarda i pareri richiesti dallo stesso Comune all’Autorità nazionale anticorruzione su alcune nomine interne, tra cui quella di Salvatore Romeo, passato dal ruolo di dipendente comunale a quello di capo della segreteria politica, con un aumento di stipendio da 40mila a oltre 100mila euro annui.
Romeo, per il quale sarebbe stato rilevato dall’Anac un «profilo di illeggitimità », è però un fedelissimo del sindaco, un componente del cosiddetto «Raggio magico». L’analisi del suo fascicolo è dunque un compito delicato.
Per questo, è stato destinato silenziosamente al dipartimento del Personale.
A distanza di qualche giorno, a capo di quel dipartimento, è stato trasferito a titolo temporaneo anche Raffaele Marra, altro uomo del «Raggio magico».
E così, Marra si è trovato sulla scrivania il parere che riguarda Romeo, un uomo della cerchia di cui lui stesso fa parte.
E sul possibile imbarazzo che potrebbe nascerne, glissa: «Io con i pareri sulle nomine non c’entro, sono un dirigente comunale. Per quanto riguarda Romeo, invece, ne parlerà Virginia Raggi».
«Il lavoro sui pareri Anac è quasi completato – continua Marra -. È questione di giorni. Poi, sulla loro pubblicazione, deciderà il sindaco».
Altro segno della delicatezza della questione è proprio il tempo impiegato per lavorare al fascicolo, arrivato in Campidoglio ormai da una settimana e rimasto finora chiuso nei cassetti degli uffici del Dipartimento.
Per l’analogo procedimento, che aveva coinvolto l’ex capo di gabinetto Carla Raineri, era stato sufficiente molto meno.
I collaboratori del sindaco, poi, da giorni evitano domande sul tema, rispondendo di non sapere dove siano i pareri nè chi se ne stia occupando.
A nulla sono serviti quindi i richiami del Direttorio nazionale, nè i mal di pancia interni alla giunta e ai consiglieri cinque stelle incentrati sulla figura di Marra. Malumori dovuti all’ipotesi che ci fosse proprio lui dietro la lettera all’Anac da cui sono scaturite prima le dimissioni di Raineri da capo di gabinetto e poi, in un effetto domino, anche quelle dell’assessore al Bilancio Marcello Minenna e dei vertici Atac e Ama.
Le richieste «di richiamarlo all’ordine e trasferirlo ad altre più modeste manzioni», come aveva suggerito pubblicamente l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, sono cadute nel vuoto.
O meglio, mascherate da un trasferimento temporaneo, un’illusione ottica: il «Raggio magico» non si è mai dissolto.
Federico Capurso
(da “La Stampa“)
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